COMPATIBILITA’ FRA CHIESA CATTOLICA E MASSONERIA

La prima condanna “ufficiale” del Vaticano risale al 1738, da allora i documenti cattolici contro la Massoneria sono stati più di tremila, di cui ben 586 gli interventi magistrali dei Papi. Dopo gli spiragli del Concilio Vaticano II e di Paolo VI, con l’attuale pontefice Benedetto XVI le distanze si sono fatte ancora più ampie. Per la Chiesa ha doppia appartenenza, alle Logge ed alla comunione cattolica, è assolutamente da escludere. Per l’Episcopato tedesco (Card. Seper) “Il relativismo ed il soggettivismo (della Massoneria) non si possono armonizzare con la fede nella parola di Dio rivelata ed autenticamente interpretata dal Magistero della Chiesa… l’iniziazione simbolica sta in chiara concorrenza con la trasformazione sacramentale attuata dalla Chiesa. Infatti se con i rituali dei tre gradi massonici vengono già raggiunti l’illuminazione ed il superamento della morte, a che cosa d’altro dovrebbe servire la comunicazione sacramentale della salvezza nel Battesimo, nella Penitenza e nell’Eucarestia?”.

inserito il 13 05 2011, nella categoria Filosofia, Religione, Storia, Tavole dei Fratelli

 

Tavola del fr:. E:. B:.

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Maestro Venerabile, Fratelli tutti,

Scrive, in una sua tavola, nel settembre 1971 il Fr:. Giovanni Pica, allora Sovrano Gran Commendatore del R:.S:.A:.A:.: l’idea di un Dio personale, gratificante o punitore, è stata necessaria agli uomini del passato che senza di essa non avrebbero saputo imporsi regole morali atte allo sviluppo del proprio spirito e della società in cui vivevano, ma il grande fatto che domina la storia umana “è il progresso costante dell’intelligenza, la concezione successiva delle verità di ogni ordine”, per cui l’uomo moderno, evoluto non può più accontentarsi di un’idea sorpassata e non più necessaria al suo ulteriore sviluppo, ma anzi ostacolante la sua evoluzione appunto perché superata. Il carattere universale di ogni religione “è di rispondere allo stato intellettuale dell’epoca. Ogni religione rimpiazza un culto più grossolano ed essa stessa è rimpiazzata a sua volta”; ecco perché la Massoneria, nella sua perpetua ansia di progresso, si distingue dalle religioni che considera relitti del passato, venerandi sì, ma pur sempre di ostacolo, oggi al libero sviluppo dello spirito umano.

Non è facile però spogliarsi di questi “relitti del passato”, poiché, in ogni caso, ci si ritrovano nell’intimo delle pesantissime scorie la cui rimozione è molto difficile se non quasi impossibile.

Questo almeno per uno come me, cresciuto e vissuto per molti anni in quella cultura cattolica, sue derivazioni ed insegnamenti, (odium vitae, pena e castigo, sfruttamento della paura, del peccato e della morte) che nel nostro paese è così generalizzata ed assolutamente pregnante. 

Ho sempre avuto dei dubbi, fin dalla gioventù, ma forse anche per una buona dose di pigrizia mentale ed interiore e perché, no anche di una certa paura dell’incognito, non mi ero mai sentito di affrontare la questione: io e la mia “religione”. Ora, grazie anche alla forza che mi infondono gli strumenti ricevuti con l’iniziazione, da Massone, uomo del dubbio, ma che cerca di risolvere i propri dubbi, ho deciso di affrontare questo problema, per me veramente esistenziale.

Il motivo di questa tavola vuole essere, pertanto, il tentativo di un chiarimento soprattutto personale e lo spunto per un eventuale aiuto derivante dal sicuro contributo dei fratelli di questa Rispettabile Officina.  

26 novembre 1983, dichiarazione della congregazione per la Dottrina della Fede a firma dell’allora Cardinal Ratzinger: “Rimane immutato il giudizio della Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche, poiché i loro principi sono sempre stati considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa e perciò l’iscrizione ad esse rimane proibita. I fedeli che appartengono ad associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla comunione”.

