Patti Lateranensi: dall’11 Febbraio 1929 un salasso per gli italiani

inserito il 11 02 2012, nella categoria Fatti e personaggi, Storia

L’11 Febbraio ricorreva l’anniversario dell’apparizione della Madonna a Lourdes. Nel 1929 la Santa Sedescelse proprio quella data, già dotata di una propria aurea di festa, per solennizzare ulteriormente quell’avvenimento, ed allo stesso tempo per manifestare la soddisfazione vaticana per la “qualità” dell’accordo raggiunto. Accordo che poneva fine al lungo contenzioso apertosi dal tempo della “breccia di Porta Pia” (20 Settembre 1870) ovvero con la presa militare di Roma con cui il nuovo regno italiano aveva posto fine al potere temporale del papato, incamerandone i territori.

Il nuovo concordato fra Regno d’Italia e Chiesa sanciva di fatto la nascita di un nuovo stato denominato “Città del Vaticano” e riconosceva alla Chiesa Cattolica lo status di “religione di Stato”, con varie conseguenze sul piano civile e della pubblica istruzione. La legge italiana sul matrimonio venne infatti resa conforme a quella della Chiesa Cattolica, il clero venne esentato dal servizio militare, e l’insegnamento della religione cattolica venne introdotto come materia obbligatoria nell’ordinamento scolastico (divenne facoltativo solo con l’ultima revisione del Concordato firmata dal cardinale Casaroli e Bettino Craxi nel 1984).

Non mancavano quindi motivi di soddisfazione per il papa Pio XI per l’accordo raggiunto con il capo del governo italiano di allora, Benito Mussolini, arrivando a definirlo “l’uomo che la Provvidenza ci ha fatto incontrare” nel corso di un’udienza concessa ai professori ed agli studenti dell’Università di Milano, due giorni dopo la firma dei Patti Lateranensi.
E’ con profonda compiacenza che crediamo di avere ridato Dio all’Italia e l’Italia a Dio”, disse nella medesima occasione Pio XI.

 

Fra i motivi di soddisfazione del papa per il patto stabilito con l’Italia, rientravano certamente anche quelli economici: il nuovo Stato Vaticano era stato infatti totalmente esentato da tasse e dazi sulle proprie merci, ed inoltre aveva ottenuto un risarcimento record di quasi 3 miliardi delle lire di allora (che oggi avrebbero un valore di due miliardi e mezzo di euro): per la precisione “1 miliardo e 750milioni di lire in contanti ed un ulteriore miliardo di lire in titoli di stato consolidati al 5 per cento annuo, al portatore”, tutto questo per i danni finanziari subìti dalla Stato Pontificio in seguito alla fine del potere temporale del Papa.

Pochi lo sanno, ma quello dell’Italia con lo Stato Vaticano non fu l’unico accordo concordatario stabilito dal Papato. Analoghi concordati, finalizzati a rendere libera la pratica della religione cattolica, furono infatti firmati all’epoca conla Lettonia(1922), conla Baviera(1924), con Lituania e Romania (nel 1927), conla Prussia(1929), con il Baden (1932) e conla Germanianazista (1933).

Il Concordato incluso nei Patti Lateranensi (ma non il Trattato fra Italia e Vaticano) fu rivisto nel 1984. Tale revisione fu siglata il 18 Febbraio di quell’anno dal presidente del consiglio di allora, Bettino Craxi, e dal cardinale Agostino Casaroli in rappresentanza della Santa Sede.

Il nuovo concordato poneva fine alla definizione di “religione di Stato” per quanto riguardava la Chiesa Cattolica e rendeva facoltativo e non più obbligatorio l’apprendimento della religione nelle scuole statali, in compenso garantiva nuovi flussi di finanziamento alla Chiesa, destinando una frazione (l’otto per mille) del gettito fiscale dell’Irpef al cosiddetto “sostentamento del clero”.

Di fatto l’articolo 7 del nuovo concordato ha reso obbligatorio per lo Stato Italiano il finanziamento delle attività e del personale per il funzionamento della Chiesa cattolica in Italia (nel 2000 si calcolava che nel nostro paese vi fossero circa 16.500 istituti religiosi, oltre 27mila parrocchie e circa 16mila enti cattolici di varia natura).

Oltre all’otto per mille, lo Stato è impegnato a garantire la deducibilità delle libere offerte destinate alla Chiesa fino ad importi di due milioni; il pagamento degli stipendi a funzionari/operatori religiosi impegnati in settori della pubblica amministrazione (scuola, forze armate e di polizia, carceri, ospedali); a concedere esenzioni dell’Iva e dall’imposta su terreni e fabbricati e sulle successioni; contributi diretti alle scuole confessionali (materne non statali, elementari parificate, ecc.) oltre a contributi alle famiglie non abbienti che mandano i loro figli presso tali scuole private; finanziamenti pubblici per la costruzione e manutenzione di edifici di culto; contributi a strutture religiose che svolgono servizi sociali; condizioni particolari per istituti bancari e società finanziarie riconducibili al Vaticano operanti in Italia.

In quanti euro si traduce tutto ciò? Un calcolo quasi impossibile da determinare. Ci ha provato qualche tempo fa un’inchiesta del giornalista Curzio Maltese su Repubblica, che è giunto a quantificare in circa quattro miliardi di euro il volume complessivo di finanziamenti diretti e indiretti da parte dei contribuenti italiani al Vaticano ed alla Chiesa Cattolica.

Un miliardo all’anno proviene dall’otto per mille; 650 milioni sono destinati agli stipendi dei 22mila insegnanti dell’ora di religione; 700 milioni è l’importo versato da Stato ed Enti Locali per le convenzioni con istituti religiosi nella scuola e nella sanità.

Ci sono poi i benefit fiscali della Chiesa che si traducono comunque in mancato gettito per l’erario italiano: dai 400 ai 700 milioni di esenzioni Ici; fino ai 500 milioni per le esenzioni da Irap, Ires e altre imposte,

L’inchiesta di Repubblica parla inoltre di altri 600 milioni di elusione fiscale legalizzata per altre attività, quale ad esempio il turismo religioso che muove ogni anno, tramite agenzie e strutture dello stesso movimento cattolico, circa 40milioni di visitatori e pellegrini.

Il totale, sempre secondo il quotidiano La Repubblica, farebbe dunque circa quattro miliardi di euro sostanzialmente quasi un Ponte sullo Stretto di Messina per ogni anno fiscale.

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Da www.telesananterno.com

Rubrica: Calendario, quando oggi era ieri

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