MASSONERIA E INFORMAZIONE

Quando il Quarto Potere bussa alle porte del Tempio: il difficile rapporto fra mass-media e massoneria.

inserito il 08 05 2011, nella categoria Società, Storia, Tavole dei Fratelli

Tavola del fr. A:. Mu:.

Si batte da profano alla porta del Tempio”, “… potrebbe essere un nemico. Fratelli armatevi e state in guardia!”…

L’antica prudenza del rituale non potrebbe essere più opportuna, soprattutto quando è il cosiddetto “Quarto Potere”, l’informazione, ad avvicinarsi alle soglie delle logge fraterne. E soprattutto nel nostro paese, dove il pregiudizio antimassonico da sempre è più radicato ed orchestrato, per motivi storici, alimentati da antichi e nuovi dogmatismi religiosi e politici.

Non è certo un rapporto né facile né felice quello della Massoneria  con il mondo dell’informazione. Anche perché in questo rapporto confliggono spesso principi e codici antitetici; dai più intuibili ed elementari (esoterismo opposto ad exoterismo; l’interiorità e l’introversione di un ambiente iniziatico come quello della Massoneria in opposizione all’estroversione ed alla smisurata amplificazione dei moderni sistemi di comunicazione di massa; e così via) a quelli più complessi e profondi (simbolismo, valori, codici espressivi, verità velate da una parte; dall’altra: disvelamento, anzi più spesso svilimento in imbarazzanti e banali semplificazioni che ripropongono all’infinito un’immagine oscura e complottista della Massoneria).

Ed è proprio sulla percezione dei valori – sul piano etico e culturale – che l’incontro fra Massoneria ed Informazione genera, di solito, le maggiori antinomie.

Fino ad oggi (salvaguardando la speranza che dal presente stiano creandosi le premesse per un futuro diverso) per la Massoneria calarsi nel mondo dell’Informazione ha quasi sempre significato compiere un viaggio a ritroso, dalla Luce al Nero Inchiostro della Stampa, la più profonda ed inesauribile miniera di metalli profani della società.

Difficile del resto stabilire un terreno comune, quando molti giornalisti ritengono ancora oggi che la propria regola aurea per far volare le tirature e le vendite dei giornali, oppure per innalzare l’audience dei programmi televisivi, siano, come si insegnava un tempo nelle redazioni, le famose “Quattro Esse” (Sangue, Sesso, Soldi e Salute); una bella differenza, non c’è che dire, rispetto alla Saggezza, alla Bellezza ed alla Forza cui sono affidati gli architettonici lavori all’interno del tempio.

E’ inutile negare comunque che la Massoneria nel rapporto con questo genere di Informazione, purtroppo il più diffuso e popolare, ha quasi sempre assunto un ruolo soccombente, sotto il peso di inveterati luoghi comuni, volgarizzazioni, e formidabili pregiudizi.

Non solo in Italia, dove più forti sono stati e continuano ad essere gli ostracismi dei nostrani integralismi religiosi e politici (dalla Chiesa al fascismo ed al catto-comunismo), ma anche nel mondo anglosassone – dove la Massoneria ha certamente un ruolo più riconosciuto nella società – la Stampa non lesina sospetti e luoghi comuni decisamente duri a morire.

La durevolezza di questo atteggiamento di dubbio e di sospetto affiora, ad esempio, da due diverse annotazioni, quasi identiche, apparse su un giornale britannico a cent’anni di distanza l’una dall’altra:

Nel 1871 The Daily Telegraph di Londra scriveva, riferendosi alla Libera Muratoria: “… Che tali accolte siano del tutto innocenti, per non dire sommamente stolide… Omne ignotum  pro magnifico” (nessuno può dirlo nella sostanza al di là delle apparenze).

Mentre nel 1995, più di un secolo dopo, lo stesso Daily Telegraph ribadiva: “ I profani, i  non addetti ai lavori, reputano la consuetudine di scandire testi esoterici e osservare rituali bislacchi talmente grottesca da convincersi che in profondità essi nascondano una seduzione occulta, probabilmente assai più sinistra. Forse è soltanto un equivoco… ma à difficile provare il contrario”. (1)

In Italia insinuazioni critiche come queste suonerebbero in ogni caso come un fresco venticello, rispetto agli attacchi ben più tempestosi che la Libera Muratoria ha dovuto subire a più riprese dalla stampa nazionale.

Dire che la Massoneria in Italia ha “cattiva stampa” è un eufemismo. E non è purtroppo difficile intuirne le ragioni. Le solite.

Già nel 1993, Delfo Del Bino, allora direttore di Hiram, rivista ufficiale del GOI, scrive: “Il problema dell’immagine esterna esiste, è grave e non può essere trascurato. L’assenza di informazione (corretta) crea un vuoto che in qualche modo viene riempito, magari dai nemici giurati della Massoneria” (2) 

Lo stesso direttore di Hiram elencava poi alcuni dei pregiudizi più diffusi che alterano maggiormente l’immagine esterna della Massoneria:

“- La segretezza, estesa ai membri della Massoneria ed alle attività da essa svolte nell’ombra”

“- La  “solidarietà”, circoscritta esclusivamente ai massoni, legati tra loro da vincoli fortissimi; tale solidarietà viene ovviamente interpretata nel modo peggiore, e tradotta come un’attività che viene svolta in danno della collettività, al di fuori delle leggi…”

“- La creazione all’interno delle Logge, e tra di esse, … di veri e propri super-partiti, capaci di influire sulla vita politica ed amministrativa delle Istituzioni pubbliche” (2).

Un’analisi certamente lucida, ma pur sempre ancora estremamente edulcorata rispetto alle ben più truci accuse che affiorano ciclicamente sulla stampa italiana.

In uno dei più recenti sondaggi sull’opinione pubblica italiana nei confronti della Massoneria (risalente al 1998 ) il 42,5% degli intervistati l’ha giudicata un’associazione in contrasto con la legge; ca. il 35% la giudica comunque una lobby di potere; il 27% una setta segreta. In questa percezione, certamente “allarmata” e diffidente della Massoneria, incidono in modo determinante l’atteggiamento dei giornali (per il 51% degli intervistati) e della televisione (40%). Solo il 2% ha ricevuto informazioni direttamente da fonti massoniche.

Dallo stesso sondaggio emerge insomma una rilevante ignoranza del pubblico italiano sull’essenza e la finalità della Massoneria (l’85% non ne conosce i simboli, anche quelli più conclamati come la squadra ed il compasso), frutto, anche in questo caso, di un giornalismo alquanto presbite che punta più a scoprire chi sono piuttosto che cosa sono i massoni, in una incessante ricerca di outing di questo o quel malcapitato fratello.

