FISICA E METAFISICA DELLA LUCE

Tavola scolpita dal fr:. Giorgio Valentini nel 2012, letta in suo onore ed in sua memoria durante la celebrazione rituale del Solsitizio d’Estate (19 Giugno 2015) presso l’Oasi Esoterica-Naturalistica della sua famiglia.

inserito il 26 06 2016, nella categoria Esoterismo, Filosofia, Fondo Valentini, Scienza, Tavole dei Fratelli

LUCE LUCE 5

Se mai scopriremo una teoria complessa (della fisica del nostro Universo), con il tempo essa dovrà essere resa comprensibile nei suoi principi generali a chiunque e non solo a pochi scienziati. Ed allora noi tutti, filosofi, scienziati e gente comune, saremo in grado di partecipare alla discussione sul perché Noi e l’Universo esistiamo. Se riusciremo a trovare la risposta a questa domanda avremo decretato il trionfo definitivo della ragione umana, giacchè allora conosceremo la mente di Dio” (Stephen Hawking)

Carissimi fratelli non vi sembri fuori luogo questa introduzione ad un indagine che vuole esaminare una delle più difficili e straordinarie proprietà intrinseche della Natura del Mondo: la Luce.

Che cosa è infatti la Luce?

Una radiazione elettromagnetica percepibile dall’occhio umano ed animale, oppure secondo Roberto Grossatesta (1168-1253) “Est Lux prima forma corporalis” indicando nella Luce stessa la “corporeità” della materia?

Ottocento anni dividono le due configurazioni, cui si aggiunge quel FIAT LUX che rappresenta,  in stretta connessione con il Verbo Creatore, l’apparire dell’Universo in una dimensione misteriosa ed ignota ma in qualche modo percepibile.

Per rendere il più possibile chiare le idee (e l’impresa non è certo facile) sembra opportuno tentare un esame di ciò che più verosimilmente può identificarsi con il concetto di LUCE: appare subito evidente che l’OCCHIO è lo strumento per mezzo del quale gli esseri viventi la captano, e, pur non comprendendo bene alcune forme di manifestazione, i relativi strumenti “sono innumerevoli”.

Sappiamo infatti, attraverso documentazioni scientifiche, come la “visione” di ciò che è presente nel mondo sia diversa non solo fra specie e specie, ma certamente anche fra i componenti di una stessa specie.

Parlando in prima persona, l’Uomo ritiene che l’organo della vista, pur nelle sue molteplici forme, sia “superiore” agli altri sensi, in quanto riteniamo, erroneamente, che ci fornisca le prove di una realtà “esterna” a noi, più precisa e più diretta anche se il risultato  dell’osservare un oggetto risulta essere, ad un’analisi accurata, un complesso di fenomeni legati in parte agli occhi (visione bidimensionale) ed in parte al cervello (trasformazione tridimensionale derivante da precedenti esperienze ottiche).

Ma una cosa è la LUCE (come manifestazione fisica), altra cosa è la strumento (qualunque esso sia) atto ad essere “impressionato”; restando, per semplificare le cose, nel solo ambito umano i nostri cinque sensi vengono divisi in due categorie:

  • Una comprende i cosiddetti “sensi non teorerici” (olfatto, gusto, tatto).
  • L’altra comprende i “sensi teoretici” (udito, vista).

Di questi ultimi due (udito, vista) si privilegia la “vista” che fruisce di un importantissimo strumento di verifica: l’OCCHIO.

Quest’ultimo pur nella sua imperfezione rappresenta una “straordinaria macchina”, influenzante, come si è detto, il CERVELLO, vero “traduttore”, quest’ultimo, della radiazione elettromagnetica in ciò che usiamo chiamare LUCE.

“Noi crediamo di vedere la materia – scrive la prof. Giuliana Conforto, astrofisica illustre e appassionata – ma in realtà vediamo la Luce riflessa dalla materia, e non tutta la sua luce ma soltanto quella porzione infinitesima che si trova nelle frequenze ottiche alle quali l’occhio umano è sensibile”.

