L’EGGREGORE E LA CATENA D’UNIONE

Un termine che non figura nemmeno nel vocabolario della Lingua Italiana, ma che nella pratica e nel simbolismo massonico ha un significato estremamente importante e “tangibile”. Nel tempio l’eggregore è rappresentato dalla fune con sette (o dodici) nodi che abbraccia tutta la loggia dalla colonna J alla colonna B. La sua massima espressione si ottiene quando il lavoro dell’officina coinvolge al massimo grado di coinvolgimento psichico ed intellettuale di tutti i fratelli Eliphas Levi l’ha definito “un fenomeno di psichismo collettivo, volontariamente orientato”.

inserito il 08 05 2011, nella categoria Esoterismo, Tavole dei Fratelli

Tavola del fr:. E:. B:.

La parola “EGGREGORE” viene dal greco ed indica un “insieme”, un “gruppo” di persone legate da sentimenti, ideali, usi e costumi comuni.

Ragionare di Eggregore vuol dire affrontare un argomento di cui poco o niente si parla, tranne che in particolari occasioni o all’interno di qualche circolo esoterico o in ambienti che trattano la Magia; si hanno così poche informazioni ed altrettante poche possibilità di conoscenza. A tale proposito devo far presente che il vocabolo “eggregore o eggregoro etc.”, non viene riportato nemmeno nel vocabolario dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani.

Il motivo per conoscere bene l’argomento sarebbe quello di riuscire nelle giuste occasioni a partecipare, in modo corretto ed adeguato all’elaborazione di eggregori di ampio sviluppo o di dare slancio vitale o rivivificare quelli già esistenti, avendo per scopo il bene generale ed il miglioramento effettivo della vita umana, sotto tutti gli aspetti, in modo particolare quelli spirituali ed esoterici.

Premessa per formare e sviluppare gli eggregori è raggiungere una giusta ed ideale condizione interiore mediante un preciso lavoro spirituale che deve essere svolto da ogni partecipante o fratello, nel ns. caso, fino al raggiungimento della così detta “Perfetta Unione”.

Si deve dire che il raggiungimento di questo stato interiore, per noi massoni, dovrebbe essere lo scopo, quanto meno iniziale, di ogni tornata rituale.

L’ingresso nel Tempio, la sua squadratura, l’apertura, il lavoro stesso e la chiusura dei lavori, devono essere un’operazione interiore che comporta un cambiamento di stato.

E’ chiaro, infatti, che ingresso nel Tempio, apertura, lavoro e chiusura dei lavori, hanno un senso ed uno scopo solo se vengono interiorizzati, vale a dire se questi momenti simbolici vengono compresi ed assimilati per essere trasformati a livello di coscienza; ove ciò non accada, tutto si trasforma in vuota formalità. Chi non riesce a staccarsi dal piano materiale (metalli) e dal mondo profano, raggiungendo il giusto stato, rischia di restringere e ridurre i simboli (ingresso nel tempio, apertura e chiusura dei lavori) ed i lavori stessi, a semplici raffigurazioni ed esposizioni di pensiero, sterili e prive di valore.

Non è naturalmente cosa facile raggiungere quell’indispensabile preparazione interiore per la quale sono necessari un forte impiego psicologico, esoterico ed iniziatico, che in Loggia ha come luogo deputato la sala dei passi perduti.

Questa preparazione, pur facendo parte di uno stesso processo di consapevolezza, consiste in due fasi: una diretta verso sé stessi, l’altra verso i fratelli.

La prima fase consiste nel cercare di creare intorno a sé il “silenzio”, spogliandosi di tutto ciò che ancora la mente trattiene del mondo profano e che rappresenta una barriera alla ricerca del proprio interiore; la seconda fase, poiché isolarsi significa trovare la calma interiore e non separarsi dagli altri fratelli, consiste nel cercare di stabilire un contatto interiore con tutti i fratelli, creando una così detta “corrente vibratoria” che tende ad unificare la Loggia, iniziando così la formazione di un “EGGREGORE” o più precisamente, come si comprenderà in seguito, di un sotto eggregore. Questa consapevole sensazione d’unità, quasi palpabile, trasforma nel tempio, il lavoro d’unione in una vera e propria catena: catena che per noi Massoni è simboleggiata dalla “Catena d’Unione”.

Il simbolo che rappresenta la catena d’unione, spicca sia sulle pareti del Tempio, che sul Quadro di Loggia ed è raffigurato da una fune con sette* nodi (o dodici)** che parte dalla colonna J e finisce alla colonna B, come in un simbolico abbraccio infinito. Simbolicamente è una fune dal triplice trefolo che va: dal singolo verso l’Eggregore, dall’Eggregore verso il singolo e tramite questo verso tutti i fratelli, testimoniando in modo concreto non solo il legame invisibile che unisce fra loro tutti i membri di una Loggia, ma anche quello con tutti i Massoni sparsi per il mondo, rappresentando il collegamento interiore che si stabilisce tra spiriti, rivolti solidalmente alla medesima opera.

