IL CORAGGIO DI ESSERE MASSONI

La Libera Muratoria in Italia è avversata da ignoranza e preconcetti, ben coltivati da una certa classe politica e dalla Chiesa, che rendono assai problematico essere e dirsi Massoni. Una scelta che anche oggi può rappresentare una sfida sociale, ma che “uomini liberi e di buoni costumi” continuano comunque a fare per un insopprimibile bisogno di ricerca della propria Verità interiore. La testimonianza di un Fratello che vissuto quasi mezzo secolo “fra le Colonne”, anche nei suoi tempi più bui (i tempi della P2 e delle persecuzioni giudiziarie che ne sono seguite) senza perdere mai l’Orgoglio di appartenere all’Istituzione.

inserito il 16 05 2011, nella categoria Etica, Filosofia, Società, Tavole dei Fratelli

Tavola del fr:. G:. V:.

NOTA – Questa tavola è stata scolpita nel 1992. quando sulla Massoneria italiana infuriava la bufera della P2, della Commissione Anselmi, dell’Inchiesta Cordova… Riletta e riproposta nel 2009, senza cambiarne una virgola, suona ancora di sconcertante attualità per le “avversità esterne” che descrive, e di rassicurante continuità per i “valori interiori” che ribadisce. Segno che i nemici sono sempre gli stessi, ma che fortunatamente anche la Luce della Massoneria è sempre la stessa…

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Non è semplice, nel mondo moderno, attraversato da contrasti, indecisioni, incertezze, manifestare orientamenti etici (e quindi costruttivi ) che si presentino al di fuori della morale comune, di quella morale che tramite la enorme diffusione dei mass-media ci viene, ad ogni istante del la nostro vita quotidiana, direttamente o indirettamente richiesto.

L’Uomo sta vivendo tempi difficili ed è appunto all’interno di questo tempo, che è necessario indagare per capire, prima di tutto, di coso si tratta quando si parla di “morale”.

Il modo più semplice di esprimere il concetto di “morale” è quello di identificano con “l’Arte di essere uomini, di vivere e di convivere umanamente”.

E’ implicito che il fondamento della morale è la Libertà e che se non vi è Libertà non vi è morale ed a questo concetto va aggiunto il pensiero , che “al di sopra di tutte le differenziazioni contingenti, si erge il principio generale in base al quale l’Uomo distingue il Bene dal Male, il Giusto dall’Ingiusto”.

Non è quindi certamente su una interpretazione della “morale” (da porte della L.M.) che stravolgo questi principi che può essere impostata una linea di contrasto in quanto il Pensiero muratorio, anzi, tende a rendere reali ed operanti all’interno della Società Umana, proprio le  idee-guida sopracitate.

Tuttavia, poiché od ogni periodo storico, od ogni tipo di Società, ad ogni posizione geografica corrisponde un complesso di valori umani di verso, si può legittimamente affermare, con un esempio che ci riguarda da vicino, che la morale cattolica non può essere coincidente con quella moss.ca né con quella laica in genere pur nella consapevolezza che le radici devono essere comunque le stesse.

I motivi sono evidenti né ci pare sia questo il caso di approfondirli, anche se proprio da queste mancate “coincidenze” derivano le tante divergenze che coinvolgono e rendono difficile oggi come ieri e forse come domani, l’essere Massoni.

Pare che queste difficoltà provengono storicamente, almeno sul piano for male e giuridico, dal DIGESTO GIUSTINIANEO (raccolta di Leggi e Regolamenti) che l’Impero Romano”ha lasciato in eredità” all’Europa ai tempi dello sua estinzione, e nel quale sono contenuti i divieti per le Associazioni non formalmente autorizzate dalle Autorità costituite.

Mentre nelle Isole Britanniche il Diritto Romano non è mai divenuto regola, lasciando quindi ampi spazi ad ogni forma di libero associazionismo, nell’Europa tale libertà di associazione è stata decisamente proibita proprio sulla base del DIGESTO sopra richiamato.

Nella nostro Penisola, la Associazione Masssonica non è bene accetta, ma questa forma di rigetto, oltre ad avere radici profonde in un substrato storico-culturale sempre avverso qual’è quello cattolico, attinge le proprie pseudo-consapevolezze soprattutto dalla profonda ignoranza del mondo profano nei nostri riguardi.

E’ forse un male comune, ma certamente lo è per la Società italiana, la nostra propensione a manifestare, attraverso il ragionamento speculativo, una varietà di pensiero, una cromatica fantasia di idee, una capacità intuitiva di particolare eccellenza cui però generalmente non fa seguito una corrispondente Validità Operativa.