Viene spontanea la domanda che, pur essendo applicabile a tutto l’Universo percepibile, assume una particolare rilevanza per quanto riguarda lo studio che si propone questo saggio, e cioè se possa o debba ritenersi necessaria l’applicazione del “postulato di oggettività”, postulato che ci rimanda all’impostazione “galileiana” della verifica di laboratorio, o se occorra invece addentrarsi, seppur con qualche cautela, in quel mondo, nuovo per il momento che stiamo vivendo, che vede nella teoria dei “Quanti” la moderna fisica di Plank e di frontiera.

La LUCE sfugge, a nostro avviso, sia nella sua definizione “fisica” che  nella sua interpretazione “metafisica” a qualsiasi gabbia d’acciaio cui la si voglia costringere, e ci sospinge con forza a cambiare le nostre prospettive, le quali, pur non ripudiando la prova “oggettiva” e la ripetibilità dell’esperimento di laboratorio, ritengono ineluttabile il transito dall’indagine analitica, idonea nei tanti casi del progresso tecno-scientifico dei nostri tempi, a quella straordinaria facoltà che è l’INTUIZIONE, quale strumento basilare della filosofia, della conoscenza, della scienza.

Già subiamo, godendone i frutti, il passaggio dai sistemi analogici a quelli digitali che ci consentono ed ancor più ci consentiranno in futuro di viaggiare per gli spazi siderali, dove  nel giusto momento, incontreremo i nostri fratelli cosmici, nella speranza che si realizzi quanto prospettato dallo scienziato Stephen Hawking all’inizio di questa tavola, né possono trascurarsi, pur spostandoci nel mondo del super-conscio, gli affascinanti fenomeni delle N.D.E. (Near Death Experiences – esperienze vicine allo “stato di morte”) e delle O.B.E. (Out of Body Experiences – esperienze di fuoriuscita dal corpo), che aprono orizzonti straordinari ed avvincenti, per cui dobbiamo allargare, di conseguenza, la nostra mente, onde captare i messaggi che, sinora senza nostra capacità di comprenderli, oggi ci coinvolgono e richiedono una partecipazione attiva ed aperta al futuro.

NDE

Un esempio, che a prima vita potrebbe sembrare poco coerente con il tema della tavola, proviene dalla indagini dei professori Ring e Cooper, i quali negli Atti del 4° Congresso Internazionale delle Esperienze di Confine (NDE e OBE), tenutosi nell’Aprile del 2000 nella Repubblica di San Marino, raccontano alcuni loro esperimenti di estremo interesse effettuati con l’esame visivo di 21 soggetti intervistati, fra non-vedenti selezionati attraverso undici organizzazioni qualificate allo scopo.

E’ evidente che il massimo interesse fu posto proprio nella selezione dei soggetti idonei all’esperimento, che, onde evitare equivoci e controversie, furono individuati con elevate attenzione: il campione era costituito da 14 soggetti ciechi dalla nascita e da 7 soggetti con la vista seriamente compromessa da fatti naturali o incidentali.

Tutti comunque dichiaravano di aver sperimentato NDE classiche: eserciteremo le nostre riflessioni soltanto sui soggetti ciechi dalla nascita, ritenendo che le loro esperienze sia più che sufficienti a rappresentare un aspetto della capacità di visione e quindi della LUCE, se così possiamo identificarla, rientrante in quella “metafisica” che, raccogliendo valori oggi considerati “estremi”, ci pone di fronte alla reale difficoltà interpretativa di determinate manifestazioni della nostra esistenza.

Gli Atti riportano che le risultanze sono state inequivocabili; le persone cieche dalla nascita  (così come le altre) avevano sperimentato NDE “classiche”, per nulla diverse da quelle sperimentate dalle persone vedenti, nell’ordine del 64% (9 su 14).

