Premessa: LA FIACCOLA DELLA VERITA’

inserito il 20 06 2011, nella categoria Palazzo Giustiniani, Storia

Saggio del Fr:. Gian Carlo Musi 32:.

Il primo saluto dell’America a chi vi giunge dal lontano Vecchio Mondo è dato da un monumento, solenne ed imponente, che raffigura una dea, una donna, che tiene alta una fiaccola. Quel gigante di marmo che domina dal punto più avanzato il porto di New York, primo impatto visivo col Nuovo Mondo anche per chi giunge dal cielo, è la “Statua della Libertà”. Il suo ideatore ed artefice, lo scultore francese Auguste Bertholdì (1), la chiamò e la concepì “… la Libertà che illumina il mondo”.

Ai critici che gli rimproveravano di non aver realizzato un’opera d’arte – quanto siano attendibili i critici non è qui opportuno indagare – soleva rispondere sorridendo che quella statua non era un’opera d’arte, ma un simbolo.

Di simboli Bertholdì, che era convinto ed attivo massone, se ne intendeva.

E spiegava che quella fiaccola, tenuta alta verso il cielo, rappresentava la “Luce” che gli uomini inconsciamente cercano per divenire migliori.  Che la Luce significa Verità e Conoscenza, da cui discendono Amore e Fratellanza.  La Luce della Verità può essere innalzata solo dalla Libertà.

Analoghi concetti, che non sono affatto astratti, parlando di quella statua che diceva la “mia”, esprimeva anche il più famoso e rimpianto sindaco di New York, il massone Fiorello La Guardia. Durante un banchetto della comunità italo-americana, alla quale apparteneva, esaltò quella statua come il simbolo della “fratellanza dei popoli” e della “fratellanza fra gli uomini”.

Il monumento alla “Libertà” – la Libertà è il primo cardine del trinomio massonico – tiene alta la fiaccola dal 1886 e purtroppo, ad un secolo di distanza, gli ideali di Bartholdì e di Fiorello La Guardia, non hanno trovato piena realizzazione. I popoli rimangono nemici; gli uomini non si sentono ancora fratelli; i fratelli sono talvolta, fra loro in disaccordo.

Qui, sottolineando il termine fratelli, si intende che si parla di massoni, dei Fratelli Liberti Muratori.

Per giungere alla conclusione, purtroppo nota, che i Fratelli, specie in Italia, sono divisi e spesso in disaccordo, qualcuno potrebbe obiettare che non era necessario prenderla così alla lontana, fin dall’America.

Una giustificazione a questa premessa può esservi. Guardando alle spalle di quella grande statua, spaziando su quell’enorme continente, troviamo la Massoneria più forte e compatta che il mondo vanti. Eppure anche i fratelli massoni americani sono divisi in tante Obbedienze, appartenenti a tante autonome Gran Logge quanti sono gli Stati dell’Unione e si differenziano per i molteplici Riti che osservano.

Pur tuttavia sono monoliticamente uniti per il solo fatto di essere Massoni, figli della Luce, strumenti attivi della Massoneria Universale che ha per fine ultimo il bene ed il perfezionamento dell’Umanità.

La premessa vuol quindi essere l’auspicio che la face della statua di Bertholdì giunga a rischiarare anche in fratelli del Vecchio Mondo ed in particolare quelli italiani.

Molto spesso nei discorsi dei massoni ricorrono espressioni così fatte: “… è un fratello dell’altra sponda…”, o più spesso, “… si tratta di un cugino…”, indicando un legame di parentela meno saldo e stretto di quello della fratellanza. Si parla di Ordine legato ad un’Obbedienza in contrapposizione ad un’altra, di Riti che sono molteplici, di Famiglie che sono diverse.

Il non-massone non sa raccapezzarsi, il giovane massone è sovente turbato e disorientato. A quest’ultimo giunge in soccorso il Maestro, il massone più anziano, che gli spiega che la Massoneria è universale e mira al perfezionamento dell’uomo, cosicchè da un’umanità migliorata si giunga all’età di Saturno.

Quella è la meta, ma la perfezioni è irraggiungibile. In diversa misura ciascuno la può però accostare e ad essa ciascuno può avvicinarsi secondo la sua personale sensibilità, cultura, formazione ed estrazione.

