La Differenza

Come cambiano l’orizzonte e lo scenario iniziatico nel passaggio dall’Ordine al Rito.

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Questa riflessione è rivolta soprattutto ai fratelli che hanno appena varcato la soglia del Rito Scozzese ed avvertono la necessità di cogliere l’essenza di questa loro nuova condizione iniziatica e di individuare, o per lo meno intuire, la direzione e le finalità del nuovo cammino che li attende.

Hanno appena affrontato l’iniziazione al IV Grado, in cui viene ricapitolata la scoperta del cadavere di Hiram e la costruzione della sua Tomba che Re Salomone affida ad Adonhiram, principale ricevitore dei tributi del Regno e capo dei 30mila operai che furono mandati nelle foreste del Libano a tagliare i cedri per la costruzione del Tempio, forse marito della sorella del Maestro Hiram.

E’ in questo stesso Grado che viene deciso di vendicarne la morte perseguendo i suoi assassini.

I requisiti per questa impresa – si ribadisce nello stesso rito di iniziazione –  sono l’Obbedienza e la Fedeltà. Vedremo in seguito di che tipo di Obbedienza e di che tipo di Fedeltà si tratta.

Fin qui non è comunque facile percepire sostanziali differenze fra la leggenda conclusiva del trittico massonico dei primi gradi della Massoneria Azzurra e l’approdo agli altri 30 Gradi della Piramide Scozzese (15 Gradi di Massoneria Rossa, 12 Gradi di Massoneria Nera, 3 Gradi Sublimi di Massoneria Bianca).

La narrazione del IV Grado Scozzese rappresenta in effetti una sostanziale continuità con quella del III Grado Azzurro che ci aveva visto rievocare lo spietato assassinio di Hiram da parte di tre indegni Compagni che intendevano estorcergli con la violenza la Parola Segreta che dava accesso ai Misteri dell’Arte (o Architettura) Sacra.

Sempre durante l’iniziazione al Grado di Maestro Massone dell’Ordine viene inscenato il ritrovamento delle insegne e del cadavere del Capo Architetto, e la rinascita – fisica e spirituale – da quella stessa sepoltura del Segreto Massonico e della sua trasmissibilità grazie al ritrovamento, o meglio alla rielaborazione intuitiva, della Parola che era andata Perduta con la morte del suo custode, una “rielaborazione intuitiva” perché l’Architetto defunto non ha certamente più potuto comunicarla ritualmente.

Hiram ritrovato

Nonostante questo è necessario che i nuovi Maestri Massoni credano in questa intuizione, perché è necessario che la Nuova/Antica Parola ispiri con fiducia il proseguimento del loro lavoro per l’edificazione del Tempio di Salomone e del loro combaciante tempio interiore.

L’iniziazione al Grado successivo (IV), quello d’ingresso nel Rito Scozzese, prende le mosse proprio da quel ritrovamento dei resti di Hiram ai quali si decide di dare una più degna sepoltura. Ed è proprio progettando e contemplando la dimora eterna di Hiram, che si è portati a riflettere più attentamente sulla sua vicenda, sulla natura dei suoi assassini (che per sanare il vulnus da loro arrecato alla Conoscenza dovranno essere ricercati, catturati e puniti) e nello stesso tempo si sottopone implicitamente a verifica la Parola Ritrovata grazie all’intuizione scaturita dall’esperienza vissuta nella ed accanto alla Bara di Hiram (III Grado).

Non si mette in dubbio che la trasmissione iniziatica sia stata in qualche modo ripristinata  (in effetti il cantiere del Tempio ha ripreso a funzionare) ma non si può avere la certezza che quella sia esattamente la Parola Segreta originale, od, anche se lo fosse, che la sua pronuncia od i suoi valori ghematici siano esattamente quelli che Hiram ha occultato sia ai suoi assassini che a tutti noi.

Quindi non si parla più di Parola Perduta e di Parola Ritrovata, bensì di Parola Spezzata, stabilendo così che in effetti disponiamo di validi indizi iniziatici (sillabe, frammenti) che dovremo e potremo ricomporre con una ben più lunga e approfondita ricerca, una ricerca che ci impegnerà per il resto della nostra vita iniziatica, attraverso tutti i 33 Gradi dell’ascesa scozzese.

