IL GIURAMENTO DI UN MASSONE “ATEO”: INGANNO O METAFORA?

E' possibile per un ateo varcare la soglia di una Loggia “aggirando”, senza divenire spergiuro, il vincolo massonico di credere in Dio?   La storia personale di un conflitto di coscienza.

inserito il 19 02 2015, nella categoria Genesi, Gnosi, Iniziazione, Religione, Tavole dei Fratelli

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Tavola del fr:. A:. Mu:.

Un ateo fra le Colonne! Come è possibile? Dunque potrebbero essere stati traditi gli antichi Landmarks che consentono di diventare massone solo a chi crede in Dio, qualsiasi Esso sia, e nell’immortalità dell’Anima; Landmarks che esplicitamente bandiscono dai templi massonici ogni “stupido ateo”…

Se c’è un ateo fra le colonne delle nostre logge potrebbe quindi essere stato compiuto un “inganno” e ci potrebbero essere di conseguenza massoni indegni di stare fra noi. Ma prima di emettere verdetti o condanne, forse è meglio parlare un po’ dei veri connotati di questo inganno, anche perchè, a monte, secondo alcuni, potrebbe esservi un ben più Grande Inganno…

Esiste infatti una tesi che fa decisamente riflettere: è  la tesi del “Grande Inganno” (il Grande Inganno delle “parole” e quello delle Chiese) che, secondo la studiosa Giuliana Conforto, mantiene l’Uomo in uno stato di insolubile ignoranza e di impotenza, separato da Dio (per opera delle religioni) e separato dalla Natura (per opera della Scienza).

E se anche il Grande Architetto fosse un sinonimo, sia pure più distillato e illuminato, di questo Grande Inganno?

Ci potrebbe essere infatti un parallelismo di fondo fra il Grande Inganno delle Religioni Profane e quello del Grande Architetto: ovvero la separazione dell’Idea di Dio dalla Creazione, e quella specifica del Grande Architetto dalla “Grande Architettura”, ritenendo sempre che l’Uno (Dio o Architetto) sia agente e depositario di un Disegno Divino che determina l’Altra…

E’ da quest’ultima invalsa e indiscussa credenza che si continua a ricavare un principio di “necessità” di un’Entità Divina per spiegare e dare un senso alla Genesi, cui devono sottostare anche coloro che varcano le oscure soglie del Gabinetto di Riflessione e possono accostarsi al Tempio della Luce solo all’esplicita condizione di dichiararsi “credenti” in un Entità Divina e Trascendente. Insomma di credere in un Creatore senza tempo, che ha dato inizio al tempo.

Così vogliono gli Antichi Doveri e le Costituzioni della Massoneria fin dalle sue origini.

Certo l’imposizione della Loggia è comunque ben diversa da quella dei Dogmi delle Chiese Profane, gelose custodi monocratiche di un loro Dio imperante in senso univoco sulle coscienze: la Sapienza della Loggia consente infatti di applicare il metodo del Dubbio e del Relativismo anche al concetto di Dio, e con questo rende l’Uomo “libero” (ed è proprio questa la definizione originale più calzante di ogni Iniziato) di esplorare tale concetto e di attribuirvi qualsiasi definizione e qualsiasi cosmologia personale.

Questa libertà, sconosciuta nelle Religioni codificate (o “rivelate” che dir si voglia), non è una differenza di poco conto. Anzi forse è proprio questa la chiave che la Massoneria fornisce ad ogni Iniziato per giungere alla Verità, magari cominciando proprio a negarla.

Ed una delle “chiavi” più intriganti, sotto questo profilo, è proprio quella che ho trovato nella preziosa tavola “La Mente e la Materia” (pubblicata su questo stesso sito) del caro fratello G:. V:., decano della Loggia Giordano Bruno cui io stesso appartengo: alludo in particolare alla teoria della “Mente Cosmica”, come “essenza intuitiva” e come “energia solidificata” dell’Esistenza, ovvero come “Mente Comune” del Genere Umano, matrice di ogni elaborazione del nostro Cervello.