La Massoneria dei giornali è sempre una massoneria mascherata (quanti titoli con la frase “Giù il cappuccio!”) da smascherare.

I giornali italiani hanno accusato la Massoneria di tutto, e di più. Di infiltrazioni e connivenze mafiose. Di ogni genere di affarismo. Di stragi. Di disegni golpisti. Recentemente perfino di coperture sataniche nei confronti dei delitti del mostro di Firenze. Anche l’immigrazione e gli sbarchi clandestini sono stati messi sul conto delle Logge con propositi destabilizzanti (3)

Perfino la stampa del Rotary Club (4) arrivò qualche anno fa a rigettare sulla Massoneria accuse di “affarismo e tenebroso segreto”. Il che è tutto dire.

Suonano a questo punto decisamente più benevole ed articolate le critiche e le riserve sulla Massoneria che Norberto Bobbio enunciò sul quotidiano “La Stampa” qualche tempo fa (5): Non riesco a capire quale ragione abbia di sopravvivere un’associazione misteriosa come la Massoneria, in uno Stato democratico il cui principio ispiratore è la visibilità del potere… Il segreto favorisce l’idea del complotto, per la semplice ragione che chi ordisce un complotto non può farlo che nel segreto”.

Ecco ancora una volta emergere l’inquietudine profana dell’Informazione e dell’Opinione Pubblica nei confronti della presunta Segretezza massonica.

Il Segreto, il “Grande Nulla”, come lo chiamava Federico di Prussia. Qui si gioca, forse, la più rilevante incomprensione e la più divergente forma di  incomunicabilità fra Ordine e Società.

E’ già difficile per chi percorre il cammino iniziatico cogliere l’essenza di questo Segreto. Molto più arduo spiegarlo ad un profano.

Purtroppo il mondo profano percepisce in questa Segretezza essenzialmente una caparbia volontà di celarsi e di celare qualche forma di sapere e di potere.

In realtà il Segreto Massonico consiste soprattutto nell’impossibilità di poter rendere esteriore e pubblica una metamorfosi del tutto interiore e individuale.

Come rileva lo stesso Gran Maestro, Gustavo Raffi (6), ”ormai chiunque sarebbe in grado di ricostruire con precisione i rituali e le parole di passo consultando la nutrita bibliografia massonica accessibile a tutti, anche su internet. Ma leggere un rituale massonico non è affatto la stessa cosa che praticarlo”.  Senza questa condivisione iniziatica, è estremamente difficile, quasi impossibile, spiegare l’egregoro che solo all’interno della Loggia, e solo nel cuore del singolo massone può essere vissuto in sintonia con gli altri fratelli.

La Massoneria è qualcosa – diceva il filosofo Lessing – che perfino chi la conosce non è in grado di spiegare bene.

Arduo, per non dire inutile, però contare sul rispetto “profano” di questo concetto di Segreto “iniziatico”.

Nemmeno in tempi come questi, in cui tale Segreto ha assunto un valore esclusivamente individuale ed interiore, ben diverso da quando, in tempi più antichi, esso aveva anche una precisa valenza di tutela misterica di preziose conoscenze filosofiche e scientifiche, di cui si poteva anche rispondere con la vita.

Fra i pitagorici, all’adepto che rivelava anche il più piccolo particolare dei riti segreti veniva costruita una minacciosa tomba proprio davanti all’uscio di casa. Ippaso di Metaponto, che rivelò l’esistenza dei numeri irrazionali, fu cacciato dalla scuola ed ucciso.

Ed ancora, nel 1739, essere scoperti Massoni nei territori soggetti al Papa, poteva costare la condanna a morte, la confisca di ogni bene, senza alcuna possibilità di grazia; e per i propri amici o parenti, complici od anche semplicemente locatari di appartamenti, la pena poteva essere una multa fino a mille scudi d’oro (un’enormità, equivalenti a circa un milione di euro odierni) per arrivare fin’anche alla demolizione della propria casa (Editto del Cardinale Cirrao contro le conventicole di liberi muratori sospetti di occulta eresia).

E’ chiaro che questa aurea di Mistero e di Morte ha stuzzicato da sempre le più pruriginose curiosità sulla Massoneria. Ed è altrettanto chiaro che dove si crea una “domanda” di gossip (più che di conoscenza), sia trova ben presto qualcuno disposto ad “offrire” ciò che il pubblico sta cercando. Anche questa è una ineluttabile legge dell’Informazione e del mercato cui essa fa riferimento.

Le rivelazioni sui segreti della Massoneria italiana cominciano così già nel 1745 con un libello di Giovanni Gualberto Bottarelli, stigmatizzato da Casanova per le grazie della moglie e per l’infamia dei suoi pruriginosi pettegolezzi sulla presenza delle donne all’interno delle prime logge (7).

Ma è alla fine del secolo XIX, all’indomani della scomunica ribadita nell’Humanum Genus di Leone XIII (1884), che si consuma la più sordida e diffamatoria opera di disinformazione sulla Massoneria, quanto meno quella destinata alla più vasta e purtroppo duratura eco popolare…

Esce proprio allora in Francia, ed ottiene un subitaneo, straordinario, successo, con immediate traduzioni in molte altre lingue, un libro “I Misteri della Libera Muratoria” a firma di un certo Leo Taxil. E’ in realtà lo pseudonimo del giornalista francese Gabriel Fogand Pages, ex allievo dei gesuiti, che si era già fatto una certa notorietà a Parigi con una serie di libri del più pacchiano anticlericalismo “Gli amori di Pio IX”, “Le amanti del Papa”… Querele e multe lo avevano ridotto sul lastrico. Perciò decise di cambiare nome e mutare bersaglio.

Si ricordò di essere stato introdotto in Massoneria, e per vendicarsi di esserne stato espulso poco dopo, cominciò a dare alla stampe una serie di pubblicazioni scandalistiche sulla “Setta” Massonica: riti satanici intessuti di sacrifici umani, agapi cannibalesche nella quali la portata principale era la tenera carne dei bambini, riunioni orgiastiche, e tante altre panzane morbose, che, nonostante gli argomenti scabrosi, l’Osservatore Romano consigliava anche alle giovanette. (8)

Sulla scia del successo popolare dei libri di Taxil, anche un gesuita, Leon Maurin, pubblica un altro volume, “La Massoneria, sinagoga di Satana”, con il quale la propaganda cattolica da un colpo anche agli ebrei.