Parola spezzata

Quella del “Mistero della Parola” sarà una ricerca complessa, con molti alti e bassi, con successi spesso solo parziali, come nel XIII Grado, quando come Cavalieri dell’Arco Reale ritroveremo il Tempio sotterraneo di Enoch, nel quale era stato posto un Delta di agata con inciso il nome indicibile del GADU, sorretto da due colonne: una in marmo con la chiave per pronunciare tale “Indicibile Nome”, l’altra in bronzo al cui interno era racchiusa la summa della Scienza.

Purtroppo verrà recuperata solo quest’ultima colonna bronzea, e non quella di marmo, ad indicare che pur avendo accesso a tutte le conoscenze i massoni non potranno e non dovranno mai arrestare la loro ricerca, anche di fronte a parziali insuccessi.

Ma non saranno una ricerca ed una meditazione continua e progressiva fatte esclusivamente di studio ed introspezione, sarà anzi una ricerca fortemente operativa, un cimento che ci imporrà di risolvere nuove sfide costruttive (cambia radicalmente, come vedremo, lo stile architettonico del lavoro massonico), sfide morali e spirituali, e molto spesso sfide civili e sociali.

E’ certo che fra tutti i Riti che offrono ai Maestri Massoni l’opportunità di nuove tappe del loro perfezionamento, quello Scozzese è indubbiamente il più “osmotico” ed il più interattivo nei confronti della Società profana (almeno rispetto all’essenza più sacerdotale di altri Riti come quello di Misraim e Memphis, o come quello di York, o come quello Martinista).

Ma torniamo al IV Grado, torniamo alla prima soglia del Tempio Scozzese, all’anello di congiunzione fra Massoneria Azzurra ed Alta Massoneria.

La dottrina e la simbologia del Grado mirano al sviluppare, come si è già accennato, le virtù dell’Obbedienza e del Silenzio come ribadiscono i segni distintivi del Grado.

Virtù dell’Obbedienza che da parte di un Maestro non può essere certamente “Cieca”, bensì Obbedienza “Ragionata” in coerenza ai principi basilari che si è giurato di assumere e difendere fin dalla prima iniziazione ad Apprendista. Virtù del Silenzio finalizzata essenzialmente alla rigorosa conservazione del Segreto.

Non a caso i nuovi Maestri Scozzesi assumono la denominazione di “Maestri Segreti”.

Ma “Segreti” a chi e perchè?

Non certo agli altri Fratelli Scozzesi che li hanno accolti ed ai quali sono ben noti.

In realtà i nuovi Maestri Scozzesi risulteranno “segreti” essenzialmente agli altri Maestri e fratelli delle loro stesse logge di provenienza, per poterli osservare senza alterare la comunanza egualitaria con tutti loro, ed individuare quanti potranno essere considerati idonei, come loro stessi, ad essere ammessi ai Gradi Superiori, attraverso i quali potranno un giorno meritare di governare l’Ordine ed il Rito stesso con intelligenza e dignità, in modo da renderli rispettabili e rispettati. Ed eventualmente giungere ad assumere anche responsabilità nella società profana.

Il percorso scozzese costituisce un lungo apprendistato alla leadership, sia iniziatica che sociale, contraddistinta dall’acquisizione di un affinato ed innato senso di responsabilità, di moralità, di giustizia e di altruismo. Le sole qualità, queste, su cui può basarsi un’autentica capacità di guida, impostata più sull’autorevolezza che sull’autoritarismo. E questo percorso parte proprio dall’imparare ad ubbidire, come richiesto appunto nel IV Grado, per essere poi in grado di comandare, ma sempre rimanendo fedeli ai principi che dovrebbero già essere incarnati nella nostra anima massonica, e che il Rito Scozzese rafforzerà ulteriormente attraverso le prove che ci attendono nella progressione dei gradi successivi.