Molti soggetti di cui stiamo scrivendo hanno definito il loro “vedere” come perfettamente “naturale”, od il modo in dovrebbe essere vedere” anche se, come è ovvio, l’inizio della percezione visiva del mondo fisico è stato in genere “disorientante”  per il non-vedente.

E’ di grande rilevanza psico-fisica il racconto di un intervistato (come si è detto cieco dalla nascita) il quale si è così espresso: “Era tutto naturale, era quasi come se fossi sempre stato capace di vedere in tal modo… era così incredibilmente naturale che non riesco a capire perché non potrò mai farlo una volta tornato nel mio corpo”.

A questo punto appare logico chiedersi di che tipo di visione si stia realmente parlando. Possono definirsi infatti tali esperienze manifestazioni di un qualche tipo di LUCE, sia pure “metafisica”, o siamo invece di fronte ad una “consapevolezza supersensoriale”, che gli stessi studiosi hanno definito “sguardo della mente”?

Secondo i professori Ring e Cooper “tutti gli eventi sono fenomeni della coscienza”.

Al di là di ciò che vediamo come realtà immanente, esiste una realtà trascendente, ed alla fine tutta la realtà è inclusa nella coscienza che è “non locale” (cioè non fissata né alla spazio né al tempo) e “unica” (ossia esiste soltanto una coscienza che chiamiamo Mente), e potrebbe funzionare talvolta indipendentemente dal cervello.

La LUCE questa straordinaria e meravigliosa proprietà di cui i “Mortali” possono godere, qualche dono degli Dei, è la “messaggera del Cosmo”: a noi, uomini d’oggi, sembra, seppur con qualche incertezza e perplessità, di poterla definire e racchiudere in formule, individuarne i componenti.

Ma sappiamo come ciò non sia facile: fotoni e particelle si rincorrono nello spazio-tempo dove la “materia”, sostiene Grossatesta, è “incorporazione della luce”, una volta “onda”, una volta “particella”, la LUCE sfugge alle nostre analisi definitive alla velocità di 300mila chilometri al secondo…

Forse l’Umanità è ancora troppo giovane, nella sua sapienza scientifica, per poterla definire con precisione, ma essa cerca sempre ed unicamente la “verità”; questa verità è legata ineluttabilmente al teorema di Godel, perciò l’Uomo non potrà mai incontrarsi con l’Assoluto: guardando le “stelle” non sappiamo se ancora esistono come “astri” o se sono diventate tutt’altra cosa: giganti rosse, nane bianche, buchi neri?

La Luce non ci inganna, ma dobbiamo saperla interpretare!

Come abbiamo visto essa è definita sinteticamente sotto il profilo fisico come “onda elettromagnetica composta di fotoni” dove i “fotoni” (a “quanti di luce”) sono descritti come “particelle elementari di energia elettromagnetica” e sono “privi di massa”.

Ed è proprio da questa caratteristica “fisica” del fotone che nascono le prime incertezze che potremmo definire invece “metafisiche”.

La Luce, secondo le moderne teorie, si muove sfericamente nello spazio tridimensionale partendo da una sorgente ed un determinato “fascio di fotoni” manterrà la propria direzione, senza variazioni di sorta. Ma – sostiene Einstein con i suoi calcoli – in corrispondenza di enormi masse (quali stelle del tipo del nostro Sole) la Luce subisce una “deviazione”.

Come è possibile questo fenomeno – ci si chiede – se i fotoni non hanno “massa” e non possono quindi subire alcuna influenza da fatti gravitazionali?

La “vexata questio” è stata (forse) risolta solo recentemente dallo scienziato SUNG-DAO-LEE (scienziato americano e premio Nobel) che ha sostenuto come “l’incurvarsi di un raggio di luce vicino ad un corpo di massa imponente è causato da una variazione dell’indice di rifrazione del vuoto vicino a quella massa”.

E’ questo un linguaggio che sta fuori dai nostri comuni modi di ragionare ed ha voluto essere solo un esempio esplicativo della sfera infinita di cognizioni che circondano il mondo della LUCE.