Taxil, Maurin e con loro l’abate Barruel (autore di un pamphlet complottista sulla massoneria, cui addebita gli orrori più sanguinari della rivoluzione francese) inaugurano più o meno nella stessa epoca, come sottolinea anche lo storico Aldo Mola (9), una delle figure con la maggior carica dirompente e denigratoria nei confronti della Massoneria: la figura del Massone pentito, che ammettendo la sua iniziazione ed il suo coinvolgimento nella “setta”, rende ancor più credibili le sue (false) rivelazioni sulle segrete perversioni dei Liberi Muratori.

Il danno è pressoché irreparabile.

Il discredito e la morbosa curiosità del pubblico sulla Massoneria sono al massimo grado.

E così sarà ancora per moltissimo tempo, fin quasi alla soglia dei giorni nostri, quando alle orgiastiche invenzioni di Taxil si sostituiranno le cronache della P2 e dell’inquisizione togata del giudice Cordova (nell’ultimo ventennio del secolo scorso), trascinando la Massoneria in un discredito, del tutto immeritato e basato su false accuse, da cui forse solo in questi ultimissimi anni si sta affrancando.

A nulla valse, nella prima circostanza, la ritrattazione dello stesso Taxil, che ubriaco di soldi e successo, in una conferenza pubblica del 19 Aprile 1897, ammise con noncuranza di essersi inventato ogni cosa.

A poco valse, nell’altro caso, anche l’immediata condanna ed esclusione di Gelli e della sua loggia dalla Massoneria Regolare, sentenziata dalla giustizia massonica molto prima e molto più in fretta di quella dello Stato.

Nell’immaginario collettivo la Massoneria continuava ad essere una specie di piovra gotica.

E quando il banchiere Calvi fu trovato a Londra impiccato sotto il ponte dei “Black Friars” tutti pensarono ad un segnale simbolico in questo senso, e ad una riprova della responsabilità criminale dei “Frati Neri” massoni.  Peccato che se il ponte dei Black Friars fosse stato davvero un indizio di colpevolezza, le indagini si sarebbero dovute rivolgere ai Domenicani, perché in Inghilterra sono loro, appunto, quelli che vengono chiamati “Frati Neri”. (10)

A poco sono valsi, dopo ancora, tutti gli altri proscioglimenti che conclusero nel nulla la stagione della caccia ai massoni aperta dalla procura di Palmi negli Anni Novanta, non senza poter evitare però tanti drammi umani di altrettanti fratelli messi ingiustamente alla gogna.

Difficile ottenere rettifiche e smentite con titoli della stessa ampiezza di quelli che avevano contrassegnato la prima fase accusatoria di quella campagna giudiziaria.

Ancora oggi si scontano gli effetti di questo perverso meccanismo. Grandi titoli per i “fratelli” toscani costretti a dimettersi dalle proprie cariche pubbliche per non aver dichiarato la propria appartenenza a Logge massoniche. Mentre passa quasi inosservata, sulla stessa stampa quotidiana, la condanna dell’Italia (17 Febbraio 2004) da parte della Corte Europea proprio per questo stesso principio giuridico di discriminazione nei confronti dei massoni (11).

Purtroppo nessun organo di stampa ha mai  cercato di stabilire una difesa su questa deriva giuridica di una fondamentale libertà democratica: quella di non essere discriminati per la propria appartenenza ideologica o culturale.

Quanto meno per una certa equidistanza, nella severa pretesa di trasparenza (così scrive Marcello Scipi, storico della Libera Muratoria appartenuto alla Comunione di Piazza del Gesù), fra quanto si pretende dalla Massoneria e quanto invece non viene mai richiesto ad altre strutture, come l’Opus Dei, che non rendono mai pubblici i loro elenchi, cosa su cui nessun giornalista osa mai scrivere, e di cui nessun giudice osa mai richiedere le liste (12).

Anche sulla stesso concetto di Segreto e Segretezza, alla Massoneria non viene risparmiata alcuna censura. Mentre si accettano come del tutto normali le dichiarazioni di un alto prelato, come il cardinale Ottaviani, che, approposito dei lavori “segreti” dei revisori ecclesiastici presso la Curia Romana, definisce lo stesso segreto “la prima e più elementare condizione perché su un giudizio di estrema delicatezza non abbia ad insorgere il clamore della piazza, non abbia ad infiltrarsi l’insidia di chi non cerca la gloria della Chiesa, ma la propria” (13).

Quando si parla di Massoneria – sottolinea ancora Marcello Scipi  – è sempre per “iperboli negative”, mai l’approfondita analisi di un modo di essere uomini fra altri uomini, una filosofia di vita, un credere in certi valori perché tale è per molti, e dovrebbe esserlo per tutti.

Dunque permane, nell’Informazione, un indubbio problema di immagine e di percezione per quanto attiene la realtà massonica. Come superarlo?

La breccia, in questo senso, potrebbe essere, prima ancora che una specie di missionarismo esoterico, un recupero storiografico dei “crediti” che la Massoneria può vantare nei confronti dell’umanità e delle moderne democrazie.

Questo recupero storiografico implica però l’accettazione di un metodo che può esporre la Massoneria anche all’ammissione di errori e contaminazioni imbarazzanti.

Resterebbe sempre e comunque la certezza di un bilancio in ogni caso positivo.

Molti uomini della Massoneria hanno dato fondamentali contributi alla pace, alla nascita di stati ed organismi democratici, al progresso sociale e scientifico dell’umanità.

Le costituzioni moderne; la rivoluzione francese; la nascita degli Stati Uniti; la Turchia laica di Ataturk; la primavera praghese di Dubcek; il Cile democratico di Allende; i processi di pace avviati in Medio Oriente quando l’israeliano Rabin e l’egiziano Sadat fra loro potevano chiamarsi fratelli (14)…  tutti questi, e molti altri, sono meriti su cui la Massoneria dovrebbe poter ottenere maggiori riconoscimenti dalla storia profana.

Ma percorrere questa strada significa anche dover ammettere che, sì, talvolta la Massoneria ha complottato davvero (anche se quasi sempre con risultati indirizzati all’ampliamento delle libertà e della democrazia), come nel caso, ad esempio, del Risorgimento Italiano, dove forse andrebbe attenuata l’aura eccessivamente romantica e retorica da cui è stata finora ammantata.

In realtà la Massoneria inglese, che finanziò l’impresa dei Mille con un milione di piastre turche (che erano allora le monete usata per quelle che oggi sarebbero definite operazioni off-shore) equivalenti a circa 30 miliardi di lire, agì anche per difendere gli interessi  britannici nel Regno delle Due Sicilie, dove il Re Borbone aveva osato revocare agli inglesi le loro privative sullo zolfo e sul marsala siciliano (il primo era un po’ come l’uranio dei giorni nostri, il secondo costituiva il più diretto concorrente del Porto spagnolo nel mercato internazionale del vino). Tali concessioni erano passate ai francesi che offrivano oggettivamente condizioni più vantaggiose.

