UNO STRANO SOGNO…

“Che ci piaccia o no, siamo noi la causa di noi stessi. Nascendo in questo mondo, cadiamo nell'illusione dei sensi; crediamo a ciò che appare. Ignoriamo che siamo ciechi e sordi. Allora ci assale la paura e dimentichiamo che siamo divini, che possiamo modificare il corso degli eventi, persino lo Zodiaco" (Giordano Bruno)

inserito il 05 03 2013, nella categoria Esoterismo, Iniziazione, Tavole dei Fratelli

Tavola del fr:. R:. B:.

Da un racconto di Paulo Coelho –   “Nella spiaggia ad est del paese c’è un isola sulla quale sorge un gigantesco tempio con tante campane”, disse la donna.

Il bambino notò che lei indossava strani abiti e che un velo le copriva i capelli. Non l’aveva mai vista prima.

“Hai mai visto questo tempio?” gli domandò lei. “Vai fin laggiù e dimmi cosa ne pensi.”

Affascinato dalla bellezza della donna, il bambino si recò nel luogo indicato. Si sedette sulla spiaggia e guardò l’orizzonte, ma non vide null’altro se non quello che era solito vedere: il cielo azzurro e l’oceano.

Deluso, si avviò verso un gruppo di case abitate da pescatori e domandò loro di un’isola con un tempio.

“Sì, c’era, ma tanto tempo fa, quando qui vivevano i miei bisnonni”, disse un vecchio pescatore. “Poi ci fu un terremoto, e l’isola sprofondò nel mare. Eppure, anche se non possiamo più vedere l’isola, riusciamo ancora a sentire le campane del suo tempio, quando il mare le a ondeggiare, laggiù sul fondo”.

Il bambino ritornò alla spiaggia, e aspettò di udire le campane. Vi passò tutto il pomeriggio, ma riuscì a sentire soltanto il rumore delle onde e le strida dei gabbiani.

Quando giunse la sera, i suoi genitori andarono a prenderlo. Il mattino dopo, il bambino tornò alla spiaggia. Non poteva credere che una così bella donna potesse raccontare delle bugie. Se un giorno lei fosse tornata, avrebbe potuto dirle di non aver visto l’isola, ma di avere udito le campane del tempio, che rintoccavano per il movimento dell’acqua.

Così passarono alcuni mesi. La donna non tornò, e il ragazzino la dimenticò. Adesso era intenzionato a scoprire le ricchezze e i tesori del tempio sommerso. Se avesse udito le campane, avrebbe potuto localizzarlo e recuperare il tesoro nascosto.

Ormai non lo interessavano più né la scuola né la combriccola di amici. Si tramutò nel divertimento preferito degli altri bambini: “Lui non è più come noi. Preferisce starsene a guardare il mare, perché ha paura di perdere quando giochiamo”.

E, vedendo il bambino seduto in riva al mare, tutti ridevano.

Benché non riuscisse a sentire le campane del tempio, il bambino apprendeva ogni giorno cose diverse. Si accorse che, dopo avere ascoltato a lungo il rumore delle onde, lo sciabordio non lo distraeva più. Passò qualche tempo, e si abituò anche alle strida dei gabbiani, al ronzio delle api che sibilavano tra le palme.

Sei mesi dopo l’incontro con la donna, il bambino era orami capace di non lasciarsi distrarre da alcun rumore. Ma le campane del tempio sommerso, non le aveva ancora udite.

Alcuni pescatori andavano a parlare con lui, e insistevano. “Noi le abbiamo sentite!” dicevano.

 

Ma il ragazzino continuava a non sentirle. Qualche tempo dopo, i pescatori cambiarono tono: ” Sei troppo concentrato sul suono delle campane laggiù. Lascia perdere, e torna a giocare con i tuoi amici. Forse soltanto i pescatori riescono a sentirle.”

Dopo quasi un anno, il bambino si disse: ” Forse hanno ragione loro. E’ meglio crescere, diventare pescatore e tornare tutte le mattine su questa spiaggia, perché ho cominciato ad amarla”.

Pensò anche: ” Forse è soltanto una leggenda. Con il terremoto le campane si sono spaccate e non rintoccheranno mai più”.

Quel pomeriggio decise di ritornare a casa. Si avvicinò all’oceano, per congedarsi. Guardò ancora una volta lo spettacolo della Natura, e allora, siccome non era più concentrato sulle campane, poté sorridere al canto dei gabbiani, al rumore del mare, al vento che sibilava tra le palme. Sentì in lontananza la voce dei suoi amici che giocavano, e si rallegrò al pensiero che ben presto sarebbe tornato ai giochi dell’infanzia.

