LA PRECESSIONE DEGLI EQUINOZI, OVVERO LO STRUMENTO DEL SAPERE ANTICO

“Le intuizioni e i concetti costituiscono gli elementi della nostra conoscenza, così come non possono esserci concetti senza intuizione né intuizioni senza concetti” (Immanuel Kant)

inserito il 23 05 2011, nella categoria Astrologia, Astronomia, Scienza, Storia, Tavole dei Fratelli

Tavola dei fratelli P:. D:. F:. e  S:.  M:.


I moti fondamentali della terra

Il pianeta Terra è soggetto a due moti astronomici fondamentali:

·        il movimento di rotazione attorno al proprio asse, antiorario e di durata 24 ore, che scandisce il giorno e la notte,

·        il movimento orbitale attorno al sole, anch’esso antiorario e di durata 365.25 giorni, che scandisce un anno terrestre.


Formulando una ipotesi semplificativa, possiamo immaginare che il sole si possa rappresentare come un punto, attorno al quale la terra percorre la sua orbita (chiamata eclittica) rappresentabile come una circonferenza.

Immaginiamo ora una ulteriore circonferenza esterna all’orbita terrestre, e che questa circonferenza sia suddivisa in 12 settori uguali, ognuno di ampiezza 300 fino a compiere un angolo giro di 360°.

Ciascuno di questi settori rappresenta un segno dello zodiaco.

Durante la percorrenza dell’orbita eclittica la terra percorre in senso antiorario un giro completo attorno al sole il quale, osservato dalla terra, appare percorrere lo zodiaco in senso inverso (orario) ed entrare circa ogni trenta giorni in un nuovo segno zodiacale.

Il sole si trova sempre tra la terra ed una costellazione che fa da sfondo. Quindi osservando il cielo prima dell’alba, il sole sorge assieme ad una costellazione dello zodiaco che varia ogni mese (Fig. 1).

E’ necessario a questo punto fornire una indicazione fondamentale riguardo la posizione della Terra rispetto alla sua orbita attorno al sole. In realtà il piano equatoriale della Terra (ortogonale all’asse terrestre) non coincide con il piano dell’orbita terrestre nella sua rotazione attorno al sole ma forma con essa un angolo di 23° e 27’.

Questo fa si che in funzione della posizione della Terra rispetto al sole lungo la sua orbita questa risulti orientata diversamente e che quindi i raggi solari colpiscano la terra in modo diverso nei diversi periodi dell’anno.

Sulla base di ciò si possano identificare convenzionalmente 4 punti cardinali che caratterizzano l’orbita: gli equinozi (in primavera e autunno) e i solstizi (in estate e inverno).

I solstizi corrispondono alle posizioni in cui il polo nord della Terra si trova orientato al massimo nella direzione del sole (estate: giorno più lungo) o al massimo nella direzione opposta a quella del sole (inverno: giorno più corto).

Gli equinozi invece corrispondono alle posizioni in cui la Terra si trova orientata lateralmente rispetto al sole, in cui il giorno e la notte hanno uguale durata (primavera ed autunno).
Particolarità degli equinozi è che il sole fornisce un esatto punto cardinale di riferimento, in quanto esso sorge esattamente ad Est (Fig. 2).

Il moto di precessione
Bisogna ora introdurre alcune informazioni che ci porteranno a comprendere un terzo moto astronomico della Terra, del quale si ipotizza fossero a conoscenza popolazioni antiche come gli egizi e i babilonesi e che venne in seguito studiato da astronomi come Ipparco di Nicea nel 130 a.c. e successivamente da Tolomeo nel II secolo, prima di arrivare al medioevo.

Come abbiamo già detto l’asse terrestre è inclinato di 23° e 27’ rispetto al piano ortogonale all’eclittica.

La Terra inoltre non ha la forma di una sfera perfetta, ma risulta schiacciata sui poli e sporgente all’equatore.

