L’ESOTERISMO DELLA SFERA

Una caratteristica essenziale della sfera quella legata alla sua “immutabilità”: comunque essa ruoti, il suo aspetto esteriore ed interiore non cambia a differenza del cubo la cui caratteristica è l’immobilità (la sua base quadrata ne fa un solido molto equilibrato e di importante staticità).

inserito il 06 06 2011, nella categoria Fondo Valentini

APOCALISSE VEDI STELLE

Tavola del fr:. Giorgio Valentini (dall’Archivio Storico – Fondo Valentini, anno 2011 – della R:. L:. Giordano Bruno 852 all’Or:. di Ferrara – *)

È inevitabile che un senso poco esaltante di incapacità, ci sorprenda al momento di prendere la penna per esprimere qualche pensiero su un tema qualunque.

Scrivere del simbolismo della sfera in realtà mi attrae molto: mi piace la forma della sfera, la sua morbida immagine mi richiama il soffice corpo di donna, una sfolgorante luna piena di agosto, una vela rigonfia del vento scirocco, quando timorose vibrazione di arpa scuotono le sartie d’acciaio e la prua crea un solco pronto a richiudersi a poppa.

La sfera è un simbolo talmente bello, che parlarne mi appare quasi sacrilego, la straordinaria “simulazione” del linguaggio umano non può esprimere nel suo totale fulgore l’armonia della sfera. Da dove vengono le sfere? Dove vanno? Chi le ha inventate? Perché le hanno inventate? Io credo che la vera e profonda manifestazione della Natura sia rappresentata molto spesso, forse sempre, da linee curve. Partire dal cerchio: quello solare, quello lunare, il gioco dell’acqua quando, cadendovi un sasso, si agita creando cerchi concentrici che si allontanano sino a rompersi in bianche spume sulle sponde della taciturna fontana.

Innumerevoli sono stati gli studi su questo solido geometrico, creato un giorno lontano dagli dei: partirono certo da un cerchio, che un perno non molto dopo trasformò in ruota, formidabile ed utilissimo strumento per l’uomo e per il suo lavoro, per le sue lotte, per le sue invenzioni, ancora oggi presenti negli artefatti umani che vanno dal carro alla bicicletta, dall’automobile, all’aerorazzo, dai dimenticati ingranaggi d’acciaio, ai tondi bottoni delle pulsantiere che regolano le energie delle nuove strutture digitali dominanti il nostro mondo terrestre.

L’esoterismo della sfera ci porta ad una analisi che veda nel compasso lo strumento generatore, all’inizio del ciclo. La capacità creativa del compasso riesce in un certo senso a giustificare la bellezza del cerchio prima e della sfera poi in una successione temporale che oggi ci sembra “scontata” in uno svolgersi rapido di tempo ma che potrebbe invece aver comportato qualche lungo decennio.

Le numerose ricerche che menti illuminate hanno esperito sulle motivazioni della nascita della sfera non hanno raggiunto risultati apprezzabili ma vi è un motivo che mi spinge a ritenere che il senso magico della sua apparizione sul palcoscenico del nostro pianeta e probabilmente nel creato derivi da un principio fondamentale della statica e dall’equilibrio dei sistemi: il principio del minimo lavoro. Questa costatazione, che appare nella sua “magia” profondamente “sacra”, vuol significare che, in natura, ogni manifestazione si avvale, per affermarsi, della strada meno faticosa: ecco quindi che possiamo evidenziare le seguenti precisazioni:

  1. A)    Il cerchio è la superficie piana la quale a parità di area ha il perimetro “più corto”.
  2. B)    La sfera è il simbolo tridimensionale che, a parità di volume, ha la superficie contenitrice di area totale più ridotta.

Ciò significa che, ad esempio, volendo eseguire delle “bolle di sapone” secondo il metodo noto ai bambini, otterremo solo e sempre delle sfere e mai altri tipi di solidi (cubo, cono, piramide, ecc.). Le tensioni superficiali che sono presenti nel velo di sapone della bolla danno una somma finale inferiore a quella ricavabile da qualsiasi altra forma solida.