Il bambino era contento. E, come soltanto un bambino sa fare, ringraziò di essere vivo. Sapeva di non avere perduto il proprio tempo, poiché aveva appreso a contemplare e a rispettare la Natura.

A quel punto, sentendo il mare, i gabbiani, il vento, le foglie delle palme e le voci degli amici che giocavano, udì anche la prima campana. E un’altra. E poi un’altra ancora, finché tutte le campane del tempio sommerso rintoccarono, riempiendolo di gioia.

Anni dopo, ormai adulto, ritornò al paese e alla spiaggia dell’infanzia. Non voleva più recuperare alcun tesoro in fondo al mare: forse era stato solo un frutto della sua fantasia, forse non aveva mai udito le campane sommerse in quel lontano pomeriggio della sua infanzia. Decise comunque di passeggiare sulla spiaggia, per ascoltare il rumore del vento e le strida dei gabbiani.

Fu profondamente sorpreso nel vedere, seduta sulla sabbia, la donna che gli aveva parlato dell’isola con il tempio. ” Che cosa fai qui?” le domandò. ” Aspettavo te, ” rispose lei.

Lui notò che , sebbene fossero passati tanti anni, la donna aveva ancora lo stesso aspetto: il velo che le copriva i capelli non sembrava affatto sgualcito dal tempo.
Lei gli porse un quaderno azzurro, con le pagine bianche.

”Scrivi: ‘Un guerriero della Luce presta attenzione agli occhi di un bambino. Perché quegli occhi sanno vedere il mondo senza amarezza. Quando desidera sapere se chi sta al suo fianco è degno di fiducia, cerca di vedere la maniera in cui lo guarda un bambino’.”

“Che cos’è un guerriero della Luce? ” chiese lui.

“Credo che tu lo sappia” rispose lei, sorridendo. “E’ colui che è capace di comprendere il miracolo della Vita, di lottare fino alla fine per qualcosa in cui crede, e di sentire allora le campane che il mare fa rintoccare nel suo letto. “

Lui non si era mai ritenuto un guerriero della Luce. La donna parve indovinare il suo pensiero: “Di questo sono capaci tutti. E nessuno ritiene di essere un guerriero della Luce, benché in effetti lo sia. “Lui guardò le pagine del quaderno. La donna sorrise di nuovo. 

“Scrivi” disse lei infine.

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Miei cari fratelli, spero non mi giudicherete male per quello che ho scritto in questa tavola e che mi accingo or ora a leggere, poiché ciò che ho scritto và letto con gli stessi “occhi del bambino” di cui parla la breve storiella che vi ho appena letto; ma soprattutto va ascoltata con cuore e mente aperti, senza percepirne la critica, bensì la volontà di toccare un tasto per me importante e, a mio avviso, importante per tutta la Loggia. È soltanto prendendo consapevolezza delle propria condizione che si può pensare di adottare un cambiamento o decidere consapevolmente di restare come si è.

Dal giorno del mio ingresso in Loggia, sono pervaso da emozioni di intensità sempre crescente e che non riesco a controllare… emozioni positive, s’intende; emozioni e sensazioni che da pochi anni ho imparato a conoscere e che mi hanno armato di maggior forza e volontà nel affrontare il mondo profano.

Molto spesso guardo a noi, e vedo uomini probi dotati di grandi qualità e giudizio. Molto spesso guardo a noi e non posso esimermi dal guardare contestualmente il passato, il presente ed il futuro. E se guardo al passato, vedo noi e vedo centinaia di personaggi illustri che hanno contribuito nei più svariati campi, all’evoluzione sociale e culturale del mondo intero. Ho i brividi se penso che personaggi del calibro di Darwin, Beethoven, Disney, Meucci, Cavour, Garibaldi, Mazzini, Churchill, Mozart, Wilde, Fleming, Haydn, Goethe, e tanti altri, sono stato anelli di congiunzione tra ieri ed oggi e che anche noi siamo congiungente a nostra volta di altri grandi che ci seguiranno e che continueranno nella nostra Opera di Costruzione. Mi sento orgoglioso di questo. Guardo al passato, vedo noi e vedola Rivoluzione Americana.Lafirma della Dichiarazione di Indipendenza, 19 Presidenti degli Stati Uniti d’America, vedo Abramo Lincoln firmarela Proclamazionedell’emancipazione, liberando gli afro-americani neri dalla schiavitù.

E ancora, vedo il Fratello Voltaire che intento nella stesura dell’”Enciclopedia”, figlia della cultura illuministica.

