Riflessioni sul Populismo

Usare le leggi ed usanze Europee non come punto di arrivo bensì come punto di partenza per sviluppare un tavolo di confronto e giungere alla promulgazione di linee guida che possano rendere socialmente accettabile la convivenza.

populismo

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Nella seconda metà del XIX secolo, nasceva in Russia un movimento intellettuale e politico, socialisteggiante e comunitario, originariamente rivolto al mondo rurale . Dalla semplice traduzione di tale MOVIMENTO POPULISTA, trae origine l’attuale termine di POPULISMO.

In buona sostanza, si proponeva alle classi contadine ed ex servi della gleba, un ideale, volto ad ottenere un significativo miglioramento delle condizioni di vita, attraverso la creazione di una comunità rurale Russa.

Secondo un altra corrente di pensiero, il termine POPULISTA, avrebbe origine nel PARTITO DEL POPOLO, fondato nel 1892 negli Stati Uniti d’America, con l’intento di tutelare e migliorare le esigenze dei contadini del MIDWEST le quali, in quell’epoca, si scontravano con le prevaricanti potenze industriali. Anche in questo caso, i fondatori erano tutti appartenenti al mondo rurale.

Attualmente, il termine è prevalentemente collegato al mondo politico, usato sovente con valenza denigratoria, finalizzato ad indicare personaggi politici che, con linguaggio poco ortodosso, sminuiscono le classi politiche più in vista, in nome di una falsa tutela del “popolo”.

In un contesto prettamente attuale, il populismo non ha perso quella connotazione denigratoria del termine. Diventa dunque “populista” ogni affermazione, specialmente a ridosso delle votazioni elettorali, finalizzate ad ottenere il “favor populi”. Spesso assume la stessa valenza di “DEMAGOGIA”.

Ritengo sia significativo ed esaustivo della natura umana, l’uso personale che si fa di tale termine, usato a proprio vantaggio a seconda della circostanza. Un modus operandi che muta di significato con il mutare della sua utilità. Ogni politico, per attirare a sé il favore degli elettori, non si pone limiti a “dire al popolo esattamente ciò che questi vuole sentire”. Ed allora si scagliano pietre pesanti nei confronti di quelle situazioni che riteniamo essere le vere piaghe del momento. Immigrazione, integrazione culturale e sociale, droga, delinquenza, il diverso…qualunque politico, alla vigilia di una elezione, non esita a dare sfoggio di una serie di soluzioni accattivanti, esattamente quelle che il popolo ha necessità di sentire. La stranezza umana sta proprio nel dire, una volta perse le elezioni, le medesime cose…ma con una connotazione negativa, denigratoria. Allora diventa populista colui che nutre il popolo con quel cibo che tanto desidera, per poi disattendere le promesse, negando ogni affermazione fatta.

Un recente esempio, a mio parere, è rappresentato dall’ultimo referendum. A ben ascoltare, sia le ragioni del SI che quelle contrarie del NO, avevano in sé, valori assolutisticamente positivi e negativi. Ma non voglio tediare con opinioni strettamente politiche che, in questa sede, non devono trovare spazio. Mi limito, tuttavia, ad osservare come, molti politici, si siano scagliati contro quelle medesime idee che, gli stessi, promulgavano qualche anno prima.

Ma che ruolo o responsabilità hanno gli Uomini in queste epoche? Credo tantissime. I valori morali hanno ampiamente ceduto il campo ai valori economici, al tornaconto personale. Rispetto, aiuto incondizionato, tolleranza, che significato hanno? Mi vergogno nel pensare che questi valori siano, in gran parte, perduti. Ci diciamo tolleranti, ma non lo siamo. Non accettiamo un pensiero divergente dal nostro, perché solo in nostro è considerato “giusto”. E allora l’immigrazione diventa motivo di scontro.

Non ci soffermiamo più a fare un necessario distinguo tra coloro che arrivano sulle nostre terre perché in fuga dalla guerra e dalla persecuzione e, invece, coloro che arrivano esclusivamente per cercare, spesso nella malavita, guadagni facili e qualche escamotage giudiziario che garantisca l’impunità. Diventano tutti uguali. Culture diverse, che non possono integrarsi con la nostra. Come se la nostra potesse essere portata ad esempio di rettitudine e correttezza.

Spesso mi soffermo a pensare a cosa sarebbe necessario per ottenere un maggiore equilibrio tra i popoli. Spesso mi scontro con una realtà che mi rende insofferente. Parliamo di tolleranza…ma dimostriamo di non conoscerne il significato. Per i più, parlando, ad esempio, di tolleranza in relazione al fenomeno dell’immigrazione, si intende l’ottenere dagli immigrati, l’adeguamento totale ed incondizionato alle nostre abitudini e culture. Ma questa non è tolleranza, è autoritaria imposizione. Se vieni in casa mia….devi fare ciò che ti dico!!!

La tolleranza è venirsi incontro. Usare le leggi ed usanze Europee non come punto di arrivo bensì come punto di partenza per sviluppare un tavolo di confronto e giungere alla promulgazione di linee guida che possano rendere socialmente accettabile la convivenza.

In un Mondo dove si ha paura del vicino di casa, si sente parlare di innalzamento di muri negli Stati Uniti, come a piena voce dichiarato dal neo presidente TRUMP. La sua campagna elettorale prevede l’allontanamento dei cittadini semplicemente considerati pericolosi e la chiusura totale nei confronti dei popoli “culla del terrorismo”. Ed i cittadini americani, esasperati e spaventati, gli danno fiducia e lo eleggono, come nei migliori casi di  POPULISMO. Muri lungo i confini Austriaci… perché lo straniero non lo vogliamo, non è un problema nostro.

In un epoca in cui la tecnologia ci permette di spaziare senza limiti nel mondo on line, siamo invece rinchiusi entro mura che noi stessi abbiamo creato. E così il nostro pensiero si illude di essere libero…ma a cosa serve una pensiero libero, se non abbiamo la forza o possibilità di concretizzarlo?

E noi, élite del Mondo, noi uomini integerrimi, uomini che giurano fedeltà agli ideali della Massoneria, noi che giuriamo di percorrere incessantemente una via che a malapena riusciamo a pronunciare, noi Massoni… che ruolo abbiamo in questa epoca? Il Mondo profano ci addita come complottisti carbonari.

Noi ci fregiamo delle migliori qualità dell’essere umano. La gente si aspetta molto dalla Massoneria, anche se non lo ammette. Abbiamo una grande responsabilità ma, purtroppo, spesso la fiducia è mal riposta. Giuramenti non onorati, impegni non portati a termine, mani sporche che si intrecciano e salutano…in un gesto di riconoscimento. Spesso questa è la Massoneria dei nostri giorni. Il nostro lavoro è quello di abbattere distanze e muri. Noi siamo quelli che potrebbero ridare significato al concetto di Tolleranza. Superiamo il limite del pensare “io da solo non posso fare molto….”.

Il Massone è solo! Il Massone migliora se stesso per diventare uno strumento nel Mondo.

Ho detto.

A:. Mis:.

 

13 Dicembre 2016 e.v.

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