Nell’era attuale, nell’Universo l’elemento dominante e prevalente è la Materia, ma non è sempre stato così. “Nei primi 300mila anni, infatti – scrive il prof. Scirchio – la densità della Materia è stata inferiore  a quella della Luce. Nonostante ciò, l’Universo a quell’epoca non era ancora visibile da un improbabile occhio, in quanto i fotoni, particelle costitutive della Luce, benché un miliardo di volte più numerose di quelle della Materia, erano in realtà come imprigionate da queste ultime”.

Paradossalmente l’Universo era dominato dalla Luce, ma completamente buio”.

La Luce brillava nelle tenebre e le tenebre l’avevano “compressa” al punto di non lasciarla apparire”.

Dopo 300mila anni dal Big Bang, la densità della Materia , pur continuando a decrescere, divenne superiore a quella della Luce: solo allora l’Universo si manifestò ed apparve, calandosi nel dominio della Materia. Allora è finita l’Era della Luce ed è iniziata l’Era della Materia, era che dura tuttora dopo quasi quindici miliardi di anni”.

LUCE LUCE 4

A questo proposito, per quanto tardiva, è necessaria la precisazione dei termini FISICA e METAFISICA.

Eccola: s’intende per…

  • FISICA: la scienza che studia le proprietà generali della materia e delle radiazioni, nonché le leggi che regolano i fenomeni ad essa essa connessi.
  • METAFISICA: parte dalla filosofia che studia l’”Essere” in quanto “essere”, ossia i principi primi della realtà. E’ denominata da Aristotele ”Filosofia Prima”, mentre il termine “Metafisica” nacque quando a Roma il grammatico Andronico da Rodi realizzò la prima edizione pubblica delle opere esoteriche di Aristotele e collocò i libri della “filosofia prima” dopo i “Libri Fisici” (collocazione che è appunto il significato originario della parola “metafisica”).

Sulla base delle definizioni date viene da chiedersi se possa essere accettabile una mia personale definizione della Luce che recita così “La scoperta della natura fisica della Luce può anche intendersi come derivata dalla “espressione metafisica” della stessa, in quanto è stata la Scienza (manifestazione della Luce del Pensiero) a consentirci di individuarla”.

E qui, cari Fratelli, mi sovviene un’altra definizione della Metafisica della Luce, forse meno scientifica, ma certamente più poetica. E’ tratta da un racconto di Andersen che così la descrive “Non abbiamo ancora occhi capaci di penetrare nella gloria di quella Luce (nell’Alba della Vera Conoscenza) ma un giorno li avremo, e questa sarà la fiaba più bella di tutte perché ci saremo dentro anche noi”.

L’intuizione mi rassicura che la profezia di Andersen si avvererà: quando i tempi saranno maturi e l’Uomo avrà raggiunto, quale supremo obiettivo, la conoscenza integrale di se stesso, allora avremo compreso il senso della Vita e dell’Universo, e, perché no, ci saremo avvicinati, sfiorandola, alla Vera Luce, espressione mirabile del G:.A:.D:.U:.

La nostra vita scorre, per ora, priva di risposta ai grandi quesiti che, ovviamente, ci opprimono e ciò la rende travagliata e spesso sofferente. L’esistenza dell’Uomo appare priva di senso al di fuori di una fede che pur non allontanandosi all’avanzare di ogni nuova scoperta scientifica, richiede tuttavia rinnovate e coerenti promesse. Ma ecco l’INTUIZIONE, la quale, sfuggendo ad ogni dimostrazione oggettiva, ci fa ritenere che le prospettive che si aprono sull’Universo della conoscenza possano trasformare il deserto dell’esistenza umana, attraverso una “visione metafisica del mondo”,  in un “giardino incantato” dove la presenza della fisica moderna, nei rinnovati fremiti della Trascendenza Intuitiva, comincia ad aprirsi ad una nuova “Realtà Cosmica”.

In tutta franchezza, Fratelli carissimi, faccio molta fatica a distinguere la LUCE nelle sue due vesti: FISCA e METAFISICA.

