La marcia in Loggia

inserito il 26 01 2024, nella categoria Tavole dei Fratelli

L’ingresso rituale nel tempio possiamo definirla la liturgia con cui i fratelli di Loggia, consacrano l’area per lo svolgimento dei lavori. La marcia dell’apprendista prevede tre passi in linea retta lungo l’asse equinoziale (Oriente/Occidente), partendo con il piede sinistro e ricongiungendo a ciascun passo il piede destro a squadra. I passi sono tre, come le tre virtù fondamentali (Fede, Speranza e Carità) e come le Trinità Massonica (Libertà, Fratellanza, Eguaglianza). Nel rito scozzese la marcia inizia con il piede sinistro e la motivazione risiede nel fatto che il massone poggia sul piede destro -quello attivo della ragione- ma avanza solo con il piede sinistro che è quello dell’intuizione. Ricordo come la Ragione serve solo da base di appoggio nel cammino iniziatico, mentre ciò che consente di progredire è l’intuito, il quale senza una solida base razionale, rappresenterebbe una semplice illusione. L’Apprendista avanza lungo l’asse equinoziale che separa le zone di Luce e di Tenebre, espressioni del principio di dualità, polarità positiva e negativa opposte e complementari, Bene e Male; egli infatti deve imparare a stare in equilibrio tra gli opposti, deve conoscere il male per poterlo combattere e tendere al bene per sé e per la società in cui vive. Una curiosità nelle istruzioni rituali del grado di apprendista, viene semplicemente detto che i passi devono essere tre, uguali e in linea retta, tuttavia oralmente all’atto dell’istruzione, viene da sempre detto che i passi devono essere progressivamente più lunghi, e taluni raccomandano che i passi siano strascicati, come di avanzasse a fatica spingendo un peso davanti a se. Questa impostazione non avrebbe alcuna spiegazione logica, se non tornassimo alla prevalente matrice pitagorica dei nostri rituali: i 4 segmenti di lunghezza crescente ( i 3 passi più il loro totale richiamano le divine proporzioni insite nella tetrakhtis). Non dimentichiamo inoltre che l’apprendista viene dalle tenebre e con l’iniziazione riceve l’illuminazione; per cui egli ha l’andatura incerta di chi si trascina dagli inferi alla luce del sole. La deambulazione nel tempio procede in senso orario destrocentrico partendo da buio del nord-ovest, segue il sorgere del sole dell’oriente e, dopo aver oltrepassato il meridione, giunge ad occidente laddove il sole tramonta. E’ un percorso solare e la tradizione insegna che le luci stanno consacrando lo spazio dei liberi muratori e serve per delimitare un’area mentale e fisica nel tempo e nello spazio, affinché far convergere su di essa la concentrazione di tutti i presenti. La squadratura attorno al pavimento a scacchi ha lo scopo di radunare ciò che è sparso, crea un vortice energetico che preserva quello spazio da ogni altra bufera proveniente dal mondo esterno. Divenendo così un luogo di pace dove tutto deve essere senno, benefizio e giubilo.


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