Necrologio massonico di Totò

TotoCosì la Massoneria – in questo caso quella di Piazza del Gesù – si rese partecipe del cordoglio di tutti i Liberi Muratori, e di tutti gli italiani in genere, per il passaggio all’Oriente Eterno del principe Antonio De Curtis, ovvero del fratello Totò, avvenuta all’alba del 15 Marzo 1967. Dallo stesso necrologio si apprende che Totò aveva raggiunto il 30° grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato, ed era stato Maestro Venerabile della Loggia Fulgor Artis all’Oriente di Roma, loggia contraddistinta dalla presenza di vari esponenti del mondo dello spettacolo.

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Lo stesso Totò, a dir il vero, aveva dettato alla sua compagna, la giornalista Franca Faldini, un suo personale epitafio, amaramente ironico: ”Al mio funerale sarà bello assai perché ci saranno parole, paroloni, elogi, mi scopriranno un grande attore: perché questo è un bellissimo paese, in cui però per venire riconosciuti qualcosa, bisogna morire!”.

NECROLOGIO TOTO

 

IL TESTAMENTO PROFANO DI TOTO’

Ma Totò aveva conosciuto anche una “morte” precedente: quella della sua condizione profana, morte simbolica che si celebra, come accade ad ogni massone, vergando un apposito “testamento” rituale, prima di ogni iniziazione.

Negli ultimi mesi del 2016 è venuto alla luce proprio il “testamento massonico” che lo stesso Totò vergò di suo pugno nel Gabinetto di Riflessione in occasione della sua iniziazione, avvenuta presso la Loggia Fulgor di Napoli  il 9 Aprile del 1945.

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Ecco come rispose il principe Antonio De Curtis, in arte Totò, alle fatidiche tre domande previste dal rituale:

Cosa dovete all’Umanità? “Amare il prossimo come se stessi, aiutarlo, fare del bene, senza limiti di sorta”.

Cosa dovete alla Patria?Tutto, anche il sacrificio supremo”.

Costa dovete a Voi stesso? “Niente all’infuori del miglioramento spirituale”.

Il testamento originale è stato rinvenuto fra le carte massoniche di Totò tuttora conservate presso l’Archivio Storico del Grande Oriente d’Italia e, precisamente, nel fondo archivistico denominato “Piazza del Gesù”, fondo che fu consegnato al Grande Oriente d’Italia nel Settembre 1973 in seguito alla confluenza del gruppo presieduto dall’allora Gran Maestro Francesco Bellantonio.

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