5, PENTAGONO E PENTALFA

“Ogni cosa è simbolo quaggiù; le parole stesse non sono che simboli di idee”. Questa frase ha ancora più senso per noi Massoni, che nel Tempio siamo circondati da simboli.

inserito il 15 05 2011, nella categoria Esoterismo, Numerologia, Scienza, Simbolismo, Tarocchi, Tavole dei Fratelli

Tavola del Fr:. C:. Bo:.

Un simbolo parla per allusione, dice una cosa e ne intende un’altra. Dentro di sé c’è un qualcosa di oscuro, che ne impedisce un’analisi ed una definizione chiara ed universale. Rappresenta la sintesi di pensieri complessi, a cui ciascuno di noi può trovare nuove interpretazioni. Leggere un simbolo è come guardare in un caleidoscopio, che al minimo cambiamento disegna nuove figure.

Tra i tanti simboli di cui siamo circondati, uno dei più importanti è la Stella Fiammeggiante. Come tutti i simboli, può avere mille e più interpretazioni. D’altra parte, se ci concentriamo solo su un segno od un numero, lo vedremo ovunque. Ogni calcolo, più o meno forzato, ci porterà ad ottenere il tal numero, ed ogni costruzione geometrica ci farà vedere la tal figura, se noi lo vogliamo.

Parte di quello che dirò saranno solo banali riferimenti al numero 5, alla figura del pentagono e del pentalfa. Basta consultare un qualsiasi libro di geometria, o meglio ancora fare una ricerca su internet per avere migliaia di informazioni su queste figure. Quello che voglio fare è però anche cercare di capire l’importanza di questo simbolo nel cammino iniziatico.

Se prendiamo in mano alcuni testi scritti da importanti Fratelli del passato, possiamo sentir dire che “la Stella Fiammeggiante è il centro da cui si irradia la vera luce” (Guillemain de Saint-Victor), “è l’emblema del Genio, che innalza l’anima a grandi cose; è illuminata perché un illustre iniziato (Pitagora) ha raccomandato di non parlare delle cose divine senza fiaccola” (Ragon).

Quando ho letto questi pensieri la prima volta, mi sono domandato come potesse un simbolo elevare lo spirito di un uomo. Poi ho pensato a Costantino I, ed alla famosa frase “in hoc signo vinces” (anche se pare che l’imperatore si convertì al cristianesimo solo in punto di morte). Tanti altri hanno però dato la vita per un simbolo, che esso fosse una bandiera, una croce o un libro sacro. I simboli hanno veramente tanto potere. Allora qual è il segreto del pentalfa? Non credo che potrò dare una risposta a questa domanda, ed in ogni caso sarebbe la mia risposta e non la vostra.

In questo periodo ho analizzato soprattutto la figura del pentagono, visto il mio interesse per la geometria. Disegnare un pentagono regolare non è semplice come disegnare un esagono, un quadrato o un triangolo equilatero, per i quali serve solo un compasso ed una riga. La sua costruzione è più complessa. Per complicarmi ulteriormente la vita mi sono messo a lavorare il legno e ho costruito dodici pentagoni regolari, per poter ottenere un dodecaedro e poterlo studiare concretamente, in tre dimensioni. Ho potuto così osservare che a seconda dell’angolazione da cui lo si guarda, esso sembra piegarsi prima a destra e poi a sinistra, dando l’impressione di essere storto e sgraziato; ma da un passaggio di forma all’altro c’è un momento in cui la sua geometria è perfettamente in equilibrio.

E’ un po’ come avviene nella respirazione: tra un atto di inspirazione ed uno di espirazione c’è un momento di pausa, di equilibrio tra le due fasi, come quando il nero del Tao diventa bianco e viceversa. Tutto cambia e si evolve (panta rei) ed il pentagono si può interpretare come simbolo di cambiamento.