La Corona inglese decise così di deporre il Borbone, di cui non si fidava più, ed affidò la missione alla proprie Logge, che intravvidero in Garibaldi l’uomo giusto per portare a termine la parte militare dell’impresa. Ma per non correre rischi lo dotarono del capitale necessario per “ammorbidire” lo stato maggiore borbonico .

Fattostà che il primo grande scontro, la battaglia di Calatafimi (15 Maggio 1860: mille garibaldini da una parte, circa 5mila borbonici dall’altra), in realtà costò in tutto non più di 30 morti (di cui uno per cause accidentali); praticamente non fu mai combattuto. I garibaldini avanzarono e le truppe borboniche si ritirarono in buon ordine (15).

In questo caso non solo la cronaca, ma anche la storia, andrebbero riscritte…

Allo stesso modo, mentre la Massoneria ama, a buon diritto vantarsi, dei grandi personaggi che hanno vissuto fra le sue colonne (da Mozart a Gershwin, da Washington a Churchill, dal comico Totò all’astronauta Aldrinn che piantò la bandiera della sua loggia sul suolo lunare… (16)), dovrebbe allo stesso tempo ammettere alcune defaillance in tali grandezze, come il razzismo del massone Walt Disney che non voleva dipendenti neri nei sui studios, o quello di Henry Ford che finanziò la stampa e la diffusione in America dei falsi “Protocolli dei Savi di Sion” in cui si accusavano gli ebrei di ordire un piano per controllare politicamente ed economicamente i maggiori governi mondiali…

Sono questi i passi essenziali per indurre la Storia e la Cronaca a rileggere in modo diverso le vicende del passato ed il ruolo della stessa Massoneria nello stesso mondo profano.

Laddove le condizioni sociali e culturali hanno permesso di non occultare tale ruolo, la Massoneria può godere in pieno della massima considerazione anche da parte dell’Informazione legata alla realtà corrente. Negli Stati Uniti, ad esempio, la Massoneria è di fatto considerata la principale custode di quella che viene definita la “religione civile” del popolo americano. Ed i suoi simboli compaiono senza creare scandalo alcuno, sulle monete, nei monumenti e nei luoghi più rappresentativi delle sue istituzioni.

In Italia, invece, si fatica tuttora a riconoscere alla Massoneria la paternità dei colori della bandiera e dell’inno nazionale (che non a caso, recita “Fratelli d’Italia”, anche se un canonico accusò per lungo tempo Mameli di aver plagiato una sua composizione. Riportare anche questo particolare può essere oggi segno di rispetto massonico, richiesto e concesso, per la verità della storia).

Certo la Massoneria italiana, nel rivendicare la propria cittadinanza nella storia e nella cronaca nazionale, deve fare i conti con scomodi antagonisti.

Da una parte la Chiesa Cattolica che ha scomunicato i massoni fin dal 1738 con l’enciclica “In eminenti apostulatus specula” di papa Clemente XII, scomunica recentemente attenuata, pur ritenendo sempre peccaminosa per un cattolico la frequentazione di una loggia massonica.

Dall’altra parte, il retaggio di un’analoga condanna da parte del Comunismo italiano. Una condanna senza appello enunciata dalla Terza Internazionale. Ma già Marx aveva definito la Massoneria “anima antica del sistema capitalistico”. Mentre perfino il Fratello Bakunin, 32° grado, giunse a considerarla “aristocrazia del capitale”.

Gramsci, nel 1925, coniò la celebre definizione di “super-partito della borghesia”. Poi, negli anni successivi, lo stesso Gramsci rivide in senso più positivo ed articolato questa sua posizione sulla Massoneria. Ma la cosa non “fece notizia” come lo slogan iniziale. E così la cultura comunista fu l’altra ganascia della tenaglia che, assieme a quella cattolica, immobilizzò a lungo l’immagine ed il credito profano della Massoneria.

Poco spazio ebbero, all’interno del mondo comunista, le voci dissenzienti (come quella di Terracini) o la “vicinanza” di altri personaggi come il mitico giornalista dell’Unità Melloni-Fortebraccio, che quando si definiva ancora democristiano e dirigeva il quotidiano Il Popolo disvelò il suo più intimo sentire pubblicando un necrologio personale per il Gran Maestro Lay seguito dai tre puntini :.(17)

Nemmeno quest’insieme di incoerenze, comunque propiziò qualche sano dubbio sulla Massoneria da parte della stampa comunista e dello stesso  Fortebraccio, che continuarono a considerarla “nemica del popolo”.

Certamente è necessario cercare una convergenza su alcuni valori per generare  una “zona franca” di interscambio e comunicazione fra la realtà profana e quella iniziatica.

La Massoneria potrebbe forse spostare per prima, su una linea più avanzata, il confine fra esoterismo ed exoterismo, cogliendo l’opportunità di una società che dispone di maggiori accessi culturali e maggiori conoscenze interpretative, rispetto al passato, proprio grazie alla grande potenzialità dei moderni mezzi di comunicazione.

Forse è il momento di elaborare un esoterismo meno centripeto e più centrifugo. Oggi, forse, esistono tecniche che potrebbero consentirlo (se usate nella giusta direzione).

Parallelamente ad un evoluzionismo biologico e culturale, si è compiuta e prosegue anche un’evoluzione comunicativa.

Dalla Logosfera – la cultura della comunicazione orale – si è passati alla Graphosfera – la cultura della scrittura e della stampa.  E’ stata poi la volta della Videosfera: l’era della comunicazione visiva; era di cui stiamo vivendo le ultime propaggini, in attesa di entrare, come sta già accadendo, nella fase della Ipersfera, la cultura della nuova comunicazione elettronica ed  ipertestuale, dove sta nascendo un linguaggio a più dimensioni sovrapposte: immagini dalle quali scaturiscono testi; testi dai quali scaturiscono collegamenti al altri testi; ad altre immagini e ad altre nozioni.

Ogni parola, ogni immagine, può quindi dilatarsi in una catena pressoché infinita di rimandi e di significati. Va da sé che questa nuova dimensione della comunicazione implica già un nuovo simbolismo ed un nuovo modo di pensare.

E forse sarà proprio questa la zona franca in cui esoterismo ed exoterismo potranno nuovamente contaminarsi a vicenda, come fu agli inizi della Storia quando il Logos divenne Bios, Vita, ed il primo uomo potè udire la vera voce di Dio.

