Il Segreto dei Maestri Segreti

Come parlare della Massoneria in pubblico, senza tradire i suoi “segreti esoterici”? Un interrogativo che riguarda tutti i liberi muratori italiani e che è vissuto con particolare sensibilità da parte dei fratelli scozzesi.  E’ in corso un sentito dibattito fra “aperturisti” e fautori di una più tradizionale “riservatezza”, anche a livello esistenziale e sapienziale. Ne è scaturito un confronto anche all’interno del Capitolo Felice Foresti, basato su due tavole rappresentative dei diversi orientamenti in tale senso: “APRIRSI SENZA OSTENTAZIONE” e “RISERVATEZZA COME VALORE INTERIORE (VITRIOL)”

SEGRETO 1

APRIRSI SENZA OSTENTAZIONE

Tavola del fr:. S:. Man:.

Quando nel lontano 2004 fui iniziato alla Libera Muratoria, il Fratello che mi aveva tegolato, dopo avermi salutato ed abbracciato mi sussurrò una frase che si scolpì dentro di me in modo indelebile. Mi disse, in un orecchio, “peccato che tu di questa bellissima cosa non ne potrai mai parlare con nessuno, se non con i tuoi Fr:.” Frastornato e scosso dall’esperienza dell’iniziazione rimasi profondamente colpito da quell’affermazione al punto da considerarmi quasi alla stregua di un carbonaro.

Da quel momento non ho mai smesso di pensare al perché di quella frase: perché non ne avrei mai dovuto parlare? Perché non condividerla con gli altri, se poi era bellissima, che motivi c’erano di celarla?

 

Potevo capire il non rivelare al profano gli ineffabili misteri del Tempio e dei nostri architettonici lavori; potevo anche capire di non fare nomi o di non svelare l’ubicazione della Sede (segreto molto segreto…) ma, più ci pensavo e più non comprendevo. Intanto il tempo passava, gli anni di “militanza” aumentavano e io entravo sempre di più nel merito della Massoneria, ne comprendevo meglio la storia, il pensiero e le finalità. Conoscevo posti, persone, leggevo, studiavo, mi documentavo e dopo avere conosciuto i grandi personaggi che ne hanno fatto parte, ho conosciuto anche l’antimassoneria, il pregiudizio, l’odio e la persecuzione verso di noi.

 

 

Ebbene, maggiore era il mio immergermi in essa, più ne uscivo convinto e rafforzato nelle mie idee e soprattutto nella mia scelta al punto che oggi la Massoneria permea la mia vita a 360° e in un momento particolarmente difficile della mia esistenza mi ha letteralmente salvato dal baratro.

Come sappiamo la Massoneria propugna ideali di Libertà, Uguaglianza, Fratellanza e Tolleranza, favorisce il miglioramento di noi stessi e dell’umana famiglia attraverso la via iniziatico-esoterica mediante riti e simboli.  E’ rispettosa delle leggi, esalta la solidarietà e l’aiuto verso il prossimo, chiunque esso sia, e non chiede nulla in cambio; la Massoneria è impegno concreto, è una scelta di vita, un metodo.

Non è affarismo o consorteria e non complotta; i Massoni non adorano il demonio né compiono sacrifici umani né uccidono (anzi, a volte sono uccisi). A onor del vero non sono mancati momenti in cui abbiamo commesso sbagli e infranto leggi e regole ma queste eccezioni mai hanno fatto crollare la fede nell’idea del pensiero massonico: lo hanno scalfito e fatto vacillare ma esso è ancora lì, stabile e saldo.

Se quindi tutto questo è vero, l’appartenenza all’Ordine non dovrebbe essere motivo di disagio o di vergogna o di paura, eppure….eppure ogni giorno ci scontriamo con il pregiudizio, con l’ignoranza della gente e con la diffidenza.

Il dilemma è vecchio come la nostra istituzione: manifestarci o no? Probabilmente non esiste una risposta univoca o LA soluzione.