Per Platone il pentagono era simbolo di salute, armonia e disciplina, mentre il dodecaedro rappresentava la quintessenza o l’etere, che componeva i corpi celesti e l’anima. Secondo Platone infatti il cosmo aveva la forma di dodecaedro. Questa figura solida si può anche costruire appoggiando i pentagoni sugli spigoli di un cubo, che verranno toccati tutti e dodici quanti essi sono. Si può quindi dire che il dodecaedro circoscriva perfettamente un cubo. Sempre secondo Platone, il cubo simboleggiava la Terra, la vita terrena, e quindi il materiale. Riflettendo su questo si può allora pensare allo spirito che pervade la materia, oppure che il dodecaedro simbolizzi il passaggio dalla forma all’idea, dal fisiologico allo spirituale. Se apriamo la struttura del dodecaedro possiamo ottenere diverse figure, ma come dicevo in precedenza, se cerchiamo qualcosa a tutti i costi, la troveremo. In questo caso possiamo ottenere una spirale, altro simbolo a noi caro e di cui si può discutere a lungo. Si può anche ragionare sul fatto che la figura solida più elementare che si possa ottenere unendo più pentagoni regolari assieme abbia dodici facce. Sul numero 12 si può dire di tutto…partendo dai segni zodiacali, passando per le fatiche di  Ercole, arrivando agli apostoli e agli dei della mitologia greca e norrena. Segno divino o semplice coincidenza?

Studiando il pentagono in sé come figura geometrica, ci sono molte osservazioni da fare. Innanzitutto è ricco di sezioni auree e di triangoli aurei. Il numero d’oro è riscontrabile nei rapporti tra le aree dei cerchi circoscritti ai vari pentagoni che si possono costruire uno dentro l’altro; tra le aree dei pentagoni stessi; tra i perimetri delle figure…e via dicendo. Continuare sarebbe un semplice esercizio di matematica, fine a sé stesso. Non si può però non pensare all’importanza del numero d’oro a livello esoterico.

Più interessante è forse notare che il pentagono ha una caratteristica particolare: prolungando i suoi lati all’infinito si ottiene una stella a cinque punte, un pentagramma o pentalfa. Unendo le cinque punte si ottiene un altro pentagono regolare, ma con direzione opposta. Lo stesso si può fare unendo internamente i vertici del pentagono. Si ottiene un pentalfa più piccolo, con direzione opposta a quello che lo ha generato. Il pentagono ha quindi una progressione infinita.L’alternanza dei suoi sensi di orientamento si possono interpretare come un’alternanza tra opposti che danno equilibrio. Il pentagono con la punta rivolta verso l’alto è da sempre simbolo positivo. In esso si può inscrivere la figura di un uomo. L’uomo vitruviano, con la testa in alto e gli arti che occupano gli altri quattro vertici è indice del dominio dello spirito sulla materia. Al contrario, il pentagono con la punta verso il basso è emblema degli istinti e dell’animalità, ed è spesso associato a simboli satanici, inscrivendo al suo interno la testa di un caprone. La progressione infinita che si ottiene disegnando pentagoni uno dentro l’altro può essere allora interpretata come l’eterna lotta tra il bene ed il male, in cui nessuno esce vincitore.

Il pentalfa, con le sue cinque punte, può anche rappresentare i cinque sensi dell’uomo, oppure i quattro elementi, sommati al quinto, che è l’etere.

In passato si associava il numero 5 al dio della guerra Marte e alla costellazione del Toro. E’ allora un caso che negli USA il centro che presiede ai conflitti militari abbia la forma di pentagono e che da esso prenda il nome, e che esso sia inoltre allineato con la costellazione del Toro? Senza bisogno di andare oltreoceano, basti pensare alla vecchia pianta della città di Ferrara. Nel XVIII secolo esisteva una piazzaforte, dove ora ci sono i giardini della stazione, e la sua forma era a base pentagonale. Nelle mie ricerche sull’architettura legata alla figura del pentagono mi sono imbattuto in un architetto recentemente scomparso: Mario Ridolfi. Alcune sue opere riprendevano la figura del pentagono. Non è stato l’unico e non sarà l’ultimo a farlo. Ma perché farlo? Forse perché l’uomo non ha inventato niente di nuovo. Il pentagono è presente in natura, che è permeata da leggi e simmetrie, e gli esempi sono svariati. Esistono piante grasse con questa struttura; i ranuncoli, come altri fiori, hanno cinque petali; senza parlare delle stelle di mare…