Probabilmente  l’informazione non ha ancora completato l’elaborazione di un linguaggio idoneo per definire questa nuova iper-realtà simbolica. Come al solito sono i poeti e gli artisti ad intuire ed anticipare la nuova frontiera. Non a caso, per esempio, il cinema sta già offrendo nuovi miti collettivi, o meglio la loro reinterpretazione moderna. I cavalieri Jedi (con i loro vari gradi iniziatici) e la forza esoterica che pervade l’universo delle Guerre Stellari del (fratello?) George Lucas (così lo definisce il sito clarence) sono già un contributo del cinema in questo senso. Basterebbe segnalarlo come tale, per ottenere una più attenta riflessione da parte di milioni di persone che hanno seguito questa saga nelle sale cinematografiche.

Certo in una realtà con tante variabili e dimensioni è facile perdersi. Ed allora entrano in gioco altri valori, di cui la Massoneria, è la principale portatrice.

Valori che potrebbero essere i nuovi punti cardinali della stessa Informazione.

Una nuova Deontologia del cuore (non bisogna dimenticare che lo stesso termine e concetto di deontologia sono stati coniati da un grande iniziato, Jeremy Bentham 1748-1832, sulla base di un semplice precetto: cerca ogni giorno di aggiungere un po’ di bene e togliere un pizzico di male a te stesso ed al tuo prossimo; renderai il mondo migliore), una ritrovata sensibilità interiore che sostituisca la deontologia imposta per legge.

Nel giornalismo, in questi ultimi anni, sono proliferati i codici deontologici (per la tutela dei minori, per la par condicio, ecc.).

Ma quando si rende necessario un codice od una legge, vuol dire che i comportamenti ed i valori naturali si stanno appannando, e si avverte il bisogno di riaffermarli con pene e divieti.

Comune può essere infine un più costante impegno nella ricerca della Verità: in questo campo tocca soprattutto al giornalismo perdere alcune delle Certezze con cui ha descritto finora sia il mondo massonico sia la Storia Ufficiale che ha attinto dai Saperi e dai Poteri che l’hanno maggiormente asservito.  Perdere certezze ed acquistare dubbi, è il primo passo per intravedere altri cammini, altre fonti, altre storie.

Non a caso la stessa Massoneria, in questo Zenit, si riunisce disponendo i propri simboli sul Vangelo di Giovanni, compiendo in questo frangente una selezione di tipo “giornalistico” sulle Fonti Sacre dei propri lavori: Giovanni è stato infatti l’unico dei quattro evangelisti che ha conosciuto Gesù di persona, che ne è stato il discepolo prediletto e ne ha raccolto le confidenze.

Giovanni sotto questo profilo lo si può certamente definire il più attendibile cronista della Fede. Ma la sua opera è ovviamente molto di più, come dice Paul Le Cour (18):

Il Vangelo di Giovanni è il Vangelo degli Iniziati che ricercano la conoscenza, e quello dei Mistici assetati d’amore. Grandi intelletti, e grandi iniziati, come Dante e Leonardo furono Giovanniti”.

Non a caso il sole dei massoni sorge ad Est, come ad Est è orientata la Basilica di San Giovanni a Roma; mentre San Pietro rimane imperturbabilmente rivolto a Sud.

Le verità della fede e della storia possono avere punti cardinali diversi… così come Massoneria e Informazione. Ma orizzonti diversi possono egualmente fondersi, come le congiunzioni astrali di diversi pianeti …

Come quando volontà e sapienza coincidono, come quando esoterismo ed exoterismo riusciranno finalmente ad unirsi “per creare oscure prigioni al vizio”.

A:. Mu:

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BIBLIOGRAFIA

Massoneria e Informazione

Indice della note

 

  1. Christopher Knight e Robert Lomas – “La Chiave di Hiram” (Oscar Mondadori, 1997), pagg. 5-6.

 

  1. Rivista Hiram Edizione Speciale nr. 1 – 1993 “Massoneria: Quale e Perché” – pagg. 21-27 “Natura della Massoneria“.

 

  1. La Padania e pubblicazioni varie: Giuli Valli – “Come è stato provocato il grande esodo” da “Il vero volto dell”immigrazione” (editrice Civiltà); “Nuove Logge Massoniche” di Mauro Bottarelli su “La Padania 18 Settembre 2002; “Umberto Bossi: noi con la Chiesa contro gay e massoni“, articolo di Guido Passalacqua su La Repubblica 10 Settembre 2000.

Mauro Botticelli, sulla Padania del 18 Settembre 2002, suggerisce che la Massoneria progetta di “… creare scontri tra le diverse etnie… aprendo le porte all’immigrazione selvaggia, generando non una ma  mille guerre quotidiane”.

Qualche tempo prima, il leader della Lega, Bossi, su La Repubblica del 10 Settembre 2000, annunciava “Noi con la Chiesa contro gay e massoni: La Massoneria oggi sono i banchieri centrali… quelli vogliono imporci la razza unica, la moneta unica… la lingua unica… quelli che per arrivare alla razza unica vogliono favorire la famiglia omosessuale”.

  1. Rotary 2080 Notizie, articolo del Governatore R.I. Distretto 2080, prof. Giovanni Gabarrini Fortuna, riportato da Vigilio Gaito in Hiram nr. 1/1993, pagg. 79-80

 

  1. La Stampa, 8 Novembre 1992 – Articolo di Norberto Bobbio sulla “Massoneria Oggi“, sintetizzato in “Lettera aperta a Norberto Bobbio” di Delfo Del Bino sulla rivista Hiram nr. 1/1993, pagg. 71-72.

 

  1. Gustavo Raffi e Antonio Panaino– Rivista Hiram, nr. 1/2003, pagg. 3-12, editoriale “La fierezza trasgressiva di essere Massoni“.

 

  1. Paolo Alatri in Storia della Massoneria Italiana” di Aldo Mola  (Tascabili Bompiani) – Prefazione.

 

  1. Giancarlo Musi “Storia della Massoneria di Palazzo Giustiniani dal 1908 ad oggi (1988)” – stampato in proprio 1999.

 

  1. Rivista Massonica –  nr. 1 Gennaio-Febbraio 1979Vol. LXX- XIV della nuova serie. Atti del Convegno “La Massoneria nella Storiografia Moderna” – pagg. 7-21 Massoneria e Informazione”.