Si può affermare, inoltre, che, indipendentemente dalle sue qualità specifiche, ci si trova di fronte ad un caso di simbolo particolare, in quanto, in certe occasioni, si trasforma in quello che possiamo definire un simbolo “agito ed agente”: si tratta della formazione corporea, fisica, della “Catena d’Unione”.

La Catena d’Unione, che è pressoché invariata dovunque e che dovrebbe garantire la “perfetta unione”, viene costruita in diverse occasioni dall’insieme dei partecipanti ad una tornata e per ottenere gli scopi desiderati ed i massimi risultati; richiede da parte di ciascuno la precisa volontà ad oltrepassare la soglia del tangibile, per giungere all’unione effettiva.

Possiamo quindi ben affermare, che la catena d’unione rappresenta simbolicamente l’eggregore che si dovrebbe formare durante i lavori, quando si opera bene sia esotericamente che iniziaticamente, seguendo il disegno tracciato e rendendo alla fine, tutto “giusto e perfetto”.

Ma in particolare che cosa s’intende o che cos’è un EGGREGORE ?

Tout court si può definire “un fenomeno di psichismo collettivo, volontariamente orientato” (Eliphas Levi).

Nello specifico un eggregore è un’entità collettiva o meglio una massa di energia psichica messa in vibrazione e formata dal pensiero di tutti gli individui appartenenti ad un raggruppamento, ad un popolo, ad una religione, ad un ordine. Egli può essere sia fisico che spirituale essendo in ogni caso, all’inizio, sempre fisico e diventando solo in un secondo tempo spirituale attraverso la successiva elaborazione.

Si può dire che l’eggregore si forma ogni volta che un gruppo di persone si unisce con intento esclusivo ed unico scopo di crearlo, ma se non vi è la precisa e concorde volontà di raggiungere quanto prefissato, l’eggregore si dissiperà rapidamente, come si indebolirà e scomparirà se, pur essendovi l’intenzione di tutti di elaborarlo, esso non viene alimentato nella maniera adeguata.

L’esempio potrebbe essere la festa di un compleanno o di un anniversario, durante il quale, nel momento, in cui tutti gli invitati elevano il proprio pensiero all’oggetto, alla motivazione del convivio, si forma senz’altro un eggregore, ma così come si forma, scompare poiché manca l’intenzione precisa di formarlo ed anche se questa ci fosse, sarebbe destinato a dissolversi, non essendovi, più, dopo quel momento, lo scopo né l’interesse per alimentarlo.

Creare un eggregore di una certa entità, richiede una grande capacità, che consenta di visualizzare il fine lontano dello scopo da raggiungere; la creazione può essere effettuata in due maniere, sia da un gruppo, che singolarmente da più individui. Se viene creato da un gruppo, il gruppo stesso deve essere molto unito, tutti si dovranno conoscere ed avere una perfetta consapevolezza l’uno dell’altro e dovranno avere dei legami di amicizia o fratellanza molto forti. Nella creazione di gruppo, l’intesa è importantissima, bisogna veramente essere sulla stessa “lunghezza d’onda” per arrivare a quanto prefissato.

L’eggregore formato singolarmente da più individui è quello invece che viene creato da persone che possono non conoscersi o addirittura essere nemiche. Prendiamo per esempio il caso assai brutale in cui in un campo di battaglia, dove nella lotta ognuno dei partecipanti dimentica ogni giusto ideale, la sua ragion d’essere, nel desiderio e con un sentimento comune di uccidere l’avversario o, almeno, di salvare la propria vita spegnendo quella altrui: è un eggregore fisico che lentamente distaccandosi appunto dal piano fisico che lo genera,  forma un eggregore spirituale con caratteristiche di odio, egoismo e volontà nefasta.

Un eggregore è, dunque, una aggregazione di forze costituite da energie vitali, emozionali, mentali e spirituali che essendo emanate dall’insieme dei membri di un gruppo, penetrano la coscienza degli individui stessi che l’hanno creato in un rapporto invasivo e quasi sempre permanente, sotto forma di desideri, concetti, aspirazioni, impegni, idee e volontà, elaborando, ciò che viene definito dalla tradizione esoterica, una “forma pensata” per poi strutturarla.

Un Eggregore ha la caratteristica di avere un’efficacia più grande della somma pura, di quanto espresso, singolarmente, da tutti i componenti di un gruppo, di cui rende attive, sia individualmente che collettivamente tutte quelle facoltà, affinché venga  consentita  la realizzazione degli obbiettivi previsti nel programma prefissato in origine.

Gli Eggregori si creano, si sviluppano, ed essendo corrispondenti ai desideri, alle aspirazioni, alle decisioni, alle idee, agli impegni che li hanno generati, dopo aver raggiunto il loro obiettivo e servito al proprio scopo, possono ritornare a chi li ha creati nell’attesa di essere riattivati con nuova forza, oppure possono continuare in altre dimensioni in attesa di mettersi in contatto, anche dopo secoli, con persone pronte a farli rivivere secondo le intenzioni dei fondatori originari, diventando così forti, da continuare ad esistere anche se tutti quelli che hanno contribuito alla loro formazione sono morti e questo soprattutto se la natura della loro attività è spirituale od esoterica.