Il mio pensiero è che ognuno di noi deve fare tesoro della propria esperienza di Libero Muratore, il profano ma non dovrebbe temere il giudizio, o meglio il pre-giudizio- degli altri su se stesso perché quello che conta, per ogni Uomo, sono i fatti e le azioni. Per questo allora dovremmo condannare chiunque professi una religione diversa dalla nostra, oppure perché iscritto a un certo partito, circolo o perché tifa una squadra di calcio piuttosto che un’altra. Non dobbiamo avere paura nemmeno di temere ripercussioni nella nostra vita lavorativa se siamo retti e onesti, perché la disonestà non è solo del Massone ma di chiunque. Cominciamo un po’ alla volta a fare conoscere i nostri princìpi e a farci conoscere e, a chi mi conosce solo come profano, e non come massone, potrò manifestarmi anche come me stesso libero muratore,  perché questo sono, nel bene e nel male: “fai agli altri tutto ciò che vorresti fosse fatto a te”.

Forse se rinunciassimo a quelle forme di autocompiacimento o, a volte di autocommiserazione in cui ci crogioliamo quando qualcuno ci addita come dei delinquenti incappucciati e ci presentassimo per quello che siamo e cioè uomini liberi e di buoni costumi, potremo essere più sereni. Ma questa è solo la mia visione della Libera Muratoria che va oltre il semplice concetto d’iniziato che si riconosce per i toccamenti, i gesti e le parole credendo in un impegno nella vita di tutti i giorni più pratico, in fondo, come disse il filosofo tedesco Fichte nel 1799, “il maggiore segreto dei Liberi Muratori è che non ne hanno nessuno!”

Attenzione però, non è un obbligo, la riservatezza va rispettata, la discrezione pure ma quello che non riesco ad accettare, o meglio a comprendere, è il negare di essere.

In sintesi: NON OSTENTO, NON NASCONDO MA NON NEGO.

Ho detto

 

S:. Man:.

25 Febbraio 2014 e:v.

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SEGRETO 3

LA RISERVATEZZA COME VALORE INTERIORE (VITRIOL)

Tavola del fr:. A:. Mis:.

“…Il simbolo non è destinato a nascondere la verità. Il suo scopo è quello di selezionare coloro che, integrandosi ad esso, si mostrano degni di accedere alla Realtà Ultima…ciò che è invisibile è il riflesso di ciò che è visibile…”

Con queste parole,  il Massone Pierre Mariel, nell’opera “ Gli autentici figli della Luce” spiega l’eterna impronta della Libera Muratoria.

Negli ultimi anni, la Massoneria, tenta visceralmente di “uscire dalle catacombe” per rendersi visibile, per rendere accettabile e noto al mondo profano, le opere che compie, le missioni che persegue, pur rimanendo fedele al substrato simbolico dell’Oriente, forse però, creando un antitesi tra la Massoneria Antica e quella Moderna. Lo stesso Cavaliere Ramsay, all’inizio del secolo XVIII, ricordava come noi Massoni “possediamo dei segreti, segreti che consistono in segni grafici ed in parole sacre, che compongono un linguaggio tanto muto quanto eloquente, grazie al quale possiamo dialogare a distanza e riconoscere di primo acchito i nostri Confratelli, quale che sia la loro lingua”.

La nostra Istituzione, in quanto iniziatica, si fonda proprio sulla segretezza e riservatezza della Loggia stessa.

Ritengo doveroso dunque fare un distinguo tra segretezza e riservatezza. La prima, riservata ai lavori e valori della Loggia e della Istituzione, l’altra, riservata al più intimo sentire di ogni singolo Fratello. Questo, in base al proprio animo, alle proprie esigenze personali, potrà rivelare la propria appartenenza all’Istituzione, senza mai menzionare l’identità di nessun altro Fratello.

Ritengo tali precisazioni essere, da chiunque, metabolizzate e non discutibili. Allora dunque, bisognerà valutare il solo aspetto della Massoneria moderna, che vuole rendersi palese al mondo profano, in ogni modo lecito ed utile all’Umanità tutta.