Per il mio modo di sentire essa mi appare solo “metafisica”, nel senso che, come vi ho detto, la sento sfuggirmi ad ogni concreta rappresentazione: In un  pomeriggio d’estate mentre nuotavo solitario in un mare stranamente azzurro e pulito, i raggi del sole sfioravano le onde, mi ferivano gli occhi, ma al tempo stesso erano anche scintille dorate che scendevano nell’anima, brillavano di Luce propria, erano vivi a carichi di così alta forza di penetrazione da costringermi a sostare, e con il volto fisso all’infinito esclamare “Chiunque Tu sia, dovunque Tu sia, io ti ringrazio per questi attimi di vita e di visione purissima”.

Era LUCE, vera, fisica, metafisica, trascendente!

Attraverso un “varco” nell’autocoscienza ero uscito, per qualche attimo, dallo “stato di sonno”  cui, per ora, soggiaciamo, per partire verso un viaggio senza confini, dove il “contemplare”, quale manifestazione di Luce, rappresentava il “fluire” del mio Sé nell’Anima Universale: è nella Luce del Pensiero che l’Uomo ha il veicolo della propria capacità di Trascendenza.

Questo tipo di Luce nasce anche quando abbassiamo le palpebre per volgere l’attenzione all’interno di noi stessi. Anche nel sonno le palpebre sono abbassate e ci sottraggono alla luce di ciò che noi crediamo “reale”, per immergerci in un piano totalmente diverso: quello del “Sogno”.

Appaiono, in questa dimensione, figure, luci, colori, paragonabili alle “ombre” della Caverna di Platone, e tutto sembra reale, sia nelle immagini che nelle sensazioni. Ma è un mondo parallelo e, per ora, sconosciuto, dove si intrecciano azioni ed accadimenti talora profondamente correlati al mondo concreto. Si verificano fenomeni di precognizione, di preveggenza, di comunicazione con piani sottili o stati paralleli, analogici, ma comunque inspiegabili.

Vi è inoltre nel Sogno anche un’innegabile capacità creativa: io stesso ho ricavato durante il sonno la soluzione , come ingegnere, di importanti problemi funzionali relativi alla costruzione di immobili, con chiare dimostrazioni illustrative.

E’ forse la Mente la base di questi eventi? Non è difficile intuire come forse la Mente entri in gioco in queste occasioni: essa è come un interruttore elettrico, basta  un “clic” e ci è già spostanti da una dimensione all’altra, dalla Veglia al Sonno.

Carissimi Fratelli, ho letto e meditato su molti saggi  espressi da qualificati studiosi, filosofi, scienziati, astrofisici, le loro esperienze ed i loro punti di vista sulla Luce; il solo riassumere sinteticamente i loro pensieri sarebbe sufficiente per riempire un grosso volume, in molti di essi, la maggioranza, prevale una visione “poetica” che potrebbe ben rientrare, senza scandalo,  nel concetto di “visione metafisica”.

Queste letture mi sono state di grande utilità per svolgere decentemente la tematica di questa Tavola, ma in prevalenza ho preferito, pur traendo forza e vigore dalle loro esposizioni, esprimermi in prima persona, soffermandomi su quei punti che, più o meno giustamente, ho ritenuto particolarmente interessanti.

Lasciando quindi da parte, pur con culturale sofferenza, gli innumerevoli spunti “venuti alla luce”, mi è gradito riportare un pensiero a Giorgio Vascellari, a me ignoto per altro nelle sue ulteriori vesti di saggista, che così recita: “La Luce è un ordine sonoro emesso dalla Prima Parola, “Fiat Lux”, ovvero la Luce è un fenomeno originario strettamente connesso con il Verbo Creatore… “