Il Fr:. Del Bino nella sua magnifica tavola “ETICA della MASSONERIA” sostiene, forse con ragione, che queste attività, pur essendo “lodevoli” sono appunto assai meno apprezzabili quando tendono a sostituirsi ai fatti, limitandosi in tal modo ad ingrossare la cultura del “DIRE” a tutto scapito della cultura del “FARE”.

Da quanto sopra riportato Egli propone una particolare caratteristica per la morale Massonica “quella di non fermarsi alla sola elaborazione delle idee morali, ma di passare alla loro concreta attuazione

Ritengo che l’inciso “forse con ragione” da me inserito nel precedente paragrafo non sia irrilevante; appare infatti quanto mai problematica una nostra repentina Operatività (peraltro non meglio definita) nel momento storico attuale.

Passare alla “concreta attuazione” delle idee morali da noi tanto spesso formulate, infatti cosa vuoi precisamente significare?
Se vuole essere una critica al popolo massonico sulle più comuni affermazioni di Libertà, Fratellanza, Tolleranza, Eguaglianza appare faticosa da sostenere, per la difficoltà intrinseca nella lettura dell’intimità di ciascuno di noi; forse può anche essere vero che quella perfezione interiore assai spesso (forse troppo spesso) teorizzata, a ben guardare, non risulta propensione comune, ma è proprio qui dove il coraggio può fare talvolta difetto.

Nel nostro Paese infatti occorre del “coraggio” per dichiararsi massoni.

Guardiamo in faccia la realtà!

Noi Liberi Muratori operiamo nella diffusa convinzione che il profondo miglioramento che cerchiamo di imporre a noi stessi, che la continua ricerca della perfezione (nei limiti umani consentiti) che ci siamo sforzati di trovare attraverso la Luce Massonica, possano incidere nel mondo profano, coinvolgendolo tramite il nostro esempio, in questo tentativo di riscatto.

Per ora, tuttavia, questi sforzi sono stati vanificati, almeno in parte, dalla assoluta noncuranza che il mondo profano dimostra nei nostri confronti.

Quando non siamo considerati dei pericolosi “carbonari”, dediti o tramare oscure vicende più o meno lecite, passiamo per degli ingenui che hanno del tempo do perdere.

Difendersi da tale atteggiamento appare difficile di questi tempi dove basta lo “parola di un pentito” per conoscere i duri “tavolacci” delle nostre prigioni.

Questi problemi sono drammaticamente presenti soprattutto nei giovani che numerosi “bussano alla parta del Tempio” per poi più tardi scomparire nelle nebbie della indifferenza.

Non vi è dubbio che ciò derivi da una errata immagine formatasi nella mente di coloro che vogliono conoscere la “Luce Muratoria”, per i quali spesso questo desiderio nasce da informazioni sbagliate od affrettate, da una educazione svoltasi in una Società che non insegna o dipanare il filo della vita tramite quella “virtù” che stanno alla “base dello morale e cioè “la temperanza” “la tolleranza”, “la prudenza”, “il coraggio”, “la giustizia” (che insegna il rispetto del diritti altrui), ma che opera nella convinzione che “è necessario” ottenere tutto e subito (il potere, il Denaro, il dominio) senza rivolgere lo sguardo alle altrui necessità ed alle altrui sofferenze.

Sempre più soli nel deserto delle Metropoli create dall’Uomo.

Da queste complesse considerazioni deriva la necessità di risposte articolate e non approssimative legate forse ai sottili tentacoli di una Scienza che, come prodotto nato dal LOGOS dell’antica Grecia, è diventata ora elemento dominante di tutta la Società Occidentale, e tende ad allargarsi a macchia d’olio velocemente in tutto il Pianeta.

E’ una precisazione che coinvolge noi LL:. MM:. in un obbligo di nuovo tipo: nella necessità cioè di presentarci al mondo profano non solo come i paladini dell’Onestà, della Tolleranza, della Libertà ma anche, e non secondariamente, come uomini “al passo” con la cultura moderna soprattutto scientifica.

Il Libero Muratore del DUEMILA, infatti, pur ancorato ad una tra dizione irrinunciabile, non potrà più ignorare, almeno sul piano della informazione, le maggiori conquiste che la Scienza va raggiungendo soprattutto nei settori del Macro e del Micro Cosmo, ai fini di una migliore individuazione dei valori escatologici della umana esistenza.

Questo spazio conoscitivo è, a mio avviso, un dovere che ci è imposto dai nuovi confini di una visione del Mondo che di giorno in giorno ci rende più consapevoli di essere parte di un TUTTO legato da invisibili ma onnipresenti interazioni universali.

D’altra porte non potremo accettare un Pensiero, quello Massonico, che non si svolgesse con continuità parallelamente al progresso della cultura umano (B.UDA), anche se l’interrogativo rimane.