Su questa sporgenza equatoriale agiscono le forze gravitazionali della Luna e del Sole, che tendono a raddrizzare l’asse terrestre obliquo, cercando di allinearlo alla perpendicolare al piano dell’eclittica.

La risultante della combinazione di queste forze è un terzo moto astronomico cui è soggetta la Terra, detto moto di precessione.

Il moto di precessione è quindi un movimento secondo il quale la Terra cambia in modo lento ma continuo l’orientamento del suo asse di rotazione rispetto ad un sistema fisso (ovvero la sfera ideale delle stelle fisse, le costellazioni).

In altre parole si verifica una rotazione dell’asse inclinato terrestre attorno alla verticale, il cui centro di rotazione coincide con il centro della terra (Fig. 3).

Se volessimo visualizzare il moto di precessione con un fenomeno a noi ben noto potremmo prendere ad esempio il moto della trottola.

Quando una trottola che gira su se stessa verticalmente riceve un piccolo colpo dall’alto verso il basso, comincia a ondeggiare. Il suo asse si muove descrivendo sul piano di appoggio una circonferenza, ovvero si inclina e cambia in modo continuo il suo orientamento rispetto al sistema fisso di riferimento (in questo caso –  per esempio –  il tavolo su cui la trottola sta ruotando). L’asse della trottola comincia ad ondeggiare descrivendo un moto di precessione.

Nota: Esiste in effetti anche un ulteriore movimento (indicato in Fig. 3, ma che in questo momento desideriamo trascurare in quanto non determinante) detto Nutazione, che è la risultante della combinazione tra le forze angolari della rotazione e della precessione terrestre. L’effetto della risultante ditali forze fa sì che il moto di precessione non descriva una curva perfetta ma (come si vede nella figura precedente) piuttosto oscilli attorno alla circonferenza ideale descrivendo una linea ondulata. L’etimologia del nome di questa forza (scoperta verso la metà del 1700) deriva dal greco antico e significa “un cenno del capo”.

Ma torniamo al moto di precessione.

Nel caso della Terra l’effetto della precessione risulta essere di 50,26” all’anno in senso orario, o equivalentemente di 1° ogni 71.6 anni circa. Sulla base di ciò l’asse terrestre descrive una circonferenza completa (360°) in circa 25.786 anni. Di conseguenza la Terra assume inclinazioni opposte ogni 12.893 anni.

 
Il fenomeno della precessione degli equinozi

Chiamiamo linea degli equinozi la congiunzione ideale tra il punto in cui si verifica l’equinozio di primavera ed il punto in cui si verifica l’equinozio autunnale. Dato che equinozi e solstizi si spostano di 50,26” ogni anno in senso orario in virtù del moto di precessione, anche la linea degli equinozi si sposta nel tempo in senso orario, seguendo i tempi precessionali.

Dal momento che il moto orbitale della terra avviene in senso antiorario, la conseguenza è che la linea degli equinozi viene anticipata di anno in anno, ovvero gli equinozi ogni anno si presentano con un leggero anticipo dovuto al moto di precessione.

La Fig. 4 mostra la posizione della Terra al solstizio d’estate, ovvero quando la terra stessa guarda direttamente il Sole.

Immaginiamo adesso che la terra abbia compiuto un’orbita completa di 360° attorno al sole ed osserviamo la Fig. 5: a causa del moto di precessione, la Terra, nonostante sia nella stessa esatta posizione dell’anno precedente, è girata lievemente verso destra e non guarda più direttamente il Sole.

Dalla Fig. 6 si osserva poi che se volessimo considerare il punto esatto in cui la terra si trova di fronte al Sole (solstizio), dovremmo andare un po’ indietro nell’orbita rispetto ai 360° percorsi. La distanza da percorrere a ritroso è corrispondente ad una distanza angolare di 50,26”, pari all’angolo di spostamento terrestre dovuto al moto di precessione annuale.