A partire dal primo documento di condanna della massoneria, quello di Clemente XII nel 1738, ne sono stati inventariati più di tremila e comunque sono ben 586 gli interventi magistrali dei Pontefici sulla Massoneria, fino al 1993.

Il 28 aprile 1738 si ha, appunto, il primo documento pontificio sulla Massoneria e relativa scomunica: Papa Clemente XII, con la lettera apostolica “In eminenti”, mette in guardia i credenti dalla organizzazione massonica ponendo al primo punto di condanna il fatto che nelle Logge si ammettono “uomini di qualunque religione o credenza”. Tale Enciclica è stata riconfermata con valore eterno da Papa Benedetto XIV con la sua Enciclica “Provideas Romanorum” emanata nel 1751.

Il periodo più intenso di scontro, di denigrazione e tentativo di soppressione della Massoneria da parte del magistero pontificio si ha dal 1738 fino alla morte di papa Leone XIII, nel 1903, periodo, d’altronde corrispondente alla maggior diffusione e sviluppo delle Logge e l’enciclica Humanum Genus di Leone XIII fu senz’altro la più importante sulla questione. In essa sono descritte, a suo dire, le ricadute morali e filosofiche del pensiero massonico e della Massoneria in generale, in un contesto, segnato dall’indifferentismo religioso fino all’assoluto anticlericalismo. La massoneria viene condannata in quanto segna il trionfo del relativismo, del naturalismo ed è volta a “distruggere dalle fondamenta tutto l’ordine religioso e sociale nato dalle istituzioni cristiane ed a creare un nuovo ordine a suo arbitrio”.  (dobbiamo considerare che dalla presa di Porta Pia erano trascorsi solo quattordici anni con tutte le conseguenze che ne sono derivate).

Una seconda fase del magistero può essere circoscritta al periodo che va dall’inizio del pontificato di Pio X nel 1903 all’apertura del Concilio Vaticano II nel 1962. La condanna della Massoneria da parte della Chiesa viene codificata nel codice di Diritto Canonico del 1917 e nelle Costituzioni Sinodali del Primo Sinodo Romano, indetto da Papa Giovanni XXIII nel 1960. Viene ribadita la scomunica per “tutti coloro i quali danno il proprio nome alla setta massonica od altre associazioni dello stesso genere, che complottano contro la chiesa e contro i legittimi poteri civili”. Dal Concilio Vaticano II sino al 1983 il magistero non nomina più la Massoneria e sullo slancio del disgelo del Concilio, tra la Chiesa e la Massoneria vi era stato un gran dialogare e nel 1978 si salutò Paolo VI, morto quell’anno, come il primo papa “non nemico”, anzi…. Si vociferava anche di cardinali ed illustri prelati di curia segretamente affiliati alle logge. Questo faceva ben sperare sul nuovo codice di diritto canonico in preparazione; avrebbe dovuto sancire la svolta pacificatrice permettendo così quell’interpretazione per cui fu possibile credere che la scomunica della massoneria fosse abolita ed iniziasse un proficuo dialogo. Invece il nuovo codice di diritto canonico promulgato il 25 gennaio 1983 fu un’autentica delusione per chi credeva nella riconciliazione, così predicando “chi dà il nome ad associazione che complotta contro la chiesa sia punito con giusta pena; chi poi tale associazione promuove o dirige sia punito con l’interdetto”.

Il 26 novembre 1983, a chiarimento del sopraccitato codice, fu resa nota la dichiarazione a nome dell’allora Cardinale Ratzinger, di cui, all’inizio della tavola, con la quale il giudizio negativo sulla massoneria veniva pesantemente reiterato.

A tutt’oggi le cose non sono cambiate ed a quasi trent’anni di distanza quanto detto perdura. 

Nonostante questo una parte del mondo massonico insiste nel cercare un dialogo cristianomassonico (tavole rotonde, convegni, interviste, dichiarazioni, ecc.) e molti fratelli dichiarano tranquillamente di essere cattolici e di trovare normalissima l’appartenenza ad entrambe le istituzioni, confortati anche dal Board della Gran Loggia d’Inghilterra del 1985 che ritiene non esservi inconciliabilità fra l’appartenere alla Massoneria ed il professare una fede religiosa, poiché “la Massoneria è aperta agli uomini di tutte le fedi religiose e per essa il Dio del massone può benissimo essere lo stesso Dio della religione che egli  professa”.