Non può esserci quindi una strada maestra, ma tanti sentieri che puntano alla stessa meta. Ciascuno s’inerpica per il sentiero che gli può apparire più agevole, più congeniale alle sue forze. Questi sentieri potrebbero essere, ad esempio, i Riti; le strade da cui si dipartono i sentieri: le Obbedienze, e il discorso in questa chiave potrebbe continuare.

Il giovane massone è forse meno disorientato.

Ma il non-massone?

Il concetto, se il paragone non parrà irriverente, gli risulterà più chiaro se ci consente di richiamarci alla Chiesa ove i termini Ordine, Obbedienza, Rito, Famiglia (2), sono normali e ricorrenti.

Anche la Chiesa ha più Riti; in Italia coesistono all’Obbedienza di un Pontefice di Rito Romano, il Rito Ambrosiano e quello Greco-Ortodosso che pure ha varie sfumature e pur riconoscendo il Pontefice preferisce appoggiarsi ad un Patriarca o talvolta ad un Archiatra o Archimandita.

Ecclesiastiche Obbedienze diverse. I Riti si diversificano per la forma liturgica e peculiarità che talvolta potrebbero far sorridere (il Carnevale Ambrosiano dura tre giorni più di quello Romano, e mentre a Roma o Bologna ci si cosparge di ceneri, a Milano si lanciano coriandoli). Niente vieta ad un cardinale ambrosiano, vedi Montini, di divenire Pontefice Romano.

L’Ordine: ve ne sono tanti, maschili e femminili con abiti diversi, così come diversa è la loro sfera operativa. Elencarli tutti è impossibile: sono tanti. Barnabiti, Gesuiti, Certosini, Domenicani, Francescani, eccetera, ed è noto, storicamente, che molti fra loro sono in dissidio se non fieramente avversi. Tendono tutti, comunque, per diverse vie, alla salvezza dell’uomo.

Ancora più variegata è la gamma dei cristiani che non si dicono cattolici: Luterani, Calvinisti, Metodisti, Valdesi, eccetera.

Sfumature nelle interpretazioni dei testi sacri, nella celebrazione dei loro riti, li differenziano, e tutti, rispettosamente, sono accumunati con il termine di Protestanti o Riformisti.

Nessuno scandalo dunque se nella Chiesa o nelle Chiese sussistono più Riti, Ordini, Obbedienze; sconcerto e scandalo invece se ciò si scopre nella Massoneria.

Con il nostro non irriverente paragone si è tentato di dimostrare che non hanno ragione di essere. Questa la scusante della lunga premessa. Che poi profonda possa essere fra i massoni l’amarezza perché fra Riti, Obbedienze e Famiglie sussistano talvolta discordie e divergenze, è questione che ci accingiamo ad esaminare.

Note della Premessa 

(1)   – Auguste Bartholdì. Nato a Colmar nel 1834, morto a Parigi nel 1904. Studiò pittura ed architettura a Parigi, ma si dedicò principalmente alla scultura, che per la sua formazione di architetto doveva tendere soprattutto al monumentale. Fu a fianco di Garibaldi nella guerra del 1870. Fra le tante sue opere, tutte di ispirazione epica, tese all’esaltazione del patriottismo, vanno ricordate anche il grande monumento al massone La Fayette, sempre a New York, e la grande fontana di Washington (v. Enciclopedia Treccani).

(2)   – La Massoneria si divide in Riti più o meno diversi uno dall’altro, ma tutti conducenti l’Uomo alla stessa meta: la Perfezione. Si chiama “Obbedienza” una federazione di logge, che è pure chiamata “Potenza Massonica”. Si chiama “Grande Loggia” una federazione di logge che lavorano con lo stesso Rito, e “Grande Oriente”, la federazione che raggruppa diversi Riti. I principali Riti oggi osservati in Italia sono: il Rito Scozzese Antico ed Accettato, il Rito Simbolico Italiano, il Rito dell’Arco Reale, il Rito di Memphis-Misraim, il Rito Scozzese Rettificato, il Rito Misto Internazionale Diritto Umano (da Dizionario Massonico di C.M. Aceti – Ed. “Il Basilisco”, Genova 1981, pag. 44).

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