E’ sufficiente infatti questo tipo di aggiornamento conoscitivo per far scomparire paure ancestrali, incertezze morali, timori della difficoltà di apertura ad un mondo ostile?

  • Da un approfondito esame di coscienza dobbiamo riconoscere che per essere buoni massoni sono necessari importanti requisiti etici e culturali, fra cui possiamo evidenziare:
  • La capacità di essere tolleranti di fronte al pensiero altrui.
  • Il desiderio di migliorare noi stessi, attraverso uno conferma che non coinvolga solo il nostro “DIRE” ma anche e soprattutto il nostro “FARE”, (Ricordiamoci che “FARE” è assai più difficile che “DIRE”!).
  • La convinzione divenuta parte di noi stessi, che la L:. M:. può attraverso la sua tradizione ed il suo simbolismo realmente incidere nel nostro Sè interiore.
  • La disponibilità ad usare parte del nostro tempo per aiutare gli Altri e per aumentare le nostre cognizioni muratorie e profane.
  • La certezza che la Via Iniziatica è l’unica, attraverso la spinta verso il miglioramento della Coscienza e della Conoscenza (Gnosi), per aiutare l’Uomo a capire se stesso.

E’ lecito a questo punto parlare di “coraggio di essere Massoni?”.

Abbiamo visto che il Mondo profano ci è ostile, abbiamo evidenziato gli obblighi (solo alcuni!) ed i doveri (solo alcuni!) che sono impliciti alla vocazione dell’Essere Massoni, ci siamo resi conto che un ampio ventaglio di fattori costringe o meditare su questo tipo di scelta.

Da queste considerazioni può sorgere infatti qualche dubbio sui “perché” proprio della scelta Muratoria:
Perché un Uomo di cultura, o un giovane, od un professionista, od un lavoratore di qualsiasi categoria può pronunciarsi a favore di uno scelta che, alla reso dei conti, gli renderà la vita tanto difficile e travagliata? 

Risponderò in prima persona:

  • A distanza di oltre trent’anni il mio bilancio psico-spirituale e culturale è ampiamente positivo.
  • Mi sono state aperte strade che prima mi erano sconosciute (iniziazione).
  • Sono stato “libero di” pensare alla mia posizione di uomo nel Mondo perché mi è stato insegnato ad essere “libero da” i tanti dogmatismi che insidiano la mente di gran parte dell’Umanità.
  • Ho potuto ricercare, con l’aiuto dei Fratelli la “LUCE Massonica” quale LUCE che è sinonimo di Libertà e di Verità.
  • Ho accertato che la VERITÀ’ vera, così come la LIBERTÀ’ assoluta, fanno porte di un mondo che l’Uomo non deve perdersi ad esplorare perché ESTRANEO alle sue possibilità genetiche di Essere Vivente nella dimensione SPAZIO-TEMPORALE soggetta al dominio della MATERIA.
  • Ho imparato tuttavia che è possibile per l’Uomo, man mano che la sua vita si sviluppa, evidenziare (e quindi respingere) le tante relative NON-VERITÀ’ che costellano il cammino della sua Vita con numerosi ben nascosti trabocchetti.
  • Ho cercato di imparare (ma ci sono riuscito solo in parte, per mia colpa) ad amare il mio Prossimo in misura tanto maggiore quanto minore è il suo grado di conoscenza.
  • Ho cercato di imparare ad aiutare gli Altri.
  • Ho imparato ad avere un meditato “DUBBIO” sulle cose del Mondo, in quanto “senza un atteggiamento critico di dubbio, il Massone si trasforma in un Uomo tendente a dogmatizzare la vita e le esperienze della vita riducendosi così ad essere un mero osservatore passivo della Ritualità che in tal modo diventa vuota Formalità” (B.UDA).
  • Mi è stato insegnato che la “RAGIONE” non è la misura di tutte le cose.
  • Ho evidenziato infine che l’Uomo non è il FINE ULTIMO della Evoluzione in atto nel nostro pianeta ma solo un MEZZO per tentare di realizzare quel traguardo di PERFEZIONE che l’Evoluzione stessa tenta di raggiungere.
  • Ho potuto realizzare che, nel suo modesto spazio operativo, l’uomo contando solo appunto come MEZZO, potrebbe anche dimostrarsi nel tempo, un fallimento totale sotto il profilo cosmico e che di questo fallimento, NESSUNO al di fuori del nostro pianeta, sarebbe comunque in qualche modo interessato.
    L’Evoluzione infatti avrebbe tutto il tempo già sulla Terra, di ricominciare ogni cosa daccapo e con altri protagonisti.
  • Ho imparato quindi l’UMILTÀ’.

Ed è forse l’UMILTÀ’ che richiede il maggior coraggio di essere Massoni.

G:. V:.

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