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Niente cultura, niente sviluppo: anche il Gran Maestro Gustavo Raffi ha aderito al manifesto per la Costituente della Cultura promosso dal Sole 24 Ore

inserito il 28 02 2012, nella categoria Oltre le colonne

“Occorre una vera rivoluzione copernicana nel rapporto tra sviluppo e cultura. Da “giacimenti di un passato glorioso”, ora considerati ingombranti beni improduttivi da mantenere, i beni culturali e l’intera sfera della conoscenza devono tornare a essere determinanti per il consolidamento di una sfera pubblica democratica, per la crescita reale e per la rinascita dell’occupazione. Cultura e ricerca sono due capisaldi della nostra Carta fondamentale. Le riflessioni programmantiche che proponiamo qui cercano di mettere a punto alcuni elementi «Per una costituente della cultura». L’articolo 9 della Costituzione «promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione». Sono temi saldamente intrecciati tra loro. Perché ciò sia chiaro, il discorso deve farsi strettamente economico. Niente cultura, niente sviluppo. Dove per “cultura” deve intendersi una concezione allargata che implichi educazione, istruzione, ricerca scientifica, conoscenza. E per “sviluppo” non una nozione meramente economicistica, incentrata sull’aumento del Pil, che si è rivelato un indicatore alquanto imperfetto del benessere collettivo e ha indotto, per fare solo un esempio, la commissione mista Cnel-Istat a includere cultura e tutela del paesaggio e dell’ambiente tra i parametri da considerare. La crisi dei mercati e la recessione in corso, se da un lato ci impartiscono una dura lezione sul rapporto tra speculazione finanziaria ed economia reale, dall’altro devono indurci a ripensare radicalmente il nostro modello di sviluppo.Se vogliamo davvero ritornare a crescere, se vogliamo ricominciare a costruire un’idea di cultura sopra le macerie che somigliano assai da vicino a quelle da cui è iniziato il risveglio dell’Italia nel secondo dopoguerra, dobbiamo pensare a un’ottica di medio-lungo periodo in cui lo sviluppo passi obbligatoriamente per la valorizzazione dei saperi, delle culture, puntando in questo modo sulla capacità di guidare il cambiamento. La cultura e la ricerca innescano l’innovazione, e dunque creano occupazione, producono progresso e sviluppo. La cultura, in una parola, deve tornare al centro dell’azione di governo. Dell’intero Governo, e non di un solo ministero che di solito ne è la Cenerentola. È una condizione per il futuro dei giovani. Chi pensa alla crescita senza ricerca, senza cultura, senza innovazione, ipotizza per loro un futuro da consumatori disoccupati, e inasprisce uno scontro generazionale senza vie d’uscita”.

http://www.ilsole24ore.com

Per adesioni al manifesto per la cultura: fermoposta@ilsole24ore.com

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Dal sito del GOI: www.grandeoriente.it

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4 Comments for this entry

  • Giuliana Paro

    Quante adesioni al Manifesto dellla Cultura!Non si sa se ben sperare in questa primaverile rinascita di buone intenzioni o se il tutto durerà lo spazio del mattino. Gianfranco Ravasi nel Breviario sottolineava come l’adulto sia maestro nel vedere il niente nel tutto.
    Aderisco al Manifesto perchè tanti sono i bambini che sanno vedere il tutto nel niente.Hanno bisogno di buoni maestri e a loro dobbiamo consegnare un mondo più sano.

  • Giuliana Paro

    Aderisco al Manifesto perchè forse questo periodo di crisi ci sta sollecitando a ben operare per andare oltre, come l’omino che guarda oltre.

  • fausto Cosentino

    Non si può non aderire ad una iniziativa che difende la civiltà di un paese

  • paola avigdor

    Una buona iniziativa per far capire che il grado di civiltà di un paese dipende dalla cultura in ogni settore e che quindi va incentivata e aiutata.

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