V:.I:.T:.R:.I:.O:.L:.

inserito il 03 05 2017, nella categoria Apprendista, Esoterismo, Iniziazione, Ritualità, Simbolismo, Tavole dei Fratelli

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Tavola del fr:. P:. B:.

L’ingresso del bussante nel Tempio è preceduto dal tempo del silenzio e dell’introspezione.

Nel Gabinetto delle Riflessioni, al lume della luce fioca di una candela, è chiesto al profano di lasciare le proprie ultime volontà su di un foglio bianco.

Qui tutti abbiamo provato un senso di smarrimento: che luogo era quello? Che cosa ci veniva domandato? Perché?

Guardandoci intorno, abbiamo visto oggetti e colori che rimandavano alla morte, ammonimenti, simboli…

Al lato nord, dove il buio regnava, una parola in caratteri evidenti: V.I.T.R.I.O.L.

Un acrostico ed alla mente appariva l’alchimia, i simboli iniziavano ad influire, le associazioni si stratificavano.

E’ con disagio che ci si accosta al pensiero della morte. I filosofi ed i mistici hanno elaborato teorie e visioni per dare senso ai passi dell’uomo su questa nostra terra.

La nostra vita, per citare un celebre scienziato, è simile a quella di una patata in un sacco che viaggia per nave verso l’America, tuberi con la pretesa di capire l’universo.

E lo spaesamento è ineludibile, eppure è questa la richiesta, passare attraverso le proprie paure ed insicurezze: morire alla realtà conosciuta.

Il Profano deve morire prima di entrare nel Tempio, la realtà successiva deve essere diversa.

Ma se si muore che resta? Che cos’è la realtà?

Si propone il Visita Interiora Terrae e Rectificando Invenies Occultum Lapidem…

 

Non è solo un procedimento introspettivo quello richiesto al bussante, nel buio e nel silenzio deve lasciare tutti i metalli prima di cercare l’oro alchemico.

E’ un rituale di purificazione, dopo la putrefazione simbolica inizierà a sgrossare la propria pietra, a togliere la feccia che la ricopre e lo farà scendendo prima nella caverna sacra e, poi, più giù fino al centro di tutto.

Il primo viaggio simbolico del bussante è fuori della Porta del Tempio ed è un viaggio nella Terra.

La Terra da esplorare è l’universo sensibile, la sostanza che il Creatore ha generato. Scendere nelle sue profondità significa avvicinarsi progressivamente al nucleo dell’esistenza e, attraverso di esse, al principio primo che ha generato tutte le cose.

Terra era Hera nella cultura ellenica, la dea madre degli Heroi, ma anche l’Iside Egizia, vedova di Osiride e madre di Oro.

Ed il bussante diverrà anche lui un figlio della Vedova, cercherà la Pietra Filosofale, l’Occultum Lapidem che trasformi il suo metallo nell’Oro degli Alchimisti.

La determinazione è stata assunta, il primo lavoro muratorio è compiuto nell’elemento Terra e prepara i tre successivi viaggi simbolici nel Tempio.

Il Profano è morto, ma il Massone che verrà sarà chiamato a ripetere costantemente l’abbandono dei metalli e la sgrossatura della pietra nella propria interiorità.

E la Tavola, in termini iniziatici, è così conclusa: le considerazioni che seguono si limitano a generalizzare e storicizzare la riflessione, chiarendo la provenienza alchemica dell’acrostico.

Il processo di purificazione descritto rimanda all’inizio del cammino iniziatico verso il completamento dell’Opus Magnum: con le operazioni alchemiche il mito si riprende lo spazio che gli è dovuto, colorato di una sfumatura ulteriore rispetto alle molteplici di cui ogni tradizione l’ha adornato.

Una formulazione diversa della mitologia si ritrova nell’antica leggenda della scoperta tomba di Ermete Trismegisto da parte di Apollonio di Tiana, che rinviene in un sepolcro nascosto, altrove descritto come una lapide di smeraldo, un vecchio seduto su di un trono con in mano le Tavole Smeraldine, contenenti i segreti della creazione e, con essi, della procedura per creare la Pietra Filosofale. Con la medesima tensione, in epoca rinascimentale si proponevano agli eruditi esoteriche indagini degli anfratti della terra, alla ricerca di manoscritti rivelatori, celati da volontà iniziatiche in caverne sconosciute.

La simbolica ermetica ed alchemica rinnovava una via ancestrale, senza scostarsi dalla tradizione. Consideriamo la seguente rappresentazione del simbolo V.I.T.R.I.O.L.:

Dall’alto, vediamo il Sole e la Luna (principio maschile e femminile) fondersi in una coppa che li raccoglie in forma liquida, sotto gli influssi planetari di Marte, Saturno (nero, come la putrefazione), Venere, Giove e Mercurio. Quest’ultimo pianeta è al centro, sotto la coppa, a testimoniare il suo essere sintesi tra i principi. Al centro dell’immagine, collegato a Mercurio, un cerchio rappresenta la Pietra Filosofale, che congiunge ed è originata dagli elementi Acqua (la coppa), Fuoco (il leone), Aria (l’aquila a due teste) e Terra (la stella a sette punte). Il simbolo Vitriol (il globo sormontato da una croce) è posto immediatamente sopra la Terra, nell’azione di entrare in essa per compiere il lavoro di purificazione.

Ulteriori considerazioni potrebbero essere fatte sull’orientamento e sulle posizioni delle figure, sugli elementi descrittivi non trattati, così come analoghe interpretazioni possono essere date al simbolo tracciato all’inizio di questo lavoro, ma è sano affidare questo impegno alla sensibilità dei Fratelli e lasciare tempo all’ascolto.

Il mito parla dell’uomo universale ed il rito lo celebra e lo rinnova. Confidando nell’armonia, tra le colonne siamo chiamati a percorrere questa via ancestrale che ci riporta al valore della creazione e dell’umanità.

Ho detto.

P:.B:.

 

 

 

 

 


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