IL PRIMO PILOTA NERO (E MASSONE)

inserito il 12 08 2019, nella categoria Oltre le colonne, Storia

domenico-mondelli

Un dato storico poco noto, ma che attribuisce all’aviazione militare italiana un autentico primato mondiale: quello di aver impiegato il primo pilota di colore in proprie squadriglie di combattimento. Il pilota in questione si chiamava Domenico Mondelli, di origine abissina. Il suo nome alla nascita, avvenuta nel 1886,  era Wolde Sellasie. In seguito venne adottato ed allevato dalla famiglia di un ufficiale italiano, Attilio Mondelli di Parma, che forse poteva essere stato il suo vero padre biologico.

Di fatto, con la sua nuova famiglia, Domenico-Wolde Mondelli si trasferisce dall’Eritrea in Italia, dove viene avviato alla carriera militare. Dapprima nei bersaglieri, con cui il 30 Marzo 1914 ottiene, primo nero in Italia e nel mondo, il brevetto di pilota militare (allora i piloti provenivano da varie armi, per lo più dalla cavalleria come Francesco Baracca, o anche dai bersaglieri come nel caso, appunto, di Domenico Mondelli, il quale, con Baracca, condivideva anche l’appartenenza alla Massoneria, in cui  era stato iniziato fin dal 1912).

Evidentemente all’epoca in Italia e nel suo esercito si nutrivano meno riserve razziali, rispetto ad esempio agli Stati Uniti dove vigeva il pregiudizio che i militari di colore fossero troppo emotivi per affrontare combattimenti aerei.

Domenico Mondelli non fu solo il primo pilota nero ad ottenere un brevetto militare, ma allo scoppio della Prima Guerra Mondiale fu anche il primo pilota di colore ad essere impiegato in combattimenti aerei, arrivando ad ottenere una medaglia di bronzo al valore.

In seguito otterrà anche il grado di maggiore ed il comando di una squadra di bombardieri.

Ma la sua stella si oscurò poco dopo, nel 1917, pare per una serie di relazioni amorose con signore della buona società.

Di fatto se per volare e combattere non sussisteva alcun pregiudizio razziale, non vi era ancora a quel tempo eguale tolleranza da parte degli Alti Gradi per le relazioni fra un uomo di colore e donne bianche.

Così Domenico Mondelli venne relegato in trincea. Ma anche nei combattimenti a terra riesce a distinguersi nella battaglia di Bainsizza e sul Piave, ottenendo una nuova medaglia d’argento. Finirà la guerra con il grado di Tenente Colonnello.

I guai e le discriminazioni maggiori dovette sopportarli all’avvento del regime fascista che per evidenti motivi razziali lo pone fuori organico. L’origine africana ed anche l’appartenenza alla Massoneria non erano certo referenze “gradite” alle gerarchie fasciste.

Mondelli farà più volte ricorso al Consiglio di Stato, ma solo dopo la caduta del regime riuscì a vedere pienamente riconosciuti i suoi diritti ed il suo valore, con la nomina a Generale d’onore. Morirà nel 1974.

La sua storia è stata ricostruita dal sociologo Mauro Valeri nel libro “Il Generale Nero” (Odradek 2010).

 


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