Non rientra poi nell’argomento parlare di quei fratelli che si dichiarano cattolici solo per convenzione sociale o “giustamente” per il quieto vivere familiare.

Per la Chiesa invece la doppia appartenenza è assolutamente da escludere ed anche il dialogo è ritenuto, eventualmente, opportuno solo con quelle obbedienze massoniche che siano pronte a prendere atto della esclusione della doppia appartenenza.

Quindi per la Chiesa anche un dialogo sul piano etico e morale, che per la Massoneria non solo sarebbe possibile, ma è costantemente cercato, è invece da escludere se non esiste il presupposto di cui sopra. Al contrario, proprio su questo piano e soprattutto in questo momento storico con tutti gli interrogativi che ci pone la scienza, un’ipotesi di dialogo e di conciliabilità tra le due istituzioni sarebbe senz’altro auspicabile e certamente realizzabile. Unica condizione, che la Chiesa, anche solo per un attimo, accettasse l’idea di non essere detentrice assoluta di quel primato non solo religioso, ma anche etico, che da secoli e con arroganza, è convinta di possedere.

D’altronde dobbiamo dare atto che per un vero credente il piano etico non può essere ritenuto indipendente da quello religioso, in quanto per il suo credo tutto deve essere visto sotto questo profilo. Per questo individuo, il parlare di perfezionamento etico al di fuori del contesto religioso, non ha significato, in quanto, per lui, un vero perfezionamento etico-morale non potrà mai essere raggiunto se non nell’ambito della sua fede e senza il supporto essenziale di comandamenti e dettami dogmatici. (esempio: per la religione rapporti sessuali intrattenuti da una coppia non unita da vincolo matrimoniale non solo sono riprovevoli ma proibiti, mentre per il pensiero laico e quindi massonico, il problema non si pone assolutamente, per non parlare dell’uso dei contraccettivi, del divorzio, o di cose ben più importanti quali la questione della ricerca scientifica nei diversi aspetti, dalla genetica, alla fecondazione artificiale ecc..)  

Ma è sul piano religioso e della ricerca della verità che l’incompatibilità diventa totale.

Per il cristiano, la verità è direttamente rivelata da Dio, essa è assoluta, immutabile ed eterna. Egli, supportato da una fede basata esclusivamente sul dogma dovrà accettarla come principio generale e di conseguenza, conformare a questo principio tutta la sua esistenza e tutte le proprie azioni.

Dice Arturo Reghini: ”[…] ma non ci è possibile ammettere che la fede in un dogma costituisca una conoscenza perché sapere non è credere. Anzi noi comprendiamo che la verità è necessariamente ineffabile ed indefinibile, e lasciamo ai profani l’ingenua e consolante illusione che sia  possibile una qualsiasi formulazione della verità e della conoscenza in credi, formule, dottrine, sistemi e teorie”.

Ed ancora il G:. M:. Gustavo Raffi: ”Se la Massoneria cerca la verità, coloro che già appartengono ad una fede che si considera depositaria della verità, quale vantaggio trarrebbero mai da questa esperienza, anche e soprattutto nel loro cammino di conoscenza del divino? Non cadono essi in contraddizione, accettando un’esperienza che presuppone il dubbio e la ricerca, avendo già una fede e quindi anche una risposta?

Per il massone quindi, la verità, che non accetterà mai come imposizione, è un punto d’arrivo a cui potrà lentamente e gradatamente avvicinarsi attraverso il suo cammino di perfezionamento iniziatico, pur cosciente che non potrà mai totalmente pervenirci poiché, come dice il Cusano “la ragione umana non è capace per la sua natura, di cogliere con precisione la verità” e questo ben lo dimostra con metodo geometrico in “De Docta Ignoranza”, chiaramente evidenziando come sia impossibile per un poligono inscritto nel cerchio far coincidere il suo perimetro con la circonferenza del cerchio stesso. Così pure nel Bruniano “ Spaccio” dice Sofia a Saulino a proposito della Verità “ ……. Questa che sensibilmente vedi e che puoi con l’altezza del tuo intelletto capire non è la somma e prima, ma certa figura, certa immagine, e certo splendor di quella, la quale è superiore ….”.  così pure nell’ “Eroico Furore” che è il massimo sforzo dell’uomo per uscire dal suo stato di essere finito, ciò che vede il furioso non è la “monade” in “absoluta luce”, ma la sua “genitura che gli è simile, che è la sua imagine: poiché dalla monade che è la divinitade, procede questa monade che è la natura, l’universo, il mondo, dove si contempla e si specchia, come il sole nella luna…”  