 

Anno siderale e anno tropico

Il tempo impiegato dalla Terra per ruotare di 360° attorno al sole e compiere quindi l’orbita geometrica esatta e completa rispetto alle stelle fisse (zodiaco) corrisponde all’anno siderale.

Il tempo invece impiegato dalla Terra per percorrere una distanza più breve e portarsi da una posizione equinoziale a quella successiva corrisponde all’anno tropico.

Quello che tutti noi chiamiamo comunemente “anno” è l’anno tropico.

All’anno tropico corrisponde un percorso orbitale più breve di circa 20 minuti rispetto a quello siderale. Questa differenza viene considerata nell’attuale calendario convenzionale (gregoriano, in quanto voluto da Papa Gregorio XIII) con l’introduzione degli anni bisestili in aggiunta ad alcune regole di compensazione secondo cui gli anni centenari (che terminano con “00”) se non sono divisibili per 400 non sono bisestili.

Così facendo l’anno misurato risulta essere leggermente più lungo rispetto all’anno tropico, ma la differenza media annuale calcolata nell’arco di 400 anni è di 26 secondi.

 
Le conseguenze del moto di precessione degli equinozi

  • Spostamento degli equinozi
    Visto che l’anno tropico risulta essere più breve rispetto all’anno siderale, visto che questo anticipo si somma anno dopo anno anticipando gli equinozi, e visto infine che dal moto di precessione risulta uno spostamento dell’asse (inclinato) di rotazione terrestre, ogni 12.893 anni la Terra si presenta pienamente di fronte al Sole in posizione opposta, ovvero ogni 12.893 anni si ha una inversione tra i solstizi d’estate e d’inverno.

 

  • Spostamento dei poli celesti
    La precessione comporta anche che l’asse terrestre punti verso direzioni differenti nell’arco del suo periodo di rotazione processionale.
    Attualmente il Polo Nord della sfera celeste, ovvero la proiezione dell’asse terrestre sulla sfera celeste si trova in prossimità della Stella Polare.
    Nel 3000 a. C. l’asse terrestre puntava su Thuban nella costellazione del Dragone.
    Tra circa 12.000 anni invece il Nord sarà rappresentato da Vega.
    Nel corso dei 25.920 anni di durata del ciclo di precessione il Polo Nord della sfera celeste (esteso prolungando all’infinito l’asse di rotazione terrestre) percorre una grande circonferenza nella sfera celeste.

 

  • Spostamento delle coordinate delle stelle e delle costellazioni zodiacali
    Spostandosi l’asse terrestre, cambiano nel tempo anche le coordinate delle stelle rispetto all’osservatore terrestre. Pertanto anche le costellazioni risultano spostarsi nel corso degli anni.

 

L’anno zodiacale inizia per convenzione all’equinozio di primavera, ovvero quando il sole passa dall’emisfero australe (sud) a quello boreale (nord).

Come detto all’inizio, le costellazioni sono distribuite nello spazio circostante l’orbita terrestre su una fascia che copre i 360° che descrivono un’orbita siderale completa. Ognuna delle 12 costellazioni (supponendo che siano uniformemente distribuite nella fascia) occupa un’estensione pari a 1/12° di 360, ovvero 30°. Negli ultimi 2.100 anni la precessione ha spostato equinozi e solstizi esattamente di 30°, generando un ritardo di circa un dodicesimo di anno, ovvero di circa un mese, come si vede nella Fig. 7.

 

Gli studi di astronomia presso le popolazioni antiche

Reperti di archeoastronomia fanno ritenere che gli antichi fossero a conoscenza del fenomeno della precessione e dei fenomeni astronomici in generale.
La maggior parte delle popolazioni antiche erano attente osservatrici dei fenomeni relativi al sole ed alle stelle.

