Spielberg girerà un film sul bimbo bolognese “rapito” da Pio IX

inserito il 14 04 2016, nella categoria Fatti e personaggi, Storia

Director Steven Spielberg poses backstage after winning the award for best animated feature film for "The Adventures of Tintin" at the 69th annual Golden Globe Awards in Beverly Hills, California, January 15, 2012. REUTERS/Lucy Nicholson (UNITED STATES - Tags: ENTERTAINMENT) (GOLDENGLOBES-BACKSTAGE) - RTR2WCLL

Il famoso regista Steven Spielberg si appresta a girare un film su un giallo “bolognese”, in cui la Grande Storia s’interseca con la piccola storia.

Una vicenda all’insegna dell’intolleranza religiosa, che nella Bologna pontificia manteneva una rigorosa apartheid religiosa nei confronti degli ebrei, e che nel ghetto della vicina Ferrara li costringeva addirittura a subire prediche forzate ed assistere alla Messa cattolica, nella prospettiva di ottenere conversioni più o meno coatte.

Questo era il clima di quegli anni. E quello che segue l’intreccio di storie maiuscole e minuscole che ne scaturì.

La Grande Storia in questo caso è la famosa “Breccia di Porta Pia” del 20 Settembre 1870, quando i bersaglieri del nuovo Regno d’Italia strapparono definitivamente Roma al Papato, sancendo la fine del potere temporale del Vaticano ed il completamento dell’Unità d’Italia con Roma capitale, come avevano sognato per tutto il Risorgimento intere generazioni di massoni, primo fra tutti Garibaldi.

La piccola storia è quella di un bambino bolognese, Edgardo Mortara, che dodici anni prima (23 Giugno 1858) era stato letteralmente “rapito” dalla Polizia del Sant’Uffizio (Bologna allora era ancora territorio dello Stato Pontificio). I gendarmi papalini si presentarono a casa della famiglia Mortara, in via Riva Reno, e strapparono letteralmente il bambino ai suoi genitori di religione ebraica: un commerciante di passamaneria il padre, Salomone Mortara, una donna incinta del nono figlio la madre, Marianna Padovani. La causa era stato il gesto pietoso ed inconsapevole di una giovane domestica cattolica della stessa famiglia Morata, tal Anna Morisi, che sei anni prima, allorchè il piccolo Edgardo aveva contratto una grave malattia, temendo per la sua vita, l’aveva fatto battezzare di nascosto, all’insaputa dei suoi stessi genitori.

La domestica non aveva però saputo mantenere il segreto con il proprio confessore, da qui il crudele intervento della legge della Chiesa che allora proibiva che una famiglia di ebrei potesse allevare un figlio cristiano. Ed Edgardo Mortara, con il battesimo segreto, era comunque diventato un bambino cattolico a tutti gli effetti.

Possiamo solo immaginare quale sia stato lo strazio ed il dolore dei suoi genitori e dei suoi familiari. Il caso fece comunque molto scalpore. Da più parti si levarono appelli al Papa Pio IX perché restituisse il bambino ai suoi genitori, ma non ci fu nulla da fare. Perfino gli interventi diretti dei banchieri Rothschild, grandi creditori del Vaticano, dell’imperatore francese Napoleone III, dello stesso Cavour, tramite il suo emissario Conte della Minerva, furono totalmente inascoltati.

E così si venne alla Breccia di Porta Pia. Fra i militari italiani che entrarono in Roma c’era infatti anche un giovane ufficiale bolognese, Riccardo Mortara, 25 anni, fratello maggiore di Edgardo il bambino rapito dal clero dodici anni prima. Il suo compito e la sua speranza erano appunto quelli di rintracciare il fratellino, ma non ci fu nulla da fare. Il giovane ufficiale girò invano per tutti gli istituti religiosi di Roma. Dove era finito quel bambino?

Ora sarà Hollywood ed in particolare il famoso regista Steven Spielberg, a chiarire questo giallo storico. Le riprese potrebbero cominciare il prossimo anno. Il titolo del film dovrebbe essereThe Kidnapping of Edgardo Mortara”. Fra gli interpreti Mark Rylance, oscar come attore non protagonista ne “Il Ponte delle Spie”. Sarà lui ad impersonare Pio IX, il papa che volle occuparsi personalmente del giovane Edgardo Mortara nutrendo per lui una specie di accanito affetto filiale.

Lo stesso Pio IX apparirà più tardi, quando la magistratura del nuovo Regno d’Italia processò il capo dell’Inquisizione bolognese, padre Felletti, come il reale mandante di quel rapimento.

Si sa che appena trasferito da Bologna a Roma, il bimbo venne ospitato nella Casa dei Catecumeni, e che Pio IX lo volle più volte accanto a sé. Un rapporto di tipo “filiale” che probabilmente determinò anche un forte condizionamento morale del giovane Edgardo, che rifiutò ogni successivo riavvicinamento con i suoi genitori ebrei, ed anzi, nel 1873, entrato nell’ordine degli Agostiniani, si fece consacrare sacerdote. Morì, senza più rivedere alcun esponente della sua famiglia, nel 1940 in un monastero di Liegi.

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Per saperne di più leggi anche

20 Settembre 1870: la Breccia di Porta Pia


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