E’ certo quindi che nessun Massone potrà mai dichiarare di possedere la verità, ne’ potrà mai assumere alcun dogma di tipo religioso, che automaticamente gli farebbe credere di possedere la verità, con la conseguenza, inoltre, non secondaria, di farlo sentire su un piano superiore al fratello che non condividesse il suo credo. 

Ma più che le mie parole ascoltiamo cosa dice  la Chiesa Cattolica e per  essa la Sacra Congregazione per la dottrina della fede: “per un cristiano non è possibile vivere la sua relazione con Dio in una duplice modalità, scindendola cioè in una forma umanitaria-sovraconfessionale ed in una forma interna-cristiana. Egli non può coltivare relazioni di due specie con Dio, né esprimere il suo rapporto con il Creatore attraverso forme simboliche di due specie [….]. D’altronde un cristiano cattolico non può nello stesso tempo partecipare alla piena comunione della fraternità cristiana e d’altra parte guardare al suo fratello cristiano, a partire dalla prospettiva massonica, come ad un “profano”.

La Chiesa non può permettere questa ambiguità, né può riconoscere ad altri il diritto di perfezionare l’uomo secondo modalità diverse da quelle sacramentali, per cui si ha un’inconciliabilità pratica fra Essa e la Massoneria.”

Ma ascoltiamo ancora le dichiarazioni dell’Episcopato Tedesco a nome del Cardinale Seper (dopo il fallito tentativo della conferenza episcopale tedesca che nel 1974 aveva istituito una commissione per accertare la compatibilità tra la fede cristiana e l’appartenenza alla Massoneria) reiterate sempre dalla Congregazione per la dottrina della fede: “innanzi tutto, la Massoneria, contrariamente alla Chiesa, nega, in linea di principio, il valore della verità rivelata e con questo indifferentismo, esclude, fin dall’inizio, una religione rivelata. In particolare, secondo la Massoneria, la Chiesa Cattolica non è detentrice della verità assoluta, oggettiva e rivelata. La Massoneria, perciò, sostiene una concezione relativistica della verità, mediante cui tutte le religioni (e quindi anche quella Cattolica) esprimono una verità mai assoluta, rivelata ed oggettiva. Un tale concetto di verità non è compatibile con il concetto cattolico di verità, né dal punto di vista teologico naturale, né da quello della teologia della rivelazione. Il relativismo ed il soggettivismo di questo genere, sostenuti dalla Massoneria, non si possono armonizzare con la fede della parola di Dio rivelata ed autenticamente interpretata dal Magistero della Chiesa.

Dal relativismo della verità discende anche la concezione relativistica della religione.

Negando alle Religioni il possesso della verità assoluta e rivelata, la Massoneria considera tutte le religioni come tentativi concorrenti di esprimere la verità divina, che, in ultima analisi sarebbe irraggiungibile. La verità divina, viceversa, sarebbe raggiungibile solo dalla Massoneria mediante il linguaggio dei simboli. Di conseguenza, la Massoneria sarebbe una religione universale (“la religione in cui tutti concordano” di cui parla Anderson nelle sue Costituzioni) e possederebbe la verità assoluta. La religione universale dei massoni trova espressione nel concetto del “Grande Architetto dell’Universo” che rivela una concezione di stampo deistico. Infatti, il GADU è un Essere neutrale, indefinito ed aperto ad ogni possibile interpretazione che minando i fondamenti della concezione di Dio dei cattolici e della risposta al Dio che li interpella come Padre e Signore, non consente di pensare ad una rivelazione di Dio, come invece avviene nella fede di tutti i cristiani. Per essa nessuna religione possiede la verità assoluta ed esclusiva, ma tutte le religioni sono relativamente vere, ossia ogni religione è vera rispetto al suo specifico punto di vista su tutta la realtà. Poiché si danno legittimamente diversi punti di vista, ognuno di essi è vero ma non in modo assoluto. Tutte le religioni, esaminate sul piano oggettivo, sono relativamente vere.