Guardo al passato, vedo noi e vedola Rivoluzione Francesee, chiudendo gli occhi, sento il popolo francese gridare a pieni polmoni “Liberté, Égalité, Fraternité”. Guardo al passato, vedo noi e vedo Giuseppe Mazzini, Giuseppe Garibaldi, i nostri Fratelli Carbonari che si riuniscono mettendo a rischio la loro vita. Vedo la Breccia di Porta Pia, la caduta dello Stato Pontificio e la fine del potere temporale della Chiesa; vedo l’Unità d’Italia e sento le note dell’Inno del Fratello Mameli che ci ricorda… “siam pronti alla Morte!!”

Guardo al passato e continuo a vedere Massoneria ovunque e mentre giro la testa verso il presente vedo noi e vedo la rivolta per l’indipendenza dell’India, vedo la nascita della lotta non violenta e della Disobbedienza Civile ed ho la sensazione di che il Fratello Gandhi mi guardi negli occhi pronunciando una delle frasi che è passata alla Storia:“Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo.”

Mi desto e…cosa è stato? Una strana allucinazione? Una lucida visione? …o forse un “fantastico” sogno? Non so… ma mi emoziono. Sorrido. …e decido: SCRIVO come mi suggerisce la signora del Mare nella favola di Coelho e sarò il cambiamento che voglio vedere nel Mondo!!!

Mi emoziono nuovamente, chiudo gli occhi, e volgo interamente la mia testa verso il presente. Penso a tutto quello che ho visto e percepito nel sogno… ho gli occhi chiusi e quando li riapro… piango. Piango per diversi motivi. Piango per la gioia e l’emozione, piango per l’orgoglio che provo nell’essere Massone, ma non solo. Piango anche pensando ai centinaia se non migliaia Fratelli morti per difendere un ideale, l’ideale massonico di cui oggi noi siamo ancora garanti e difensori. Piango perché vedo il presente e questo mi fa soffrire.

Vedo noi Massoni come una elite di Uomini Forti e capaci come un Esercito di Cavalieri della Luce, nati per combattere contro l’Oscurità e che per secoli e secoli sino ad oggi, hanno lottato contro le tenebre del dogma, contro le ingiustizie e l’ignoranza, contro gli integralismi religiosi, le dittature e le tirannie. Sento orgogliosamente di farne parte e paragono spesso i nostri lavori di Loggia all’addestramento dei guerrieri che si preparano, giorno dopo giorno, ad una guerra che dura dalla Notte dei Tempi e che mai avrà fine.

Le società massoniche erano e per me rimangono baluardi del razionalismo, luoghi di addestramento interiore per validi Combattenti e valorosi Guerrieri, che con mio grande rammarico, A ME PARE, si siano chiusi nella loro roccaforte ed abbiano deciso di continuare ad addestrarsi, e a costruire il Loro Tempio interiore ma senza MAI! entrare in guerra. Non sto dicendo di dichiarare guerra a qualcuno o a qualcosa in particolare, ma cari Fratelli miei, se non ve ne siete accorti, la fuori…nel mondo profano… è già in atto una violenta guerra.

Purtroppo lo scenario mondiale suscita diverse inquietudini. La violenza esplosa in diverse parti del pianeta, le pulizie etniche, i genocidi nei continenti africano e asiatico, il terrorismo dei fondamentalisti religiosi e l’ossessione nazionalista denotano un malessere profondo che deriva da squilibri sociali, provocati anche dal tramonto delle ideologie, e che viene avvertito sia dagli individui, sia dalle collettività. Anche nel mondo occidentale, ricco e opulento, nonostante una diffusa e alta qualità della vita, non sono assenti contraddizioni che minacciano l’armonia e la stabilità sociale; nella nostra cara Italia, ingiustizie economiche e sociali, discriminazioni di diversa natura, povertà nuove e vecchie, degrado ambientale, disagi psicologici ed esistenziali, nonché conflitti interetnici appaiono come un cancro a cui si deve prestare un’attenzione ampia, fondata sui valori che proclamano la dignità della persona. I Metalli assumono un “valore” sempre maggiore nel Mondo di oggi, la crisi economica imperversa e l’incapacità della classe politica che ci governa è un dato di fatto sotto gli occhi di tutti noi. La nostra tanto cara ed amata libertà, giornalmente violentata, ci sta urlando messaggi e richieste di aiuto, e noi dove siamo? Cosa stiamo facendo nel mentre? Cosa aspettiamo ad intervenire?