Così il fulmine cadendo dalla nube verso terra o viceversa, balzando dalla terra verso la nuvola, non sarà di tipo rettilineo assoluto ma seguirà un percorso che sfrutterà, quasi sapendolo in anticipo, gli strati di atmosfera di “minor resistenza”.

Questo principio è la vera “base” sulla quale si sono sviluppati astri, pianeti, galassie, dove le forme rispondono tutte nello spazio tridimensionale, alle sfere ed in quello bidimensionale (piano) ai cerchi, alle ellissi ed a consimili configurazioni.

Invano R.Guenon si sbraccia scagliando i suoi anatemi contro l’abbandono dei principi tradizionale da parte della umanità (siamo nel 1910/1920) e parla e scrive di “materializzazione del pensiero” anzi di “solidificazione” del mondo adducendo a giustificazione della sua visione che la Scienza del suo tempo fa indietreggiare senza posa i confini del mondo conosciuto,  quando è vero esattamente il contrario; << mai – egli prosegue – questi confini sono stati così angusti come lo sono molte concezioni ammesse dalla futura scienza profana. >>

Affermazioni queste che confermano, se mai ve ne fosse bisogno, l’equilibrio presente nella nostra Istituzione Muratoria che invita a porre sempre la parola “DUBBIO” davanti ad ogni affermazione categorica.

Senza con questo  voler fare della Scienza il “Fine” per il quale su questo pianeta si è manifestata l’autocoscienza umana non vi è chi non veda come la stessa rappresenti lo strumento fondamentale per giustificare, seppur in maniera insufficiente, la esplosione della mente e della evoluzione culturale nella Società umana.

Pur lasciando il “CASO” fuori dalla tenzone (ovviamente sapendo che è una entità potente e da prendere con estrema cautela) potrebbe essere una “predizione” abbastanza coerente l’affermazione che veda i principi religiosi, il postulato di oggettività della natura, e la forza della Scienza, alleati per tentare di risolvere il grande mistero della esistenza della Consapevolezza (Io so di pensare) presente nel nostro universo.

È una caratteristica essenziale della sfera quella legata alla “immutabilità”: comunque essa ruoti, il suo aspetto esteriore ed interiore non cambia a differenza del cubo la cui caratteristica è l’immobilità (la sua base quadrata ne fa un solido molto equilibrato e di importante staticità).

Pur rispondendo gli astri alle forme fondamentali (cerchio e sfera) il loro moto è difforme e quasi mai si muovono su dimensioni circolari o sferiche. Loro caratteristica è il movimento su figure curvilinee (ellissi, parabole, iperboli, ecc.) solo forse eccezionalmente (dato l’enorme numero di stelle e galassie – si parla di miliardi di miliardi) regolari secondo il profilo classico.

La storia antica della sfera è ignota ma taluno parla (e forse sarebbe meglio tacere) che gli uomini primitivi fossero unisex, con strutture a palla e quindi orribili da vedersi con gli occhi odierni.

L’unisex fa “paura” quando le attuali strutture umane sembrano così ben congegnate da dare, forse solo esse, qualche breve istante di felicità e di abbandono totale al duro destino dell’Uomo.

Nello studio delle forme geometriche, piane o bidimensionali, il cubo rappresenta la terra in correlazione con il cielo, di cui la sfera è espressione dell’essenza: ecco quindi una caratteristica delimitazione delle due forme:

il cubo  à la Terra

la sfera à il Cielo

Queste definizioni, dal carattere strettamente indicativo, richiamano alla attenzione gli strumenti idonei rispettivamente a tracciarli.

Come è ben noto essi sono la “squadra” per il Cubo ed il “compasso” per la Sfera.

E nel rincorrersi delle analogie, se non proprio delle equivalenze, che le considerazioni sopra riportate tendono a richiamare, balzano agli occhi la forma del Paradiso terrestre (circolare)(inizio del ciclo) e quella della Gerusalemme Celeste (corrispondente alla fine del ciclo) che è quadrata: il richiamo alla sezione orizzontale dall’ “Uovo del Mondo” cioè alla forma circolare consustanziale con la forma sferica universale e primordiale.

