Leadership e Massoneria

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“La più grande ricerca umana è capire che cosa si deve fare per diventare esseri  umani”  (E. Kant)

Tavola dei fratelli V:. G:. e M:. T:.

Franklin Delano Roosevelt – George Washington – Gerald Rudolph Ford – Theodore Roosevelt  – Thomas Jefferson  Benjamin Franklin – Emiliano Zapata – Federico II Il Grande – George Marshall (corte suprema USA autore del famoso “piano”) – Michail Bakunin (leader anarchico) – Napoleone Buonaparte – Pancho Villa – Simon Bolivar– Winston Churchill – Yasser Arafat Andrè Citroen – Conrad Hilton – Gino Olivetti – Henry Ford – Rockefellers – Rothschilds – Sanders (Kentucky Fried Chicken) – Vittorio Valletta – W. ChryslerArthur Duke Of Wellington – Douglas Mac Arthur – Gen. Armando Diaz – Gioacchino Murat – Horatio Nelson – Carlo Pisacane – Ciro Menotti – Giuseppe Garibaldi (Gran Maestro) – Mustafa Kemal Pasha (Ataturk) – Nino Bixio – Simon BolivarDan Beard (fondatore Boy Scouts) – Henry Dunant (fondatore Croce Rossa) – James Smithson (fondatore del Smithsonian Institute) – William Booth (fondatore Esercito della Salvezza)…

 

COSA ACCUMUNA TUTTI QUESTI ILLUSTI PERSONAGGI?

…ERANO TUTTI DEI GRANDI LEADERS E… MASSONI.

 

Entrando più nello specifico possiamo partire, come base del nostro discorso, dall’affermazione che troviamo particolarmente calzante alla tavola che ci è stata assegnata :“Se non sarai capace di rispettare gli altri, gli altri non rispetteranno te: ma di un buon leader, di un leader che parla poco, conclusa la sua opera, raggiunto il suo scopo, gli altri diranno: ”siamo stati noi stessi a fare ciò”….” Lao Tzu (VI secolo a. C.)

Cosa vuol dire essere leader?…. in cosa consiste una leadership?

Leader è una  persona di riferimento al comando di un movimento o di un gruppo, il suo capo; di origine indoeuropea derivata dal verbo “to lead”, condurre, guidare.

Il lavoro del leader potrebbe essere definito come gestione di energie. Il loro compito principale è quello di trovare il modo più efficace di coinvolgere tutta l’energia presente nell’organizzazione verso un obiettivo comune. Devono fare qualcosa di più che non creare ed estrinsecare una visione del futuro capace di armonizzarsi con l’ambiente esterno. Si richiede loro di articolare, condividere e realizzare questa visione, incanalando verso l’esterno l’energia aggressiva delle persone che dipendono da loro, creare un ambiente nel quale questa energia non vada sprecata in lotte intestine e giochi di potere. Conseguentemente a quanto qui detto, non possiamo non evocare anche il tema del Carisma. Non ci riferiamo al carisma come “dono sovrannaturale elargito da Dio a qualcuno per il bene di tutta la comunità” (come era un tempo inteso per i profeti) ma certamente come sintesi di prestigio, ascendente, potere di suggestione che si basa su “straordinarie ed esemplari qualità personali”. Si tratta di un dono di grazia – come significherebbe letteralmente in termine greco- non privo di consistenza.

Tutto ciò porta a definire alcune qualità o requisiti che dovrebbero in ogni caso essere presenti in coloro ai quali si ritiene opportuno attribuire il ruolo di leader. Fra tali qualità possiamo sommariamente annoverare elementi che contraddistinguono tratti della persona, quali l’aspetto ed il comportamento abituale, che inducono la considerazione ed il rispetto altrui. Si possono cosi attribuire sinteticamente all’individuo il caratteri di predicatore – catalizzatore o quello di persuasore – dominatore. Il leader deve saper cogliere tempestivamente i mutamenti strutturali dell’ambiente, capaci di provocare trasformazioni nei valori culturali accettati dal gruppo di riferimento; coerenza con le caratteristiche dei seguaci. Capacità di esprimere e trasmettere idee di successo per le proprie iniziative. L’azione del leader per essere efficace ha bisogno di basarsi sulle esperienze positive di risultati già conseguiti in passato. Alcuni autori sostengono che i leader posseggano l’intelligenza emotiva, termine omnicomprensivo utilizzato per indicare quei tratti della personalità che condizionano il nostro modo di percepire gli altri e gli eventi esterni, e che determinano il modo in cui gli altri si relazionano a noi. È la modalità di elaborazione delle informazioni interpersonali e intrapersonali, ovvero la consapevolezza e l’abilità di gestire la comunicazione fra le persone e con se stesso.

