IL G:. M:. BISI RISPONDE A MONS. NEGRI

inserito il 30 05 2016, nella categoria Oltre le colonne

bisi stefanoIl Gran Maestro Stefano Bisi

mons-luigi-negri-510Mons. Luigi Negri, Arcivescovo di Ferrara

Sono le pagine del Resto del Carlino di Ferrara il nuovo terreno di confronto/scontro fra l’Arcivescovo Mons. Luigi Negri e la Massoneria, nella persona del Gran Maestro Stefano Bisi.

Il primo affondo è venuto da Mons. Negri che in una lunga intervista rilasciata al direttore del Carlino Ferrara, Cristiano Bendin, ha compiuto un bilancio complessivo della sua opera pastorale alla guida della Diocesi di Ferrara, sostenendo che il suo maggior merito è stato di aver ridato voce al popolo cristiano. Nello stessa intervista, alla domanda “Da che settori sono venute le maggiori resistenze?”, il prelato non ha perso l’occasione per mettere nuovamente alla berlina la Massoneria, definendola “… espressione di una cultura anticattolica e animata da una volontà di distruzione del cattolicesimo, la vera erede dei totalitarismi del secolo scorso. Una massoneria trasversale che qui ha come alleato naturale il cattocomunismo, che si ispira ad un certo insegnamento dossettiano, quello più radicale.”. Anche a Ferrara? “Sì, anche se non è sistematizzata. Ai comunisti tocca governare e ai cattolici tocca un supplemento d’anima”.

Di fronte all’ennesima provocazione e soprattutto ad un’accusa tanto antistorica (solo un voluto travisamento della stessa storia può infatti definire la Massoneria “erede dei totalitarismi del secolo scorso”, quando in realtà i massoni sono stati perseguitati da tutti i regimi e da tutte le ideologie antidemocratiche del secolo scorso: dal fascismo come dal nazismo e dal comunismo), il Grande Oriente d’Italia, la principale famiglia massonica italiana (cui appartengono le quattro logge attive a Ferrara, che tanto impensieriscono Mons. Negri), non ha potuto esimersi da una pronta e veemente replica. E lo ha fatto per mano della sua massima autorità, il Gran Maestro Stefano Bisi, che ha scritto di suo pugno una lettera aperta al Resto del Carlino, su cui era apparsa la citata intervista a Mons. Negri, lettera poi riportata anche sul sito dello stesso Grande Oriente (da cui, di seguito, la riprendiamo).

“La Massoneria ha pagato caro il prezzo del totalitarismo”: così il Gran Maestro Stefano Bisi replica al vescovo di Ferrara, monsignor Negri, che in un’intervista al “Resto del Carlino” torna a puntare il dito contro la Libera Muratoria, con toni che rasentano i crismi di una vera e propria persecuzione. “Questi massoni, cattivi e pericolosi  – ricorda il Gran Maestro all’alto prelato – ci hanno dato dei principi e dei valori quali l’Uguglianza, la Libertà, la Tolleranza, che fanno parte del patrimonio massonico dalla notte dei tempi e che hanno permesso alla stessa Repubblica Italiana di arrivare a festeggiare i 70 anni, il prossimo 2 Giugno”.

Ecco il testo integrale della lettera aperta del Gran Maestro Bisi, sulle ultime esternazione antimassoniche di Mons. Negri:

Vostra Eccellenza Reverendissima nel fare un bilancio della sua attività pastorale alla guida della Diocesi di Ferrara non ha perso l’occasione di esternare nuovamente il suo livoroso pensiero, che rasenta ormai i crismi di una vera e propria persecuzione e di una personale fobia, nei confronti della Massoneria e di tutto ciò che sia messo in relazione con lei.

Monsignor Negri,  Lei ha ormai abbondantemente superato il più oltranzista degli oltranzisti con il suo atteggiamento reiteratamente e duramente  inquisitorio che mette la Libera Muratoria al bando e la condanna al rogo eterno senza possibilità di confronto e di confutare le Sue personalissime tesi preconcette e pregiudiziali al di là di ogni ragionevole dubbio. Un atteggiamento, mi permetta, sbagliato e che mette in pericolo coloro che vengono additati come massoni visto le follie e i folli dell’attuale Società in cui viviamo.

