VOLTO E IDENTITA’

La medicina estetica e la chirurgia ricostruttiva del volto: le modificazioni della percezione del se’ tra scienza, modernita’ ed aberrazione

inserito il 18 03 2019, nella categoria Etica, Scienza, Tavole dei Fratelli

Arcimboldo

Tavola del fr:. S:. Man:. (g.c.)

 

Da grandi poteri, nascono grandi responsabilità.

Peter Parker

 Questa Tavola nasce da riflessioni maturate in questi anni, soprattutto all’interno del mio ambito lavorativo e dalla constatazione che le grandi conquiste, a volte, nascondono non piccoli problemi.

Mi sono posto alcune domande e ho cercato di mediare con la sensibilità libero muratoria i tanti pensieri e cercato le risposte. Nonostante questo, le domande si sono moltiplicate e le risposte ridotte

Perché il volto? Proviamo a immaginare cos’è racchiuso in questo spazio:

  • l’intelletto, nel cervello
  • la vista
  • l’udito
  • l’olfatto
  • l’apparato stomatognatico (bocca e denti) nel quale sono a sua volta comprese importanti funzioni come la fonazione, la masticazione, la deglutizione. Apparato col quale poi esprimiamo una varietà altrettanto importante di gesti e di sentimenti: baciamo, sorridiamo, ci arrabbiamo ecc. In pratica è uno dei “mediatori” dei sentimenti.

Possiamo considerare tutto il volto come manifestazione della più vasta gamma degli stati d’animo dell’individuo; riso, pianto, gioia, tristezza, rabbia, indifferenza, paura e così via.

In pratica il volto è la prima parte del nostro corpo che entra in relazione con l’altro; è un po’ il nostro biglietto da visita.

Il Grande Architetto ha poi fatto si che in natura (oppure, se si preferisce, in natura si trova…) esiste una proporzione numerica, la cosiddetta sezione aurea, data dal j (in onore di Fidia) che corrisponde al numero irrazionale 1,61803399887………. che a sua volta è espressione dell’armonia e della bellezza.

Questa sezione è presente anche sul volto e lo suddivide in altrettanti spazi in rapporto aureo tra di loro (es. il busto di Nefertiti o la Gioconda di Leonardo)

Che cosa succede però quando la divina proporzione si guasta? Può verificarsi per diversi motivi: vecchiaia (fisiologica evoluzione del trascorrere del tempo), malattie – le più disparate- come ad esempio malformazioni, tumori.

In queste situazioni i progressi della scienza e della medicina insieme con le nuove tecnologie ci forniscono sempre più efficaci strumenti di cura. Oggi, più che mai, i doni della modernità ci assistono nel ridare forma, volume, sostanza, armonia e bellezza a un volto più o meno modificato.

Pensiamo solo a quello che sino a non tanto tempo fa era considerata quasi come fantascienza, cioè il trapianto del volto da donatore. Nel 2005, il chirurgo maxillo facciale francese, Bernard Devauchelle e la sua equipe eseguono il primo trapianto di volto da donatore su una donna, Isabelle Dinoire (il paziente 0) il cui viso era stato parzialmente deturpato dal proprio cane (Isabelle morirà poi nel 2016 a causa delle terapie antirigetto a cui si era dovuta sottoporre).

Isabelle

In sintesi, la paziente ha ricevuto il volto di un’altra persona, di un donatore che ha donato appunto non una parte “nascosta” come cuore, polmone, pancreas o ossa ma proprio quella parte che ha fatto di lui una persona che parlava, rideva, baciava, amava.

Isabelle si è trovata cucito (è proprio il caso di dirlo) su se stessa un altro individuo; una cosa che sino a quel giorno avevamo immaginato solo nei libri di Mary Shelley o nei film.

Quando si specchiava, Isabelle cosa vedeva o chi vedeva? Guardava se stessa, oppure metà se stessa e metà l’”altro”? Che cosa provava quando con quelle nuove labbra sorrideva o baciava?

Dal 2005 a oggi molti altri trapianti sono stati eseguiti in diverse parti del mondo, Italia compresa, trapianti che sono stati sia parziali (cioè solo una parte della faccia) oppure totali in cui tutto il volto era trapiantato ma….c’è un ma, che cercherò di spiegare.

