CAMBIAMENTO. RIGENERAZIONE

Al volgere di ogni anno, come riportano gli “antichi doveri”, vengono rimesse alla volontà di ogni Loggia le cariche che ne determineranno la conduzione. Questo avviene in tutto il mondo da oltre tre secoli; questo ha sempre significato vitalità, irrobustimento, crescita.

inserito il 16 01 2014, nella categoria Esoterismo, Ritualità, Simbolismo, Tavole dei Fratelli

rivoluzione-cosmica

Tavola declamata dal nuovo Oratore V:. G:. in occasione della tornata del passaggio di maglietto dal Venerabile uscente al nuovo Maestro Venerabile e di insediamento delle nuove cariche di Loggia per l’anno massonico 2014.

Nel mondo profano càpita con una ciclicità difficilmente prevedibile e sempre oggetto di sorpresa, che la struttura di cui facciamo parte subisca dei cambiamenti. Gli esempi più frequenti si verificano nel mondo del lavoro: il capo ha ottenuto una promozione, a seguito della quale viene trasferito ad altro ufficio, ne consegue l’arrivo di un nuovo capo, oppure il collega con cui abbiamo collaborato fino a ieri ha ottenuto il tanto agognato avvicinamento alla propria sede di residenza e quindi occorre sincronizzarsi, per il lavoro futuro, con un nuovo collega. Tutti i nostri automatismi, acquisiti nell’ultimo periodo, vanno in parte rivisti e settati alla luce, appunto, del cambiamento.

In genere, questa tipologia di situazioni comporta le reazioni più disparate da parte di chi le subisce: c’è chi ha una straordinaria elasticità e capacità di adattamento e chi, invece, necessita di tempi più lunghi, a volte sofferti, per poter raggiungere il nuovo equilibrio e proseguire quindi in quella carreggiata che rappresenta la strada da percorrere nella giusta direzione e con il migliore rapporto resa/fatica. E’ in questi frangenti d’altro canto, che ci rendiamo conto di quanto il nostro sentiero non abbia dei limiti perfettamente definiti, ma, al contrario, le tracce si presentino talvolta di difficile interpretazione, i segni sono molteplici e danno adito ad una serie di dubbi che tendono ad offuscare e confondere le nostre decisioni.

In questa fattispecie tuttavia, l’esperienza straordinariamente ci insegna che, una volta maturata la rotta da seguire, anche se questa ha richiesto iniziali e faticosi aggiustamenti, il cammino poi prosegue con maggiore serenità ed armonia, spesso superiori anche a ciò che erano prima del cambiamento, e questo avviene proprio alla luce degli sforzi che necessariamente dobbiamo profondere nella circostanza, vincendo immobilismo ed oblìo, attingendo quindi alla nostra razionalità creativa da un lato e con la mediazione imprescindibile dei nostri sentimenti dall’altro.

Senza avere paura di sbagliare: ciò che dobbiamo temere invece è che si affievolisca in noi la percezione che ci fa intuire l’errore. In proposito il filosofo Emile Chartier affermava: “niente è più pericoloso di un’idea, quando è l’unica che si ha”. L’esperienza inoltre, dimostra che il cambiamento, opportunamente programmato, sta ad una struttura così come l’allenamento, razionalmente pianificato, sta ad un atleta e, in tutti i casi, è indice di vitalità. Anche se nelle fasi iniziali comporta fatica, sacrificio e richiede sforzi di adattamento, il risultato, prima o poi emerge nel senso di irrobustimento, crescita in reattività, in una parola: rinnovamento.

La materia di cui è composto il cosmo è in continua trasformazione ed evoluzione; l’uomo, d’altra parte, deve aspettarsi tutto ciò ed essere pronto a farne fronte, con gli adeguamenti necessari, perchè “Niente è più come prima, dopo la marea”.

Perchè, vi chiederete, cari fratelli, questa lunga premessa dedicata al mondo profano? Non è forse vero che quando ci riuniamo tra le colonne dobbiamo lasciare al di là di esse questa realtà? Come sempre la verità non sta nell’assoluto: la porta del Tempio non è un compartimento stagno che separa questi 2 mondi; la massoneria è costituita da uomini ed è logica conseguenza che, anche inoltrandoci tra le colonne, anche respirando gli incensi purificatori, immersi nello sterminato simbolismo che ci circonda, il vissuto profano continui ad anastomizzarsi con il nostro tessuto massonico.

La Libera Muratorìa è ben conscia di tutto ciò e proprio alla luce di quanto appena detto, al volgere di ogni anno, come riportato dagli “antichi doveri”, vengono rimesse alla volontà di ogni Loggia le cariche che ne determineranno la conduzione. Questo avviene in tutto il   mondo da oltre tre secoli; questo, da oltre tre secoli, ha significato, come nel mondo profano, vitalità, irrobustimento, crescita del proprio bagaglio di esperienza; in una parola: rinnovamento.

Ecco quindi che ci troviamo qui, al termine del solenne, suggestivo rituale di insediamento di un nuovo Maestro Venerabile:., di un nuovo 1° Sorvegliante:., di un nuovo 2° Sorvegliante:., di un nuovo Oratore:. e del Fr:. Tesoriere. Queste 5 figure, come primo atto dedicato alla Loggia, hanno deciso di scolpire insieme questa tavola.

