TUTTO ESAURITO PER GIORDANO BRUNO

Più di trecento persone al convegno-spettacolo su Giordano Bruno. L’intervento del Gran Maestro Gustavo Raffi “I massoni sono uomini del dubbio che come Bruno non accettano limiti dogmatici alla loro libertà di pensare”. Autentica commozione per lo spettacolo di Gerardo Picardo. Prossimo appuntamento: 7 Dicembre “Massoneria e Tolleranza Religiosa”. Sale piene ad ogni evento: così la cittadinanza sta risponendo all'apertura della Massoneria ferrarese.

inserito il 13 11 2013, nella categoria Oltre le colonne

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Teatro al completo in ogni ordine di posti: così la cittadinanza ferrarese ha risposto al richiamo di Giordano Bruno, “evocato” dalla loggia massonica ferrarese che porta il suo nome ed ha deciso di dedicargli una grande manifestazione pubblica in occasione della celebrazione del 40° Anniversario della propria fondazione.

In programma un convegno ed uno spettacolo teatrale sulla figura del grande pensatore nolano, con la straordinaria presenza del Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Gustavo Raffi.

Così nel primo weekend di Novembre qualche centinaio di ferraresi (fra questi molti giovani delle scuole superiori e dell’università) ha riscoperto i valori dirompenti dell’uomo che quattro secoli fa con la sua vita e con la sua morte, bruciato vivo sul rogo dall’Inquisizione, ha incarnato il coraggio e la forza del “libero pensiero”; e nel medesimo tempo i ferraresi hanno potuto scoprire anche in quale modo, e con quali uomini, la massoneria abbia mantenuto viva quella fiamma anche nella loro stessa città.

Lo ha mostrato un video che ha passato in rassegna oltre un millennio di storia iniziatica di Ferrara, dai Costruttori della Cattedrale ad oggi, passando per i più grandi artisti del Rinascimento ferrarese (Dal Cossa, Dosso Dossi, Guercino), ai grandi scienziati ed umanisti del XVII e XVIII secoli (Paracelso, Monti), ai protagonisti del Risorgimento (Ugo Bassi, Trotti Mosti, i fucilati del ’53), per finire ai grandi benefattori dell’ultimo secolo (dal centese Borselli fondatore della Cassa di Cento e dell’Ospedale di Bondeno, al finanziere Max Ascoli che donò alla città un intero padiglione ospedaliero per la cura delle malattie della vista).

Ma sono state soprattutto le parole del Gran Maestro Gustavo Raffi a rendere esplicita ed evidente l’eredità bruniana del pensiero massonico: “La Massoneria è una grande comunità di uomini del dubbio, che, come Giordano Bruno, non accettano limiti dogmatici per la loro ricerca interiore. Il filosofo nolano ci insegna che l’eresia di oggi può essere l’ortodossia di domani. Ci sono tanti Bruno anche nel mondo moderno che vengono mortificati e calpestati da dogmatismi, totalitarismi e ideologie. E’ il caso ad esempio della giovanissima studentessa pakistana che continua la sua lotta per l’istruzione delle donne contro l’ideologia talebana, rischiando la vita e mettendoci la faccia all’Onu. La Massoneria non  ha alcuna verità rivelata da insegnare, semmai insegna piuttosto ad avere dubbi. L’uomo moderno deve essere l’uomo del dubbio e non deve vergognarsene. Perché il dubbio è una forza non una debolezza”.

Parole che hanno profondamente colpito i presenti, così come era accaduto con il saluto introduttivo del Maestro Venerabile della Loggia organizzatrice dell’incontro, Eligio Bolzan: “Abbiamo voluto questa giornata aperta al mondo profano per testimoniare la storia e i nostri principi alla comunità in cui viviamo, con la speranza che il pubblico possa farsi un’idea più reale di noi, al di fuori dei pregiudizi e degli stereotipi negativi da cui la massoneria è stata a lungo ammantata, anche per la sua insufficiente capacità di comunicare se stessa, ed è proprio questo che vogliamo cambiare. Vogliamo superare tanti anni di incomprensioni e diffidenza, soprattutto per poter dare un contributo di valori laici più diretto alla società. In tanti paesi l’appartenenza alla massoneria è considerata una virtù civile, solo i  Italia è considerata invece un peccato degno di scomunica”.

