IL MELAGRANO. IL SIMBOLO E IL SIMBOLICO

Secondo una leggenda Venere donò agli uomini la pianta di melograno piantandone un albero a Cipro. Nel mito di Demetra e della figlia Persefone (Proserpina per i romani) simboleggia il cibo dei defunti ma anche il valore del matrimonio e della fertilità. In massoneria può rappresentare la Loggia (i granelli rossi sarebbero appunto i singoli fratelli). Ma la più moderna lezione di Lacan ci porta oltre: al confine fra Significato e Significante.

inserito il 21 10 2014, nella categoria Esoterismo, Simbolismo, Tavole dei Fratelli

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Nell’antica Grecia la pianta di melograno era una pianta sacra a Venere e a Giunone.

Questa dea, Giunone, veniva considerata la protettrice del matrimonio e della fertilità ed era spesso raffigurata, per questo motivo, con una melagrana nella mano destra.

Secondo una leggenda Venere donò agli uomini la pianta di melograno piantandone un albero a Cipro.

Vi è poi il mito di Persefone nel quale la melegrana ha un ruolo fondamentale.

Persefone, che gli antichi romani chiamavano Proserpina,  era una giovane fanciulla figlia della dea Demetra e di Zeus.

Venne rapita da Ade, dio dell’oltretomba e da lui sposata mentre sua madre Demetra, dea dell’agricoltura e dei raccolti, la cercava disperata.

In questa sua ricerca dimenticò la crescita delle messi e il rigoglio della vegetazione e così sulla Terra venne un duro inverno che sembrava non volesse finire mai.

Zeus impietosito dalla triste sorte degli uomini che morivano di fame e di freddo informò Demetra di quello che era accaduto a sua figlia ma la madre disperata non acconsentiva a fare ricrescere la vegetazione sino a quando  sua figlia non le fosse stata restituita.

Persefone quando era giunta nell’Ade non aveva voluto mangiare nulla.

Soltanto una volta, svogliatamente, quando le era stata offerta della frutta, aveva mangiato sei semi di melagrana ignorando però che chi mangia i frutti degli inferi è poi costretto a soggiornarvi per l’eternità.

Infine si raggiunse un accordo per cui, siccome Persefone non aveva mangiato un frutto intero ma solo sei grani, sarebbe stata col marito solo per il numero di mesi equivalenti al numero di semi che aveva mangiato mentre il rimanente periodo avrebbe potuto trascorrerlo con la madre sulla Terra.

Demetra ogni anno accoglieva con gioia il ritorno della figlia e faceva, in primavera ed estate, rifiorire tutta la vegetazione.

In questo mito il frutto della pianta di melograno unica fra le altre specie di piante da frutto simboleggia non solo il cibo dei defunti ma anche il valore del matrimonio, infatti Persefone soggiornava sei mesi col marito.

Però era simbolo anche di fertilità perchè quando in primavera Persefone tornava sulla Terra presso la madre questa felice faceva rifiorire tutta la vegetazione.

Per questo motivo questo mito era molto popolare e conosciuto sia dai Greci che dagli antichi romani che amavano e veneravano la dea Demetra.

Cosa vuole significare questa espressione mitologica ?

Come il simbolo diventa linguaggio universale?

Nella massoneria in modo universale il melograno puo’ rappresentare un contenitore , la loggia , dove i granelli di color rosso brillante raffigurano i soggetti che nella sua rappresentazione dimostreranno l’unione e la condivisione di quello spazio dove il singolo granello rappresenta la dimensione dell’Altro, quindi oltre alla fratellanza e alla condivisione non solo dello spazio comune che ci identifica in un linguaggio comune, ma rappresenterebbe anche la ricchezza di pensiero e il partorire ricerche e conoscenze.

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Questa descrizione si confà al valore simbolico junghiano dove i simboli sono di solito archetipici, cioè significazioni universali per chiunque aldilà delle specifiche lingue e ciò che un simbolo può significare in relazione alla storia irripetibile di ogni individuo.

Pur senza svalutare l’impostazione junghiana è da qualche anno che mi interesso al pensiero lacaniano che reputo estremamente contemporaneo e motivatore di pensiero.

Per Lacan il Simbolico non simbolizza nulla di preciso ma viene scisso da quella stretta relazione tra Significato e Significante che fa di un Simbolo per l’appunto un simbolo; per Lacan quel che conta è il Significante ,non gli effetti o le ricadute di significato che esso ha.

E’ come dire che il significato diventa il valore riconosciuto dal linguaggio comune quindi possibile di interpretazioni.

Viceversa il Significante diventa la qualifica soggettiva che si da come valore assoluto solo se in relazione con gli altri significanti.

In questo trovo personalmente il valore simbolico del melograno dove il frutto viene riconosciuto come tale da tutti ma il significante, rappresentato dai  semi rossi che coabitano nel frutto, sono tutti gli individui che si scambiano vari significanti come accade nella loggia quando appunto la lettura della tavola offre lo sviluppo dei significanti a tutti i componenti del frutto con l’intento di rendere dinamica e non statica la conoscenza.

Che cosa è poi alla fine il lavoro massonico se non quello di suscitare sempre continue ricerche e conoscenze mentre ognuno di noi nei lavori rappresenta quel granello rosso che se fruttifero da senso e vitalità al frutto, che simbolicamente consegna valore per la  loggia inteso come momento di crescita e percorso di vita.

Ho detto.

A:. P:.

 

20 Ottobre 2014 e. v.

 

 


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