L’ultimo discorso di Rabin, il falco divenuto colomba
La Massoneria propugnatrice di pace fra i popoli, anche nelle aree più “calde” e tormentate del mondo.
Non è stato e non è certamente un caso che l’unico “vero” trattato di pace fra arabi ed israeliani, l’unico ad aver sostanzialmente retto fino ad oggi, sia stato quello stipulato fra i “fratelli” Anwar-al Sadat per l’Egitto e Menachem Begin per Israele, entrambi massoni, nel 1978 a Camp David negli Usa, alla presenza del presidente americano Jimmy Carter, anch’egli massone.
E non è certamente un caso che da allora l’unico politico israeliano ad essere giunto ad un passo da una pace concreta con i palestinesi sia stato un altro massone: il primo ministro Yitzhak Rabin, che nel 1993 firmò ad Oslo i primi accordi di pace con l’Olp di Yasser Arafat (e per questo ricevettero entrambi il premio Nobel per la Pace).
Ma il sogno di pace di Rabin fu tragicamente spento a Tel Aviv la sera del 4 Novembre 1995, al termine di una grande manifestazione pubblica, da tre colpi di pistola di un giovane estremista ebreo.
Prima di essere ucciso Rabin aveva rivolto alla folla un toccante discorso proprio sulle nuove prospettive di pace:
“Sono stato un soldato per ventisette anni. Ho fatto la guerra fintantoché non c’era un’opportunità per la pace. Ma ora io credo che ci sia un’occasione di pace, una grande occasione, e che dobbiamo coglierla. Io ho sempre creduto che la maggioranza di questo paese voglia la pace e che sia pronta a prendersi i rischi che la pace comporta. E voi siete la riprova che la maggioranza di questo paese vuole la pace e ripudia la violenza. La violenza corrode le basi della democrazia israeliana, e dovrebbe essere condannata e saggiamente eliminata ed isolata. Non è quella la via di Israele. La nostra strada è la via della democrazia. La pace non è soltanto nelle preghiere, è il desiderio del popolo ebraico. (Anche se) ci sono nemici del popolo che cercano di attaccarci per far affondare la pace…”.
Al termine del suo discorso lo stesso Rabin intonò assieme alla folla una celebre canzone della pace… “E allora cantate solo una canzone per la pace – non mormorate una preghiera – è meglio cantare una canzone per la pace – con un grande urlo!”… strofe che furono ritrovate all’ospedale nelle sue tasche in un foglietto macchiato di sangue.