Per la Massoneria, tutte le concezioni dell’uomo (religiose e laiche) sono relativamente vere sul piano oggettivo; la stessa Massoneria, perciò detiene una verità relativa. Per la Chiesa Cattolica, esiste una sola verità assoluta, oggettiva e rivelata che appartiene a se stessa, di conseguenza, tutte le altre concezioni dell’uomo sono nell’errore.

I tre Rituali dei gradi di Apprendista, Compagno e Maestro presentano un carattere simile a quello dei Sacramenti e fanno nascere l’impressione che, mediante le azioni simboliche, l’uomo si trasformi effettivamente, ma questa iniziazione simbolica sta in chiara concorrenza con la trasformazione sacramentale attuata dalla chiesa, infatti se con i Rituali dei tre gradi vengono già raggiunti l’illuminazione ed il superamento della morte, a che cosa d’altro dovrebbe servire la comunicazione sacramentale della salvezza nel Battesimo, nella Penitenza e nell’Eucarestia.”

Le Religioni positive, in effetti, impongono regole e comandamenti che hanno un valore di salvezza in quanto dettati da Dio, l’uomo può quindi salvarsi soltanto osservandoli e seguendo la via da loro indicata e con la preghiera e l’assunzione dei sacramenti invocare la grazia, l’aiuto ed il perdono di Dio. La Religione con il suo messaggio di fede indica quel percorso di salvezza che da al credente la certezza di un sicuro e radioso aldilà. A sua volta il credente per ottenere questo è costretto a tenere durante tutta la propria esistenza dei precisi comportamenti soprattutto di aspetto morale, che in ogni caso saranno sempre sottoposti al giudizio esclusivo di Dio. Il credente infatti, pur sentendosi di aver libera scelta, ovvero “libero arbitrio” si troverà sempre a soggiacere alla volontà di Dio, che in possesso di potere e volere assoluti, avrà sempre come sua prerogativa, l’assoluzione finale. (Geremia XVIII, 6 ….forse che io non posso fare a voi, casa di Israele, come questo vasaio? Oracolo del Signore. Ecco: come la creta nelle mani del vasaio, così voi siete nella mia mano, o casa d’Israele.)

La Massoneria, invece, si presenta come un sistema di morale, che non pone regole né detta Comandamenti che esprimano quale siano i giusti comportamenti da tenere ed ancor meno propone un percorso di salvezza,  essendo quest’idea completamente estranea al suo pensiero; per questo nell’iniziazione e nei rituali massonici non vi è presenza né tanto meno vengono citati sacramenti.

In massoneria non esiste un pensiero di salvezza con riferimento al problema della liberazione dal male ne vengono proposti messaggi escatologici, in essa non vi è preoccupazione del destino dell’uomo dopo la morte, l’uomo è considerato il centro, per cui non si hanno né sono prese in considerazione certezze dell’oltre, bensì ognuno può percepire questo pensiero secondo la propria intima determinazione. L’uomo è considerato come una creatura dell’Uno, facente parte, quale sua emanazione, della sua stessa sostanza (Hermetica) e di conseguenza la sua natura può essere considerata “divina” se pur finita, ritenendo appunto il divino, non come l’essere assoluto visto da una religione bensì nel senso di ciò che sta oltre e di cui facciamo parte, ma di cui ci è dato impossibile conoscere.  Conoscenza che viene ben identificata con la parola ebraica ZIZA, il cui significato è “splendore” e che rappresenta il nostro sé interiore, la nostra essenza spirituale, la scintilla divina che è in noi. Conseguenza: la maggiore o minore conoscenza del divino porta alla maggiore o minore conoscenza di noi stessi e viceversa la maggiore o minore conoscenza di noi stessi porta alla maggiore o minore conoscenza del divino-inconoscibile (V.I.T.R.I.O.L.).