Devo dire che questa “rivelazione” del fr:. G:. V:. (un maestro davvero speciale nei miei incerti passi nella Massoneria) – rivelazione fondata sulle osservazioni di Delbruck, Jung, Giordano Bruno, ecc. – ha contribuito non poco a pianificare e semplificare la mia cosmologia personale, su cui sto riflettendo da tempo nel “disperante” tentativo di auto-assolvermi dal timore di aver commesso un grave “peccato originale massonico”, dichiarando all’entrata nel Tempio di “credere” in qualcosa definibile come Dio… Una dichiarazione che fin dall’inizio ho potuto fare in coscienza solo “relativizzando” il concetto di Dio… sostituendolo cioè con la credenza in una Dimensione del Divino nella quale ho collocato la Trascendenza della Specie Umana, intesa, quest’ultima, come Catena Infinita di esistenze (terrene) in grado di generare una sopravvivenza ancestrale dello “Spirito della Specie”, l’unica possibile forma di Trascendenza che mi è tuttora possibile concepire (magari anche in forma più immanente di “filtraggio evolutivo” – come lo definisce Delbruck – del patrimonio comune di archetipi e/o “conoscenze a priori” e/o “Coscienza/Inconscia” collettiva, come parafrasi estremizzata tratta da Jung).

Insomma una metafora della fede (in qualcosa): può bastare per essere massoni?

So che non c’è una risposta esterna, ma solo quella interna della mia coscienza.

E fino ad oggi, infatti, sono sicuro solo della mia “buona fede”.

Personalmente ho dunque scelto di credere nella dimensione trascendente dell’Uomo capace di dare alla propria esistenza un fine (ed una responsabilità) che va ben oltre la durata “carbonica” della sua Vita.

L’uomo ha creato un’Anima della specie. Quest’anima è poi diventata religione, o quanto meno principio Sacrale dell’esistenza. Ed è a questo principio che mi rifaccio.

E’ la fede in questo principio che mi ha consentito di essere iniziato pensando di non commettere spergiuro verso l’obbligo di credere nel Divino.

O almeno sperandolo.

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Fino ad oggi, però, questa mia Cosmologia Personale mal si conciliava con una coerente spiegazione dell’Origine, della Genesi stessa della Grande Catena dell’Esistenza… la tavola del fr:. G:. V:. mi ha finalmente aiutato a trovare una possibile chiave per uscire dall’impotenza oscurante del “Grande Inganno”, come lo stesso saggio fratello l’ha definito.

Come tutte le intuizioni più illuminanti, che si accedono in un breve attimo ma rischiarano un vita intera, anche in questo caso si è trattato di una scintilla, di una chiave di spiazzante semplicità: in fondo la soluzione del “Grande Inganno” potrebbe infatti consistere semplicemente nell’invertire i “poli” della questione.

Se infatti anteponiamo la Mente Cosmica (energia) alla Mente Individuale (utilizzatrice dell’energia), o anteponiamo la Creazione stessa al concetto di Dio (tuttalpiù combaciante con essa), o anteponiamo anche la Grande Architettura al Grande Architetto, spezziamo in un sol colpo la “necessità” di postulare un Dio (o una Volontà Divina) come Origine di tutte le cose, e senza questa “necessità” viene meno anche un concetto tributaristico dell’Uomo nei confronti di Dio.

Insomma se la versione originale della Genesi (genesi del mondo, ma anche, secondo alcuni, del Grande Inganno) prevede che la Materia sia stata creata da un Dio che è sempre esistito (arduo concetto di Eternità), per smarcarsi da questa visione, usando la stessa logica, basterebbe postulare che la Materia e le sue Forze Generatrici siano semplicemente sempre esistite. Siano loro ad avere il requisito dell’Eternità. 