Innanzi tutto è bene riflettere in premessa su ciò che ci ha spinto ad entrare nel Rito Scozzese… In realtà abbiamo raccolto l’invito di un fratello che ci ha proposto di intraprendere questo nuovo tragitto iniziatico (nel Rito Scozzese si entra infatti solo per cooptazione).

Abbiamo ricevuto questo invito perché quel fratello e gli altri fratelli scozzesi hanno colto in noi una più spiccata vocazione ad un maggior impegno massonico.

Probabilmente all’inizio abbiamo accettato questo invito per curiosità (che è pur sempre una dota distintiva del massone), ma poi abbiamo colto con più convinzione questa opportunità proprio perché sentivamo il bisogno di ricevere dalla Massoneria nuovi stimoli di crescita.

Stimoli che dopo il raggiungimento del Terzo ed ultimo grado dell’Ordine avremmo dovuto ricercare e trovare solo in noi stessi.

Fino al Terzo Grado, infatti, avevamo usufruito dell’accensione di ben tre stadi (il trittico di iniziazioni ad Apprendista, Compagno ed infine a Maestro) per entrare nell’orbita più alta della nostra esperienza iniziatica.

Oltre al Terzo Grado la Massoneria Azzurra non poteva più fornirci altre “accensioni”, altri rituali né altre  rivelazioni di passaggio; la nostra vita iniziatica rischiava così di perpetuarsi in un continuo loop di esperienze più o meno ripetitive, al di là dell’impegno e della capacità individuale di studiare, approfondire e scoprire nuove visuali.

Si entra così in un Rito, ed in quello Scozzese in particolare, proprio per trovare nuove “accensioni”, nuovi aiuti da parte della Massoneria (nuovi disvelamenti iniziatici) per crescere ancora, per condurre la nostra navicella iniziatica su nuove rotte cosmiche, senza perdersi nel caos dell’infinito (Ordo ab Cao è appunto il motto esistenziale del Rito Scozzese, che ci offre ben 8 nuovi suggestivi ritiuali di iniziazione da cui ricaveremo fondamentali insegnamenti, che probabilmente rappresenteranno in molti casi sorprendenti rettifiche o autentiche correzioni di rotta rispetto alle nostre aspettative iniziali… d’altro canto il massone deve sempre considerare ogni “verità acquisita” relativa e transitoria, e sottoporla a continue verifiche).

Insomma, entrare nel Rito Scozzese, significa anche disporsi al cambiamento, per migliorare se stessi e la comunità in cui viviamo, dentro e fuori dalle Logge.

Ed il cambiamento comincia da subito, anche se sarà possibile rendersene conto più concretamente solo nella progressioni dei gradi e delle successive iniziazioni scozzesi cui ci sottoporremo (al IX, XIV, XVIII, XXX Grado, e nei tre successivi Gradi Sublimi).

Quale cambiamento possiamo cogliere fin dall’inizio, fin dal Grado dei Maestri Segreti?

Beh, innanzi tutto cambia, o inizia a cambiare, lo scenario, l’ambientazione del nostro lavoro iniziatico. E cambia, o inizia a cambiare anche la nostra identità massonica.

Per tutti i primi tre gradi massonici (apprendista, compagno e maestro) il nostro posto di Liberi Muratori è stato perpetuamente sulle impalcature del Tempio in costruzione, dove abbiamo imparato a squadrare la pietra grezza e ad elaborare le tavole architettoniche per impostare i lavori del cantiere.

Nel Rito Scozzese l’identità di “Costruttore” vira verso una più spiccata figura di “Cavaliere”, ovvero di difensore e propugnatore attivo della Costruzione Massonica in tutte le sue accezioni.

Dalle impalcature interne del Tempio veniamo inviati al suo esterno, sui muri di cinta (a stretto contatto con la società profana), non più muniti solo di cazzuola, ma armati anche di spada (situazione esplicitamente richiamata nel XV Grado, quando i Massoni Scozzesi, divenuti Cavalieri d’Oriente e di Occidente, al rientro in Israele dopo la cattività a Babilonia, riprenderanno i lavori di costruzione del Tempio dovendo al tempo stesso difenderlo, spada in mano, dagli attacchi dei Samaritani).

