LA MASSONERIA E IL FASCINO DELLA FRONTIERA

inserito il 14 01 2022, nella categoria Storia, Tavole dei Fratelli

Toro Seduto e Buffalo Bill

Tavola del fr:. A:. Mu:.

Non c’è dubbio che una caratteristica della massoneria sia quella di essere composta da uomini “oltre”. Uomini che non si accontenano di verità rivelate. Uomini che cercano costantemente non solo nuove risposte, ma soprattutto nuove domande, oltre ogni limite, oltre ogni confine mentale, ideologico, spirituale, perfino territoriale (tanti gli esploratori appartenuti alla Libera Muratoria). E’ il cammino di perfezionamento interiore al quale è votato il lavoro di tutte le logge e sei singoli massoni.

E’ per questo probabilmente che le frontiere esercitano da sempre un fascino parficolare per la massoneria. E’ forte l’istinto che spinge a conoscerle, superarle, spesso sfidarle. Il massone si sente vento, capace di superarle, di andare oltre ad ogni ostacolo.

Secondo la mitologia della Genesi, Dio creò l’uomo impastandolo nel fango, e quella restò la sua dimensione profana, ma poi vi ispirò il suo soffio vitale, e questo costuisce forse la sua aspirazione iniziatica, ovvero la capacità di spirare ad ogni latitudine e longitudine potendo confrontarsi con gente di ogni credenza spirituale. Insomma oltre ogni frontiera.

E fra le tante frontiere che purtroppo esistono ancora sulla Terra ce n’è certamente una, forse la più iconica, nella quale si sono intrecciate, talvolta anche in modo controverso, le vite di tanti massoni, ed è quella del Far West americano.

Proprio in questi giorni ricorre il 105° anniversario della morte del massone Buffalo Bill, pseudonimo di William Frederick Cody (Le Claire26 febbraio 1846 – Denver10 gennaio 1917), uno dei personaggi più mitici del’epopea della frontiera. Soldato, cacciatore, ed infine attore e grande impresario del “Wild West Show”, spettacolo circense che esordì nel 1883 ricreando rappresentazioni western delle battaglie indiane, fra cui quella di Little Big Horn in cui morì il generale Custer.

Buffalo Bill aveva combattuto e ucciso diversi indiani (si vantò perfino di aver reciso lo scalpo ad uno di loro, il gran capo Mano Gialla, in un corpo a corpo per vendicare lo stesso Custer), crudeltà che andrebbero comunque inquadrate nella mentalità di quei tempi. Eppure al suo spettacolo parteciparono molti nativi americani, che lo seguirono anche nelle trasferte dello spettacolo in Europa (anche in Italia), fra questi il suo ex nemico Toro Seduto, ed Alce Nero.

Fra i personaggi famosi dello spettacolo vi fu anche la mitica Calamity Jane. L’intera troupe arrivò a contare diverse centinaia di comparse (fra queste oltre a cowboy e indiani, anche cavalieri cosacchi ed arabi per incentivarne l’esotismo). Gli spostamenti di uomini ed animali avvenivano con un treno speciale, composto da decine di vagoni.

Lo spettacolo ebbe un formidabile successo in tutti gli Usa, fu una delle attrazioni principali della Esposizione Mondiale di Chicago del 1893, ed ancor prima nel 1889 del Giubileo della Regina Vittoria a Londra.

Buffalo Bill e Toro Seduto si esibirono anche in diverse città italiane (Napoli, Torino, Genova, Alessandria, Udine, Milano, Bergamo, Brescia, Verona. Bologna, Firenze, Arezzo, Perugia, Cremona, Trieste (allora ancora austriaca) ed infine Roma, dove il “Wild West Show”accettò e perse una sfida di doma di puledri contro i butteri dedll’Agro Pontino. Sempre a Roma Buffalo Bill, che nel frattempo si era convertito alla Chiesa Cattolica, nel 1890, poco prima della sua morte, fu ricevuto anche dal Papa Leone XIII.

Quanto alla sua vita militare ed all’appartenza alla massoneria, esse risultano fortemente intrecciate.

Nel 1863 Buffalo Bill si era arruolato nel 7° Cavalleggeri del Kansas e combattè nella Guerra Civile Americana con gli Stati dell’Unione. Fu in quel periodo che William Frederick Cody, alias Buffalo Bill, si avvicinò alla massoneria. Venne iniziato il giorno del suo 24° compleanno, il 6 Marzo 1870, presso la Plate Valley Lodge n. 32 a Fort McPherson nel Nebraska. L’anno successivo venne elevato al grado di Master Mason. Nel frattempo aveva rivestito anche la carica civile di Giudice di Pace in cui dimostrò doti di grande equità.

Quanto al suo nome d’arte, Buffalo Bill (che ebbe anche un nome dakota “Pahaska”), lo guadagnò come cacciatore di buffali (ma certamente più di bisonti) per conto dell’esercito e dei coloni, arrivando a sterminarne fra il 1868 ed il 1872 ben 4280 esemplari, strappando così il titolo di Buffalo Bill ad un altro famoso cacciatore, William Comstock.