I piani di valutazione sono diversi. Storicamente, la Massoneria  nasce nel favore delle tenebre, protetta dalla massima riservatezza, determinata anche dal momento storico, che vedeva i Massoni come soggetti socialmente pericolosi, per gli occulti poteri che potevano rappresentare e per il, malauguratamente noto,  sostegno reciproco che i Fratelli sono tenuti a darsi l’un l’altro. Ma proprio questa riservatezza totale ed assoluta, è stata la reale motivazione di sopravvivenza dell’Istituzione. Affascinante come ogni cosa sconosciuta ed al tempo stesso, negativamente giudicata e temuta…per i medesimi motivi.

La costituzione Italiana, non prevedendo le cosiddette Società segrete, impone una visibilità, almeno formale,di ogni singolo appartenente alla Istituzione Massonica. Da qui, la mia scarsa convinzione di utilità nel rendersi ulteriormente e visivamente noti al mondo profano. Il segreto assoluto, storicamente rispettato dalla Massoneria Antica, da sempre, ha portato, secondo lo scrivente, innumerevoli vantaggi, sia istituzionalmente che personalmente. Ha salvaguardato l’integrità delle Logge, ha permesso di muovere la curiosità dei profani, spingendoli a studiare e migliorarsi, per poter capire cosa nascondesse l’Istituzione ed eventualmente per essere notati e poterne fare parte. Oggi le cose sono mutate. Siti internet, permettono a chiunque, senza alcun filtro, di conoscere il contenuto delle tavole Massoniche lette e commentate nel Tempio (evidente la violazione del segreto della Loggia), permettono di conoscere visivamente il Tempio, di sapere le linee guida del Grande Oriente d’Italia e, non da meno, permettono di avanzare richieste di fidelizzazione alle Logge. Forse si ignora la pericolosità e gravità di tanta sovraesposizione mediatica. Un tempo, chi desiderava far parte della Massoneria, si rendeva visibile, non attraverso una mail, bensì attraverso comportamenti e pensieri tali da farsi quasi “notare” da un qualche Massone, il quale, supponendone il valore, lo avvicinava motu proprio ponendo in essere già una prima scrematura e valutazione. Oggi ci si basa sulla segnalazione a mezzo mail, di una persona che potrebbe essere intenzionata o incuriosita dalla Massoneria, con preghiera di accertarne i requisiti. Quali i rischi? L’ingresso sempre più diffuso nell’Istituzione, di soggetti non idonei, non confacenti ai requisiti veri della Massoneria. Spesso soggetti mossi solo da stupida curiosità o speranzosi di ricevere un qualche vantaggio o favore professionale. Gli stessi, che, se all’interno della Loggia, giustificherebbero l’ammissione di nuovi bussanti, solo “per fare cassa”.

La storia Massonica è tristemente piena di casi simili, ben oltre l’ormai stucchevole quanto vergognoso caso della Loggia P2.

In buona sostanza, storicamente, la riservatezza ha preservato la Massoneria stessa, intesa sia come Istituzione che come singoli appartenenti.

“Apparire, al mondo profano….come e perchè?”…questo quesito, dal momento dell’iniziazione, credo abbia toccato gli animi di tutti noi. Organizzare convegni, tavole rotonde o confronti con la cittadinanza, a viso aperto, non incontra il mio favore, se non, eccezionalmente, in occasioni veramente speciali. La Massoneria teme solo l’ignoranza ed il pregiudizio.

Il potere occulto ed il favoritismo reciproco dei Fratelli, sono i pregiudizi che maggiormente alimentano le ostilità e i timori nei confronti della Massoneria. Tali pregiudizi, non possono essere dissolti, apparendo esteriormente ai profani, sotto forma di azioni sociali e culturali. Il pregiudizio se ben radicato, è consapevole che una parte rigorosamente segreta della vita Massonica, non potrà essere rivelata se non all’interno del Tempio e tra consimili. A questo punto, il bilanciamento tra vantaggio (dissolvere i pregiudizi) ed il rischio (divenire individualmente riconoscibili) non credo sia a nostro favore, anzi, parlare di massoneria, sembra quasi utile esclusivamente a giustificare le peggiori azioni di cronaca nera..