Premesso che a mio avviso la capacità creativa dell’Essere Umano avviene soprattutto attraverso le “immagini” più che attraverso la “parola”, il pensiero di Vascellari (che per altro si riferisce al Divino) ha portato il mio pensiero all’affascinante modo con il quale il Grande Architetto ottiene di gratificare la MATERIA, facendola partecipe della LUCE: si tratta del fantastico processo attraverso il quale lo “spermatozoo vincente” nella corsa per fecondare l’ovulo, dà inizio alla VITA (fenomeno di complessità organizzata), che, a tempo debito, si tradurrà in un ESSERE VIVENTE (quindi struttura materiale) dotato di “sensi”, fra i quali la VISTA, cioè la capacita di “vedere” le opere mirabili della Natura, nella Vera Luce della Conoscenza (è solo questione di tempo, poi l’Umanità perverrà certamente a “vedere”, superando l’attuale superficialità del “guardare”).

Soffermiamoci per un istante su questo accadimento per quanto riguarda l’Uomo: ne deriva un ciclo continuo fra la Vita e la Morte della Materia che prende forma e si trasforma: gli arti, gli organi interni ed esterni, occhi, orecchie, naso, labbra… si delinea la sagoma di un “essere” che dopo nove mesi di “stanza” nell’utero materno, “uscirà” in una condizione nuova e sconosciuta, dove, a suo tempo, “vedrà la Luce”, crescerà, si riprodurrà, per poi alla fine, esperiti i propri compiti esistenziali (non solo meccanici, ma anche “esplorativi” – per chiamare così le profonde spinte spirituali), ritornerà alle “origini”, quali esse siano e che noi, al momento, non siamo ancora in grado di identificare.

Questa mia “rozza” descrizione della vita è invece, con un po’ di fortuna, l’inizio di una splendida avventura che ha, fra le altre straordinarie manifestazioni, la più incredibile, stupenda, magnifica rivelazione: VEDERE LA LUCE.

Ma noi, provvisori abitanti di questo pianeta, non ce ne rendiamo conto, salvo che in rarissimi casi.

Forse nell’Uomo è presente una malattia subconscia legata al fatto che siamo prigionieri della Mente, che noi crediamo di utilizzare, mentre è lei invece che ci usa, molto spesso in modo maldestro. Forse non sarebbe inopportuno sganciarsi qualche volta dalla Mente e provare, sia pure per tempi brevi, a spegnerla. Ma abbiamo scoperto il “pulsante” giusto da usare?

Ritengo tuttavia queste considerazione “di periferia”. La Luce della Mente, infatti, pur lasciandoci precipitare talvolta nella profondità delle tenebre, è il fondamento sul quale è adagiato il “cuore” dell’Uomo: dalla “follia” alle grandi manifestazioni dell’Arte e del Pensiero. Essa è presente colmando, almeno in parte, quel “vuoto” dell’esistenza che rende così difficile l’esperimento della “felicità”.

Anche se è nella “fisica della Luce” che può intravvedersi la struttura metafisica dell’Universo (e forse non “finita”), è nella “interpretazione metafisica” che i confini della visione si allargano all’infinito, arrivando non a “comprendere” ma ad “intuire” ciò che si cela dietro il “vuoto esistenziale” cui sopra abbiamo accennato, e che rappresenta in sostanza il “negativo” della vita stessa.

Il Compagno d’Arte sperimenta la morte per diventare Maestro “onde realizzare le forze di vita che durante l’esistenza terrena conosce solo nei suoi effetti sensibili, durante la vita vede infatti tutto ciò che in realtà è tenebra. Questa morte in vita, questa esperienza della realtà secondo il suo “negativo”, secondo il “vuoto” che toglie alla coscienza gli appoggi sensibili: questa è l’INIZIAZIONE.

LUCE M 1

Entriamo a questo punto nel nostro “mondo massonico”. E’ un mondo in cui la Luce deve dominare quale aspetto della LUMINOSITA’ che dovrebbe emanare da ogni Fratello Libero Muratore, rispettoso degli insegnamenti e delle indicazioni che la Libera Muratoria ci propone senza nulla imporci.

E’ un mondo di particolare connotazione, ben delineato da Riti e da Simboli che non possono non colpire la mente e la coscienza di coloro che vi partecipano nella veste di Fratelli.