L’importanza di questa operazione di apertura e trasparenza della Loggia Giordano Bruno di Ferrara è stata ribadita anche dal Presidente del Collegio dei Maestri Venerabili dell’Emilia Romagna, Giangiacomo Pezzano, che ha diretto e moderato il successivo dibattito.

Sono passati 15 anni dall’ultima apparizione pubblica a Ferrara di  un Gran Maestro della principale comunione massonica italiana: nel 1998 fu la volta di Virgilio Gaito che intervenne ad una serata del Rotary di Copparo, mentre nel 1986, una dozzina d’anni prima, era stato Armando Corona ad intervenire ad una manifestazione del Lyons Club di Ferrara.

Fra Ferrara e Raffi esiste comunque un particolare legame “storico”: proprio nella nostra provincia, in gioventù, tenne infatti il suo ultimo discorso da “profano”, in occasione di un comizio elettorale del PRI, al ritorno dal quale, la sera stessa nella sua Ravenna, venne iniziato in Massoneria.

Il pubblico ha seguito con attenzione le relazioni del convegno: la cosmologia filosofica di Bruno trattata dal prof. Dalla Vigna (Università dell’Insubria), la sua cosmologia scientifica trattata dal prof. Andretta (Università di Bologna), la singolare influenza di Bruno nel pensiero e nella letteratura russa a cura del prof. Ognibene (Università di Bologna), ma gli animi si sono veramente scaldati quando Gerardo Picardo ha parlato dell’umanità di Bruno, della sua sete di libertà per il pensiero e la ricerca scientifica, del suo amore per la Natura, e della sua sfortunata sfida all’intolleranza dell’Inquisizione Cattolica: “Bruno ha avuto la sfortuna di vivere nell’epoca sbagliata. Ma non ebbe mai paura della morte. Il suo unico vero timore fu solamente quello di non poter pensare più. Di non poter scorgere nuove realtà fra le infinite possibilità che la Natura crea e rinnova continuamente. Bruno sapeva benissimo che niente è mai uguale a prima dopo ogni marea… “.

Il massimo del pathos è stato comunque raggiunto quando è andato in scena l’atto unico “La Pietra della Bellezza” tratto dall’omonimo romanzo dello stesso Picardo, imperniato su un dialogo impossibile fra Giordano Bruno (il bravissimo attore Maurizio Pulina) e Clemente VIII, il Papa che lo condannò al rogo (l’altrettanto bravo attore Francesco Palmieri), con la regia di Chiara Murru.

Visibile la commozione di tantissimi spettatori, sia massoni che profani, nel momento in cui il povero Bruno grida il suo testamento spirituale ormai avvolto dalle fiamme del rogo. L’interprete, Maurizio Pulina, soffre con grande autenticità e fa soffrire il pubblico con una trasporto ed una recitazione davvero toccanti.

La giornata dedicata a Giordano Bruno è stata l’avvenimento centrale del Quarantennale dell’omonima loggia ferrarese. In precedenza c’era stata un’altrettanto affollata conferenza (con i professori Morris Ghezzi e Angelo Scavone) su Massoneria e Costituzione, mentre il ciclo si chiuderà il prossimo 7 Dicembre con un nuovo incontro pubblico su Massoneria e Tolleranza Religiosa (relatore il prof. Antonio Panaino dell’Università di Bologna, direttore della rivista Hiram).

Fino ad ora il pubblico ferrarese ha risposto davvero oltre le attese (sale sempre pienissime) alle aperture della massoneria locale. C’era evidentemente un lungo, forse troppo lungo, silenzio da colmare. L’impressione è che stia davvero iniziando una nuova fase di dialogo e comprensione. Intanto il sito della loggia Giordano Bruno (www.loggiagiordanobruno.com) è stato letteralmente preso d’assalto da richieste di informazioni sulla massoneria.


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