 

  1. Giancarlo Musi, opera citata.

 

  1. 11.      Nota d’agenzia “Diritto e Società”: Italia condannata dalla Corte UE. “L’Italia ha violato l’art. 11 della Convenzione per i diritti umani (che garantisce libertà di associazione) sottoponendo un magistrato italiano a procedimento disciplinare perché massone. Lo ha deciso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo con una sentenza depositata il 17 Febbraio 2004 e sulla quale la stessa corte si è spaccata: ben sei giudici su dieciassette hanno votato contro la condanna dell’Italia. Secondo la maggioranza del collegio non era abbastanza chiaro nelle leggi italiane precedenti il 1993 che l’appartenenza alla Massoneria fosse sanzionabile con una misura disciplinare, mentre per gli altri giudici in minoranza è risultato poco credibile che un operatore del diritto italiano potesse non averlo capito. Sulla decisione ha pesato anche la valutazione del clima creatosi in Italia nei confronti della Massoneria dopo lo scandalo della P2. L’Italia è stata condannata anche al pagamento delle spese”.

 

  1. Marcello Scipi – Gran Maestro della Gran Loggia della Massoneria Italiana, derivata dalla Comunione di Piazza de Gesù, scritti vari riportati nel sito sasasa.it.

 

  1. Lumen Vitae, Anno VI, Nr. 12, Dic. 1959, pag, 353 “Due scrittorelli“.

 

  1. Max Bruschi – Il Borghese “Massoni in blue jeans” (dalla rassegna stampa on line del GOI).

 

  1. Lorenzo Del Boca – “Maledetti Savoia” ppgg. 61-74 (Edizioni Piemme, 2001), riprendendo una relazione letta al Convegno di Torino (24-25 Settembre 1988) “La liberazione d’Italia a opera della Massoneria” da Giulio Di Vita, toscano, ricercatore e docente di economia politica presso l’Università di Edimburgo. Gli atti del Convegno sono stati pubblicati a cura di Alessandro Mola (Foggia, 1990). Lorenzo del Boca, piemontese, laureato in filosofia, giornalista de “La Stampa”, è autore di vari saggi storici (oltre a quello sopra citato: Indietro Savoia, Il dito dell’anarchico, Storia dell’uomo che sognava di uccidere Mussolini). Attualmente Del Boca è presidente della Federazione Nazionale della Stampa.

 

  1. Kenneth S. Kleinknect – “La Massoneria nell’era spaziale” – Rivista Massonica nr. 3 Marzo 1972 – Vol. LXIII – VII della nuova serie – Pagg. 175-178.

 

  1. Lumen Vitae, Anno VI, Nr. 12, Dic. 1959, pag, 355 “Due scrittorelli“.

 

  1. Paul Le Cour (1871-1954), “Il Vangelo esoterico di San Giovanni” (Bastogi,ed. 2002 ): nel suo Vangelo, scritto in greco, Giovanni, tralascia tutta l’inbfanzia di Gesù. Inizia il suo racconto dal battesimo nel Giordano, quando aveva circa 30 anni. Non vi si trova né il racconto della tentazione nel deserto, né il sermone della montagna, né l’istituzione dell’eucarestia, né la trasfigurazione, né l’ascensione. Questo avvallerebbe secondo Le Cour la visione di un Cristo come un’entità trascendente che si sarebbe andata ad incorporare nel corpo di Gesù al suo battesimo e che si sarebbe da lui separata al momento della crocifissione; la reincarnazione e la negazione della risurrezione di Gesù Cristo (infatti per Le Cour il corpo di Gesù sarebbe stato dematerializzato alla fine dei tre giorni). Paul Le Cour era un esoterista francese che per primo parlò esplicitamente dell’Era dell’Acquario. Nel suo libro L’ère du Verseau (L’era dell’Acquario) egli afferma che ogni qual volta il sole è passato da un segno zodiacale ad un altro, il che avviene ogni 2160 anni circa in base alla legge degli equinozi, si sono verificati dei grandi mutamenti in questo mondo. Nel 2160 secondo le sue previsioni il sole passerà dal segno dei Pesci (l’era del Cristianesimo, i cui primi seguaci si riconoscevano appunto nel simbolo dei Pesci) a quello dell’Acquario. Avverrà che il cristianesimo che noi conosciamo lascerà il posto ad un cristianesimo esoterico. Il segno astrologico dell’acquario sulle ‘carte celesti’ viene raffigurato con un giovane che sostiene un’urna da cui scorre un rivolo d’acqua che attraversa il cielo; costui è Ganimede, un personaggio della mitologia greca, ed il suo gesto rappresenterebbe il riversarsi delle dottrine esoteriche sulla terra nell’Età dell’Acquario (lanuovavia.net).

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Appendice

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LA  PERCEZIONE  PUBBLICA DELLA  MASSONERIA

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“Massoneria squadra e compasso” di Morris L.Ghezzi (Università di Milano).