E così il presunto Dio (di cui però non vi sarebbe più alcuna “necessità” concettuale, se non come parafrasi morale) diventerebbe tutt’alpiù un interprete, un abile manipolatore (il primo Grande Alchimista) di queste Forze. Da loro stesse condizionato.

Non è certo un concetto originale. Già gli antichi, infatti, da sempre sottoponevano i loro stessi Dei a Forze Caotiche primigenie, quali il Fato ed il Tempo, cui nessuna cosa, terrena o spirituale, poteva sottrarsi.

I pitagorici mettevano all’origine del mondo un Fuoco inestinguibile. E poi c’è stata la grande lezione di Baruch Spinoza, (Deus sive Natura – Dio sostanza infinita) al quale mi sono abbondantemente ispirato (Spinoza anch’egli vissuto con il marchio di eretico, bandito con infamia della comunità ebraica cui apparteneva).

E nello stesso racconto biblico della Genesi, a ben vedere, s’intravvede la pre-esistenza di forze ed elementi anteriori allo stesso “Logos” della Creazione. Forze ed Elementi che l’hanno resa possibile (resta da stabilire se per un atto volontario o “compulsivo” di un Dio: causa ed effetto, oppure caso ed effetto?).

Cosa ne consegue? Ne deriva l’ipotesi di Forze-Energie creatrici, eternamente spiranti come un vento nell’Universo, in grado di combinarsi in miliardi di forme, di possibilità, di “quanta”, di organismi, di mondi, di materie, di spiriti… ed in mille diverse geometrie, in mille diverse matematiche.

Forze che pre-esistono alla Creazione stessa. Forze che determinano (o possono determinare) la Creazione.

Forze che alimentano la vita, e sono a loro volta alimentate dalla vita stessa, in un ciclo eterno (forse fatto anche di “cancellazioni” e “riapparizioni” di interi universi, destinati ad estinguersi e rinascere in continuazione, big bang dopo big bang): potremmo chiamare questo ciclo eterno con il nome di Dio?

Si tratterebbe di un vento divino di energie caotiche, fors’anche inconsapevoli di sé, che soffiano nell’Universo, componendosi e scomponendosi in miliardi di modi: uno di questi è il Genere Umano.

Personalmente sono portato a credere che più che ad una volontà divina, queste combinazioni obbediscano a leggi naturali, e che quando si determinano combinazioni in grado di generare Vita/Esistenza/Intelligenza, ciò sia dovuto a specifiche e particolari leggi di Amore, Empatia e Armonia. Combinazioni forse rare, forse dettate dal caso, ma sempre in grado di fecondarsi a vicenda, sospinte come semi al vento. Un vento cosmico ed eternamente spirante (panspermia).

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Ogni singola esistenza è alimentata da questo vento, e quando termina il suo “ciclo” carbonico, torna come essenza di energia in questo vento (che è fatto anche dalle “onde” reali, generate da ogni azione buona o cattiva dell’individuo, che si prolungano nel futuro, nelle vite degli altri, e così via in una successione infinita, che definirei appunto “trascendente” la condizione mortale del singolo Uomo).

In questa logica viene meno anche il postulato della sopravvivenza post-mortem di una individualità animica (cosciente di sé), sopravvivenza che sarebbe d’altro canto estremamente imbarazzante da spiegare e da concepire, se non ricorrendo a cosmologie infantili come quelle del Paradiso o dell’Inferno accreditate dalle religioni profane.

Nel caos del Vento di Energie Creative dell’Universo, il concetto della possibile sopravvivenza di una individualità spirituale, oltre la vita biologica, appare infatti del tutto fuori luogo, un postulato inutile, e spropositato.

Se infatti l’Energia Pura che ciascuna esistenza al suo concludersi restituisce al Vento Cosmico, conservasse una qualsiasi identità spirituale (con il suo patrimonio individuale di conoscenze ed esperienze), questo contaminerebbe di “vecchiaia” e di “dejavu” ogni successiva “creazione”.

