Non avremmo mai pensato, dopo oltre cent’anni, ad un ritorno d’attualità di Leo Taxil, l’uomo che nel secolo scorso si fece ricco con una serie di libri e conferenze in cui, da ex franc–maçon, pretendeva di rivelare riti satanici ed orgiastici compiuti all’interno delle logge massoniche. Rivelazioni che furono subito fatte proprie dalla propaganda cattolica (che, nonostante le frequenti allusioni sessuali contenute nei suoi scritti, arrivò, in un eccesso di zelo antimassonico, a consigliare la lettura di Taxil anche alle giovanette del tempo).

Senonchè lo stesso Taxil, che era stato ricevuto in udienza anche dal papa Leone XIII, in un secondo momento sconfessò se stesso e tutta la macchina del fango che i suoi sostenitori cattolici avevano costruito contro la massoneria utilizzando i suoi scritti. Scritti totalmente falsi. Una grande bugia, per soldi, per desiderio di notorietà, per la volontà di prendersi gioco della società, come confessò lo stesso autore.

Ebbene a distanza di tanto tempo le sue tesi, nonostante la loro conclamata falsità, sono state tuttora riprese per screditare nuovamente le logge massoniche. Si comincia mettendo in dubbio la stessa ritrattazione di Leo Taxil (dovuta a chissà quali minacce) e si arriva perfino ad affermare che Taxil abbia fatto e faccia tuttora il gioco della massoneria, anzi sia addirittura una “manna” per i massoni, perché (citiamo testualmente) se qualche “profano” parla di “luciferismo” o “satanismo” massonico ecco che i massoni lo accusano subito di essere un “taxilliano”.

Sinceramente di questi “taxiliani” di ritorno proprio non ne sentivamo alcuna mancanza. Anche e soprattutto perché pensavamo che non vi fosse più una simile superstiziosa credulità da parte dell’opinione pubblica su cui fare leva. Ma forse ci sbagliavamo.

Infatti su alcuni blog cattolici proprio in questi giorni vengono reiterate assurde accuse di satanismo rivolte alla massoneria in generale, accuse puntellate da citazioni tratte in particolare dal sito della nostra loggia, citazioni per altro artatamente avulse dal loro specifico contesto.

Pur non volendo amplificare e rinfocolare una polemica (partita da una recente conferenza cattolica sulla massoneria tenutasi proprio a Ferrara), vorremmo comunque puntualizzare quanto attiene alle distorte enunciazioni che i nostri detrattori hanno tratto dal nostro sito.

A riprova dell’inclinazione satanica della massoneria, i nostri critici cattolici hanno infatti estrapolato alcune frasi da una “tavola” (termine che in gergo massonico definisce le relazioni discusse in loggia) presente sul nostro sito, tavola dal titolo “L’Anima Ribelle della Massoneria”, in cui si allude ad alcuni aspetti della tradizione massonica, per i quali gli stessi massoni si ritengono discendenti da Caino ed ancor prima dalla trasgressione della ribelle Eva.

Sempre ad ulteriore riprova delle sulfuree inclinazioni della nostra loggia e delle logge massoniche in generale, gli stessi blog cattolici hanno poi citato la presenza sul nostro sito anche del famoso “Inno a Satana” del massone Carducci.

Dunque, replichiamo con ordine: i  massoni si ritengono discendenti di Caino, semplicemente perché questo personaggio biblico è considerato il primo costruttore di città, padre degli antichi fabbri e dei primi liberi muratori, e non certo per complicità postuma nel suo atto omicida (ai danni del fratello Abele, episodio per altro interpretato più prosaicamente come la metafora del passaggio storico dell’uomo dalla pastorizia all’agricoltura, dal nomadismo alle città, appunto).

Quanto alla Grande Madre Eva, non siamo certo noi, ma la Chiesa, a considerarla la grande peccatrice. Per noi è semplicemente il primo essere umano che ha voluto andare oltre ad un dogma.

E’ la Chiesa che pretende una fede basata sui dogmi. I massoni non rifiutano certo la fede, qualsiasi fede, ma non certo una fede imprigionata dai dogmi. Tutta qui la difference.