Un Vescovo di Santa Romana Chiesa che chiude inesorabilmente le porte a quello che considera solo ed esclusivamente un nemico  da abbattere o un male assoluto fa a cazzotti  con il Vangelo e con il Giubileo della Misericordia voluto da Papa Francesco.

Sua Eccellenza sembra come quegli uomini che si sentono costantemente accerchiati da qualcosa o da qualcuno e che devono a tutti i costi trovare un motivo, un pretesto per avvalorare tale loro stato di grigia e gretta intransigenza.

Stavolta Sua Eccellenza ha tirato fuori il meglio del suo repertorio. La Massoneria – ha detto  – è animata dalla volontà di distruzione del Cattolicesimo ed è la vera erede dei totalitarismi del secolo scorso. Eppoi alludendo alla presenza del “mostro” a Ferrara ha aggiunto che è trasversale e che ha come alleato naturale il cattocomunismo che si ispira a certo insegnamento dossettiano più radicale.

Voglio rassicurarLa subito, anche se penso che sarebbe difficile farle cambiare idea anche se mi inginocchiassi davanti a lei nel confessionale: la Massoneria non ha niente contro la Chiesa Cattolica e non ha nessuna intenzione di distruggere il Cristianesimo. La Massoneria rispetta tutte le religioni e cerca il confronto e il dialogo fra gli uomini di diverse visioni senza alcuna posizione di intransigenza. Noi non siamo assoluti e intransigenti come Lei e  il nostro motto è: Tolleranza. L’intolleranza la lasciamo agli altri.

La Massoneria, e su questo noi del Grande Oriente d’Italia abbiamo pagato a caro prezzo  il totalitarismo, durante il regime fascista è stata perseguitata e le sue sedi sono state distrutte. Tanti massoni hanno partecipato alla Liberazione e alla fondazione della Repubblica, tra i quali Meuccio Ruini, presidente dell’Assemblea dei 75 che redasse la Costituzione. Questi “massoni cattivi e pericolosi” ci hanno dato dei principi e dei valori quali l’Uguaglianza, la Libertà, la Tolleranza, che fanno parte del patrimonio massonico dalla notte dei tempi e che hanno permesso alla Repubblica di arrivare a festeggiare i 70 anni il prossimo 2 giugno.

Quanto al connubio massoneria-cattocomunismo e al riferimento all’ala dossettiana più radicale, credo che qui sia opportuno, più che profferire vacue parole,  andare a guardare la storia e gli atti di una figura come quella di don Giuseppe Dossetti, politico e prete che merita il più grande rispetto per quello che ha fatto per il nostro Paese.

Siamo alle conclusioni, forse non sarà l’ultima lettera alla quale risponderò a sua Eminenza prima della fine del suo mandato episcopale, ma un piccolo ed umile suggerimento vorrei darglielo. Pensi di meno al “diavolo massonico” che vede dappertutto e più alla cura spirituale delle anime, di tutte le anime.

Non giudichi senza sapere il prossimo. Legga Voltaire insieme al Vangelo. E guidi la “massonica Ferrara” in tranquillità. Da Buon Pastore. Di tutti. Fraternamente”

Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia

29 maggio 2016

 

 

Non è la prima volta che i vertici del GOI, ed in particolare il Gran Maestro Bisi, replicano a Mons. Negri. Nel recente passato lo stesso Bisi aveva invitato mons, Negri ad un incontro chiarificatore, e possibilmente conciliatore. Una mano tesa che il prelato ferrarese ha disdegnato, anzi schiaffeggiato con quest’ultima esternazione a mezzo stampa. La sintesi di questo atteggiamento la offre il titolo usato dallo stesso Resto del Carlino per ospitare la lettera del Gran Maestro Bisi: “Noi tolleranti, Lui oltranzista”.

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