In effetti, se si osserva la Massoneria sotto il suo aspetto propriamente iniziatico, il discorso deve necessariamente svolgersi sul piano esoterico derivandone quindi che il perfezionamento interiore dell’uomo non si deve limitare solo alla sfera morale, cioè coscienziale, bensì deve investire anche la parte superiore dell’uomo, quella conoscenziale, quella conosciuta appunto come “spirituale” e che porta alla costante ricerca della verità.

Il messaggio massonico, poi, vuol far comprendere come ogni uomo, pur con il totale rispetto della sua individualità, non sia una piccola parte fine a se stessa, ma contribuisca a formare un insieme comprendente l’intera umanità, l’intero universo. Lo spirito massonico, quindi, è quello di formare un tessuto che nella sua formazione ed espansione deve condurre ad una sostanziale identità di idee, principi, sentimenti ed interessi (non materiali) comuni (per il bene nostro e dell’umanità intera). Viene così raggiunto uno degli scopi del lavoro libero-muratorio, che come dicono i rituali, è di (elevare templi alla virtù, scavare oscure e profonde prigioni al vizio) e lavorare al bene ed al progresso dell’umanità.

Chi entra in massoneria, inizialmente è come una pietra grezza che con un costante lavoro di miglioramento, diventa pietra cubica, la quale ben levigata da un continuo ed incessante lavoro iniziatico, trovando la giusta collocazione, si assembla alle altre per la costruzione simbolica del tempio dell’umanità.

Definizione: la Massoneria, che per altro indica un percorso strettamente individuale, è una scuola di vita, un insegnamento di condotta morale che ha il suo metodo nella “ricerca spirituale (interiore)”, finalizzata ad una vera conoscenza di se stesso e che attraverso una precisa e severa autoeducazione porta ad un giusto modo di vivere ed alla propria realizzazione, è: un’Arte di vita.

La Massoneria, poi, è priva di tutti gli elementi fondamentali di ogni Religione (documento della Gran Loggia d’Inghilterra del 1985) non ne entra nel merito né ha alcun collegamento con qualsiasi fede. Per questo fin dalle sue origini, la Libera Muratoria, si è posta di fuori dell’ufficialità di tutte le chiese riconosciute, adottando la nozione di “Grande Architetto dell’Universo” quale principio comune minimo sul quale si ritrovano persone di condizioni culturali, sociali ed economiche differenti, con una molteplicità assoluta di singole opinioni, ma unite nella ricerca costante del vero e del giusto attraverso un comune lavoro iniziatico-esoterico, nel tentativo e con la speranza di trovare quelle risposte concrete ai problemi del nostro tempo e quelle certezze esistenziali, che dalla chiesa sono considerate raggiungibili solo con la fede ed i suoi dogmi.

Il G:. A:. D:. U:., questa entità (divina e suprema) rappresenta, quindi, un principio superiore che trascende la realtà materiale, sociale  e religiosa e che deve essere interpretato direttamente da ciascun fratello secondo la propria libera coscienza ed eventuale fede e concepito da ogni singolo massone in modo conforme alla propria ed esclusiva idea di trascendenza, ma non può essere identificato né con il Dio di una particolare religione, né con un Dio sincretico o surretizio di una qualche religione: è un’idea, una nozione che deve portare al riconoscimento almeno di un Ente o Principio regolativo che in Massoneria viene richiesto soltanto come minima condizione.

Per concludere, a mio avviso il divario tra le due istituzioni è assolutamente incolmabile né ci potrebbero essere grandi speranze di avvicinamento apportando limitati cambiamenti nelle reciproche, dottrina ed  ideologia.

Solo il mutare dell’essenza sia della Chiesa Cattolica che della Massoneria potrebbe portare a concreti risultati, ma il cambiare ciò che ben individua e caratterizza le due istituzioni sarebbe un gravissimo errore. A questo punto né la Chiesa Cattolica né la Massoneria sarebbero più le stesse e ci ritroveremmo a parlare d’altro. Il giusto modo di agire al riguardo è quindi quello di riconoscerne le rispettive essenze, rispettando sia la dottrina dell’una che l’ideologia dell’altra.