Questo impedirebbe ad ogni nuova generazione di stupirsi del Creato, di riscoprire, e re-inventare il Mondo. Ed oltretutto creerebbe, al contrario, l’imbarazzante necessità di “spiegare” una dimensione “evoluzionistica” dell’eternità (sia pre nascita che post mortem) legata appunto allo sviluppo di ciascuna individualità (che per essere tale abbisogna di una storia, di uno scopo, di un’evoluzione attraverso conflitti, esperienze, eccetera).

Mentre, al contrario, anche l’ipotesi di una “Fissità Eterna” dell’esistenza ultraterrena (inchiodata ad un infinito presente), equivarrebbe ad un annullamento di ciascuna personalità, che per definire se stessa ha sempre e comunque bisogno di una dinamica relazionale in divenire. Oltretutto, viene da domandarsi, che tipo di relazioni potrebbero intrattenere “individualità eterne” desunte comunque da esistenze terrene separate fra loro da migliaia, se non milioni di anni, di esperienze, di credenze, ecc…

Nessun castigo, quindi, nessun premio, dunque, se non un oblio definitivo dell’Uno nel Tutto.

Il ritorno dell’individuo, “codificato” e “ordinato” dalla Natura, nel grande “Caos” totopotente della Creazione Eterna.

Con questa enunciazione sento però di aver infranto un altro sigillo dell’Iniziazione, che oltre alla credenza in Dio imporrebbe solennemente, “da regolamento”, di credere anche nell’Immortalità dell’Anima.

Ne ero cosciente al momento del mio “battesimo” massonico e ne sono tuttora cosciente. E allora come ne sono uscito? Semplicemente affermando alla mia coscienza (di massone) che se non potevo credere nell’immortalità della mia “piccola anima”, non avevo invece alcuna remora di fede nel credere nell’immortalità della “Grande Anima” dell’esistenza.

Per il resto, oblio!

Una soluzione che trovo fra l’altro consolante da un lato (l’oblio come vero riposo, totale e definitivo, dalla “fatica di vivere”, o meglio ancora dalla “fatica di esistere” come individui di questa Terra), ed estremamente responsabilizzante dall’altro (lasciare ai nostri figli o fratelli un’eredità spirituale migliore o peggiore di quella che ci è stata consegnata dalle generazioni precedenti, in fondo dipende esclusivamente dalla somma delle nostre azioni, ed a questo bilancio nessuna coscienza potrà mai sfuggire; sarà quest’ultima a darci il premio di un estremo conforto, o il castigo di un estremo rimpianto. Il nostro ultimo respiro sarà quindi il nostro Paradiso o il nostro Inferno! O il nostro indulgente Purgatorio!).

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Non è assolutamente vero che un ateo sia automaticamente più libertino e più dissoluto, senza più alcun senso del peccato a frenarlo (questo lo dicono i preti!). E vero semmai il contrario: senza un Dio al di sopra delle proprie azioni, l’ateo si sente l’unico e totale responsabile di ogni sua azione.

Un credente può anche auto-assolversi o farsi assolvere da un confessore, ma per un ateo, almeno per un “ateo religioso” come me, nessuna assoluzione può cancellare un senso di colpa.

Se sbaglio, e mi accorgo di averlo fatto, non basta pentirmene, l’unica assoluzione morale che posso cercare è quella di rimediare al male che ho fatto.

La condizione di ateo ha quindi reso ancor più forte il mio senso morale, non l’ha affatto reso ne più “liquido” ne più evanescente.

Non ho alcuna anima da preservare per un ipotetico paradiso. Sento solo la responsabilità di trovarmi di fronte alla morte con il maggior bene possibile fatto agli altri ed il minor male possibile compiuto, in modo da inquinare il meno possibile il futuro generato dalle conseguenze delle mie azioni.

L’essenza umana per me acquista in definitiva una dimensione divina nel flusso travolgente ed infinito del continuo rigenerarsi della vita e della specie.