Il processo di leadership consiste nell’interazione di coloro che in una struttura di stato occupano la posizione più elevata, altrimenti detti leader, col resto del gruppo. Una delle caratteristiche fondamentali dei membri di un gruppo di stato elevato è quella di proporre idee e attività nel gruppo utilizzando in questo modo dei mezzi per influenzare i membri del gruppo a modificare il loro comportamento….. (Wikipedia).

Anche per quanto riguarda la leadership sono rintracciabili a fondamento delle molte esistenti alcune definizioni che possiamo considerare classiche. Per English & English (1958) esse sono:

  • La funzione di conduzione. Questo primo significato ignora la situazione come fattore determinante del “chi” e del “come” guida e conduce, implicando che il leader sia contrassegnato soltanto o prevalentemente dalle sue qualità intrinseche; si tratta di una definizione chiaramente obliqua per non dire mistificatoria.
  • L’azione, qualunque essa sia, che influenza il gruppo nel perseguimento dei suoi scopi; questo significato appare come valutativo, e sembra sottintendere che una leadership auto-centrata non è leadership autentica, e che tutto si debba o si possa comunque ridurre ad un problema di influenzamento, per di più ad una sola via.

Leadership 2

A doverosa e interessante integrazione del testo di riferimento costituito dall’English & English (e a riprova della fondamentale esattezza della sintesi significale in esso rappresentata) è utile riportare alcuni altri inquadramenti definitori rintracciabili nella letteratura o da essa legittimamente ricavabili:

  • La leadership è l’attività volta ad influenzare le persone che si impegnano volontariamente su obiettivi di gruppo
  • L’influenza interpersonale esercitata da un principe in una determinata situazione e rivolta in direzione del conseguimento di uno o più obiettivi specifici (N. Machiavelli).
  • Il processo volto a influenzare le attività di un individuo o di un gruppo che si impegna per il conseguimento di obiettivi in una determinata situazione .
  • La complessità dei processi psicologici che caratterizzano l’esercizio delle funzioni di potere e di influenzamento nei gruppi.

La leadership può essere quindi riferita in senso lato alla relazione che corre tra un individuo e un gruppo costituito intorno a un interesse comune, e che induce a comportarsi secondo modalità dirette o comunque determinate dall’individuo medesimo.

Fatte queste dovute considerazioni di ordine generale improntate su definizioni fredde e distaccate che troviamo in qualsiasi testo di sociologia, psicologia o marketing, la figura del Leader Massone secondo noi poggia su aspetti caratterizzanti acquisiti durante il suo percorso massonico che preponderantemente emergono durante il suo percorso di crescita sia a livello profano che in Loggia. Solo l’acquisizione di queste note caratterizzanti lo distinguono da un comune leader.

LA SERIETA’

La Serietà è la prima nota caratterizzante: deriva dall’aver compiuto il primo viaggio, quello attraverso la terra, nelle interiora della terra, nella profondità della terra. E’ la discesa agli inferi, la discesa nelle profondità dell’Io; a faccia a faccia con le proprie debolezze, le proprie paure, i propri vizi, le proprie capacità, le proprie virtù, per tentare di raggiungere l’obiettività nel giudizio su se stessi, cosi difficile, quasi impossibile, stretti come siamo tra l’umana ovvia debolezza della presunzione e della vanità, ed il rischio meno palese dell’eccesso dì autosvalutazione. La serietà è consapevolezza dei propri vizi, che si possono imprigionare ma non eliminare, e delle proprie virtù, che si devono sviluppare ed innalzare; umiltà e forza.
Serietà è essenzialmente lo stato d’animo con il quale ci si appresta ad iniziare il cammino. Il cammino che non tiene conto dell’importanza delle sue tappe è un cammino destinato ad arrestarsi. Il nostro cammino iniziatico non può prescindere dalla prima tappa, da quella serietà che fa da traino alle successive. La mancanza di serietà nel mondo profano può anche essere premiante; la mancanza di serietà nel cammino iniziatico è deleteria, tanto tollerata quanto contrastata. La mancanza di serietà non permette il concatenarsi armonico con il senno.
Il cammino massonico combatte la disarmonia.