Tralasciamo l’accenno all’Inno a Satana di Carducci: troppo facile da parte cattolica citarlo come prova “sulfurea” dell’animo diabolico della massoneria, quando in realtà si tratta di un’ode che col satanismo non ha nulla a che fare, tesa piuttosto ad esaltare lo spirito “prometeico” dell’uomo, che è tutt’altra cosa (sì certo, una sfida agli dei, ma solo in nome della conoscenza e del progresso dell’uomo… per altro una sfida assai meno cruenta, come volle ricordare Carducci, di quella con cui i dogmi ed il fanatismo teocratico della prima Chiesa cattolica soppiantarono gli stessi antichi dei).

In ogni caso, per placare le paure demoniache degli attenti visitatori cattolici del nostro sito, vorremmo far loro notare (ed invitare a leggere) anche altri scritti che si trovano accanto all’Inno di Carducci: ad esempio la celebre “Livella” del principe massone De Curtis in arte Totò, oppure “la Felicità” del massone Bentham, per scoprire un volto assai più benevolo della stessa massoneria.

Tralasciamo anche gli assurdi richiami alla ritualità massonica che conterrebbe giuramenti e cerimonie di carattere macabro, restituendo al mittente l’osservazione, semplicemente perché non si può scambiare la metafora per realtà, sarebbe come accusare la chiesa di cannibalismo perché invita i fedeli a nutrirsi del corpo e del sangue di Cristo. Assurdo.

Può essere vero, anzi è vero, che i massoni si promettano reciproco riserbo, con pene severe (allegoriche, ripetiamo) in caso di violazione di tale impegno, ma occorre pensare che questa promessa non è altro che il retaggio della necessità di difendersi da pene e castighi tutt’altro che allegorici (confisca dei beni, carcere, e talvolta perfino il patibolo) dispensati proprio ai massoni dai poteri assolutistici, compresa la Chiesa di allora.

E veniamo a Giordano Bruno: il fatto che la nostra loggia sia intitolata al martire del libero pensiero, condannato dalla Chiesa, sarebbe secondo gli stessi blog cattolici un’ulteriore riprova del nostro animo diabolico, ma non è stata certo la massoneria a bruciarlo sul rogo, semplicemente per le sue idee. E se ci è permesso, fra l’ispirarsi al coraggio ed alla estrema coerenza nel manifestare le proprie idee, ed il giustificare ancora oggi quel rogo ce ne passa (come se essere “apostata” , “panteista”, “culture di Ermetismo egiziano e di magia” – queste le accuse cattoliche ribadite ancor oggi nei confronti di Giordano Bruno – fossero, in qualunque tempo, buone ragioni per essere bruciati vivi).…  Anche questa è una fondamentale differenza, di cui, come massoni, siamo comunque orgogliosi.

Il fatto è che tutte le accuse e le critiche rivolte alla Massoneria sono sempre totalmente prive di una reale conoscenza del vissuto della nostra istituzione. Se qualcuno dei nostri prevenuti detrattori cattolici potesse frequentare e vivere l’iniziazione massonica, i suoi lavori rituali, le sue discussioni, crediamo che farebbe davvero molta fatica a trovarvi una qualsiasi istigazione al male. Crediamo anzi che in pochi luoghi, come nelle logge massoniche, si cerchi con tanto impegno e con tanta insistenza di comprendere il Divino e la dimensione sacrale dell’Uomo e del suo destino ultimo. E si cerchi anche di fare concretamente del bene al nostro prossimo. Almeno in questo Chiesa e Massoneria potrebbero essere buoni interlocutori, senza che questo dialogo, altrimenti prezioso, venga tuttora rinnegato e svilito con scomuniche e anatemi.

Ci auguriamo che con questo nuovo Papa, che ha voluto consacrare la propria missione alla figura di San Francesco d’Assisi, assumendone il nome, si apra un nuovo capitolo, più aperto e volenteroso. Come al solito è stata la Massoneria a compiere il primo passo, con il messaggio augurale del proprio Gran Maestro (è la prima volta, storicamente, che un Gran Maestro della massoneria italiana rivolge un simile augurio all’insediamento di un nuovo pontefice). Vedremo se questo piccolo seme di dialogo potrà germogliare anche nel terreno di certi blog cattolici (con i quali da parte nostra intendiamo fin d’ora interrompere ogni ulteriore polemica).

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