L’Umanità è sospinta dal Vento Cosmico degli Elementi e delle Forze che la generano e la dissolvono in continuazione. L’esistenza è di fatto un ciclone universale in continua rotazione, da cui siamo inesorabilmente sballottati.

Inutilmente cerchiamo da millenni di esorcizzare la furia degli elementi che seminano vita e morte sul nostro cammino, appellandoci a Dei salvifici con svariati nomi e invocazioni (come fa scaramanticamente la maggior parte delle Religioni Profane, spesso mere sublimazioni di storicizzate superstizioni).

Diverso, da sempre, mi sembra che sia invece l’atteggiamento dell’Iniziato.

Egli sa che solo nell’occhio del ciclone può trovare un attimo di tranquillità e di rigenerazione.

Per questo l’antica saggezza ha portato gli Illuminati a ritrovarsi in aree consacrate (puntellate ai quattro punti cardinali dai quattro elementi fondamentali, quasi a creare appunto un “occhio del ciclone” fissando, bloccando, almeno per il lasso di tempo di una tornata, le forze che alimentato il vortice tumultuoso dell’esistenza).

Solo qui è possibile intravvedere l’Armonia Divina presente anche nel  Caos.

Chiamiamola pure Grande Architettura, od anche Grande Architetto.

Nostra Sorella. Nostro Fratello. “Noi”.

Ho detto

A:. Mu:.

Tavola scolpita nell’anno 2006 e.v.

Rivista e aggiornata il 6 Gennaio 2015

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Post Scriptum

In tempi relativamente recenti (2013) è giunto in mio soccorso (in soccorso della mia indole di “ateo religioso” che vorrebbe conciliarsi il più possibile con la Tradizione massonica della Trascendenza Divina) il testo di un autorevole studioso e fratello: “La Luce Sorge da Oriente”, edizioni Mimesis, scritto dal prof. Antonio Panaino. Nelle sue pagine si legge: “Il Grande Architetto dell’Universo… può essere concepito non solo in chiave radicalmente teista, come vero e proprio “dio-persona” rivelato, ovvero corrispondente ad un dio della tradizione, ma anche e soltanto come “dio interiore”, ossia come rappresentazione di un intimo ordine spirituale, fonte di eticità posta alla base della propria ipseità. E’ con questa impostazione, a mio avviso, pienamente accettabile, che la Libera Muratoria può lasciare le porte aperte anche agli atei, agli scettici, agli agnostici, ai deisti, o più semplicemente a coloro che sono in cerca di una risposta e che non la trovano nelle Rivelazioni che sono state proposte, tra Oriente ed Occidente, dall’antichità ad oggi.

Ovviamente, come dicono gli stessi Landmarks, costoro non saranno “stupidi” (o meglio non saranno stupidi atei come li definisce e mette al bando l’Antica Costituzione della Massoneria – ndr), bensì persone aperte allo stupore, alla conoscenza ed alla ricerca, anche del sacro e del divino”.

Grazie di cuore fr:. Panaino.

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2 Comments for this entry

  • Stefano Borgia

    Sono perfettamente d’accordo con questa analisi….io mi considero Ateo, non condividendo il pensiero delle tre grandi religioni del libro…ma per esempio apprezzando molto la filosofia buddista o l’ animismo…..non ho bisogno di aggiungere altro a ciò che è stato scritto, soprattutto al post scriptum che sottoscrivo a pieno…
    certo però per esser coerenti con la simbologia si potrebbero fare alcuni ritocchi rituali
    ……come per esempio aprire il tempio non con la bibbia aperta sul San Giovanni ma su un libro bianco che permetterebbe al Grande Architetto che siamo noi di disegnare ciò che voglaimo………..ma ho dovuto evitare un processo a cui sarei stato sottoposto e il cui tribunale non ho mai riconosciuto e mai riconoscerò mettendomi in sonno.
    triplice fraterno saluto
    p.s. io non ho avuto mai nessun conflitto.

  • Stefano Borgia

    Dimenticavo di aggiungere, complimenti per il sito e per la profondità delle argomentazioni

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