I progressi della medicina e della chirurgia attraverso sempre più ricercate e avanzate tecniche e lo sviluppo dei materiali, hanno fatto si che oggi il ringiovanimento del volto sia una realtà consolidata. È offerta a sempre più “pazienti” la possibilità di migliorare il proprio aspetto nella speranza –vana- di rallentare il trascorrere del tempo oppure, cosa forse più importante, si ridà al volto sfigurato da malattie, attraverso il recupero morfologico e funzionale, una nuova speranza ed un quanto più rapido reintegro nella vita sociale. Pensiamo a proposito all’impiego del botulino o ai materiali di riempimento quali i fillers o le più innovative metodiche microchirurgiche di ricostruzione del volto

Da un lato quindi il legittimo desiderio di “piacersi” di più o di guarire nel modo più efficace possibile, dall’altro, secondo me, lo schiudersi di orizzonti diversi e nuovi problemi.

La pubblicità ossessiva e compulsiva che ci martella quotidianamente diffondendo la falsa idea che più si è belli più si è sicuri di se assieme alla esasperazione della forma sulla sostanza con il trionfo dell’aspetto esteriore sulle qualità più intime di ciascuno di noi, non fa che condurre l’individuo nei tentacoli sempre più stretti del consumismo di massa.

Viviamo oggi una civiltà che enfatizza l’effimero e il transeunte a scapito della vera ricerca della totalità dell’Essere.

Il progresso e il neopositivismo hanno fatto si che i più vari disturbi della personalità, derivanti dalla non percezione o dal non riconoscimento di se stessi quando ci si guarda allo specchio, esacerbassero il ricorso alla chirurgia sviluppando  delle vere e proprie aberrazioni di cui si conoscono ad oggi centinaia di esempi, tra cui solo per citarne alcuni:

Ken

l’uomo Ken

 

 

 

 

 

Barbiela donna Barbie

 

 

 

 

 

Donna gattola donna gatto

 

 

 

 

 


uomo alieno 1l’uomo alieno

 

 

 

 

 

Nei primi due casi siamo di fronte alla volontà dell’individuo di apparire uguale il più possibile ad oggetti inanimati e di plastica come le bambole, negli altri, sono evidenti le problematiche psichiatriche relative alla disgregazione della personalità.

Il volto è anche una maschera che spesso camuffa la nostra essenza più vera e gli estremi cui assistiamo oggi a cosa ci porteranno? Al mostro di Frankenstein o verso un volto “nudo”?

Di fronte queste situazioni viene da chiedersi se la scienza, la ricerca, il progresso e la modernità con la loro cieca fiducia nella tecnica, siano davvero la ricetta giusta.

  • Fino a dove è lecito spingersi?
  • Esistono dei limiti?
  • Esistono delle colonne d’Ercole?
  • Esiste un’etica in tutto questo?
  • Oppure in nome del progresso e della libertà, possiamo giustificare tutto?
  • Il medico stesso, nel prestare fede al suo giuramento di non fare nulla di male per il paziente e preservarne anche la salute psichica, deve pure lui costruirsi un confine oltre il quale non andare e imparare a dire no alle richieste del paziente?
  • Oppure il narcisismo, la fama, la ricchezza, i famosi 5 minuti di gloria sono più importanti di tutto il resto?
  • Conta così tanto la volontà di potenza dell’uomo? Del medico che si trasforma quasi in divinità, in demiurgo?

In una società dove tutto è effimero, fugace, liquido, “veloce”, finto e costruito e immolato in nome della ragione, occorre forse ritrovare un’etica  e fermarsi, ragionare e riflettere

L’uomo può capire quando il confine è stato varcato troppo e si è andati molto oltre, così come lo ha capito un altro chirurgo francese, Jean Paul Meningaud che, dopo l’entusiasmo iniziale si chiede se è etico oggi sottoporre un paziente al trapianto di volto.

La Gloria del Grande Architetto dell’Universo e il bene dell’Umanità, noi come Uomini e come Liberi Muratori –il vero valore aggiunto- possiamo farlo anche con maggiore umiltà cercando di riproporre un nuovo Umanesimo in cui al centro c’è si sempre l’uomo, ma un uomo con i suoi difetti  e i suoi limiti, compresa anche qualche piccola ruga.

Ho detto

S:. Man:.

14 Marzo 2019 e.v.

 

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