CRONOBIOLOGIA: APPROCCIO OLISTICO A MENTE E CORPO

Esistono molti tipi di ritmi biologici: ci sono ritmi circadiani, della durata, cioè, di circa un giorno; ritmi infradiani, con un periodo maggiore di 24 ore, come quelli circamensili o circannuali; ritmi ultradiani, con un periodo inferiore alle 24 ore. Un “relais” fondamentale è costituito dalla ghiandola pineale o epifisi, definita da Cartesio la “sede dell’anima”, anello di giunzione fra la Res Cogitans e la Res Extensa. Per gli orientali, la pineale costituisce il “terzo occhio” o “occhio di Buddha”, in grado di penetrare nelle dimore di cose ineffabili. A livello epifisario è posto il settimo chakra: il loto dell’illuminazione.

inserito il 18 06 2011, nella categoria Scienza, Tavole dei Fratelli

Tavola del fr:. V:. G:.


La ciclicità è una caratteristica praticamente costante della materia vivente: esistono ritmi delle cellule, degli organi e sistemi, della biologia e del comportamento degli organismi e della specie. Ma anche tutta la nostra vita psico-sociale segue dei ritmi più o meno evidenti, come dimostrano il comportamento alimentare o sessuale e il ciclo sonno/veglia.

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A questo proposito alcune indagini epidemiologiche hanno evidenziato che l’attività sessuale nell’uomo, la frequenza dei rapporti sessuali, le violenze sessuali denunciate presentano un picco circannuale tra il mese di luglio e quello di ottobre.

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Si è osservato, inoltre, che l’attività criminosa contro le persone presenta un picco massimo in estate, mentre quella contro la proprietà è massima in inverno.

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Le convulsioni epilettiche variano la loro frequenza con un ritmo che segue le fasi lunari e con un ritmo circadiano. È per questo che gli antichi chiamavano l’epilessia “mal di luna”? Tutto ciò è in relazione col mito dei licantropi (uomini-lupo)?

La depressione e la mania sono sindromi tipicamente cicliche e a volte stagionali e anche l’incidenza dei suicidi presenta dei massimi e dei minimi annuali; per esempio alle nostre latitudini vi è un massimo al solstizio d’estate.

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Qual è il significato e quali sono i meccanismi regolatori di questa sorta di cronometro o clessidra della biologia e dei comportamenti? Occorre innanzitutto precisare che esistono molti tipi di ritmi biologici: ci sono ritmi circadiani, della durata, cioè, di circa un giorno; ritmi infradiani, con un periodo maggiore di 24 ore, come quelli circamensili o circannuali; ritmi ultradiani, con un periodo inferiore alle 24 ore.

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Ogni ritmo biologico e comportamentale è la risultante di un elemento endogeno e di un sincronizzatore esterno; esiste infatti un ritmatore (nel nucleo soprachiasmatico ipotalamico) che genera dei ritmi con un periodo di circa 24 ore. A questo programma genetico si sovrappone l’influenza dei sincronizzatori ambientali: si tratta di fattori fisici (ciclo luce-buio, della temperatura, fasi lunari, campi geomagnetici) e psicosociali (turni di lavoro, orario dei pasti, ecc.). In condizioni di isolamento da questi fattori ambientali, (come durante l’isolamento in grotte), i ritmi biologici saranno l’espressione dei soli ritmatori endogeni che produrranno dei ritmi cosiddetti free-running perché non più controllati dall’esterno; ad esempio il ciclo sonnoveglia invece di essere di1 24 ore acquisterà un periodo più lungo (di 25 ore circa).

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È dal reciproco contributo dei sincronizzatori interni ed esterni che nasce l’equilibrio cronologico dell’organismo.

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Un “relais” fondamentale dell’adattamento temporale dell’individuo all’ambiente è costituito dalla ghiandola pineale o epifisi. Questa ghiandola venne definita da Cartesio la “sede dell’anima” e anello di giunzione fra la Res Cogitans e la Res Extensa (la coscienza e il corpo). Inoltre, per gli orientali, la pineale costituisce il “terzo occhio” o “occhio di Buddha”, che, se aperta, penetra nelle dimore di cose ineffabili.

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A livello epifisario è posto il settimo chakra: il loto dell’illuminazione.

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L’epifisi secerne la melatonina in funzione del ciclo luce/buio e di altre determinanti ambientali come i campi elettromagnetici. La melatonina agendo sul sistema endocrino, sul sistema immunitario e verosimilmente su quello nervoso, informa l’organismo delle variazioni ambientali permettendogli di adeguarsi ad esse.

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È evidente il significato adattivo di tutto ciò: un organismo è evolutivamente avvantaggiato dal fatto di essere programmato in anticipo per adottare la propria fisiologia e comportamento alle variazioni ritmiche ambientali; infatti, poiché la durata giornaliera della luce solare (fotoperiodo) varia col variare della stagione, la pineale modifica la sua funzione nei diversi periodi dell’anno e permette, ad esempio, all’animale che andrà in letargo di accumulare grassi in anticipo prima che il freddo e la scarsità di cibo si facciano sentire.

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Ognuno di noi “funziona” quindi sulla base di una quantità innumerevole di ritmi qualitativamente eterogenei. Ritmi cellulari: ad esempio l’attività mitotica e metabolica. Ritmi sistematici: per il sistema neuroendocrino l’affività ciclica (circadiana e circannuale) dell’asse ipotalamo-ipofisisurrene che regola la produzione di cortisolo, ormone principe nel controllo dello stress, e del sistema endorfinico del piacere-dolore (cioè il sistema delle endorfine, i cosiddetti oppioidi endogeni).

