Come scaturì l’idea del monumento a Bruno

Furono un massone jesino, il marchese Adriano Colocci, ed il suo confratello Pietro Cossa, drammaturgo, i primissimi promotori dell'iniziativa.

inserito il 23 04 2020, nella categoria Fatti e personaggi, Storia

Adriano Colocci

Fra i retroscena meno noti della storia della statua di Giordano Bruno a Campo de’ Fiori in Roma, nello stesso luogo in cui fu eretto il suo tragico rogo, rientra sicuramente la “primogenitura” dell’idea di realizzare quel monumento, che venne inaugurato il 9 Giugno 1889. Un’idea che dagli ambienti massonici e studenteschi di Roma e dell’Italia si propagò poi a tutte le latitudini del “libero pensiero” nel mondo.

Ebbene secondo recenti studi, di cui si è occupato recentemente anche il sito del Grande Oriente d’Italia, questa primogenitura coinvolge a vari gradi il giovane marchese jesino Adriano Colucci ed il confratello e dreammaturgo Pietro Cossa, entrambi massoni, come si apprende dalle note di un giornalista dell’epoca, Alfredo Comandini: “Lo studente in giurisprudenza Adriano Colocci, a cui Pietro Cossa aveva dato l’idea del monumento a Bruno, parlò per la prima volta della cosa con me – il sabato 4 marzo 1876 in Piazza Colonna. (…) In mezzo agli studenti l’idea attecchì prontamente e la domenica 12 marzo 1876 nella sala delle Logge Massoniche in via della Valle fu tenuta la prima adunanza dei promotori che si ritrovarono in 25“. E poi ancora: “Le adunanze si susseguirono il 13, 14, 15, 17 marzo… Adriano Colocci presiedeva le nostre riunioni, io fungeva da segretario-economo… L’editore Capaccini ebbe affidata a noi la fornitura degli stampati, che furono impressi nella tipografia in piazza dell’Apollinare, nel cortile del palazzo Altemps, dove era l’Università Vaticana. In quella tipografia il sabato 18 marzo, furono corrette da Colocci e da me le bozze del manifesto che il 19 marzo venne affisso in Roma e spedito in tutta Italia“.

Tali circostanze sono suffragate anche dai diari personali dello stesso marchese Colocci, che però attribuisce la scintilla iniziale dell’idea del monumento a Giordano Bruno al comunardo Armand Levy. Negli stessi diari sono riportate anche le entusiastiche adesioni ed i contributi economici di grandi personaggi del tempo: Ernst Renan, Victor Hugo, Herbert Spencer, Giosuè Carducci, Lombroso, Francesco Crispi, Adriano Lemmi e lo stesso Giuseppe Garibaldi che donò 5 lire per l’erigenda statua, con un postscritto molto particolare che venne reso pubblico dallo stesso Colucci durante il rinfresco tenutosi la sera stessa dell’inaugurazione del monumento: “Possa il monumento da voi eretto al gran pensatore e martire essere il colpo di grazia alla baracca di cotesti pagliacci che villeggiano sulla sponda destra del Tevere. Vi mando lire 5 pel monumento, e sono per la vita, vostro… Giuseppe Garibaldi”.

Adriano Colocci (Jesi 1855 – Roma 1941) era figlio del marchese Antonio, combattente con Giuseppe Mazzini per la Repubblica Romana e poi tra i maggiori fautori e finanziatori del risorgimento marchigiano, mentre per parte di madre discendeva da Amerigo Vespucci. Fu iniziato in massoneria il 6 giugno 1876 nella loggia Tito Vezio all’Oriente di Roma. Nel 1880 diresse il Corriere delle Marche , oggi Corriere Adriatico , principale quotidiano d’informazione delle Marche.

Il risultato della sua intensa attività in favore del monumento a Giordano Bruno, con tutto il peso simbolico che rivestiva per il mondo laico impegnato allora in un aspro confronto con il più retrivo conservatorismo clericale, fu l’apoteosi dell’agognato giorno dell’inaugurazione della statua realizzata dallo scultore massone Ettore Ferrari in Campo de’ Fiori, festa descritta dallo scrittore Massimo Bucciantini nel suo libro “Campo dei Fiori. Storia di una statua maledetta” (Einaudi): “Difficile ricordare qualcosa di analogo… Fra le 50 e 80 mila persone arrivate da tutta Italia e altre parti d’Europa per vedere il monumento finalmente eretto. Il corteo celebrativo partì da stazione Termini e si concluse in Campo dei Fiori, svolgendosi in una Roma completamente militarizzata per paura di disordini. Del resto i manifestanti non erano proprio dei mansueti chierichetti. Anarchici, socialisti, radicali, anticlericali, massoni.. 1970 bandiere, 34 concerti, 2000 associazioni”.

Pietro Cossa

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.Nelle immagini: sopra ritratto di Adriano Colocci Vespucci; sotto il drammaturgo Pietro Cossa, compagni di Loggia e primi promotori dell’idea di erigere un monumento a Giordano Bruno nello stesso luogo in cui l’Inquisizione martirizzò il filosofo nolano, in Campo de’ Fiori a Roma.


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