Travagliate le sue vicende familiari. Nacque in una fattoria dello Iowa nel 1846, ed ebbe subito difficoltà in seguito alla morte del fratello maggiore che nel 1853 portarono la sua famiglia a trasferirsi nel Kansas, dove però subì pesanti persecuzioni a causa delle posizione antischiaviste del padre, ucciso a coltellate in un agguato. Da quel momento Cody, non ancora Buffalo Bill, dovette affrontare duramente la battaglia della vita per la propria sopravvivenza e mantenere la famiglia, Iniziò a 14 anni come Pony Express.

Lo stesso Cody avrebbe potuto avere anche una stretta parentela italiana. Nel 1886, durante una sosta nel campo militare di Saint Louis conobbe e sposò l’italo-americana Luisa Frederici, che più probabilmente era invece di origine alsaziana, da cui ebbe in seguito 4 figli.

Buffalo Bill morì a Denver nel Colorado all’età di 71 anni, il 10 Gennaio 1917. Alla sua scomparsa si accesero diversi contrasti per i funerali e la sepoltura fra gli Stati del Wyoming dove viveva ed il Colorado dove era deceduto, ebbe la meglio il Colorado.

Alla querelle fra i due Stati si aggiunse anche quella della Libera Muratoria che pretendeva a sua volta un solenne funerale massonico, sostenendo che l’avrebbe esplicitamente desiderato lo stesso Buffalo Bill. Funerale massonico al quale il governatore del Colorado si opponeva temendo nel suo Stato ci fosse una certa diffidenza di parte dell’opinione pubblica nei confronti della Massoneria.

Alla fine si arrivò al compromesso di due funerali: uno di Stato a Denver, ed uno successivo con ritualità massonica presso il suo sepolcro sul Monte Loockout a Golden, sempre in Colorado, Fu considerato il più grande funerale massonico della storia, con oltre 15mila partecipanti.

LA MASSONERIA ANCHE FRA I NATIVI

Ma non fu solo Buffalo Bill il personaggio massonico della Frontiera legato alla Massoneria. Ve ne furono diversi altri, da Kit Carson a David Crocket ed altri eroi di Alamo, William Trevis e James Bowie, di cui parleremo in seguito.

La spiritualità e la cultura massonica penetrarono anche fra i nativi americani. Diversi di loro aderirono o crearono logge. Si è già accennato alla supposta, ma non provata, appartenenza all’Istituzione dello stesso Gran Capo Toro Seduto. Tuttora esiste una loggia di nativi americani a Santa Fè. Nella sua insegna massonica figurano due tomawack incrociate.

La stessa massoneria indiana mantiene fra l’altro speciali rapporti di amicizia e di collaborazione con vari esponenti della massoneria italiana.

LA LEGGENDA DI KIT CARSON

Kit Carson

Un altra leggenda pioneristica della Frontiera Americana, legata anch’essa alla massoneria, è certamente quella di Kit Carson (Richmond 24 dicembre 1809 – Fort Lyon 23 Maggio 1868).

Una figura, la sua, molto diversa da quella di Buffalo Bill. Certamente meno coinvolto in episodi sanguinari legati alle guerre indiane. Fu prevalentemente esploratore, guida, cacciatore, soldato, ed infine Agente Indiano a Fort Stanton sui Monti Sacramento, con il compito di occuparsi delle riserve indiane degli Apache e dei Navajo, rifiutandosi di attuare dure repressioni (gli era stato “raccomandato” di uccidere tutti i maschi e catturare le donne).

Come soldato combattè nella Guerra Messicano-Statunitense (1846-1848) e fra le fila dell’esercito nordista (1861-1865) nella Guerra di Secessione, con il grado di brigadiere generale.

Come esploratore e guida condusse varie carovane di pionieri verso la California, e varie spedizioni fra le Montagne Rocciose.

Come cacciatore durante il suo soggorno a Fort Benton si impegnò a procurare carne per gli abitanti del luogo. Fu in quell’occasione che raccolse e vinse una celebre sfida: uccidere 6 bisonti con soli 6 colpi. Ebbene pare che riuscì ad ucciderne addirittura ben 7 recuperando un proiettile dal corpo di uno dei bisonti che aveva abbattuto.

Come massone entrò a farvi parte il 29 Marzo 1854, iniziato presso la Montezuma Lodge n. 109. Nella stessa Loggia fu promosso nello stesso anno ai gradi di Compagno d’Arte ed infine di Maestro.

Nel 1860 in seguito alla fondazione di una nuova loggia a Taos nel nome del suo grande amico Charles Bent vi si trasferì assumendo la carica di Secondo Sorvegliante. Quattro anni dopo la Bent Lodge n. 204 fu costretta a chiudere, Kit Carson fece ritorno alla sua originaria loggia madre, la Montezuma, presso la qujale restò fino alla suja morte. Morte che lo colse nel 1868 a Boggsville. Fu sepolto a Taos (Nuova Messico) in un memoriale a lui dedicato. A Kit Carson è tuttora intitolata la Carson Lodge n. 1 del Nevada.