Essi si pongono, in attesa, tra il mondo superiore (divino) ed il mondo naturale.

E’ evidente che in un’epoca razionalistica e materialistica come la nostra i concetti di cui sopra possono apparire fantasiosi, pur essendo queste forme facilmente sperimentabili in determinati momenti e situazioni e la loro influenza percepibile; abbiamo purtroppo perso la capacità di realizzare il senso e comprendere il valore di fenomeni che per millenni sono stati ben noti.

A questo punto, rientrando in un ordine più strettamente massonico, riporto testualmente quanto ritrovato in una pubblicazione, purtroppo di autore sconosciuto, che ci dovrebbe far ben riflettere e che a molti di noi potrà dare conferme:

“[…] l’eggregore della Massoneria contemporanea, chiamata “speculativa” era noto da tempo prima di essere riattivata all’inizio del XVIII° secolo: la Massoneria speculativa è un sotto eggregore di quello che animava lo spirito della Massoneria, che è molto più antico. La Massoneria attuale, fondata a Londra nel 1717, è un’emanazione dell’Eggregore Massonico del quale è difficile conoscere l’origine che si perde nella notte dei tempi.

Secondo le epoche, questo eggregore si è manifestato sotto forme diverse. La Massoneria Operativa, quella delle corporazioni, del basso e dell’alto Medio Evo, che ha contribuito prima ad edificare le abbazie, poi le cattedrali, è nello stesso modo, un’emanazione dell’eggregore originario del quale conosciamo poco. Tanto vale dire che la forma pensata che dà slancio vitale al concetto della Massoneria è di un’ampiezza fenomenale.

Se così non fosse, la Massoneria avrebbe cessato di esistere molto tempo fa, o si sarebbe evoluta in tale modo che sarebbe oggi impossibile farci riferimento. Il suo nome sarebbe, o perso per sempre, o reliquia del passato, incisa su qualche testo rinvenuto( venuto alla luce) o diventato un mito, tradotto sotto forma di leggende”.

A parziale conferma di ciò basta pensare al manoscritto rinvenuto da Locke -1696- nella Biblioteca Bodleyana, pubblicato solo nel 1748. Attribuito alla mano di Enrico VI d’Inghilterra, enuncia espressamente l’esistenza di un legame tra la Massoneria e la Scuola Italica di Pitagora, affermando che Pitagora (Peter Gower), un greco, viaggiò per istruirsi in Egitto, Siria ed in tutti i paesi dove i Veneziani (Fenici) avevano impiantato la Massoneria. Ammesso in tutte le Logge di Massoni, acquistò un grande sapere, tornò in Magna Grecia… e vi fondò una importante Loggia a Crotone etc.

Concludendo, (sulle tracce di quanto detto dal Fratello Maurizio Nicosia in altre sede e per altro argomento) è cosa facile comprendere che “tradizione Massonica” non è da intendersi obbligatoriamente come “tradizione iniziatica ininterrotta e documentata” ma come trasmissione protostorica e storica, rivivificazione di tradizioni antiche e come insegnamento iniziatico che va oltre il tempo ed il suo trascorrere, grazie anche ad una forma pensata (eggregore) tale, da permetterle la conquista della perennità, diventando così paragonabile ad un fiume carsico che si inabissa e del quale non si conosce né il tempo, né la distanza, né la quantità del flusso incostante con il quale riaffiora.

E:. B:.

P.S.

A distanza di ben quattro anni dalla stesura della tavola, per terminare veramente, mi permetto un’ulteriore considerazione finale:

Quanto sopra deve essere un serio monito per tutti coloro che coscientemente operano immersi nella realtà di un eggregore a non alterare il rito di unione e alimentazione, attraverso l’innesto di innovazioni non conformi, concetti, aspirazioni, decisioni non condivisibili e non condivise rispetto all’apparato eggregorico a suo tempo attivato e da cui trae origine.

Purtroppo alcuni esempi li troviamo in ambito massonico: l’inserimento di idee, pensieri, aspirazioni, decisioni e qualificazioni non condivisibili, se non argomenti politici o religiosi addirittura proibiti, inevitabilmente portano alla destrutturazione dell’eggregore iniziale con il conseguente dissolversi della originaria forma pensata, con l’inevitabile allontanarsi dalle logge da parte di alcuni fratelli che spesso, pur con grande rammarico e rincrescimento, nella speranza e con l’intenzione consapevole di riuscire a ricreare quell’originale eggregore di cui per tanto tempo sono stati operatori ed attivi elaboratori, arrivano ad operare delle gemmazioni.

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Note

*I sette nodi rappresentano le sette regioni dell’Universo: est-sud-ovest-nord-zenit-nadir-centro (uno primordiale), che definiscono il Tempio Cosmico.

** I dodici nodi rappresentano lo zodiaco ovvero l’Universo che definisce il Tempio Cosmico.

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