All seeing eye in clouds

Ma quella spada non sarà, e non è, una mera arma tagliente, in realtà sarà costituita dalla rotazione completa del Compasso, strumento di Comprensione e Raziocinio, che divaricandosi a 360 gradi riunirà le sue punte in un unico stilo, in una Spada appunto di Giustizia, assetata più di Libertà, Eguaglianza, Amore/Fratellanza per il prossimo, che di Sangue (anche se non si sottrarrà alle tentazioni della Vendetta – nel IX e XXX Grado – sempre temprata dal senso di Giustizia).

Nella Camera dei Maestri Segreti i lavori si svolgono anche nei cosiddetti “Numeri Misteriosi”, misteriosi perché, rispetto all’Ordine, nel Rito assistiamo ad una ricapitolazione della matematica, della geometria e della simbologia appresa finora nella Libera Muratoria.

Cambiano la tecnica ed i canoni costruttivi. Dal classico tempio salomonico si passa alla Piramide Tronca, con l’apice leggermente arrotondato.

E’ questa la costruzione in cui è impegnato il fratello scozzese, crescendo in altezza piano per piano, fino al XXXIII Grado.

Man mano che ci si avvicina all’apice (tronco) della Piramide la superficie diventa sempre più ripida, ed infine anche tondeggiante, sempre più sdrucciola e di difficile presa, evidenziando così i rischi e lo sforzo sempre più strenuo che deve affrontare il Cavaliere Scozzese nel suo percorso di purificazione, percorso che lo renderà degno di affrontare se stesso (le proprie responsabilità) ed il Mondo senza essere più guidato da alcuna Autorità o da alcun “Committente” del proprio lavoro, ed anche senza più contare nella protezione (che potrebbe anche divenire un condizionamento) delle solide colonne e pareti del Tempio.

Caduta colonne

Infatti il Tempio posto fra Terra e Cielo, sulla sommità della Piramide Tronca, è di fatto un tempio invisibile, senza colonne e senza pareti, nel quale il Cavaliere Scozzese, raggiunti i Gradi Sublimi (dal XXXI al XXXIII Grado), sarà esso stesso Tempio vivente, o meglio custodia fisica e spirituale dei principi divenuti ormai carne della sua carne, sangue del suo sangue.

Tutto questo avviene attraverso un autentico processo alchemico, che ci vede passare dalla Rubedo (i gradi della Massoneria Rossa, dal IV al XVIII) alla Nigredo (i gradi della Massoneria Nera, dal XIX al XXX Grado) ed infine all’Albedo (la Massoneria Bianca, dal XXXI al XXXIII Grado Sublime).

Nella fase di Rubedo si accendono e ci si confronta con le passioni.

Nella fase della Nigredo, avviene il turbinoso confronto fra Passioni, Principi Etici e Sfide Pubbliche (ed è in questa fase che nella tradizione massonica si innesta anche la leggenda templare).

Infine nella Fase dell’Albedo si perviene finalmente alla comprensione dello Scopo e dei Segreti Superiori della Massoneria e delle Religioni (comprese le affinità con gli antichi Misteri, con il più puro Gnosticismo, e con l’insegnamento di tutte le grandi guide spirituali della storia).

Come si diceva il percorso scozzese non è solo un viatico iniziatico, ma comporta anche molte valenze sociali.

Il Massone Scozzese è portato infatti a confrontarsi con molti aspetti sfidanti delle attività umane, civili, politiche e religiose.

Il Cavaliere Scozzese verrà infatti indotto a lasciare più volte il rassicurante perimetro del Tempio di Re Salomone, per essere proiettato nel mondo, con varie missioni da compiere e varie difficoltà da affrontare.

E sarà al tempo stesso chiamato ad interpretare o ad ubbidire a diverse figure formative.

I fratelli scozzesi impareranno a misurarsi con il senso della Vendetta e quello della Giustizia nel IX Grado in cui impersoneranno l’uccisore di uno degli assassini di Hiram, ricavandone insegnamenti di grande attualità anche nel moderno contesto sociale.