Il pentagono è infatti una figura piacevole da vedere, forse a causa delle sue proporzioni e della sua simmetria. Se pensiamo poi alla stella di mare, che si rigenera da un suo solo frammento, possiamo associare al pentagono anche l’idea di rinascita. Rimanendo sempre nel campo della natura, se tagliamo trasversalmente una mela, ciò che comparirà sarà la figura del pentagono, che è quindi associabile, per proprietà transitiva, alla conoscenza e alla libertà. La mela è presente nella simbologia cristiana, ed è legata soprattutto al serpente, che la usò per tentare Eva. (Spesso si dimenticano però altre rappresentazioni in cui si vede Maria porgere un pomo a Gesù ancora in fasce…)

Se vogliamo poi trovare altri significati al pentagono, proviamo a prendere una striscia di stoffa, o di qualsiasi altro materiale flessibile. Se la annodiamo otteniamo un pentagono perfetto, senza bisogno di fare calcoli astronomici.

Si può interpretare il nodo semplice come simbolo di unione, oppure di ritorno sui propri passi, sulle proprie convinzioni, per poi cambiare direzione e scegliere quella che ci sembra più corretta.

Una parentesi la meritano anche i tarocchi. Se studiamo gli arcani maggiori vedremo che il quinto è rappresentato dal Papa. Esso esprime l’autorità spirituale, la saggezza. Siede tra le colonne del tempio di Salomone. Il quarto arcano è l’Imperatore, che ha un ruolo diverso rispetto al precedente, ma ugualmente autorevole, anche se terreno. Ritorna allora alla mente Platone, che considera il cubo un elemento legato alla vita terrena. L’Imperatore siede infatti su di un trono cubico, come cubica è la pietra che l’Apprendista è tenuto a lavorare. Pensando al nostro percorso iniziatico, potremmo vedere nel Papa la figura del Maestro Venerabile. Come il Papa dei tarocchi, egli rappresenta il ponte tra il mondo terreno e quello spirituale. E’ egli infatti che nel passaggio al grado di Compagno rivela la Stella Fiammeggiante all’Apprendista.Tante, abbiamo visto, possono essere le interpretazioni di un semplice simbolo. Ognuno darà la propria personale. Io non credo di aver scoperto il segreto del pentalfa, sempre che ne possieda uno, però il suo studio mi ha fatto porre tante domande,  mi ha fatto percorrere tante strade, e forse la verità è che non c’è una fine a questa ricerca. La progressione infinita del pentagono che ho citato precedentemente è forse il vero segreto di questa figura, cioè che il suo studio non ha termine, come non ha termine lo studio di ciò che rappresenta, ovvero il cosmo e lo spirito umano.

C:.Bo:.

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2 Comments for this entry

  • Giò

    interessante articolo, ma mi ha lasciata basita leggere il riferimento all’Eden con la mela ed il serpente…nella Bibbia, Genesi, non c’è la parola mela…ma un albero da frutto, senza specificare quale…la diceria della mela è rinascimentale…in tal senso feci delle ricerche per comprendere le motivazioni di questa sovrapposizione alla Genesi…cosa che le invito a fare.
    Cordialmente
    Giovanna 🙂

  • M.'.P.'.

    Buongiorno, interessante Tavola.
    Chiedo il permesso di poterla scaricare e leggere, naturaqlmente con il giustoriconoscimento all’autore.
    Apprezzerei molto se costui mi volesse contattare via mail.

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