Vale ora la pena di soffermarsi a tracciare qualche cenno di connotazione relativa a questi 5 Fratelli, che saranno in carica per la durata di una infinitesima parte di eternità, e che vuole altresì essere una generale quanto generica dichiarazione di intenti da parte di ognuno di essi:

 

IL MAESTRO VENERABILE:

“Primus inter pares…”. Siede all’Oriente ed ha, sopra il capo, il segno dell’ariete, il cui motto è “io vedo la luce  e le volto le spalle, così che m’illumini il cammino”.

L’ariete è la prima fatica di Ercole, il suo governatore esoterico è Marte, così il M. V., assimilando questa simbologia, diviene il Fuoco Creatore ed in Lui devono confluire tutte le energie della Loggia, comburente necessario per l’opera di un costruttore di idee. Così il Maestro Venerabile avrà una visione generale del piano, definendone i singoli progetti che lo compongono ed affidando la loro realizzazione ad altri FFRR. Costruttori secondo una sua valutazione di predisposizioni ed attitudini. Egli non partecipa ad alcun lavoro per non alterare la sua visione d’insieme, ma sarà accanto ad ogni singolo fratello nello svolgimento del suo compito personale.

 

IL PRIMO SORVEGLIANTE:

Siede ad occidente, in prossimità della colonna B:. e dà le spalle al segno zodiacale del leone, che ha, come motto: “io affermo il fatto!”.

Egli ha il compito di sorvegliare le due colonne, in particolare è responsabile di quella del meridione (diurna e solare). Tra le sue prerogative, quella senza dubbio fondamentale, è l’attenzione verso tutti i componenti della Loggia perchè si formi quella fratellanza, che noi chiamiamo eggregoro, che è indispensabile alla coesione; quando ciò viene raggiunto, allora l’armonia è tangibile e pertanto il primo sorvegliante, in chiusura dei lavori, a mezzanotte in punto, può ben pronunciare l’auspicio “che la luce della bellezza resti nei nostri cuori”.

 

IL SECONDO SORVEGLIANTE:

Siede a sud, sotto il segno del sagittario, il cui motto è “io sono il proposito stesso!”. La freccia che sta per essere scoccata identifica la forza del pensiero saldo nella determinazione. Egli ha il compito di seguire l’Apprendista nei primi passi di quel cammino esoterico che l’iniziato percorre per accedere ai piani di conoscenza superiore. Un sentiero durante il quale gli si schiuderà, passo dopo passo, il simbolico trinomio, Saggezza, Forza e Bellezza, riscoprendo in se stesso quei valori che si esprimono nel segno dell’universalità e dell’immutabilità. La lettura del passato impone un atteggiamento di fermezza nella continuità dei valori, ma non deve tradursi in un’avversione al nuovo, al progresso, di cui la Massoneria è portatrice verso l’umanità.

La Forza deve essere pertanto intesa come metodo per evitare il pregiudizio, inteso come forma di pigrizia o debolezza intellettuale, ben sapendo, però, che il bene ed il male non sono categorie assolute. Se la Massoneria è un’arte dell’anima allora i suoi simboli, quali il grembiule, il maglietto, la squadra, la livella ed il compasso, sono essi stessi simboli del lavoro interiore sull’essere umano, necessario per la costruzione di quel Tempio meraviglioso che è la scena dell’anima umana, per l’evoluzione ed il progresso dell’Umanità.

 

L’ORATORE:

Siede a nord, sotto il segno dei gemelli. Egli è la voce della Loggia, oltre che il depositario della costituzione, delle leggi dell’Ordine e del regolamento di Loggia.

L’oratore, insieme al segretario ed al copritore interno costituiscono il triangolo d’aria. Durante i lavori egli vigila che tutto sia giusto e perfetto secondo la legge massonica e, proprio alla luce di questo, compila all’inizio dell’anno massonico e di concerto con il Maestro Venerabile, il calendario ed il programma dei lavori che verranno svolti nelle tornate rituali.

Al termine quindi di ogni tornata, e dopo gli interventi di ogni fratello, l’oratore darà le sue conclusioni sul lavoro svolto.

 

IL TESORIERE:

E’ collocato a Nord-Est, sotto l’influsso del Toro. Egli è il vero alchimista della Loggia, infatti assume su di sé i compiti di saggiare, pesare ed amalgamare il piombo, l’argento e l’oro del tesoro di Loggia. Il tesoriere inoltre completa magistralmente l’opera alchemica con la trasmutazione dell’oro fisico in oro spirituale, costituito da pensieri, parole ed opere.

Simbolicamente, il tesoriere paga tutti i FFRR., al termine dei lavori, secondo il loro grado. Altrettanto simbolicamente gli apprendisti ricevono il loro salario sotto forma di pane e vino, non essendo ancora in grado di amministrare il Tesoro; i compagni d’arte ricevono il salario in argento ed i maestri in oro, secondo il loro arricchimento interiore.

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Al termine di queste brevi considerazioni, il M. V., il 1° ed il 2° sorvegliante, l’oratore ed il tesoriere appena insediati, desiderano formulare a tutti i FFRR. di questa Loggia ed ai graditi ospiti, i loro migliori auguri di buon anno e proficuo lavoro massonico, con l’auspicio che la luce della forza, della bellezza e della sapienza continuino a rischiarare il nostro cammino.

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Tavola scolpita con lavoro comune e fraterno da:

M:. T:.

G:. P:.

M:. R:.

V:. G:.

R:. B:. 

 


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