Il libero arbitrio
inserito il 10 06 2025, nella categoria Tavole dei Fratelli

Cari fratelli, condivido con voi questa composizione sul libero arbitrio. Confido che questa
composizione possa portare contributi che potranno sgrossare i miei limiti.
Il libero arbitrio si svela come un enigma senza tempo, un mistero che sfida le certezze del
determinismo e costringe ogni ascoltatore a interrogarsi sul senso stesso della propria
esistenza. Non si tratta di una mera definizione filosofica o teologica, ma di un invito a
scavare nel profondo del proprio essere, a interrogarsi sulla natura delle proprie scelte e a
dubitare, persino, di quelle convinzioni che riteniamo incrollabili. È un flusso ininterrotto di
parole che si intrecciano, sfidando la logica e mettendo in discussione il destino
preordinato, e nel farlo si fa portavoce di un dubbio radicale, quello che scava nel cuore di
ogni credente, di ogni uomo e donna, mettendo in discussione la verità di una realtà che,
forse, non è così lineare come ci viene raccontata. Immaginate, per un attimo, che ogni
decisione, ogni piccolo atto di volontà, non sia soltanto il risultato di una catena di cause
ed effetti, ma un vero e proprio salto nel vuoto, un atto incausato che sfugge alle leggi
rigide della causalità. Qui, il libero arbitrio diventa il cavo teso su cui l’uomo è costretto a
camminare, dove ogni passo, per quanto misurato e attento, si trasforma in una sfida alla
predestinazione. È come se il destino, pur avendo tracciato un percorso, lasciasse sempre
aperta una breccia, un margine di incertezza, in cui la volontà dell’essere umano può
insinuarsi e cambiare le sorti del suo destino. Questa visione non è solo un’idea astratta,
ma una profonda realtà esistenziale che costringe ogni ascoltatore a chiedersi: siamo
davvero padroni del nostro destino o siamo semplici attori in un dramma scritto da forze
superiori?
Il pensiero occidentale, nel corso dei secoli, ha tentato di conciliare questo paradosso. Da
Spinoza, che negava la libertà dell’uomo relegando ogni azione alla necessità divina, a
Kant, che separava il mondo fenomenico da quello noumenico per permettere alla volontà
di emergere libera dalla mera causalità, ogni filosofo ha lasciato un segno indelebile in
questa continua ricerca. Ma è nel vivo della vita quotidiana, nel confronto con le sfide della
modernità, che il libero arbitrio si fa terreno fertile di dubbi e domande scomode. Se il
nostro cammino è segnato da influenze genetiche, culturali e sociali, fino a che punto
possiamo affermare di essere realmente liberi? E se tutto ciò che consideriamo come
scelta è già il frutto di un accumulo di condizionamenti, non sarebbe forse questa
convinzione una mera illusione, un velo che offusca la verità?
In questa narrazione fluida e intensa, la libertà assume anche una dimensione esoterica,
quasi mistica, in cui lo spirito si libera dalle catene della materialità e si spinge verso
l’infinito. È un viaggio interiore, un percorso che, sebbene intriso di incertezze e dubbi,
offre la possibilità di scoprire una verità superiore. Il cammino del massone, infatti, non è
mai lineare: ogni passo è un atto di coraggio, un’affermazione contro la fatalità e una sfida
alla rigida struttura del destino. È un invito a mettere in discussione tutto, a dubitare
persino di ciò che ci viene imposto come verità assoluta, per aprire la mente a possibilità
inaspettate e a nuove prospettive che, in ultima analisi, potrebbero rivoluzionare la nostra
comprensione dell’essere umano.
Il flusso delle parole si fa così portavoce di un messaggio ambivalente: da una parte, la
libertà è una condizione interiore, una scintilla che accende il fuoco del cambiamento;
dall’altra, essa è sempre minacciata da una realtà deterministica che non lascia spazio a
deviazioni imprevedibili. Il dubbio, dunque, diventa lo strumento per scuotere le
convinzioni, per far tremare le certezze e spingere chi ascolta a interrogarsi, a guardare
oltre le apparenze e a riscoprire la propria capacità di scelta. In questo gioco di luci e
ombre, ogni parola diventa un’arma, ogni frase un invito a non accettare passivamente ciò
che è, ma a lottare per un’esistenza in cui la libertà non sia solo un’illusione, ma una realtà
tangibile e costante. Così, mentre il nostro spirito si espande come un gas senza confini, si
apre la porta a un dubbio inquietante: quanto di ciò che pensiamo di conoscere è davvero
nostro? E se la libertà è una conquista continua, un ideale che si rinnova ad ogni istante,
non sarebbe questo il vero segreto per vivere in modo autentico?
Ogni scelta, ogni errore, ogni caduta diventa parte integrante di un cammino che, pur
imperfetto, ci spinge verso l’ignoto e ci invita a scoprire una verità che va oltre il visibile. In
questo spazio di infinita possibilità, l’uomo diventa un artefice della propria sorte, un
cercatore instancabile che, nonostante i condizionamenti, osa sognare e, soprattutto,
dubitare.
Questo messaggio, che si diffonde come un’eco nelle logge e nelle menti degli iniziati, non
offre risposte definitive, ma piuttosto pone domande potenti, capaci di scuotere il senso
comune e di aprire nuovi orizzonti di pensiero. È un invito a non abbandonarsi alla
comodità delle verità scontate, ma a intraprendere un viaggio interiore fatto di domande,
dubbi e, soprattutto, della consapevolezza che la libertà autentica è il frutto di una continua
ribellione contro il determinismo. In questo dialogo senza fine tra l’io e il mondo, ogni
ascoltatore è chiamato a diventare protagonista, a mettere in discussione, e a scoprire
che, alla fine, la più grande sfida è quella di riconoscere e affermare la propria capacità di
scegliere, anche quando tutto sembra già scritto.
“Non andare dove il sentiero può portare, vai invece dove non c’è sentiero e lascia una
traccia.”
Ralph Waldo Emerson
Da sempre l’essere umano combatte nel profondo di sé una battaglia silenziosa: affermare
la propria volontà contro forze che vorrebbero incatenarla. Dalle più antiche civiltà fino ai
giorni nostri, ogni epoca testimonia il desiderio indomito di essere artefici del proprio
destino. Filosofi, mistici e poeti ne hanno parlato con voci diverse, eppure convergono su
un punto: la libertà è un dono divino e al tempo stesso un compito sacro da assumersi con
coraggio. Essere liberi significa ricevere una scintilla di luce e impegnarsi a farla
risplendere nel mondo. La saggezza antica ce lo ricorda: «L’uomo è veramente libero solo
quando la sua volontà brilla più forte del fato».
Queste parole risuonano con particolare intensità nel cuore di ogni iniziato. In Massoneria,
il libero arbitrio non è un concetto astratto da contemplare, ma una luce viva che guida
ogni passo sul cammino iniziatico. È la stella polare dello spirito: illumina i dubbi, scalda le
speranze e orienta l’anima verso il compimento consapevole del proprio destino. In ogni
decisione autentica, l’iniziato percepisce un riflesso di quella Luce maggiore che gli occhi
profani non vedono: la scintilla della sua libertà interiore. Così, passo dopo passo,
ciascuno di noi trasforma il proprio viaggio in un atto di creazione, guidato da quell’intima
fiamma che nessuna tenebra può spegnere.
“Se io non sono per me, chi è per me? E, se io sono solo per me stesso, cosa sono? E se
non ora, quando?” Talmud – Hillel, il Rabbino antico
HO DETTO
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