Analisi di un sondaggio – Hiram / 1998

Rilevare l’opinione degli Italiani sull’associazione massonica è cosa tutt’altro che semplice. Infatti, non si tratta tanto di scavare nei sentimenti di riservatezza degli individui, quanto piuttosto di scontrarsi con una diffusa non conoscenza del fenomeno: ben l’85,9% degli Italiani non sa che la squadra e il compasso sono lo stemma della Massoneria, quindi, anche in presenza di un 76,8% che afferma di averla sentita nominare, si deve dedurre che più di due terzi degli Italiani ignorano i connotati specifici di detta associazione.
Approfondendo, poi, l’indagine tra coloro che hanno percepito almeno un lontano eco dell’associazione massonica si scopre che il 34,9% la reputa una lobby di potere e il 27,3% una setta segreta. Tali dati confermano la natura meramente giornalistica dell’informazione di cui gli intervistati dispongono. A ulteriore conferma di tale dato si evidenziano le bassissime percentuali di coloro che giudicano la Massoneria un’associazione culturale o filantropica.
Del resto che l’informazione disponibile in argomento presso gli intervistati derivi dai mass-media risulta evidente anche dalla domanda relativa a Come è venuto a conoscenza della Massoneria?: il 51% fa riferimento a giornali e libri ed il 46% alla televisione; le informazioni interpersonali sono di livello bassissimo 5,6% e quelle dirette di origine massonica ancora più basse (2%). Nella ormai generale diffidenza del pubblico nei confronti dell’informazione prodotta dai mass-media si evidenzia anche lo scarso credito che gli intervistati danno alle informazioni disponibili sulla Massoneria: il 60,8% le giudica di basso livello di attendibilità.
Continuando nell’approfondimento del fenomeno massonico sotto il profilo associazionistico, si scopre che gli intervistati si dividono in due consistenti gruppi: da un lato, quello maggioritario (46,4%) che reputa la Massoneria un’associazione non solo legale, ma addirittura riconosciuta dalle leggi italiane; dall’altro lato, una rilevantissima minoranza (42,5%) che la reputa un’associazione vietata dalla legge. Gli intervistati, sollecitati intorno alla natura tra le varie associazioni, affermano a gran maggioranza (47,3%) che esse consistano in opinioni ed atteggiamenti nei confronti dello Stato oppure (31,9%) in opinioni ed atteggiamenti nei confronti della società, solo il 4,4% degli intervistati reputa che le differenze fra Massonerie siano individuabili nelle opinioni e negli atteggiamenti nei confronti della religione, del resto è opinione diffusa che la Massoneria abbia poco a che fare con la religione, infatti solo l’1% degli intervistati dichiara che la Massoneria è una religione.
Estendendo l’indagine alla comparazione tra la Massoneria italiana e quelle estere ci si accorge che la maggioranza degli intervistati (77,8%) è consapevole della presenza della Massoneria in tutte le parti del mondo. Maggiori problematicità emergono invece quando vengono interrogati intorno alle differenze esistenti tra la Massoneria italiana e quelle estere: il 41,2% non sa o non risponde, il 35,3% dice che la Massoneria italiana si differenzia da quelle straniere e una consistente minoranza (23,5%) pensa, invece, che non vi sia alcuna differenza. Tali differenze sembrano prevalentemente incentrate sulle normali differenze socio-politico-culturali che distinguono i vari paesi del mondo.
Gli intervistati sono consapevoli (75,8%) della natura largamente massonica del Risorgimento Italiano, ma non si dimostrano altrettanto consapevoli di come la Massoneria abbia cooperato alla fondazione di altri importantissimi stati esteri. Infatti il 77,1% degli intervistati ignora che gran parte dei Presidenti degli Stati Uniti d’America fosse massone.
Del resto, la conoscenza della Massoneria da parte degli intervistati sembra avere natura quasi mitologica più che reale: l’81,7% degli intervistati dichiara di non aver mai conosciuto nessun Massone. Sollecitati intorno alla propensione ad iscriversi alla Massoneria, la grande maggioranza degli intervistati (84,3%) dichiara di non volersi iscrivere in quanto non interessata al problema oppure diffidente nei confronti di un’associazione che reputa illegale o al limite della legalità. Solo l’8,5% si iscriverebbe volentieri alla Massoneria, in quanto ne condivide le idee o comunque ne è incuriosito.
Dal complesso della ricerca emergono alcuni dati interessanti: in primo luogo gli intervistati non sembrano percepire un forte dissidio fra Massoneria e religione (Chiesa cattolica), ma tale contrapposizione pare manifestarsi tra Massoneria e Stato italiano.
Un’ulteriore considerazione deve essere fatta intorno non alla maggioranza delle risposte, ma alla minoranza delle medesime. In quanto, sebbene l’8,5% degli intervistati (disponibili ad iscriversi alla Massoneria) sia in termini percentuali un numero ridotto di persone in termini assoluti tale numero acquista una notevole consistenza, se poi detto numero viene confrontato con l’attuale numero complessivo di iscritti a tutte le associazioni massoniche italiane (circa 20.000 iscritti) ci si accorge che un consistente quantitativo di persone sarebbe disponibile ad iscriversi alla Massoneria, la quale potenzialmente potrebbe diventare una tra le più grosse associazioni italiane (sino a diverse centinaia di migliaia di iscritti). Il dato viene ulteriormente rafforzato dalla forte disinformazione, già evidenziata, che attualmente regna attorno al fenomeno massonico.
Come connotazione finale deve considerarsi che il campione degli intervistati registra la presenza, statisticamente rilevante, del 51,2% di donne ed è noto che non tutte le associazioni massoniche accettano l’iscrizione delle donne.
Il risultato dell’indagine sulla Massoneria in Italia, svolta il 21 settembre 1998 su un campione stratificato di 1.000 casi, pare sostanzialmente confermare i dati raccolti nel sondaggio precedente. Infatti, sebbene il 79,3% degli intervistati dichiari di aver sentito il nome Massoneria, soltanto il 14% associa tale nome con la squadra e il compasso. Approfondendo il tema nei confronti di coloro che hanno dichiarato di conoscere la Massoneria, anche solo per sentito nominare, quindi sulla base del 79,3% del campione, tale istituzione viene qualificata maggioritariamente (36,4%) come una lobby di potere e, in seconda istanza (27%), come una setta segreta; le altre risposte seguono a rilevantissima distanza.
La fonte di conoscenza della Massoneria da parte dell’opinione pubblica, sempre per chi ha dichiarato di conoscerla, resta in primo luogo (58,6%) quella giornalistica e libraria, seguita subito dopo (40,3%) dalla televisiva. L’informazione su questo argomento viene valutata dagli intervistati per lo più di bassa affidabilità (54,8%). Il dato risulta rafforzato da un 30,4%, che la reputa di media affidabilità, mentre solo l’8,5% ritiene di avere informazioni altamente attendibili.
Intervistato intorno a che cosa sia la Massoneria, il sub-campione ha risposto per il 43,6%: Un’associazione legalmente riconosciuta dalle leggi italiane e per il 43,4%: Un’associazione vietata dalle leggi italiane. È chiaro che l’opinione del cittadino italiano è equamente suddivisa a metà fra queste due ipotesi antitetiche tra loro.
Il 64,3% degli intervistati ritiene, poi, che la Massoneria sia un’unione di più associazioni. Di questo 64,3%, tuttavia, il 56,7% è convinto che tali associazioni si differenzino tra loro in qualche cosa, mentre il 43,3% le reputa tutte equivalenti.
Alla domanda: In che cosa si differenziano? il 44,2% risponde: Nelle opinioni e negli atteggiamenti nei confronti dello Stato, ed il 33,3%: Nelle opinioni e negli atteggiamenti nei confronti della società.
