La Giusta Morte

inserito il 11 03 2024, nella categoria Tavole dei Fratelli

All’interno delle nostre tornate gli argomenti trattati sono molteplici.

Passiamo dalla filosofia alla sociologia, scolpiamo tavole dall’elevato valore culturale ma a volte tralasciamo la storia del nostro ordine e chi ne è stato partecipe. Si è già parlato della Morte in quanto stato necessario per la creazione del Massone in quanto tale, partendo dal suo stato di Apprendista. Ma c’è stato un Massone che più di tutti ha esportato fuori dalle Colonne gli insegnamenti ottenuti, divenendo uno dei simboli più fulgidi del Liberismo italiano, Giuseppe Zanardelli.

Eviterò di fare una sua biografia, dato che non sarebbe riassumibile in poche righe ed essa è anzi ben ricercabile ed alla portata di tutti. Mi limiterò semplicemente ad alcuni dati funzionali alla Tavola. Nato il 26 ottobre del 1826 di sentimenti liberali e patriottici combatté sia nella I che nella II Guerra d’indipendenza, fu giornalista e Massone, iniziato nella Loggia Propaganda del Grande Oriente d’Italia nel 29 febbraio del 1860, fu politico e in quanto tale, nello specifico nella carica di ministro di Grazia e Giustizia, fu promotore di una delle riforme più importanti della storia del nostro Paese, l’Abolizione della Pena di Morte.

Il cosiddetto Codice Zanardelli venne presentato alla Camera nel novembre 1887, pubblicato il 22 novembre 1888, promulgato il 30 giugno 1889 entrò in vigore il 1º gennaio 1890 e consentì all’Italia prima tra le principali nazioni in Europa e nel mondo all’abolizione della pena di morte.

Ma quanto di Massonico c’è nel suo Codice?

La massoneria non ha barriere etniche, religiose, ideologiche e politiche, è universale, e in quanto tale non possono trovare terreno fertile teorie basate sulla Legge del Taglione perché tutti i lavori del Massone devo essere guidate dalla Sapienza dalla Bellezza e dalla Forza per arrivare al perfezionamento delle più elevate condizioni dell’umanità.

È vero che condannare a morte può essere inteso come un atto risanatore di un’ingiustizia subita, una sorte di controllo dell’uomo sulla morte.

Ma un Massone l’ha già sconfitta la morte, già la padroneggia e deve muoversi sempre nell’equilibrio tra il bianco e il nero, tra la luce e la tenebra impostando il suo giudizio sull’utilizzo della Livella e del Filo a Piombo. Zanardelli questo lo sapeva, riteneva infatti che la legge penale non dovesse mai dimenticare i diritti dell’uomo e del cittadino e che non dovesse guardare il delinquente come un essere necessariamente irrecuperabile: non occorreva solo intimidire e reprimere, ma anche correggere ed educare. Non c’è correzione nella paura. Cosa potrebbe la paura essere una guida?

Sulla Parete Nord del Gabinetto di riflessione è scritto infatti “Se la tua anima ha provato spavento non andare oltre.”

In conclusione. Essere Massoni non deve essere quindi un mero sfoggio di conoscenze più o meno esoteriche o di pratiche da fare senza Entusiasmo, ma deve essere anche una palestra di Vita e quindi possibile portare quanto appreso, fuori dalle Colonne del Tempio.

Zanardelli è stato uno dei nostri esempi migliori, un esempio di vita umana, di una sana Politica, in una Nazione che come sempre preferisce inseguire la falsità più che ricercare la Verità.

Ho detto  

A:.P:.


1 Comment for this entry

  • Gigi

    Buongiorno miei carissimi Fratelli

    Scopro sul vostro sito un articolo su Alberto Manzi…autore di Orzowei che ho letto (e riletto!) durante la mia infanzia, e di cui voglio parlare nella mia Loggia (a Bruxelles; sono belga francofono). Alberto era un Fratello della Loggia Giordano Bruno? Vorrei parlare del libro e dell’Uomo ai nostri nuovi apprendisti dopo la loro iniziazione.

    Grazie in anticipo per questo contatto!
    Fraternamente,
    Gigi

Lasciaci un commento

Cerchi qualcosa?

Utilizza il campo sottostante per cercare nel sito:

Hai cercato qualcosa che non hai trovato? Contattaci e richiedici l'informazione che cerchi!

Link

Ti raccomandiamo di visitare questi siti web