MASSONERIA PIU’ GIOVANE: PERCHE?

inserito il 29 05 2015, nella categoria Oltre le colonne

Giovani massoni

Il settimanale “Panorama” dedica diverse pagine, sotto forma di inchiesta, per rispondere ad una domanda suscitata da un recente rapporto Eurispes: “Perché la Massoneria sta crescendo? E soprattutto perché attrae sempre più giovani?”.

La massoneria in Italia è tornata a crescere – scrive infatti il settimanale – E sono proprio i giovani a fare la differenza.

Panorama, citando Eurispes, evidenzia alcuni numeri: Solo nel Grande Oriente di Palazzo Giustiniani, la maggior famiglia massonica italiana, ogni anno si registrano più di 600 nuovi ingressi. Attualmente sono 22.600 i fratelli di questa Obbedienza, suddivisi in ben 826 logge attive su tutto il territorio nazionale. L’altra grande famiglia massonica, quella della Gran Loggia d’Italia, conosciuta anche come “Piazza del Gesù”, di logge ne conta invece 400, frequentate da 8.078 fratelli iscritti a questa Obbedienza. Infine vi sono le 139 logge della Gran Loggia Regolare d’Italia, l’ultima comunità massonica fondata nel nostro Paese, la più “giovane”, nata nel 1993.

Per tentare di spiegare e di spiegarsi la crescita del “fenomeno Massoneria” il periodico della Mondadori è ricorso alla consulenza di uno psicologo, Silvio Ciappi: per il noto clinico si entra in massoneria soprattutto per trovare o recuperare un senso di appartenenza condivisa in un gruppo o in un sistema ideale, senso di appartenenza che altrove sta disperdendosi. Crediamo infatti sempre di meno nei grandi motori di sviluppo della modernità – scuola, lavoro, Stato – Ci fidiamo maggiormente di comunità più piccole e ristrette. Chi entra in una loggia ubbidisce inoltre a meccanismi filogenetici antichissimi.

Ad attirare particolarmente i giovani nelle logge sembra essere la sensazione di far parte di una comunità condivisa più grande, in cui si avverte una forte sintonizzazione mentale con tutti gli altri membri della stessa massoneria.

Lo psicologo Ciappi punta quindi ad un approccio antropologico-darwiniano, ma forse esagera un po’ quando assimila anche i primati – gorilla, bonobo ed altre scimmie antropomorfe – allo stesso istinto di socialità, condivisione e relazioni.

In ogni caso, al di là di qualsiasi metodo d’analisi, resta di positivo l’interesse non preconcetto con cui la grande stampa nazionale sta prendendo atto della crescente componente massonica della società italiana. Una componente oggi certamente meno opaca che nel passato, visto i continui sforzi compiuti da ciascuna famiglia massonica italiana per rendere più trasparente la propria immagine, attraverso innumerevoli manifestazioni pubbliche, incontri, siti web e perfino trasmissioni televisive.

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