Prendendo sempre come base rispondente coloro che dichiarano di conoscere la Massoneria, l’80,2% afferma che essa esiste in tutti gli Stati del mondo e il 34,7% reputa che quella italiana si differenzi da quelle straniere, mentre il 28,4% le ritiene tutte uguali. In questo caso, tuttavia, il dato significativo è quel 36,9% degli intervistati che dichiara di non sapere o di non voler rispondere. Al campione è noto che la maggioranza dei personaggi del Risorgimento italiano, come Crispi, Cattaneo, Garibaldi, etc., era massone, mentre non è noto che la maggioranza dei Presidenti degli Stati Uniti appartenesse a tale affiliazione.
Solo una minoranza degli intervistati, che non raggiunge il 20%, afferma di aver conosciuto qualche persona iscritta alla Massoneria, tuttavia ben il 10,3% si dichiara disponibile ad aderire ad essa. Ebbene, come si è già detto, le due rilevazioni sostanzialmente non modificano il quadro intorno alla percezione da parte dell’opinione pubblica italiana della Massoneria, tuttavia qualche piccolo spostamento di percentuale indica talune modificazioni di portata forse superiore all’entità quantitativa del fenomeno medesimo. In ogni caso, alcuni dati hanno spostamenti percentuali di rilevanza più consistente ed indicano, quindi, una generale situazione di movimento intorno al tema in esame.
Sicuramente la conoscenza effettiva della Massoneria non coinvolge più del 14% del campione ed infatti il trend resta costante nelle due rilevazioni, ma nella più recente rilevazione vi è un aumento del 2,5% di coloro che affermano di aver sentito nominare tale istituzione; ciò evidenzia un certo aumento della comunicazione di massa sull’argomento. Infatti, il dato è confermato dall’aumento di ben 7,6% di coloro che affermano di aver sentito nominare l’associazione massonica da giornali o da libri. È a tutti nota l’ampia pubblicistica di argomento massonico che ha trovato spazio nell’editoria italiana di questi ultimi tempi, ma il dato segnala anche un certo aumento di interesse al tema da parte giornalistica. Di contro a tali risultati vi è un netto calo (del 5,7%) dell’informazione televisiva in materia. Sarebbe interessante analizzare le motivazioni di tale calo, anche perché esso si riscontra parimenti nell’informazione radiofonica (-0,6%).
Un risultato di considerevole interesse può essere visto nell’aumento di affidabilità che i cittadini italiani attribuiscono all’informazione intorno alla Massoneria. Infatti, mentre diminuisce consistentemente il numero di coloro che reputano bassa (-6%) tale affidabilità, aumenta in termini quantitativi assoluti contenuti, ma in termini percentuali molto consistenti, il livello di coloro che la reputano alta (+3,3%).
Una percentuale preoccupante è rappresentata da quell’equa ed equivalente distribuzione tra coloro che considerano l’associazione massonica legalmente riconosciuta dalle leggi italiane e coloro che la credono vietata. La preoccupazione deriva dal fatto che nell’ultimo anno la percentuale dei primi è diminuita del 2,8%, mentre quella dei secondi è aumentata dello 0,9%. È chiaro che in questo dato un qualche ruolo rilevante deve essere stato svolto dall’informazione di massa.
Per quanto riguarda invece la caratteristica sostanziale che individua l’associazione massonica, la rilevazione non sembra dare significativi spostamenti, infatti, al primo posto resta nell’immaginario del campione una lobby di potere e/o una setta segreta. Tutti gli altri items seguono a distanza tale da non costituire una rilevante base di indagine.
Si rafforza consistentemente nell’opinione pubblica l’idea che la Massoneria sia un’associazione fortemente unitaria, sebbene la maggioranza degli intervistati continui a pensare che essa sia composta da una pluralità associazionistica. Il quadro complessivo non sembra variare, ma è chiaro che è in essere una dinamica che tende a far prevalere l’immagine di una sola associazione massonica su tutte le altre.
In ogni caso, i dati relativi alle caratteristiche delle varie associazioni massoniche non sembrano modificarsi, poiché le percentuali di coloro che le reputano equivalenti e di coloro che, al contrario, le reputano differenti variano in modo tale da non costituire tema rilevante di riflessione.
È possibile articolare, invece, un interessante spunto di riflessione intorno alla considerevole diminuzione (-3,1%) di coloro che evidenziano il differenziarsi delle varie associazioni massoniche per le opinioni e gli atteggiamenti nei confronti dello Stato.
A tale diminuzione corrisponde l’aumento di coloro che vedono la differenza incentrata sulle opinioni e gli atteggiamenti nei confronti della società (+1,4%) o nei confronti della religione (+0,9%). La dinamica evidenzia un piccolo, ma significativo emergere delle tematiche filosofiche, sociali e religiose rispetto a quelle più tradizionali della politica.
Aumenta consistentemente la consapevolezza dell’universalità della presenza massonica, ma il dato non desta specifico interesse, in quanto già in precedenza il livello di coloro che si dichiaravano a conoscenza dell’esistenza in tutti gli Stati del mondo di detta associazione era altissimo. Invariata resta l’opinione intorno alle differenze tra la Massoneria italiana e quelle straniere. In questa domanda, infatti, il dato che continua ad essere di fondamentale importanza è quello relativo a coloro che dichiarano di non sapere/non voler rispondere. Tale dato passa dal 41,2% del 1997 al 36,9% del 1998, è quindi in evidente diminuzione, ma continua a essere ad un livello tale da non consentire interpretazioni significative sulle altre risposte alla domanda. Forse l’unico dato interessante può essere quello inerente al considerevole aumento di coloro che reputano la Massoneria italiana uguale a quelle straniere (+4,9%), pur con i limiti interpretativi sopra evidenziati.
Anche il dato relativo alla conoscenza da parte degli Italiani dell’appartenenza massonica dei principali protagonisti del Risorgimento italiano aumenta di qualche punto, ma l’alto livello già raggiunto, come nel caso sopra citato, non modifica le valutazioni. Il medesimo ragionamento, ma di segno opposto, può essere fatto anche nei confronti della domanda riguardante l’appartenenza dei Presidenti americani all’associazione massonica, in quanto, sebbene aumenti il numero di coloro che si dichiarano a conoscenza di tale fatto, il divario rispetto a coloro che ne sono comunque all’oscuro è tale da poter evidenziare solo un lievissimo spostamento, dovuto, forse, ad un aumento di informazione in materia (articoli di giornale, manifesti, etc.).
Vi è una leggera flessione nel numero di coloro che dichiarano di aver conosciuto personalmente qualche Massone. Tuttavia la flessione rientra nell’ambito delle variazioni statistiche.
Significativo è, invece, l’aumento di coloro che si dichiarano disposti ad iscriversi alla Massoneria (+1,8%) e di coloro che a questa domanda dichiarano di non sapere/non volere rispondere (+1,9%). Infatti, tali spostamenti di apprezzabile peso statistico evidenziano una linea di tendenza favorevole al proselitismo, linea di tendenza che si era già evidenziata nella precedente ricerca, ma che ora si rafforza e consolida divenendo trend.

È necessario considerare che tale consolidamento può essere attribuito ad un ampliamento delle fonti conoscitive in materia e/o ad un aumento della loro affidabilità. Se ciò è vero, è possibile ipotizzare che lo sviluppo dell’associazione massonica è strettamente legato alla politiche dell’immagine e della comunicazione della medesima. Si deve notare che in valori assoluti il 10,3% della base dei rispondenti è un numero notevolmente consistente, in termini di marketing è una nicchia di mercato estremamente vasta, pertanto è possibile affermare che sarebbe sufficiente anche un limitato impegno promozionale per spostare consistentemente il numero degli aderenti alla Massoneria italiana.

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