Al giorno d’oggi i fenomeni che regolano i movimenti della terra sono ben noti, e applicando metodologie di calcolo non eccessivamente complicate è possibile disegnare andando a ritroso le posizioni della terra e della sfera celeste.

Molteplici opere prodotte dall’uomo in ere antiche sembrano indicarci l’era zodiacale in cui sono state realizzate.

Vorrei citarne solo alcune che possano servire da spunto per ulteriori possibili approfondimenti.

I reperti archeologici egizi sembrano essere stati realizzati sulla base di conoscenze astronomiche e precessionali molto precise. All’epoca di costruzione della Sfinge essa risultava orientata esattamente verso est, ovvero la levata del Sole nei giorni equinoziali. Ricostruendo la sfera celeste del tempo è possibile determinare con esattezza il periodo in cui tali opere sono state realizzate e capire che per esempio la Sfinge era orientata con grande precisione verso la posizione in cui al tempo si trovavano le stelle di Orione nella costellazione del Leone. Questo avveniva nell’anno 10450 a.C.

Contemporaneo alla Sfinge è il tempio di Stonehenge in Inghilterra, che ha richiesto per la sua realizzazione conoscenze astronomiche e matematiche estremamente approfondite, e che era anch’esso puntato verso il punto in cui allora si trovavano le stelle di Orione.

Anche i templi di Angkor in Cambogia risultano essere “la controparte terrestre della costellazione del drago” riproducendo esattamente la costellazione sul terreno, in un periodo esattamente contemporaneo alla Sfinge e all’osservatorio di Stonehenge.

Solo più recentemente (attorno al 130 a.C.) Ipparco di Nicea consolidò la teoria che identificava la precessione degli equinozi, attraverso misurazioni e confronti con dati precedenti. Egli fu il primo a sviluppare sistemi di misurazione sufficientemente precisi da consentirgli di valutare gli spostamenti delle stelle dello zodiaco sull’orizzonte e di stimare con buona precisione l’angolo di precessione e la differenza tra anno tropico e anno siderale.

Approfondendo ulteriormente gli studi archeo-astronomici è possibile infine accorgersi che nei templi eretti nell’antichità sono presenti e ricorrono numeri e simboli riconducibili al fenomeno della precessione ed ai segni zodiacali correlati, quali:

  • – 72 la durata in anni di un singolo grado processionale
  •  – 144 la durata in anni di due gradi processionali
  •  – 2160 la durata in anni di 30 gradi processionali
  •  – 4320 la durata in anni di 60 gradi processionali
  •  – 25960 la durata in anni di 360 gradi, un intero ciclo processionale

E inoltre:

  • – 12       segni zodiacali
  •  – 6        6° sigillo, 6° segno zodiacale dell’epoca del Leone (Pesci)
  •  – 7        7° sigillo, 7° segno zodiacale dell’epoca del Leone (Acquario)

In conclusione, l’approfondito studio astronomico da parte degli antichi e la conoscenza odierna dei movimenti della Terra ci fornisce oggi una chiave interpretativa di segnali e simboli per cercare di capire se esiste un messaggio tramandato nel corso dei millenni e giunto fino a noi.

L’osservazione dei movimenti della Terra e delle stelle attraverso la precessione degli equinozi ci può fornire una chiave di lettura altra e aggiuntiva nel tentativo da parte di popolazioni scomparse di tramandarci informazioni attraverso strumenti idonei a cavalcare le ali del tempo.

L’Era dei Pesci, iniziata nell’anno 148 a.C. ha dato il via al percorso terrestre di 30° precessionali di durata 2160 anni all’interno della costellazione dei Pesci.

lI 21 dicembre 2012 questo percorso sarà completato e la costellazione visibile al sorgere del Sole nel giorno dell’Equinozio di Primavera sarà quella precedente, corrispondente all’inizio di una nuova era zodiacale: l’Era dell’Acquario.

Ho detto:.

P:. L:. Di F:.
S:.  M:.

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