La Tiara e il Grifone

Perugia: la vicenda di un monumento che ricorda una pagina oscura del Papato che la massoneria umbra non vuole far dimenticare.

inserito il 29 07 2014, nella categoria Fatti e personaggi, Storia

Perugia

E’ passato più di un secolo e mezzo, ma a Perugia si polemizza ancora sul ricordo della sanguinosa rappresaglia attuata dalle truppe del Papa sugli insorti e sulla popolazione perugina quel lontano 20 Giugno 1859.

Polemiche legate in particolare al restauro del monumento che perpetua il ricordo di quella strage ed in particolare al ripristino della “Tiara sotto gli artigli del Grifo”, simbolo eloquente dell’identità e del monito “laico” di questa memoria storica.

Proprio su questa polemica e sulla vicenda del monumento che ricorda la strage di Perugia, è intervenuto sul sito del Grande Oriente d’Italia il fratello Olindo Stefanucci della R:. L:. Concordia, n. 744, all’Oriente di Perugia.

 

XX GIUGNO 1859: LE RAGIONI DI UNA CERIMONIA

Poco prima della mezzanotte di quest’anno (2014), i massoni di Perugia si sono recati ai “giardini del Frontone”, raccolti intorno ad una bianca, alta colonna. Con noi, il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia e tanti altri fratelli giunti da tutta l’Umbria.

La colonna è il monumento eretto nel 1909 a ricordo di quell’evento ricordato dai libri di storia e da Giosuè Carducci come “le stragi di Perugia”.

Alla base del monumento una facciata reca un gruppo scultoreo, un altorilievo bronzeo raffigurante perugini combattenti; sull’altra facciata campeggia il Grifone, simbolo della città di Perugia, che tiene sotto l’artiglio la tiara pontificia. In basso una semplice epigrafe “XX Giugno 1859”.

Deposta una corona d’alloro, alla mezzanotte i massoni si pongono all’ordine, ascoltano l’inno nazionale, intonano sommessamente l’inno del Nabucco. Poche parole ricordano il significato dell’evento storico e la ragione della presenza dei massoni in quell’evento.

I fatti della Storia possono essere condensati in un breve riassunto.

Nella primavera del 1859 gli eserciti di Vittorio Emanuele II e di Napoleone III avevano dato l’avvio alla guerra contro l’Impero Austro-Ungarico per la liberazione del Lombardo-Veneto.

Ottocento perugini erano accorsi, a nord, per combattere tra i Cacciatori delle Alpi sotto la guida di Garibaldi, per partecipare a quella che sarà chiamata la Seconda Guerra d’Indipendenza.

Le città dell’Emilia Romagna insorgono per la libertà dalla dominazione straniera e per la libertà d’Italia; a Perugia i massoni della Loggia “La Fermezza” decidono che è giunto il tempo di una sollevazione in Umbria.

Il 14 Giugno 1859 un gruppo di fratelli guidati da Francesco Guardabassi si costituisce in Governo Provvisorio della città, e protesta al Delegato Pontificio l’indignazione, la vergogna, il disonore per la neutralità dichiarata dal Governo Papalino di fronte alla guerra in corso nell’Italia del Nord.

Vogliono essere italiani, uguali agli altri che si sentono uniti da questo nome per diventare fratelli di un’Italia unita e libera dallo straniero.

Dichiarano che persistendo il governo pontificio nel suo atteggiamento, essi proclamano l’indipendenza di Perugia e invocano sull’Umbria la dittatura di Vittorio Emanuele II.

E’ un’insurrezione assolutamente pacifica, di gente non armata, che anzi si preoccupa di scortare verso Foligno, con un membro del Governo Provvisorio, il Delegato Pontificio ed i soldati della sua guardia; gente che si preccupa di garantire assoluta incolumità all’Arcivescovo Gioacchino Pecci, il futuro Papa Leone XIII.