Gli stessi fratelli scozzesi si recheranno in seguito nel Regno di Gath in missione diplomatica per ottenere l’estradizione degli altri due assassini di Hiram (X Grado). Affronteranno così il dilemma della Pena di Morte e delle modalità di somministrazione delle pene.

In precedenza dovranno fronteggiare anche autentici fallimenti, come quello (nell’8° Grado di Intendente degli Edifici) dell’infruttuoso tentativo di Salomone di creare una scuola di architette tura. Fallimento che rappresenta l’insuccesso del sapere verticistico, codificato dall’alto della politica, nociva agli “operai dell’intelligenza”, ai quali il potere deve semplicemente garantire una preparazione di base e la possibilità di sviluppare poi da quella tutte le proprie particolari inclinazioni, traducendole in opere e lavoro utili a tutta l’Umanità.

Toccherà loro di  risolvere ancor più gravi crisi economiche di Stato, quando i lavori del Tempio dovranno essere sospesi per mancanza di fondi, e si dovranno studiare nuovi e più equi criteri di tassazione del popolo (XII Grado, Gran Maestro Architetto).

Nel XIV Grado (Grande Eletto Perfetto) con l’aiuto di un Leone gigantesco contribuiranno a salvare l’Arca dell’Alleanza dagli Assiri che se n’erano impadroniti.

Al suo interno viene recuperata la medaglia d’oro scolpita da Mosè quando Dio gli insegnò come pronunciare la “Parola Indicibile”. Ritrovamento che sancisce la possibilità dei Massoni, con lo studio e con l’impegno, di penetrare i segreti delle scuole filosofiche antiche e moderne, la storia delle religioni, e di erudirsi nell’economia e nel diritto, preparandosi così ad essere perfetti cittadini per il bene dell’Umanità e l’elevazione del popolo.

Una costante della vita massonica e di quella scozzese in particolare è il genuino spirito democratico ed una spiccata vocazione al progresso dell’Umanità.

Un altro momento basilare della crescita massonica è costituito dal passaggio al XVIII Grado (“Principe di Rosa+Croce”), una delle più suggestive cerimonie scozzesi di iniziazione.

E’ il Grado in cui si ribadisce l’importanza del senso religioso della vita, comunque e liberamente inteso, per alimentare la Bontà di fondo del nostro animo, ed impegnare questa Bontà nel compito prioritario di proteggere e salvaguardare ad ogni costo la Speranza nel destino positivo del Genere Umano. Salvare la Speranza, nutrire perennemente la sua fiamma, saranno da quel momento il compito irrinunciabile e fondamentale del massone.

Lo scozzese impersonerà poi Orazio Coclite che salvò Roma da Porsenna (XIX Grado). Nei panni di Adolfo il Sassone sventerà successivamente una truffa internazionale in quel di Vienna (XXI Grado Noachita o Cavaliere Prussiano).

Dal XXII al XXX Grado il Cavaliere Scozzese intreccerà quindi la propria vicenda iniziatica con quella dell’Ordine Templare: da quando i Drusi libanesi comunicheranno ai Crociati i loro misteri,  a quando il figlio di Hìram ucciderà il Dio Coccodrillo al quale gli egiziani facevano sacrifici umani (Secondo Grado templare, XXIII grado scozzese).

Da quando come Principe del Tabernacolo ribadirà il diritto dei giovani a riformare le leggi, a quando come Cavaliere di S.Andrea di Scozia (XXIX Grado) svelerà la ricostruzione dell’Ordine Templare in Scozia. Per approdare infine al XXX Grado, di Cavaliere Kadosh, in cui affronterà la vendetta per il tradimento degli stessi Templari ed per il supplizio del suo Gran Maestro De Molay ad opera del Re Filippo e del Papa Clemente, vendetta da attuarsi attraverso la difesa e la propagazione dei principi di libertà, democrazia e giustizia contro ogni totalitarismo,  ogni ingiusta teocrazia, ogni superstizione.