IL SENNO

Il Senno, è la qualità che occorre possedere e sviluppare, e soprattutto impiegare.
Il libero muratore comprende che la sua interpretazione, la sua visione, non è necessariamente l’unica o la migliore, e che confrontando punti di vista diversi si ha un reciproco arricchimento. Il libero muratore comprende che è importante non solo l’oggetto della discussione, o del confronto, ma anche forse soprattutto il metodo, l’adoperare il senno, ovvero prudenza ed intelletto. Allora tolleranza non è una dichiarazione di buoni propositi, ma la logica conseguenza della corretta percorrenza della prima tappa del percorso muratorio.

 LA TOLLERANZA

La Tolleranza non è la condiscendente rinuncia ad eccessi di polemica ma un atteggiamento profondo e connaturato, che si può osservare nel muratore esperto, nella serena pacatezza delle sue analisi, dei suoi interventi e delle sue osservazioni, tanto nei lavori di loggia quanto nelle discussioni profane. In questo senso il senno, che pure è razionalità nella concretezza, è assolutamente necessario per fare un altro passo avanti.

 IL DUBBIO

Il Dubbio. Se nel linguaggio e nei gesti profani il dubbio rappresenta il più delle volte un’incapacità di scelta, essendo gli elementi oggettivi considerati insufficienti a determinarla in un senso piuttosto che in un altro, in Massoneria, il dubbio segue i dettami cartesiani secondo cui si arriva alla verità solo dopo un obbligato passaggio attraverso il dubbio; il “Cogito” può essere tradotto infatti non solo come “Penso”, ma anche come “Dubito”.

Il dubbio è padre della tolleranza di opinioni ed atteggiamenti altrui. E nel momento in cui si sospende un giudizio, si mette in moto il pensiero; meccanismo che consente un’appagante ricerca di “uscita dal dubbio”. Il Dubbio è il motore del pensiero libero e della tolleranza. E’ quello che ci permette di mettere da parte convinzioni e convenzioni, e quindi di rapportarci all’altrui pensiero con attenzione e rispetto, disponendo il nostro animo alla comprensione e all’ascolto.

ll Leader Massone deve puntare a raggiungere col suo gruppo il massimo dell’Armonia.

Questa è corrispondenza di idee, di sentimenti, equilibrio interiore, proporzione, rispondenza, accordo di più parti fra loro, Armonia è il giusto alternarsi degli opposti.

La Loggia, con i suoi alti valori simbolici, con le sue proporzioni architettoniche, sintetizza questo percorso e diventa presupposto necessario all’aggregazione armonica delle componenti: fisica, animistica e spirituale, che costituiscono l’essenza della specie umana. Solo in questo equilibrio l’uomo può conoscere se stesso, costruire Se stesso, ricercare il Vero ed il Giusto.

Ed è proprio in questa ricerca del vero e del giusto che, fra gli uomini, l’uomo massone è quello che maggiormente ha possibilità di successo. Egli vive di impegno, vive di approfondimenti continui nel suo animo e in stretta armonia con gli animi dei suoi fratelli. Il suo, cioè il nostro, è un lavoro di gruppo, dove uno è funzionale all’altro e il nostro luogo di incontro, la Loggia, trova nell’armonia la sua caratteristica essenziale. In essa “tutto è giusto e perfetto”.

