STORICO MESSAGGIO DEL G:. M:. AL PAPA

inserito il 19 03 2013, nella categoria Oltre le colonne

La straordinarietà della situazione (le dimissioni di un Papa, un conclave che designa il suo successore mentre lo stesso Papa “uscente” è ancora in vita,  la scelta dei cardinali ricaduta sul primo pontefice proveniente dalle Americhe, la scelta del nuovo pontefice di chiamarsi Francesco in nome del santo di Assisi; Jorge Mario Bergoglio il primo gesuita assurto al soglio di Pietro… ) ha creato la generale impressione di trovarsi di fronte ad una svolta storica della Chiesa Cattolica, mai tanto densa di aspettative di rinnovamento dai tempi di Papa Giovanni XXXIII e del Concilio Vaticano II.

La storicità del momento è sottolineata anche da una iniziativa senza precedenti  della massoneria italiana, in particolare del Grande Oriente d’Italia.  Mai prima d’ora, infatti, un Grande Maestro del G:. O:. I:. aveva inviato un messaggio augurale ad un pontefice neo-eletto. Lo ha fatto proprio in questi giorni Gustavo Raffi all’indirizzo di Papa Francesco, al secolo Jorge Mario Bergoglio, cardinale argentino di origini italiane.

L’inedito messaggio massonico destinato alla guida dei Cattolici reca queste parole di speranza in una nuova opportunità di dialogo:

“Uomo dei poveri e lontano dalla Curia. Fraternità e voglia di dialogo le sue prime parole concrete: forse nella Chiesa nulla sarà più come prima. – questo l’incipit dello scritto del Gran Maestro Gustavo Raffi rivolto a Papa Francesco – Il nostro auspicio è che il pontificato di Francesco, il Papa che ‘viene dalla fine del mondo’ possa segnare il ritorno della Chiesa-Parola rispetto alla Chiesa-istituzione, promuovendo un confronto aperto con il mondo contemporaneo, con credenti e non, secondo la primavera del Vaticano II”.

Il gesuita che è vicino agli ultimi della storia – prosegue Raffi – ha la grande occasione per mostrare al mondo il volto di una Chiesa che deve recuperare l’annuncio di una nuova umanità, non il peso di un’istituzione che si arrocca a difesa dei propri privilegi. Bergoglio conosce la vita reale e ricorderà la lezione di uno dei suoi teologi di riferimento, Romano Guardini, per il quale non si può staccare la verità dall’amore”.

“La semplice croce che ha indossato sulla veste bianca – conclude il Gran Maestro di Palazzo Giustiniani – lascia sperare che una Chiesa del popolo ritrovi la capacità di dialogare con tutti gli uomini di buona volontà e con la Massoneria che, come insegna l’esperienza dell’America Latina, lavora per il bene e il progresso dell’umanità, avendo come riferimenti Bolivar, Allende e José Martí, solo per citarne alcuni. E’ questa la ‘fumata bianca’ che aspettiamo dalla Chiesa del nostro tempo”.

Roma, Villa il Vascello 14 marzo 2013

(Dal sito del Grande Oriente d’Italia, Palazzo Giustiniani)

 

 


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