Nel frattempo avremmo maturato anche le qualifiche di Principe di Compassione (XXVI Grado), appellativo attribuito al Budda, rafforzando il nostro istinto di Carità; e di Principe del Sole (XXVIII Grado) supremo grado filosofico in cui penetreremo la storia e l’attualità del Culto del Sole.

Il XXX Grado – che dà l’accesso all’Areopago, uno dei più importanti punti di confronto ed irradiazione del pensiero massonico, una sorta di grande aula magna massonica – costituisce un primo punto d’arrivo della scalata alla piramide scozzese. Il campo base da cui procedere poi alla conquista della vetta, ormai vicina.

I successivi Gradi Sublimi (Ispettore Inquisitore, Sublime Principe del Real Segreto, Sovrano Grande Ispettore Generale) ci porranno in contatto con le grandi guide spirituali di tutti i tempi, ricavandone un comune denominatore trascendente e metafisico al di sopra di ogni discriminazione religiosa, e ribadiremo la necessità di lottare per difendere i principi massonici da ogni tradimento, interno od esterno.

Concludendo questa lunga (scusate) e nemmeno completa rassegna di tutti i valori ed i passaggi massonici del Rito Scozzese Antico ed Accettato non rimane che la costatazione che per comprenderne e viverne appieno l’universalità e l’estrema attualità dei suoi insegnamenti, insegnamenti che provengono da una storia lontana ma sembrano intimamente legati proprio alle problematiche attuali, è necessario predisporsi e desiderare di percorrere tutti i suoi gradi, ed è consigliabile soprattutto frequentare il Capitolo e le Camere dei vari Gradi, perché solo a questi livelli ci si rende conto di quanto sia vitale, stimolante, foriero di crescita individuale il confronto collettivo con i fratelli di tutte le valli e di tutte le logge della regione che vi confluiscono.

Ed è proprio questa pluralità di confronti, di rapporti fraterni, di provenienze da diverse logge, che rende il Rito Scozzese un vero diapason di sapere massonico, in grado di ricevere e propagare vibrazioni ben oltre le mura delle singole Officine azzurre.

Dove la massoneria si fa plurale, è lì che se ne può cogliere ed apprezzare il suo reale valore ed il suo grande triplice abbraccio. Un abbraccio molto più forte e potente di quanto possiamo pensare nei nostri primi stentati passi nel Rito.

Ho detto

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13 Febbraio 2019 e.v.

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L’IRONIA DEL CAOS

Strumento da utilizzare con intelligenza e prudenza, perché ci consente di ipotizzare il mantenimento di un po’ di caos per continuare a ricercare l’ordine, che ci mantiene intellettualmente vivi e vitali.

Tavola del fr:. S:. M:. 18

La Massoneria costituisce una delle forme o dei risultati più tipici dell’Era Moderna. Di questo ne è evidenza la pluralità sociale e religiosa dei partecipanti, la polivalenza del simboli all’interno dei Templi e, soprattutto, la disponibilità al confronto culturale.

L’impianto moderno poggia comunque le fondamenta su basi definibili come pre-moderne, che ne garantiscono solidità costruttiva, che ne permettono di mantenere la propria spinta propulsiva anche nella post.modernità e nell’attuale fase di passaggio da una società “liquida” a una definita “gassosa”.

L’impianto così s-centrato della Massoneria, come quello dell’Uomo in quanto coscienza di se stesso, diventa la risorsa vitale che le garantisce la continuità, a patto di un impegno fattivo intellettuale, culturale ed etico rinnovato e adeguato alla propria mission e vision.

Nei primi tre gradi e, specialmente, nei primi due, si comincia a costruire il tempio interiore, con criteri e linguaggi propriamente muratorii (o della Tradizione), sul lato formativo (la Via Iniziatica Tradizionale), esoterico (il VITRIOL) e morale.

Nel rituale di passaggio dell’Apprendista a Compagno, si raccomanda di unire al rigore dell’intelligenza la bellezza dell’immaginazione.

Il verso del messaggio è lineare e univoco; non consente deviazioni, interpretazioni; né al Massone in formazione, fino al Maestro stesso, sono consentite opzioni alternative.

