Veglia d’Armi dei Nuovi Cavalieri

Considerazioni alla vigilia dell’iniziazione al IV Grado dei Maestri Segreti

images

In questa fase apocalittica, la Massoneria si pone al crocevia della storia con una funzione di ARCA VIVENTE di Simboli e Tradizioni, fra queste anche la “Via del Guerriero” o “Via Regale”, propria dei gradi del Rito Scozzese Antico ed Accettato.

Con l’iniziazione al IV grado scozzese, che vi attende, cari fratelli diventerete “Maestri Segreti”. Segreti a chi? Segreti ai vostri stessi fratelli Maestri della Loggia. Non per differenziarvi nel consueto lavoro di muratori e costruttori. Ma semplicemente perché oltre agli strumenti della pietra vi sarà consegnata una spada. E vi saranno pure svelati diversi usi degli strumenti muratori che già conoscete.

Il compasso ad esempio, quando tutte le possibilità della ragione, del raziocinio, della tolleranza e della diplomazia sono state espletate ed esaurite a 360 gradi, si chiude su se stesso per divenire un pugnale od una spada idoneo alla difesa estrema dei propri principi.

Divenendo Maestri Segreti, oltre che costruttori, diventerete Cavalieri, difensori del diritto e della libertà. Sarete chiamati giù dai ponteggi del tempio, per porvi di sentinella in campo aperto o sulle mura, pronti alla difesa, e se occorresse anche all’attacco.

Questo significa anche la revisione simbolica di altri strumenti che nella Massoneria Azzurra hanno solitamente altre attribuzioni. Per esempio la CAZZUOLA.

Fra i liberi muratori dei primi tre gradi è addirittura uno strumento apparentemente secondario. Compare con un certo rilievo solo nel rituale del secondo grado, come semplice levigatore, amalgamatore della fratellanza.

In realtà nel Rito viene evidenziata la sua forma a ZIG ZAG, come quella della folgore, come quella di una stella e di un simbolo particolare che vi saranno rivelati solo durante la vostra prossima iniziazione.

Comunque questo segno di folgore può rappresentare lo scettro del Dio creatore, lo strumento elettivo del Grande Architetto che plasma il mondo.

Nel medioevo questo strumento aveva una grandissima importanza, appariva nei blasoni nobiliari o nelle insegne delle gilde massoniche. Durante le iniziazioni inglesi, ancora nei primi decenni del 1700, al recipendiario venivano fatti tenere una cazzuola nella mano destra ed un martello in quella sinistra, e gli si diceva che la cazzuola univa ciò che il martello divide.

E’ probabile che in quel periodo la cazzuola nelle logge e nelle cerimonie di iniziazione svolgesse la stessa funzione che nella posteriore massoneria speculativa avrebbe poi assunto la spada fiammeggiante.

Sotto questo aspetto è ancora più rimarchevole l’esempio che ci giunge dall’Oriente, da Musashi,  maestro di spada del Giappone feudale.

Scriveva: “La terza via è quella dl Guerriero… la quarta quella dell’artigiano. … L’ideogramma cinese del Carpentiere significa Grande Schema, anche i principi dell’Hejo, la via del guerriero sono un Grande Schema… Il Maestro è l’ago ed il Discepolo il filo.

Anche se molti studiosi della Massoneria sostengono che gli influssi cavallereschi nei rituali e nei principi massonici siano stati adottati posteriormente alla riforma del 1717, è più probabile, secondo altri, che in realtà Cavalleria e Massoneria si fossero trasfusi fin dai tempi biblici.

Ne è un retaggio ad esempio l’importanza attribuita nei rituali azzurri, ed ancor più in quelli scozzesi,  alle figure di Salomone e di Giosuè, emblematici rappresentanti della funzione regale e militare.

Giosuè è il generale che conduce l’esercito d’Israele nella Terra Promessa portando a termine il viaggio iniziato da Mosè. Sarà lui a conquistare la Terra dei Padri. Sarà lui a salire sul Monte Gabon e chiedere a Dio che fermi il corso del Sole e della Luna finchè i suoi soldati non avranno sconfitto ed annientato gli Amorrei.

Come ha ricordato lo studioso Dennis Roman, per molto tempo, fino a tutto il XVIII secolo, il termine “gabon” indicava un massone, e “gabonne”, declinato al femminile, la vedova di un massone.

Sole e Luna bloccati ai lati del Trono della Loggia  ricordano ancora ciò che è avvenuto nella collina di Gabon, e soprattutto indicano che colui che si trova al centro, fra squadra e compasso, cioè il Maestro Venerabile, ha ormai raggiunto quel punto in cui il tempo smette di scorrere, dove passato e presente si stemperano nella permanente attualità dell’eterno presente, costituito dall’insegnamento e dalla tradizione massonica.

Gabon è anche la collina dalla quale Salomone chiederà a Dio il dono di un “cuore intelligente” per poter distinguere il “bene dal male”.

Un luogo magico quindi, un luogo di pace e comunione con Dio, conquistato però combattendo.

Il massone dunque è un costruttore, un costruttore di templi e di pace, ma deve porsi anche nell’animo di combattere, di battersi, per salvaguardare ciò che ha costruito.

I rituali indicano (vi indicheranno) con una certa precisione da cosa difendere la Massoneria, i suoi principi, le sue realizzazioni. Senza esitare anche a distruggere i nostri stessi templi se ciò fosse necessario per estirparne i nemici che vi si sono infiltrati.

Ma il cavaliere non combatte per il potere. Ne è una prova la Cavalleria Romana (gli Equites, i membri dell’Ordine militare romano cui lo stato affidava il “cavallo pubblico” e ne sosteneva le spese). A costoro era interdetto il cursus honorum verso le più alte cariche dello stato, che erano invece riservate ai magistrati ed alla classe sacerdotale.

