Simon Bolivar, libertà e democrazia

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Simon Bolivar, il Garibaldi americano (accomunato a quest’ultimo anche dall’appartenenza alla massoneria). E’ universalmente conosciuto come “El Libertador”, l’uomo che più di ogni altro ha combattuto e contribuito alla liberazione dal giogo coloniale di gran parte dell’America centrale e meridionale (Venezuela, Colombia, Ecuador, Panama, Perù e Bolivia) rinunciando ad ogni potere personale.

Questi alcuni pensieri di Bolivar sul potere, la libertà e la democrazia (dai discorsi tenuti al congresso di Angostura nel 1819):

Nulla è più pericoloso che lasciare per troppo tempo un cittadino al potere: il popolo si abitua ad obbedisrgli e lui si abitua a comandarlo, dal che si origina l’usurpazione e la tirannia”.

“Conferiamo alla nostra Repubblica un quarto potere la cui forza si fonda sull’infanzia e sul cuore degli uomini,  sullo spirito pubblico, sui buoni costumi e sulla moralità repubblicana. Noi stabiliamo questo areopago affinchè vegli sull’educazione dei fanciulli, sull’istruzione nazionale, affinchè purifichi quello che è stato corrotto nella Repubblica, affinchè denunci l’ingratitudine, l’egoismo, la freddezza dell’amore per la patria, l’ozio e la negligenza dei cittadini. Che colpisca i principi di corruzione e gli esempi perniciosi, che corregga i costumi con pene morali, come le leggi che puniscono i delitti con pene corporali, e perseguano non soltanto chi le trasgredisce, ma anche chi le beffa, non soltanto chi le infrange ma anche chi le indebolisce. Non soltanto chi viola la Costituzione, ma anche chi viola il rispetto pubblico”.

 

 


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