Sun Tzu, nella sua celebre opera “L’arte della Guerra” afferma che: “ Un vero Guerriero evita il combattimento e se combatte lo fa esclusivamente se sa già di aver vinto in partenza.” Ecco cosa credo che forse il nostro esercito oggi, non si senta all’altezza, non si senta forse in grado di vincere lo scontro frontale con il Male e che, anche per questo, il Male stia riempiendo le sacche di assenza di Bene lasciate da quei Guardiani che fino ad oggi ne avevano attentamente custodito la difesa, anche a costo della loro stessa Vita.

Non sto dicendo che sia necessario darela propria Vita per la Massoneria, sto affermando  che, i nostri predecessori lo hanno fatto e che noi dobbiamo tenerlo bene a mente. È difficile per noi comprendere cosa significhi morire per un ideale, cosa significhi sacrificare la propria esistenza per una causa superiore, ma anche noi siamo chiamati a questo compito.

Non dobbiamo mai dimenticarci che la nostra appartenenza alla Massoneria è una scelta di vita che va ben distinta dalla semplice affiliazione ad una associazione filantropica. Sigillo di questa scelta èla Promessa Solenneche ognuno di noi ha prestato in piena libertà:la Promessa Solenneimplica il dovere di raccogliere le sfide che quotidianamente il mondo profano ci lancia, concretizzando così i veri principi Massonici. Ciò presuppone un miglioramento dell’Uomo, del Massone, che potrà così irradiare nella società civile a cui appartiene i valori necessari alla costruzione del Tempio dell’Umanità, ma anche la forza del coraggio di cambiare, in meglio, il mondo che ci circonda.

Quando ero un profano ero davvero convinto che la Massoneria fosse un esercito di Cavalieri del Bene capaci di lottare contro l’Oscurità per difenderela Luce. Orane sono convinto, so che anche questo è fra i nostri Compiti e sono certo che il primo vero nemico da combattere sia la nostra stessa Paura. Paura di parlare di questi temi, Paura di non cadere in errori del passato che nulla avevano a che vedere con la Massoneria, Paura di agire in modo sbagliato talmente tanta Paura, da aver tacitamente deciso di NON AGIRE.

Credo che i mali da curare siano talmente tanti che non importi da dove si inizia, o dove ci porterà l’inizio di un nuovo cammino, bensì l’importante sia iniziare questo sacrosanto Cammino. Il nostro compito, allora, è certamente culturale ed etico, ma deve a mio avviso anche divenire concreto e il nostro impegno è, da un lato, rivolto al dialogo e, dall’altro, all’educazione delle nuove generazioni. A tal fine dobbiamo non dobbiamo farci contagiare o condizionare dal mondo profano, ne tanto meno dal Paura. Non abbiate Paura Fratelli miei… il nostro coraggio si misura non dall’assenza di Paura, ma dalla capacità che abbiamo di affrontarla e sconfiggerla.

Quando scoppia un grosso incendio, le persone restano sconvolte e pietrificate dalla Paura, consapevoli, in cuor loro, che da lì a poco interverrà qualcuno a spegnere l’incendio. Fratelli quel qualcuno siamo noi!!! Siamo noi i “pompieri” e per questo npon possiamo avere Paura.

Fratelli, forse ci siamo solo un po’ indeboliti, intorpiditi… impauriti?! Ma non dimentichiamo che se noi, nessun altro potrà salvare l’Umanità da questo declino.

Rendiamoci conto di questo!

“Che ci piaccia o no, siamo noi la causa di noi stessi. Nascendo in questo mondo, cadiamo nell’illusione dei sensi; crediamo a ciò che appare. Ignoriamo che siamo ciechi e sordi. Allora ci assale la paura e dimentichiamo che siamo divini, che possiamo modificare il corso degli eventi, persino lo Zodiaco.” (Giordano Bruno)

Ho detto

R:.B:.

 

 

5 Marzo 2013 e.v.

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Se vuoi approfondire, leggi anche:

PENSIERI IN MOVIMENTO

IL TENDINE DELL’APPRENDISTA

IL COMPASSO: LA CONGIUNZIONE INIZIATICA

L ‘ARIETE, SEGNO DELL’ALBA INIZIATICA

PRIMI PASSI

J – B: LE COLONNE DEL DESIDERIO

 

L’Anima Ribelle della Massoneria

 

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1 Comment for this entry

  • Sandro Saviola

    Ringrazio di cuore per questa Tavola che risplende di quella Luce che davvero porta ad innalzare Cattedrali del pensiero. La condivido al punto di sentirla mia. Mi ricorda i cinque anni trascorsi in officina a intagliare e cercare di levigare la mia dura pietra. Un t.f.a. Sandro

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