È opportuno notare che il cerchio cui si fa qui riferimento ha il proprio centro (che è quindi anche il cerchio della sfera) e quindi nel mondo supposto di forma essenzialmente sferica quale punto di partenza di quattro fiumi infernali:

1) lo Stige: fiume infernale che circonda gli inferi. La dea Teti, madre di Achille, vi immerse il figlio per renderlo immortale, tenendolo per un calcagno che non fu quindi bagnato dalle acque magiche e che costituì quindi il punto debole della invulnerabilità di Achille. Da questa leggenda è derivato il motto, per il punto debole di qualsiasi struttura, di chiamarla “il tallone di achille”.

2) il Cocito: fiume dell’Averno dalle acque melmose. Nell’inferno dantesco è un lago gelato del IX cerchio in cui sono puniti i traditori.

3) il Flegetonte: fiume infernale le cui acque confluiscono nell’Acheronte. Nell’inferno dantesco è un fiume bollente, color rosso-sangue dove sono puniti i violenti.

4) l’Acheronte: fiume dell’inferno che ha preso il nome dal mitico fiume infernale che potevano attraversare solo le anime dei defunti che avevano ricevuto sepoltura.

Ciò richiama la relazione fra il cerchio ed il quadrato e quindi ritorna l’Uovo del Mondo quale centro dell’Universo. A tal riguardo è necessario precisare, secondo Renè Guenon, che l’Uovo del Mondo è la figura non del Cosmo nel suo stato di completa manifestazione bensì va riferito a partire dal punto da cui prenderà inizio il suo sviluppo. Se tale sviluppo si intende come una espansione (e tale pare che sia ai tempi dell’attuale astrofisica) che si compie in tutte le direzioni a partire dal punto di inizio è evidente che questo punto coinciderà con il centro stesso.

L’Uovo del Mondo è quindi effettivamente centrale in rapporto al Cosmo (non essendo infinito il nostro universo deve avere un centro).

La figura biblica del Paradiso terrestre (che è anche il centro del mondo) può dunque essere considerata la sezione orizzontale di una forma ovoidale oppure sferica (quest’ultima rappresentando la forma primordiale estendendosi ugualmente in tutte le direzioni a partire dal centro). R.Guenon precisa anche, a proposito della forma sferica, che nella tradizione islamica la sfera di pura luce primordiale è anche il cuore del Mondo e l’intero Cosmo è vivificato dalle pulsazioni di questa sfera.

Intorno all’Uovo del Mondo e all’omphalos [parola greca il cui significato è esteso. Significa: ombelico ma anche in generale tutto ciò che è CENTRO ed in particolare il mezzo della ruota (quest’ultimo è il simbolo della ruota). Può avere anche il significato di centro spirituale. Ha spesso forma ovoidale] la simbologia configura spesso un serpente arrotolato.

L’uomo ha nei confronti del Cosmo, nel suo insieme, un ruolo “intermedio” paragonabile a quello che nell’essere vivente ha l’anima tra lo spirito ed il corpo: l’uomo è figlio del Cielo (senso dinamico o genetico) e della terra (senso statico). Analogamente la “sfera” può considerarsi l’elemento intermedio tra le terra (il cerchio) e l’universo (di cui la sfera può configurarsi come il Cielo).

Come, per quanto riguarda l’Uomo, la sua interpretazione tradizionale sia ternaria (spirito, anima e corpo) così per quanto attiene la sfera l’analogia ci riporta dal compasso (strumento generativo primordiale) al cerchio (derivazione primaria planimetrica) ed infine alla sfera (stazione finale tridimensionale).

Io Possiedo una piccola sfera di Cristallo, ha un lungo gambo sottile ed, al suo interno, un seme minuscolo, splendente, cristallo adatto per farti sognare, se lo fissi a lungo.

Magica sfera, perfetta nelle sue forme rese sacre da un universo dove ogni cosa è  soffice, arrotondata, in attesa di una carezza: nessuno spigolo, nessun angolo a costringerti a cambiar direzione, vai e cammini, cammini e ritorni sempre sopra i tuoi passi, su la sabbia dove le tue orme sono scomparse, disperse dal vento della vita, nel viaggio che è sempre un “ritorno” nell’abbraccio dello spazio e del tempo.