Una divisione dei poteri estremamente netta, in cui quello militare era chiaramente subordinato a quello civile e religioso. Ai soldati romani, ai cavalieri romani, non spettava il compito di comandare, bensì quello di preservare e restaurare. E per ben due volte, con Romolo e con Numa fu proprio l’esercito a restaurare la primazia del potere sacerdotale e magistrale su Roma. Come compimento del proprio dovere iniziatico.

Un’altra alleanza mistica fra Cavalieri e società, è stata quella stabilità fin dai tempi di Roma fra Cavalleria e Agricoltura, rapporto mistico simboleggiato dalla figura di San Giorgio, etimologicamente “gheorgos”, uomo dei campi.

Come avveniva l’iniziazione di un antico cavaliere?

L’apprendistato con le varie prove da superare durava circa 21 anni.

A 7 anni si diventava Paggi, affidati ad un Padrino che aveva l’incarico di istruire il giovane all’Amor di Dio, del Prossimo, delle Dame e dell’Ordine Cavalleresco.

Compiuto il primo settennato, si diventava Scudieri, solo allora con la possibilità di portare armi, ma non di usarle se non per esercitarsi. L’istruzione dello Scudiero era affidata ad un Cavaliere che diveniva suo maestro d’armi e di vita.

L’addestramento veniva compiuto passando di Castello in Castello (un viatico che ricorda il gran tour de France dei costruttori Compagnoni).

Finalmente raggiunta l’età di 21 anni, se giudicato in possesso di tutti i requisiti fisici e morali, poteva essere iniziato Cavaliere, previo una purificazione che durava 7 giorni.

La cerimonia si articolava in più fasi:

Il candidato assisteva ad una messa con  la spada appesa al collo. Partecipava anche alla benedizione delle armi e delle vesti che avrebbe indossato durante l’iniziazione vera e propria.

Oltre agli speroni, alla corazza ed i guanti, il giovane cavaliere riceveva la spada, la lancia e soprattutto lo scudo, sui cui era impresso lo stemma che sanzionava la sua appartenenza ad una determinata “famiglia spirituale”.

La vestizione del cavaliere aveva molti aspetti esoterici. Non tutto il rito di iniziazione avveniva infatti in pubblico. In luogo appartato, al neo-cavaliere veniva infatti forniti gli insegnamenti iniziatici della sua vera missione: “Dovete deporre l’uomo vecchio, e rivestire l’uomo nuovo, creato secondo dio nella giustizia e nella santità vera… Rivestitevi dell’Armatura di Dio per resistere alle insidie del Diavolo. Perché la nostra battaglia non è contro creature fatte di sangue e carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra… State dunque ben fermi, cinti i fianchi cin la Verità, rivestiti con la corazza della Giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagandare il Vangelo della Pace”.

Al termine di una specifica invocazione, il neo-cavaliere riceveva quindi la “collata”, un colpo con il piatto della spada sulla nuca.

La collata simula il taglio della testa. Ovvero il cambiamento della testa, di mentalità, prima e dopo l’iniziazione. E si ricollega e si consacra direttamente al mito del Giovanni Battista, a sua volta “decollato”. L’attinenza con la massoneria è fin troppo evidente.

Le date che nel Medioevo erano preferibilmente scelte per le investiture dei nuovi cavalieri erano proprio quelle della Pasqua, di Pentecoste, e soprattutto quelle di San Giovanni Battista.

Oggi purtroppo non possiamo andare oltre e non ci resta che compiere fino in fondo la vostra iniziazione al Quarto Grado dei Maestri Segreti, il primo passo all’interno del Rito Scozzese Antico ed Accettato, che vi doterà di spada e cazzuola, congiungendo la tradizione massonica a quella cavalleresca.

Lo faremo poco dopo la prossima Pasqua. Proprio nel tempo in cui sono sorti i cavalieri di Camelot o quelli della Canzone di Rolando. E spero che questo sia di buon auspicio e di ispirazione per Voi tutti.

Per me, come provvisorio detentore della spada di Salomone, sarà un piacere ed un onore accogliervi in questo Capitolo, che vi attende ed ha certamente bisogno di nuove forze e di nuovi autentici cavalieri, in vista di battaglie che si annunciano sempre più necessarie ed imminenti.

Vi lascio con le parole della Bhaghavad Gita, in cui Krishna ricorda ad Aryuna il proprio dharma guerriero (ricordando anche l’insegnamento del Bushido giapponese in cui si afferma che il mestiere del Samurai è la morte… e tutti voi cari fratelli maestri la bara e la morte l’avete già incontrata, la conoscere e non potete perciò più temerla).

Se al tuo dovere tu pensi

non puoi trovare turbamento:

nulla per un guerriero

val più della propria battaglia

combattuta secondo il dovuto.

 

Il guerriero accoglie contento

la guerra che non provocò:

è la porta del cielo che s‘apre.

 

Se tu non fai la battaglia

che la giustizia t’impone,

tu trasgredisci la legge,

scartando il dovere e la gloria.

 

Inoltre, di questa vergogna

gli uomini parleranno;

per chi buona fama godette

cadere nel disonore

è cosa peggiore della morte.

 

 

.

A:. Mu:.

.

.

.

.

 

 

 

.

.

 

 

 


Cerchi qualcosa?

Utilizza il campo sottostante per cercare nel sito:

Hai cercato qualcosa che non hai trovato? Contattaci e richiedici l'informazione che cerchi!

Link

Ti raccomandiamo di visitare questi siti web