ANCHE IL GOI PER LE 300 RAGAZZE RAPITE

inserito il 13 05 2014, nella categoria Oltre le colonne

BRING BACKIl Grande Oriente ha aderito alla campagna web #BringBackOurGirls che mira a mobilitare l’opinione pubblica internazionale a fare pressione sulle autorità nigeriane affinché le 300 ragazze rapite dal dormitorio del loro collegio lo scorso 15 aprile dal gruppo islamista Boko Haram vengano restituite alle famiglie.

A lanciarla attraverso i social network è stata Malala, la giovane attivista pakistana candidata al Nobel, che ha avuto il coraggio di ribellarsi ai talebani per affermare il diritto all’istruzione femminile.

MALALA BRINGBACK

Partecipano  attivamente all’iniziativa anche Hillary Clinton, segretario di stato americano, e la first lady Michelle Obama.

Si teme che molte delle studentesse sequestrate possano essere state trasferite fuori del loro paese con l’inquietante prospettiva di essere vendute come schiave e come spose-bambine.

Nelle ultime ore sembra invece che il nucleo principale delle ragazze rapite sia stato individuato ancora all’interno della Nigeria. Gli stessi rapitori le hanno mostrare tutte interamente coperte, dalla testa ai piedi, dai classici “burka” islamici. Nello stesso video i miliziani di Boko Haram inneggiano ad una conversione collettiva di tutte le bambine all’Islam. Sfidano l’esercito a venirle a prendere, facendo capire che ne sortirebbe una strage, ma gli stessi terroristi accennano anche alla possibilità di uno scambio fra le bambine-ostaggio e gli uomini di Boko Haram attualmente detenuti nelle prigioni nigeriane.

Nella stessa capitale nigeriana in questi giorni sono state organizzate numerose manifestazioni di protesta dal movimento delle Donne per la Pace e la Giustizia.  Ma il Governo, almeno fino ad oggi, ha respinto qualsiasi ipotesi di trattativa.

Quello che si nota maggiormente in questa vicenda è comunque l’assordante silenzio di gran parte del mondo mussulmano, sia a livello religioso sia a livello politico ed intellettuale. Ed è proprio questo silenzio che amplifica la voce e la paura del terrorismo islamico in generale, e di Boko Haram in particolare.

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