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Anche il sistema immunitario varia la sua attività lungo le 24 ore (ad esempio le cellule natural killer presentano la massima reattività alle 5 del mattino secondo un ciclo controllato dalla melatonina).

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Ad un livello ancora superiore si situano i ritmi organismici integrati: il ritmo sonno-veglia, con le sue farsi REM (sonno con sogno) e non REM (sonno senza sogno), i ritmi di attività e riposo, i ritmi emozionali, quelli sessuali e riproduttivi. Tutti questi sistemi sono strettamente integrati fra di loro: durante le fasi REM del sonno si osserva un incremento a picco dei tassi di TL-2 (interleukina 2), una sostanza endogena che stimola le Natural Killer che difendono l’organismo dai virus e dalle cellule neoplastiche che quotidianamente si formano nel nostro organismo. È possibile che tale azione sia mediata dalle beta-carboline, allucinogeni endogeni secreti anche dalla pineale e che possiedono importanti azioni sul sistema immunitario. È molto affascinante notare che queste stesse betacarboline sono contenute nelle piante allucinogene utilizzate dagli sciamani sudamericani nelle loro pratiche terapeutiche.

A questo proposito, come non ricordare la correlazione che molte civiltà proponevano fra attività onirica e condizioni di salute e malattia? I Greci, ad esempio, passavano le notti nei templi di Esculapio (Dio della medicina) aspettando la visita della divinità nel sogno. Al mattino si poteva essere o spacciati o guariti.

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E ancora: durante il giorno abbiamo dei ritmi brevi, cosiddetti ultradiani, della durata di 90 minuti in cui alternativamente risulta attivato o l’emisfero destro o quello sinistro; ciò si può facilmente determinare controllando con quale narice si sta respirando: l’emisfero attivo è quello opposto alla narice aperta.

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Durante la dominanza dell’emisfero destro viene stimolata la fantasia e la creatività, come quando si sogna ad occhi aperti, ed è in questa fase che si verificano con più frequenza lapsus, distrazioni e incidenti; viceversa, quando è l’emisfero sinistro ad essere più attivo, siamo più vigili su ciò che ci circonda e sono più pronte le nostre capacità analitiche, matematiche, razionali.

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L’organizzazione bioritmica del nostro organismo, della quale abbiamo dato qualche esempio, è quindi essenziale per l’adattamento del nostro psicosoma all’ambiente in cui vive e, quindi, per il mantenimento dell’omeostasi. Infatti, quando quest’ultima viene persa e insorge la malattia, troviamo praticamente sempre delle alterazioni cronobiologiche.

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Nel settore del disturbo mentale, una tipica disritmia è la psicosi maniaco-depressiva in cui sono presenti variazioni cicliche circadiane (il paziente sta regolarmente peggio al mattino) e le “fasi bipolari” si possono estendere a periodi più o meno lunghi (mesi o anni).

In questa patologia si ritiene che un’alterazione dei ritmi possa giocare un ruolo causale nell’insorgere della malattia; infatti la luce, come risincronizzante, se somministrata in particolari momenti del giorno, ha un effetto terapeutico (Light-therapy).

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I bioritmi possono alterarsi in seguito allo stress o per la desincronizzazione fra fattori regolatori ambientali e pacemakers endogeni. Lo stress causa alterazioni neuroendocrine importanti che sregolano il ritmo ormonale del soggetto e alterano il normale alternarsi di dominanza emisferica.

La desincronizzazione provoca il disadattamento fra individuo e ambiente: ciò accade ad esempio nei turni di lavoro e nei viaggi intercontinentali aerei. Queste situazioni sono accompagnate da una quantità di sintomi psicosomatici dei quali un tipico esempio è il jetlag e che vanno dalla cefalea e disorientamento, all’insonnia o ipersonnia, ai disturbi gastrointestinali o dermatologici; inoltre nei disturbi somatoformi e dell’umore si riscontrano spesso alterazioni cronobiologiche ormonali che possono giovarsi di una terapia risincronizzante quale la somministrazione di ACTH (un ormone ipofisario che induce un aumento della cortisolemia) alle ore 7 del mattino.

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In conclusione, la cronobiologia è un metodo di analisi della biologia e del comportamento che si fonda sul rapporto fra l’uomo e l’ambiente, fra ecosistema interno ed ecosistema esterno, fra microcosmo e macrocosmo. Si tratta quindi di un approccio profondamente olistico che nella valutazione dell’equilibrio omeostatico non tiene conto soltanto di fattori interni al sistema, ma anche del rapporto psicobiologico che si stabilisce in ogni momento con l’ecosistema esterno.

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In questa prospettiva l’uomo non solo non è più la positivista e meccanicistica somma di cellule e organi, ma non è neppure una monade isolata dal proprio ambiente; la cronobiologia, inserendo la variabile “tempo” nell’indagine psicobiologica, ristabilisce il contatto di ogni nostro fenomeno fisico, chimico, biologico o psicologico con i parametri ecosistemici ambientali: la luce, le variazioni dei campi elettromagnetici, le rivoluzioni planetarie e il susseguirsi delle stagioni, rivelando così la presenza di una risonanza cosmica di ogni evento psicologico.

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Ho detto

V:. G:.

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BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
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Sublimen, 2009
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