Condizione minima per una pacifica convivenza: il riconoscimento almeno, di una  pari dignità quale primo presupposto per un reciproco rispetto, ma è innegabile constatare che attualmente solo la Massoneria, forte anche dello spirito di uno dei suoi principi base, la Tolleranza, cerca quel colloquio che potrebbe portare a tutto questo.

Purtroppo i risultati sono negativi.

E:.B:.

Appendice

Estratto da “Humanum Genus” di Leone XIII del 20 aprile 1884

Quanto dicemmo o diremo deve essere riferito alla setta Massonica come tale e in quanto comprende associazioni ad essa apparentate e federate, ma non ai singoli suoi seguaci. Nel numero di costoro vi possono essere molti che, sebbene non esenti da colpa poiché si lasciarono invischiare in siffatte congreghe, tuttavia non sono partecipi di fatti delittuosi e ignorano lo scopo ultimo che esse tentano di conseguire. Similmente tra le stesse associazioni alcune forse non approvano certe estreme conclusioni che sarebbe ovvio condividere in quanto derivano necessariamente da comuni principi, salvo che la loro stessa turpitudine non sia di per sé dissuasiva per l’orrore che suscita. Inoltre la condizione dei luoghi e dei tempi convince talune sette ad essere meno audaci di quanto esse vorrebbero o altre osano; non per questo però sono da considerare estranee al patto Massonico, poiché tale patto non deve essere giudicato dagli atti e dai fatti compiuti, ma dal complesso dei suoi principi.

Orbene, il caposaldo dei Naturalisti, come col nome stesso rivelano, consiste nella necessità che l’umana natura e la ragione umana siano maestre e sovrane in ogni cosa. Stabilito tale principio, essi poco si curano dei doveri verso Dio, o li sovvertono con opinioni vaghe ed erronee. Negano infatti che Dio ci abbia tramandato alcuna verità; non riconoscono alcun dogma religioso, alcuna verità che l’umana intelligenza non comprenda, alcun maestro a cui si debba credere per l’autorità dell’incarico. E poiché è dono singolare e unicamente proprio della Chiesa Cattolica il possedere nella loro pienezza, e conservare nella loro pura integrità, le dottrine divinamente rivelate, l’autorità del magistero e gli altri celesti strumenti di salvezza, ne consegue che il furore e l’impeto dei nemici contro di essa sono enormi. Ed ora si osservi come si comporta la setta Massonica nei confronti di ciò che attiene alla religione, soprattutto là dove è più libera la possibilità di agire: e poi si giudichi se essa non sembri voler seguire fedelmente le massime dei Naturalisti. Infatti, con lungo e ostinato travaglio fa in modo che il magistero della Chiesa e la sua influenza nulla possano nella società: per questo motivo predica e si batte ovunque per la totale separazione della religione e della politica. In tal modo si esclude la salutare virtù della religione cattolica dalle leggi e dalla amministrazione dello Stato; ne consegue che si vuole ordinare la società indipendentemente dalle istituzioni e dalle dottrine della Chiesa. I Massoni non si accontentano di tenere lontana la Chiesa, ottima guida, ma si adoperano per nuocerle con persecuzioni. Pertanto diventa lecito assalire impunemente gli stessi fondamenti della religione cattolica con la parola, con gli scritti, con l’insegnamento; si violano i diritti della Chiesa né sono salvi i doni divini in grazia dei quali essa si è ingrandita. Ad essa è consentita una ridottissima facoltà di operare, e ciò in forza di leggi in apparenza non troppo repressive, ma in verità concepite in modo da inceppare la libertà. Inoltre vediamo che al Clero vengono imposte leggi particolari e vessatorie in modo che esso ogni giorno di più si vede diminuito di numero e privato dei mezzi necessari; vediamo i residui beni ecclesiastici stretti da vincoli iugulatori, subordinati al potere e all’arbitrio dei governanti; soppresse e disperse le comunità degli ordini religiosi. Ma contro la Sede Apostolica e il Romano Pontefice arde ancor più violento l’accanimento dei nemici. Prima di tutto, con menzogneri pretesti il Pontefice fu spogliato del principato civile, roccaforte della sua libertà e del suo diritto; poi fu ridotto a una condizione iniqua e ad un tempo intollerabile per gli ostacoli ovunque frapposti; finché si è giunti a questi tempi in cui i settari dichiarano apertamente ciò che a lungo avevano segretamente macchinato tra loro: occorre abolire il sacro potere dei Pontefici e distruggere totalmente la stessa divina istituzione del Pontificato. Prova sufficiente di ciò, ove altri argomenti mancassero, è la testimonianza di uomini consapevoli, la maggior parte dei quali, sia altre volte, sia di nuovo e per memoria recente, dichiararono che è vero quanto si è detto dei Massoni: essi vogliono soprattutto perseguitare con implacabile avversione il cattolicesimo, e non si placheranno finché non vedranno distrutte tutte le istituzioni religiose fondate dai Sommi Pontefici. Se è vero che gli iscritti alla setta non sono forzati a rinnegare espressamente la fede cattolica, ciò non contrasta affatto con i propositi dei Massoni in quanto, se mai, giova ad essi. In primo luogo, infatti, ingannano con questo espediente i semplici e gli incauti, e ne lusingano molti con generose offerte. Inoltre, accogliendo chiunque s’incontri, e di qualsivoglia religione, conseguono il risultato di trascinare nel funesto errore del nostro tempo per cui è necessario abbandonare gli scrupoli religiosi in quanto non vi è differenza alcuna tra le varie confessioni. Questo ragionamento è rivolto al fine di sopprimere tutte le religioni e particolarmente la cattolica la quale, essendo l’unica vera tra tutte, non può essere confusa con le altre senza gravissima offesa.