Il confine che delinea l’ingresso nel Tempio dalla “Sala dei Passi Perduti” divide due luoghi in cui la LUCE cambia profondamente la sua natura, con un chiaro esempio del passaggio  dalla costituzione “fisica” (Passi Perduti) a quella “metafisica”: all’interno del Tempio infatti l’occhio del GADU osserva i Fratelli dal trono del Maestro Venerabile, irradiando al tempo stesso una luce che illumina i nostri lavori.

Profonda è la LUMINOSITA’ che il Fratello Libero Muratore , attento e sollecito, percepisce all’interno del Tempio. Vi regna un perfetto silenzio e gli occhi di ogni Fratello si incrociano nella loro LUCE con quella degli altri Fratelli, in una sinfonia di affetto, di solidarietà e di tolleranza. E’ un modo nuovo di rapportarsi gli uni con gli altri, implicante una disciplina interiore intrinseca al rispetto che domina le relazioni interne del Tempio, dove al di sopra di tutto e di tutti sono presenti la Saggezza, la Forza e la Bellezza, circonfuse dalla LUCE MASSONICA.

La Libera Muratoria ha nella LUCE il simbolo principale della sua dottrina, e per essa la Luce è una specie di ponte che collega la Materia allo Spirito. Nell’Iniziazione essa vede la via, la quale, illuminata dallo splendore della Gnosi, consente il cammino dello sviluppo spirituale di ogni Fratello, verso una meta che nel tempo lo porterà a livelli di coscienza sempre più elevati.

Su Heliopolis, dove la Fenice rinnova ogni 500 anni il “fuoco” della propria esistenza, splende il sole fulgente della “conoscenza” da cui il Libero Muratore trae le energie materiali e spirituali per approfondire e migliorare se stesso.

L’Universalità della Saggezza e della Sapienza massoniche sollecita una pausa in cui il Silenzio regni nell’Officina ed i Fratelli fermino il pensiero sugli interrogativi che in questa tavola non sono certo stati risolti, tentando ancora di liberarsi dalle incrostazioni dogmatiche che da sempre, e direi anche “ovviamente”, sono presenti nell’Uomo.

Quanto abbiamo detto e scritto è come la cresta di un’onda che il Tempo spazzerà via senza alcuna distinzione. Questi “incontri-scontri” di pensiero forse a poco servono, nella consapevolezza della “provvisorietà” dell’esistenza non solo dell’Uomo – il che sarebbe risibile – quanto dell’intero Universo, quando il Cosmo sarà di fronte all’ultima tappa , al ritorno nell’Assoluto.

In un lampo di Luce senza pari elettroni e positroni si distruggeranno reciprocamente, tutta la Materia delle varie esperienze di vita, fatta da ciascuna creatura, si “ri-unificherà” tornando all’Unità-Assoluta, e fotoni ed antifotoni, collegandosi, torneranno ad essere di nuovo LUCE… Questa Luce posta fin dagli inizi, fuori dai confini noti dello Spazio e del Tempo, è forse lo SPIRITO DELL’ASSOLUTO. Da esso è nato l’Universo, ed alla fine tutto ritornerà in Lui” (Charon).

Ho detto

Giorgio Valentini:.

 

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(*) Nota – Nell’Archivio Storico della Loggia Giordano Bruno, il “Fondo Valentini” comprende tavole scolpite dal suo compianto decano sia per la stessa Officina sia per il Rito Scozzese Antico ed Accettato, nel quale Giorgio Valentini era insignito del 33° e massimo Grado.

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Bibliografia

Piccola Metafisica della Luce di San Petrosino – Ed. Jaka Book

Homo Solaris – F. Magni – Ed Il Fuoco

La Mente di Dio – Paul Davies – Mondadori

Il Potere di Adesso – E. Tolle – Ed. Armenia

La Scienza a caccia di Dio – R.Oth – Rusconi

AA.VV. (in brevi saggi)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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