Nei primi tre gradi, il percorso nel cammino iniziatico tradizionale, se ben compiuto e sviluppato, crea una progressiva adesione e consapevolezza verso segni e simboli razionali-intuitivi e operativi.

Ne deriva una tensione nella ricerca verso l’Universale e l’Assoluto nella chiarezza dei significati di quanto si ricerca e della conoscenza in generale.

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Il Rito non nega queste acquisizioni; le fa proprie, ma le affronta secondo linee di sviluppo originali. Viene meno l’impegno ordinatore tanto caratteristico della modernità che non diventa più un vincolo a successivi sviluppi ed aperture di orizzonte.

Il Rito non rifiuta la razionalità ma evidenzia con chiarezza la progressività della conoscenza; non rifiuta la Tradizione mantenendo la propria adesione ai segni-simboli.

La diversa sensibilità, una consapevolezza che si fa carico del proprio limite, che lo fa proprio e lo valorizza, in termini di possibilità e capacità di superarlo,  dando senso alla ricerca al proprio interno, ma senza isolarsi.

Consideriamo in sintesi alcuni elementi rilevanti nella cultura occidentale per le loro ricadute non solo in ambito filosofico-ideale, ma anche socio-politico:

  • i filosofi del “sospetto” (Nietzsche, Marx, Freud) e l’Essere che diviene Fenomeno (Husserl) o funzione del Tempo; (Heidegger)
  • la Logica matematica, ultima sopravvissuta della Logica classica, che viene problematizzata da Wittgenstein e Russell;
  • il linguaggio che può entrare nella propria sintassi ma non nella propria semantica;
  • la conoscenza della fysis su parametri che scardinano almeno duemila anni di teoresi;
  • la Ragione come limite della Conoscenza (concetto kantiano, ma sempre attuale).

Tutto quanto sopra accennato ha portato a un ridimensionamento della Conoscenza, dove nel perdere qualcosa si acquisisce qualcosa di nuovo, dando il giusto e dovuto valore alle nuove acquisizioni. Il Pragmatismo è considerato la risorsa della Contingenza del sapere, del linguaggio, degli strumenti di conoscenza stessa.

Potrebbe ancora apparire come una deroga alla nostra coscienza, un sottrarsi alla ricerca dell’Assoluto e di accontentarsi del Relativo.

Non siamo né una filosofia né una religione: viviamo in questo mondo e lo vogliamo migliorare, cominciando da noi stessi. E’ per questo che possiamo scegliere, e non è poca cosa, tra una conoscenza assoluta, irraggiungibile e una più relativa, ma molto più accessibile e gestibile.

La tensione verso l’Universale si trasforma nel pluralismo; la ricerca della Verità nella progressività e relatività della Conoscenza.

L’unicità di lettura e interpretazione, la chiarezza di significati sfuma progressivamente nella pluralità delle possibilità di lettura e interpretazione.

L’Assoluto rimane reale, ma può essere vissuto in termini contingenti, dove la contingenza diviene risorsa in termini di ricerca e conoscenza.

Se prima ogni cosa aveva il suo posto e la sua funzione, ora la contingenza diviene elemento di crìitica positiva ma anche strumento pragmatico per apprezzare e valorizzare ciò che prima poteva configurarsi come limite, in termini di ambivalenza (che non è ambiguità) e dissonanza cognitiva, risorsa  per chi cerca la libertà anche in ambito socio-politico, la tolleranza che diviene vera solidarietà-

Strumento potente di questa nuova ricerca è l’ironia, strumento da utilizzare con intelligenza e prudenza, perché ci consente di ipotizzare il mantenimento di un po’ di caos per continuare a ricercare l’ordine, che ci mantiene intellettualmente vivi e vitali.

Lo Scozzese è pragmatico: guarda prima il dito di chi indica la luna e poi la luna. Si pone obiettivi che non pretende di raggiungere subito, dandosi un tempo utile per farlo. Nel frattempo lavoriamo al nostro progetto, a costruire il proprio tempio interiore consci che potremmo essere chiamati a ristrutturarlo o a ricostruirlo.

Ho detto

S:. M:. 18

13 Marzo 2019

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