LA SCELTA DI GIORDANO BRUNO

Fra una morte "animosa" ed una vita imbelle segnata dall'abiura e dalla resa alla Chiesa, il filosofo nolano non ebbe dubbi. Scelse le stelle. Non sarà mai dimenticato che egli fu il primo che comprese la vera costituzione del cosmo. La sua concezione dell'infinito rovescia la concezione geocentrica della Chiesa e sviluppa la concezione eliocentrica di Copernico. E’ da questa nuova visione bruniana che nasce quella concezione del mondo fisico e del mondo morale che caratterizza il pensiero moderno, e che ha significato una duplice liberazione: liberazione dalle superstizioni prima e dai servigi ecclesiastici poi. Una filosofia dell'eroismo, diretta a liberare gli uomini dalla paura, che Bruno ha testimoniato con la deliberata scelta di morire sul rogo.

inserito il 03 06 2011, nella categoria Astrologia, Filosofia, Giordano Bruno, Religione, Scienza, Simbolismo, Tavole dei Fratelli

 

Tavola del fratello S:. V:.

Carissimi FFRR.:.:.

Nell’importante ricorrenza della morte di Giordano Bruno, autore e filosofo a noi particolarmente caro,  mi sono permesso di illustrare alcune linee guida del suo pensiero. Nell’essere consapevole della totale impossibilità di poter dire qualcosa di nuovo o non conosciuto, vogliate considerare questo lavoro come un regalo che mi sono fatto nella speranza di comprendere sempre meglio il pensiero di un uomo che ha rinunciato alla propria vita per trasmettere ciò in cui credeva.

La domanda che maggiormente ricorre nella mia mente pensando alla cruenta morte del Nolano è cosa abbia potuto spingere un uomo a subire 7anni (1593 al 1600) di torture e patimenti dal momento che egli non credeva più in un Dio di giustizia, distributore supremo di pene e di premi nell’aldilà. Perché sopportare tutto ciò soltanto per difendere la propria verità?

Probabilmente, la risposta risiede proprio nel rifiuto di rinnegare le proprie idee, lui che non credeva più nelle tavole dei valori, lui che si faceva martire e confessore di altri ideali ben più nobili e di un altro modo di concepire la vita.

Bruno aveva affermato che la dignità dell’uomo, la sua nobiltà, il suo significato, dipendono dal suo agire (Eroica), che il premio dell’azione è all’interno del senso dell’azione stessa, in ciò che essa genera e produce, in quello che l’azione riesce a modificare e alle infinite ripercussioni che essa è in grado di creare nell’universo tutto.

Ma questa nuova concezione della vita, basata sulla coerenza d’agire, non significava rifiuto di vincoli morali, bensì la creazione di una nuova moralità più rigorosa intesa come responsabilità personale e profonda. Ed è forse in questa visione della responsabilità personale in cui è possibile trovare la risposta alla mia domanda.

Nel pensiero di Bruno vi è anche un’altra conquista: quella dell’uomo restituito a se stesso, reso padrone della propria sorte. Divenuto centro consapevole del proprio mondo, in lui si riconosce la grandezza e il significato della natura generatrice di vita, dell’universo fisico che ci circonda e che comprende l’immensità, le forze inesauribili, le forme infinite e l’estensione senza barriere.

Nel distruggere l’immagine dogmatico-rassicurante di un mondo simile a una grande casa, fasciata e chiusa da sfere cristalline e immutabili (concezione Aristotelico-Tolemaica), il concetto di uomo ritrova la sua libertà svincolandosi da una falsa concezione del divino. Ed è proprio nella conquistata autonomia morale che l’uomo ritrova il coraggio di liberarsi da una visione primitiva del mondo, perdendo il privilegio dell’essere centro fisico dell’universo, acquistando, però, la consapevolezza della potenza della propria ragione e delle proprie capacità.

Ed è da questa nuova visione bruniana che  nasce quella concezione del mondo fisico e del mondo morale che caratterizza il pensiero moderno, e che ha significato una duplice liberazione: liberazione dalle superstizioni prima e dai servigi ecclesiastici poi.

Il pensiero di Bruno libera l’uomo dalla soggezione verso la natura, che non può essere dominata se non è affrontata “scientificamente”. Il filosofo Nolano è colui che trasformò l’ipotesi eliocentrica copernicana in un solenne concetto liberatorio, avanzando l’idea di mondi infiniti, di spazi senza confini. Egli libera la mente dell’umanità da quella antica barriera che le impediva di affrontare la natura com’è, senza timori, per esplorarla e trasformarla. Entro questa visione del mondo, matura una precisa concezione morale che fa corpo con essa, e che si articola in due momenti:

  • La liberazione dal vizio e dalla superstizione (fra loro indissolubili);
  • La conquista della virtù e della verità, indissolubili anch’esse.

Visto in chiave massonica, costruire oscure prigioni al vizio, ed erigere templi alle virtù:.