Con la loro iniziativa non violenta, i membri del Governo Provvisorio contano sul verificarsi di tre eventi:

  • la sollevazione di altre città dell’Umbria
  • l’aiuto di uomini ed armi dalla Toscana
  • addirittura un aiuto militare da parte di Cavour

Nessuno dei tre accadimenti sperati si verificherà, tranne che dalla Toscana arriveranno pochissimi volontari ed un malandato carico di fucili.

Intanto a Roma, proprio per la preoccupazione dell’estendersi della rivolta, e per la preoccupazione di un possibile blocco della via Flaminia tra Roma e le Romagne, il Cardinale Antonelli decide la cruenta repressione del pronunciamento perugino.

I membri del Governo Provvisorio vengono condannati a morte per decapitazione alla cattura, come criminali comuni.

In Umbria viene mandato un contingente di 1800 soldati, forti anche di pezzi di artiglieria. Sono mercenari svizzeri, belgi, francesi, tedeschi, irlandesi, anche italiani: è la Legione Straniera del Papa.

Nel pomeriggio del 20 Giugno 1859, in tre ore sotto una pioggia battente, il destino di Perugia si compie.

Vinta la resistenza dei perugini accordi per difendere la loro città, molti di loro armati solo con fucili da caccia, vengono sfondate le difese della bassa cinta muraria del Frontone e di Porta San Costanzo, viene occupata l’Abbazia di San Pietro, viene sfondata a colpi di cannone la Porta San Pietro, e la truppa vaticana dilaga per il corso, nel cuore della città.

Abitazioni violate, negozi devastati, saccheggi ovunque, morti, feriti e violenze, usate anche a cittadini stranieri, il soldati del Papa occupano il centro di Perugia. I massoni del Governo Provvisorio per evitare la decapitazione riescono a riparare in Toscana.

Bisognerà aspettare ancora più di un anno, il 14 Settembre 1860, per vedere i bersaglieri e i granatieri di Enrico Cialdini e Manfredo Fanti liberare Perugia dal Governo dello Stato della Chiesa e unificarla così al Regno d’Italia.

Il ricordo di quella insurrezione, delle stragi e quindi dei valori che sono stati testimoniati dai fratelli del 1859 porta i massoni dell’Umbria intera a raccogliersi attorno al monumento eretto a perenne memoria.

E’ la riaffermazione che Uguaglianza, Fraternità e Libertà sono, come allora, valori dei massoni del nostro tempo che si sentono eredi degni dell’esempio dei loro Maestri passati.

Ecco il vero valore di questa cerimonia: testimoniare ai giovani ed a tutta la gente che “ci siamo”, che siamo sempre portatori di quei valori per il dovere in questi di servire al nostra comunità civile.

“O compagni sul letto di morte, o fratelli sul libero suol”.

Molti anni dopo, la data del 20 Giugno segna ancora un altro evento parallelo della Storia di Perugia.

In quel giorno, dell’anno 1944, le truppe anglo-americane entrano in una Perugia liberata dal nazi-fascismo. L’ingresso proprio in quel giorno non è avvenuto per caso: venne concordato fra la massoneria perugina di Mariano Guardabassi e Bruno Bellucci e gli ufficiali comandanti degli eserciti alleati.

Sotto l’artiglio del Grifo non c’era, quel giorno, la tiara pontificia, rimossa nel 1929 a seguito dei Patti Lateranensi. Venne rimessa invece nel 1987, laddove doveva essere, per l’impulso del Sindaco massone della città, Giorgio Casoli, nostro Gran Maestro Onorario.

Fr:. Olindo Stefanucci

R:. L:. Concordia (744) all’Or:. di Perugia.

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Nota – 29 Luglio 2014 – Lo stesso fr:. Giorgio Casoli, Gran Maestro Onorario del G:.O:.I:., ex magistrato, già Senatore della Repubblica, ha annunciato, sull’argomento, un proprio articolo che sarà pubblicato sul prossimo numero di “Erasmo Notizie”

 

Per saperne di più leggi anche:

20 Giugno 1859: Perugia, una strage vaticana

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