DAVID CROCKETT, EROE CONTROVERSO

David Crockett

Appartiene alla leggenda della Frontiera anche David Crockett, (Contea di Greene17 agosto 1786 – Alamo6 marzo 1836), dalla biografia decisamente tormentata, anch’egli comunque appartenuto alla massoneria.

Crockett partecipò attivamente alle guerre indiane, ma cercò sempre di evitare stragi ed eccessi di sangue ai danni dei nativi. Combattè in particolare contro i Creek, nel Settembre 1813, agli ordini del generale Jackson che però non riuscì a domarli. Fu allora proprio David Crockett a prendere in mano la situazione ed a battere i Creek, vittoria che grazire alla riconoscenza degli abitanti della regione lo proiettò verso importanti cariche civili (giudice di pace, colonnello del reggimento locale ed infine nel 1828 membro del Congresso degli Stati Uniti nelle fila del partito democratico).

Tutto questo nonostante un’infanzia decisamente svantaggiata (la sua famiglia perse casa ed ogni avere nel Tennesee per lo straripamento del fiume Nolichucky. Mentre il padre cercò di trovare fortuna aprendo una locanda in un regione più sicura, David Crockett cercò lavoro come mandriano ed aiutante carovaniere e più tardi come cacciatore d’orsi, per cui si fece una certa fama.

Inoltre fra i suoi handicap vi fu anche quello di crescere praticamente analfabeta fino ai 18 anni. Imparò a leggere e scrivere poco prima di sposarsi con la prima moglie Polly.

Grazie alla sua forza di volontà tutto questo non gli impedì di intraprendere una brillante carriera politica, per altro spesso in contrasto con il suo collega di partito Andrew Jackson, che nel frattempo era diventato Presidente deggli Stati Uniti.

Crockett si battè sempre per il rispetto dei trattati con le tribù indigene, compreso quello che lo stesso Jackson come generale aveva sottoscritto con i Creek, assicureando che avrebbero potuto occupare per sempre le terre ad est del Missisipi, trattato che Jackson divenuto presidente intendeva invece ripudiare.

Crockett era convinto che coloni e indiani dovessero avere gli stessi diritti, ma la storia non fu altrettanto benevola e tollerante.

Fortemente deluso dalla politica David Crockett che nel frattempo da analfabeta si era rivelato valente scrittore, si dedicò in varie località dell’Est alla promozione del suo libro “A Narrative of the Life of David Crockett”. Non venne però più rieletto in parlamento e lasciò definitivamente Washington coin una frase stizzita “Potete finire tutti all’inferno, io me ne vado in Texas”. E questo gli fu fatale.

Volle prendere parte alla guerra per l’indipendenza del Texas contro il Messico e perì nel massacro di Alamo il 6 Marzo 1836. Sulla sua morte si sono fatte diverse congetture: c’è chi ha parlato di una morte da eroe, chi addirittura da vigliacco. La verità probabilmente resterà irraggiungibile, ma non intaccherà la sua leggenda.

Fatto sta che ancora oggi migliaia di visitatori, molti di loro massoni, ad Alamo rendono omaggio alla lapide che ricorda il suoi sacrificio e quello dei suoi sodali Jim Bowie e William B. Travis.

Quanto all’appartenza di Crockett alla massoneria la sua iniziazione avvenne durante il suo periodo parlamentare. Prima di partire per il Texas affidò i suoi paramenti massonici ad un amico del Tennessee.

Buffalo Bill, Kit Carson, David Crockett: questi furono solo alcuni, non certo i soli, uomini “oltre” della massoneria che subirono e sfidarono il fascino della Frontiera, pagando anche con la propria vita.. In ogni caso contribuirono a perpetuarne la leggenda, ma soprattutto a farne la storia reale.

A:. Mu:.

14 Febbraio 2022 e.v.

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LE PRESUNTE ORIGINI ITALIANE

Gli albi di Nerbini su Buffalo Bill

Verità, verosimiglianza e palesi falsità circondano il personaggio da leggenda di Buffalo Bill. La “fake news” più spregiudicata fu inventata dall’editore Nerbini di Firenze che fra gli Anni Venti e Trenta aveva già cominciato a pubblicare romanzi di successo su Buffalo Bill, eroe della Frontiera.

Quando però, nel 1942 ci fu la dichiarazione di guerra fra Italia e Stati Uniti, temendo di dover sospendere le pubblicazioni su di lui, lo stessso editore Nerbini sparse la voce che in realtà Buffalo Bill fosse un emigrato italiano (tal Domenica Trombini, di origini romagnole, cioè della stessa terra del Duce). Non si sa come, ma la bugia funzionò. Nerbini si sottrasse alla censura e nonostante la Guerra potè continuare a pubblicare le avventure di Buffalo Bill.

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