Vorrei dedicarti, sfera della mia vita, un inno di ammirazione e di amore, ma sosto invece in una pagina del bel saggio do Giuseppe Conte “Terre del Mito” di cui trascrivo il canto magico dei pescatori islandesi, anche se nel nostro caso, va riflessa per forza solo un’analogia:

Tu, re della luna

Tu re del sole

Tu re dei pianeti

Tu re delle stelle

Tu re del globo

Tu re dei cicli

Oh, il tuo vivo aspetto

Tu splendido raggio!

L’armonia delle sfere ci consente questa strana divagazione.

Ma il tempo, tiranno, ci riporta nel suo spazio ed alle sue relative dimensioni dove la totalità celeste – terrestre si manifesta stupendamente nelle coppie cubo-sfera; nella architettura invece la coppia si esprime generalmente sotto forma di un quadrilatero sormontato da una sfera o più frequentemente da una cupola( es. S.Pietro in Vaticano).

Vi è una arcana discesa di Dio che scorrendo dalla sfera al cubo rappresenta simbolicamente la “incarnazione”, laddove all’inverso esotericamente nel passaggio dal cubo alla sfera vi è un sacro ritorno dal “creato” all’increato (dalla Terra al Cielo), nella perfezione del ciclo compiuto.

Nel Timeo di Platone l’universo ha la forma di una sfera, dove essa può comprendere in se tutte le figure e quindi tutti gli esseri viventi; secondo il “Simposio” prima della divisione dei sessi l’Uomo originario era, come già accennato nelle premesse, di forma sferica; infatti ( vedi il Dizionario dei Simboli) di J.Chevalier l’androgino originario era concepito comunemente come “sferico” in quanto, al livello delle culture antiche, la sfera rappresentava la perfezione e la totalità e quale figura simmetrica per eccellenza era simbolo di ambivalenza (tale ipotesi è ancora presente in alcune popolazioni isolate australiane).

Ed ancora sembra opportuno ricordare che, secondo i profeti, da Dio emanano tre sfere che vanno a riempire i tre Cicli:

1)      la prima sfera (dell’Amore): rossa

2)      la seconda sfera (della Saggezza): azzurra

3)      la terza sfera (della Creazione): verde

Il profeta Al Ferabi (scienziato mussulmano di origine turca che fu detto “il secondo maestro” dopo Aristotele) tentò un sincretismo fra la filosofia aristotelica,  filoplatonista e Islam secondo la teoria delle “emanazioni” partendo dalla emanazione della sfera superiore e, proseguendo dal secondo intelletto che produce intelletto e sfera, giunge al nono intelletto che produce il decimo intelletto e la Luna (teoria centrale di Avicenna filosofo e medico mussulmano che produsse una enciclopedia in 5 libri contenente il “Canone di Medicina” tradotto in latino e testo per lungo tempo nelle università europee).

Forte impatto con la sfera ha la cupola che rappresenta universalmente la Volta Celeste. Nel suo complesso l’edificio a cupola, poggiante spesso su quattro pilastri, è la immagine stessa del mondo, che la mitologia cinese rappresenta come una “tartaruga” il cui guscio è rotondo al disopra e piatto al disotto. Questa immagine piuttosto rozza e primitiva fu molto utile ad una gentile ed anziana signora la quale ad un convegno di astrofisica di alcuni decenni fa rispose ad una diretta domanda rivoltale per sapere come concepiva il mondo << ma, carissimo professore, è molto semplice: il mondo si regge poggiando su un guscio di tartaruga! >> << E la tartaruga – proseguì l’interlocutore – come si comporterà? >> <<Naturalmente appoggiandosi su un’altra tartaruga >> e così di seguito sino al calare del sipario.

Ma in APOCALISSE VEDI STELLEfondo la vita è una cosa troppo importante perché se ne possa parlare sul serio.

G:. V:.

6 Giugno 2011 e.v.

(*) Nota – Nell’Archivio Storico della Loggia Giordano Bruno, il “Fondo Valentini” comprende tavole scolpite dal suo compianto decano sia per la stessa Officina sia per il Rito Scozzese Antico ed Accettato, nel quale Giorgio Valentini era insignito del 33° e massimo Grado.

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