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La sua è un’etica di operosità, un elogio congiunto del lavoro manuale e di quello intellettuale.”L’uomo, non contempli senza azione e non operi senza contemplazione.” Soprattutto negli Eroici Furori (Eroico Derivante da Eros = Attrazione)si accentua la visione dell’infinito e la celebrazione dello sforzo che l’uomo fa per oltrepassare “eroicamente” tutti i limiti e tutti i confini. Questo era un modo di sottolineare in forme poetiche l’inarrestabile slancio umano, oltre tutte le posizioni raggiunte, per la supremazia della verità.

Egli sta contro tutto il Medio Evo e lo scrolla dai cardini. Insegna che non vi è che un solo cielo, uno spazio infinito entro cui tutte le cose si muovono. In questo spazio sconfinato sfavillano innumerevoli stelle, folgoranti soli, anzi, sistemi di soli, poiché ogni sole, dice Bruno, è circondato di pianeti che egli, a somiglianza del nostro, chiama terre. Non vi sono che soli e terre e la ragione per cui vediamo soltanto i soli è la lontananza, che ci impedisce di vedere le terre opache. Tutti i movimenti nello spazio sono relativi; nessuna stella si trova al centro dell’universo, ma ognuna è centro del suo cielo nel suo sistema. In questo senso vi sono cieli innumerevoli. Non si dà un “sopra” e un “sotto” se non in senso relativo.

Bruno ha un presentimento della gravitazione universale nella seguente affermazione: i corpi si muovono liberamente nello spazio e si mantengono nella loro reciproca posizione grazie alla forza di attrazione. I soli si muovono attorno al loro asse, e oltre questo si ha un movimento nello spazio.

Il mondo di Bruno è il mondo reale, come lo conosce la scienza contemporanea. Non sarà mai dimenticato che egli fu il primo che comprese la vera costituzione del cosmo. La sua concezione dell’infinito rovescia la concezione geocentrica della chiesa e sviluppa la concezione eliocentrica di Copernico. La personalità morale di Bruno s’intravede in questa risolutezza nel giungere alle conclusioni estreme. Dove il cauto astronomo trova un limite o una barriera, egli non si arresta. Bruno non ha le positive cautele degli scienziati di mestiere, convinto com’è del convincimento del potere sterminato della ragione. Se Copernico si accontenta di rivoluzionare il sistema del nostro sole, egli non capisce perché non si debba andare più in là.
Ma negli Eroici Furori,egli spiega che la divinità si conosce in due modi: per via di ragione e per contatto mistico. Bruno naturalmente dà dignità solo alla prima maniera, affermando che:  “Coloro che conoscono Dio per ratto mistico sono simili all’asino che porta i sacramenti”. Conoscono il vero, ma non c’è merito.

Vi sono due modi di conoscere: quello che dà la filosofia e quello che dà la religione. Bruno sceglie il primo, ma non rigetta il secondo. Nel “De Umbris Idearum” dice che la religione è l’ombra della verità: ma non si oppone ad essa. E’ una conoscenza incerta, pallida, dubbia, una conoscenza contraddittoria oscura, che non dà pieno affidamento, ma comunque rimane un grado della verità. L’ombra in questa chiave di lettura è l’ invito a passare nella luce.

La religione deve intendersi come un invito ad assurgere alla filosofia. Ed è forse per questa ragione che l’uomo ateo non può varcare le soglie del tempio, in quanto in esso vi è il passaggio da fede a comprensione.

 

L’essenziale per Bruno, non è la religione, ma la morale. Una morale senza dogmi, che elimina la necessità di una educazione ecclesiastica. Che mira alla liberazione attraverso lo sforzo e la volontà individuale. La filosofia bruniana è una filosofia dell’eroismo, diretta a liberare gli uomini dalla paura. Quando la paura sarà caduta dal nostro animo, noi diverremo veramente uomini, parte consapevole, di quel infinito universo che ci circonda e ci ingloba.

Noi Massoni, depositari di una visione del mondo basata sulla Ragione, eleviamo un pensiero a quel Primo Eroe della libertà di coscienza. E nel nome di Giordano Bruno rinnoviamo il Nostro proponimento di combattere contro l’oscurantismo che, sotto qualsiasi ideologia si ammanti, è sempre sinonimo di degradazione dell’uomo a livello animalesco.

Concludo citando la frase che a mio avviso più di tutto corona la storia del filosofo.

“Ho lottato molto: credetti poter vincere ( ma alle membra venne negata la forza dell’animo ), la sorte e la natura repressero lo studio e gli sforzi. E’ già qualcosa l’essersi cimentati; giacchè vincere vedo che é nelle mani del fato. Per quel che mi riguarda ho fatto il possibile, che nessuna delle generazioni venture mi negherà; quel che un vincitore poteva metterci di suo: non aver temuto la morte, non aver ceduto con fermo viso a nessun simile, aver preferito una morte animosa a un’imbelle vita. (Giordano Bruno, “De monade, numero et figura”)

Ho detto.

 

S:. V:.


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