In Loggia e fuori di essa, la meditazione sui simboli ha come scopo lo sviluppo delle potenzialità latenti in ciascuno di noi. La comprensione della bellezza e dell’armonia sono momenti di un atto conoscitivo che ha come fine l’espansione della nostra conoscenza. Tra i simboli che maggiormente stimolano alla riflessione, forse perché posta sopra la nostra testa, vi è la Volta Stellata: simbolo di universalità che copre indifferentemente uomini di ogni razza e di ogni religione ai quali dobbiamo sentirci uniti in fraterno abbraccio, simbolo dell’armonia che deve regnare in ogni Loggia ed in ogni cuore. Armonia ed amore che per essere autentici, solidi e duraturi, hanno bisogno di mantenersi vivi e di non indebolirsi, di mantenere una grande intensità che produca una reazione a catena che inizia all’interno della Loggia, ma i cui effetti sì ripercuoteranno ben presto più lontano, soprattutto nel rapporto di relazione con gli altri nella vita profana.

E infine un breve accenno a quali devono essere gli strumenti che il Leader Massone deve usare per definire o rafforzare la propria leadership all’interno del proprio gruppo profano.

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Il Maglietto, che simboleggia la forza di volontà e la determinazione ad agire per il bene secondo Virtù e Coscienza, è lo strumento atto a modellare la materia (il pensiero e gli uomini) agendo su di essa. Simbolo di energia e potenza, nella simbologia massonica rappresenta la costanza del lavoro per ottenere il risultato desiderato. Nel mero significato di azione corrisponde quindi alla capacità di agire rapidamente e con precisione sulla materia, ovvero la capacità di dosare forza profusa nel movimento.

Lo scalpello rappresenta invece il discernimento dell’uomo, la capacità di riconoscere e scegliere le parti utilizzabili della pietra indispensabili alla costruzione di qualsiasi opera. Come il maglietto, anche lo scalpello si rivolge all’apprendista esortandolo a trovare in sè la forza e il coraggio necessari per scolpire e modellare la pietra; pietra che equivale a dire se stesso. La combinazione dei due strumenti, maglietto e scalpello, ovvero tra la forza di volontà e la capacità di discernimento, genera il progressivo affinamento dell’opera, ovvero del percorso interiore dell’iniziato. A conclusione di quanto scritto possiamo aggiungere che i due strumenti evidenziano il bisogno imprescindibile di combinare all’azione il pensiero.

La squadra ed il compasso rappresentano l’ emblema della Massoneria sia di quella antica che di quella “contemporanea” o “fìlosofìca”.
Il simbolo della squadra e del compasso ha un altro significato, ancora più celato. Il compasso, infatti, disegna una forma circolare, la squadra invece, è utilizzata per disegnare quadrati. Sovrapponendo queste due figure allo stesso modo con cui si sovrappongono i due strumenti di disegno, si forma un cerchio inscritto in un quadrato. Troviamo queste due figure insieme anche nel 47° problema di Euclide, quello sulla “quadratura del cerchio”, uno tra gli obiettivi primari dell’arte massonica. In questo caso, riprendendo il discorso sul rapporto tra materia e Spirito, troviamo celato in queste immagini sovrapposte un significato ancor più profondo: la quadratura del cerchio, infatti, è riferibile all’istintiva ricerca dell’uomo di armonizzare la propria natura sia fisica che spirituale. La squadra e il compasso simboleggiano dunque lo stato dell’uomo come eterna anima che si manifesta in un corpo mortale. Il cerchio è il lato spirituale che non può essere visto; la perfezione quindi si cela dentro di noi, nella nostra anima, ed è protetta dal corpo, dal quadrato.

“La Leadership è questione di sostanza piuttosto che di metodo e, al cuore dei problemi è meglio andarci coi ferri della cultura umanistica, ben collaudata, piuttosto che girarci attorno con improbabili lezioni, evocando pretese di virtù taumaturgiche in una formazione concepita come esercizio ginnico asettico e rituale….. La leadership, a dispetto di tanta pubblicistica, non è tecnicality. Se non c’è anima (e un’anima ricca, complessa anche, talvolta impegnativa e controversa) è inutile affannarsi intorno a costruzioni artificiose, come esemplari prodotti in batteria.”……  P.L. Celli (Prefazione a: “Leadership Riflessive” di Andrea Vitullo)

 ff.lli  M:.T:. &  V:. G:.

29 Settembre 2014 e.v.

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