Ed ancora:

La Chiesa invero, per il fatto che ordina agli uomini di obbedire soprattutto a Dio, supremo Signore dell’universo, sarebbe ingiustamente e falsamente accusata di usurpare il potere civile o di pretendere per sé parte dei diritti sovrani. Anzi, ciò che è giusto rendere al potere civile, essa ritiene che lo si debba rendere per convinzione e per dovere di coscienza. Poiché dallo stesso Dio deriva il diritto di comandare, grande è l’accrescimento di dignità che ne consegue al potere politico, e non esiguo il concorso diretto ad ottenere il rispetto e la benevolenza dei cittadini. Amica della pace, fautrice della concordia, la Chiesa abbraccia tutti con amore materno; unicamente intenta a giovare ai mortali, insegna che occorre unire la giustizia con la clemenza, il comando con l’equità, le leggi con la moderazione: nessun diritto deve essere violato; occorre mantenere l’ordine e la pubblica tranquillità, alleviare quanto più è possibile, in forma privata e pubblica, la povertà dei reietti. Per usare le parole di Agostino: “Credono o vogliono far credere che la dottrina cristiana non reca alcuna utilità alla società perché non vogliono che lo Stato poggi sul fondamento delle virtù ma sulla impunità dei vizi” . Pertanto, sarebbe assai conforme alla saggezza civile e necessario alla comune sicurezza che i principi e i popoli collaborassero non già con i Massoni per distruggere la Chiesa, ma con la Chiesa per respingere gli assalti dei Massoni.

In ogni caso, visto che un male così grave è già troppo diffuso, è compito Nostro, Venerabili Fratelli, impegnare il pensiero nella ricerca dei rimedi. E poiché sappiamo che nella virtù della religione divina (tanto più odiata dai Massoni, quanto più temuta) è posta la migliore e più salda speranza del rimedio, riteniamo sia essenziale ricorrere a questa salutare virtù come alleata contro il comune nemico. Pertanto tutti i decreti che i romani Pontefici Nostri Predecessori promulgarono per ostacolare i propositi e i tentativi della setta massonica; tutti i provvedimenti che essi sancirono per allontanare o richiamare i fedeli da siffatte associazioni, tutti e singolarmente Noi li ratifichiamo e li confermiamo con la Nostra autorità Apostolica. E in tale frangente, confidando pienamente nel buon volere dei cristiani, preghiamo e scongiuriamo ciascuno di loro, per la loro salvezza, di impegnarsi ad ubbidire alle disposizioni che in proposito la Sede Apostolica ha impartito.

E:. B:.

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