Da sempre, Fratelli illustri, hanno compiuto opere benefiche nel più totale anonimato. Ricordiamo gli Asili Notturni, Ospedali, Biblioteche, Cattedrali, opere musicali e teatrali e via dicendo. I segni distintivi di tali opere, rimanevano riconoscibili ai soli Figli della Vedova ovvero a chi, pur non facendo parte della nostra Istituzione, era mosso dai medesimi desideri di conoscenza e miglioramento, per tutti gli altri, rimaneva solo il piacere di ascoltare, vedere ed apprezzare un opera positiva. Il rischio, non troppo occulto, è che si perda il vero spirito essenziale della Massoneria.

Lo spirito umano, per natura tende a scontrarsi quotidianamente con la VANITA’ del proprio intimo. Si deve operare per migliorare l’umanità, ma quando si opera all’esterno, inevitabilmente si ricerca una approvazione, un riconoscimento, una “medaglia”. Questo spirito ritengo possa inquinare la vera essenza dei Nostri Lavori. Il lavoro come anche il miglioramento del Massone, deve essere squisitamente interiore, come il viaggio che siamo chiamati a compiere (VITRIOL). L’Uomo/Massone, migliorato diverrà un tramite verso l’esterno,volto a migliorare l’umanità con il proprio esempio e le proprie esperienze, lavorando sempre per la migliore costruzione del Tempio, usando gli insegnamenti appresi mai raccontandoli.

Un altro aspetto non trascurabile del voler apparire, ritengo sia individuabile nella maggiore tutela dei propri Fratelli. Alcuni di questi, per motivi etici, morali, professionali o semplicemente per vezzo, non desiderano rendere nota la propria appartenenza all’Istituzione Massonica, pur desiderando lavorare costantemente a fianco dei Fratelli. Nelle manifestazioni aperte al pubblico, si verrebbe a danneggiare o comunque, a limitare, la libertà del Fratello che non vuole apparire. Questi, inevitabilmente si troverebbe a dover scegliere tra l’apparire pubblicamente al mondo profano, facendosi riconoscere, ovvero a non partecipare, se non marginalmente, ai lavori organizzati. In entrambi i casi, sarebbe un Fratello non libero di scegliere. In entrambi i casi, sarebbe penalizzato. Le riflessioni che ne derivano, ci devono far riflettere sull’utilità di sacrificare la libertà di un Fratello, per “educare” il mondo profano.

Malauguratamente il nostro Paese, non è socialmente e culturalmente pronto ad accettare di buon grado, l’esistenza di una Istituzione come la nostra. L’Italiano necessita, da sempre, di un capro espiatorio su cui far ricadere ogni colpa. Quale bersaglio sarebbe migliore della Massoneria? Un’istituzione che, per molti è quasi una leggenda mitologica, per i malpensanti, la causa di tutti i mali.

Concludo rappresentando che, oggi, la Massoneria, si trova ad un pericoloso bivio. Non è più per pochi ed i riti, le prerogative ed i contenuti, sono accessibili a chiunque, attraverso la moderna tecnologia. Ma attraverso gli stessi canali, si apprende che, ciò che la Massoneria rende visibile ai profani, non è la vera ed esclusiva essenza dell’Istituzione, poiché parte di questa è, o dovrebbe essere, rigorosamente segreta. Su tali presupposti, ritengo che mai si potrà avere il placet o l’accettazione del mondo profano, che non potrà mai accettare, rimanendone esclusa, una realtà basata su segreti, misteri e poteri.

Il nostro lavoro, non ha mai necessitato di approvazione profana. I Massoni non hanno bisogno di riflettori. I Massoni devono essere i silenziosi strumenti di miglioramento dell’Umanità.

Ho detto.

A:. Mis:.

25 Febbraio 2014 e.v.

SEGRETO 2


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