IL MATRIMONIO MASSONICO

Mentre infuriano, dentro e fuori dal Parlamento italiano, le polemiche sulle Unioni Civili (eterosessuali ed omosessuali) e sulle possibili adozioni all'interno delle coppie dello stesso sesso, mentre si discute sul concetto stesso di famiglia, la Massoneria rivela una sua visione del matrimonio attraverso un proprio specifico rituale. Ma anche in questo caso la Tradizione più antica deve fare i conti con l'evoluzione della società e della coscienza degli stessi massoni d'oggi.

inserito il 18 02 2016, nella categoria Etica, Laicità, Ritualità, Sessualità, Società, Tavole dei Fratelli

Anelli massonici

Tavola del fr:. A:. Mu:.

La mai sopita lotta fra Stato Laico e Stato Confessionale si è riaccesa in queste settimane nel Parlamento Italiano, allorchè è iniziata la bagarre per l’approvazione (o l’insabbiamento, come vorrebbe l’opposizione di destra e l’ala catto-dem della stessa maggioranza) della nuova Legge sulle Unioni Civili e sulla norma che consentirebbe la cosiddetta “stepchild adoption” all’interno di coppie omosessuali.

E’ una questione che divide le coscienze dei parlamentari, ma anche di molti cittadini e di molti massoni, pur se l’impressione più condivisa è che la società italiana abbia già raggiunto da tempo una visione molto più tollerante sull’argomento, e che più nessuno si scandalizzi di fronte all’amore ed alle convivenze omosessuali. Nè tanto meno di quelle eterosessuali, che una volta erano bollate come “concubinaggi” con disprezzo moralistico.

Spesso anzi si dimentica che la nuova Legge vorrebbe sanare e restituire diritti anche e soprattutto alle unioni di fatto che si sono stabilite da tempo fra cittadini, di entrambi i sessi, che non ritengono di dover “santificare” o “burocratizzare” la propria convivenza attraverso il tradizionale iter (ed i vincoli) del matrimonio religioso e civile.

Il fatto che il matrimonio tradizionale, religioso o civile che sia, non attiri più come prima, è certamente una questione che andrebbe analizzata più approfonditamente.

Sapere perchè e cosa non piace più dei tradizionali voti nuziali sarebbe una chiave preziosa per capire meglio i cambiamenti in atto nella società attuale, società che evidentemente più si sente imbrigliata e controllata dalla tecnologia e dai sistemi politici “orwelliani” che si prefigurano da essa, più reagisce cercando forme esistenziali più libere, almeno apparentemente, per la propria individualità e nei  propri rapporti interpersonali. Questo il desiderio sottaciuto che sembrano suggerire le crescenti scelte di convivenze rispetto al tradizionale matrimonio.

Ma questa società, sempre più globalizzata, non sembra poter consentire troppe deroghe alle tradizionali catalogazioni dei nostri ruoli sociali. Difficile sfuggire al controllo ed al meccanismo dei diritti legati a tali omologazioni.

Tanto più che non si è mai sopita la tentazione del potere religioso di imporre i propri valori morali ed i propri modelli comportamentali a tutti, volenti o nolenti, anche a chi non condivide affatto quel credo e gli stili di vita che ne derivano.

L’etica e la vera politica laica, certamente più vicina ai principi massonici, puntano invece all’estensione di diritti (ed ovviamente anche di doveri) a tutti, lasciando poi  libero ciascuno di fruirne o meno nel modo più affine alla propria coscienza ed alla propria fede: se sei cattolico e come tale sei contrario alla contraccezione, al divorzio, all’aborto, all’eutanasia… ebbene astienitene; ma se la tua morale non avverte tali vincoli religiosi, la legge (laica) ti consente di praticare le tue scelte in forma legale, possibilmente sicura e protetta, senza subire alcuna discriminazione.

E’ per questo “Stato Laico” che la massoneria si è sempre battuta: per salvaguardare diritti e libere scelte di vita, comunque rispettate, sia dei credenti che dei non credenti.

E’ comunque appena il caso di ricordare che ancora nel secolo scorso gli omosessuali in Occidente non solo non potevano minimamente pensare di veder riconosciute le loro unioni, ma la loro stessa inclinazione sessuale veniva ancora considerata nei codici penali un reato passibile addirittura della pena di morte (è stato così nel Regno Unito fino alla metà del XIX secolo, mentre in Francia ed in Italia si era avuta una forte depenalizzazione dell’omosessualità durante il periodo napoleonico).

L’inquisizione, sia cattolica che protestante, ha riservato per secoli, agli omosessuali, ogni genere di tortura e supplizio (tant’è che il termine “finocchio” con cui volgarmente si indicano ancora oggi gli omosessuali deriva dall’uso di fascine di questo vegetale per rendere meno acre l’odore di carne bruciata nei roghi riservati ai sodomiti).

Sembra storia antica, ma in realtà il Vaticano pochi anni addietro (altri tempi, ed altri Papi) si era ancora opposto ad un’iniziativa della delegazione francese all’ONU per “la depenalizzazione universale dell’omosessualità” che in più di 90 nazioni è ancora considerata un reato, ed in 19 Stati tuttora punita ancora con la morte. Accade questo, infatti, in molti paesi islamici in cui agli omosessuali è tuttora riservata la frusta (nel migliore dei casi) o la decapitazione, l’impiccagione o addirittura la lapidazione.

Quindi può anche non stupire la biasimevole interferenza delle gerarchie cattoliche che hanno recentemente invocato lo scrutinio segreto nelle votazioni sulle Unioni Civili, per favorire l’obiezione di coscienza dei “propri” parlamentari.

Ma in tutto questo, esiste una visione massonica della coppia e del matrimonio? La risposta non manca, ed è anzi molto esplicita. La si ricava dal rituale del Matrimonio Massonico (o meglio del “riconoscimento massonico del matrimonio”) che viene celebrato in un Tempio adornato di ghirlande di mirto e di fiori, mentre alle pareti vengono posti cartelli con queste frasi:

Che i vostri cuori s’intendano e vivano di speranza! Un mutuo consenso ad una vita comune ed intima è l’essenza del matrimonio

Fra due che si amano non vi è né padrone né serva: l’imeneo non deve snaturare le leggi uguagliatrici dell’Amore”.

Va osservato che il rituale massonico allude esclusivamente e chiaramente ad una coppia uomo-donna. E non offre, apparentemente, molti spunti per pensare a possibili parafrasi che possano contemplare anche unioni dello stesso sesso.

Ovviamente questo rituale risente del periodo storico e della mentalità del tempo in cui fu scritto ed adottato, sicuramente molto prima che in Italia venisse introdotto il Divorzio, tant’è che in vari passaggi si rivendica infatti l’impegno dei massoni per conquistare questo diritto.

Innanzi tutto la premessa del rito è che sia già stato celebrato un effettivo matrimonio: di “stato civile” come è scritto espressamente nel testo che non contempla (ma nemmeno esclude) un matrimonio cattolico o di altre religioni.

Ecco come il Venerabile, all’inizio della cerimonia (aperta ovviamente ai profani, parenti ed amici degli sposi), presenta il valore simbolico della consacrazione massonica del matrimonio:

Lo spirito di unione, di amore e di pace che emana dalla nostra Istituzione… può molto per aiutare a mantenere la concordia in due cuori uniti dal matrimonio”.

A questo punto viene fatta una solenne affermazione che riguarda la sposa, ed il ruolo della donna in genere:

Un Matrimonio Massonico è la rigenerazione della Donna, e rigenerare la Donna è rigenerare la Società”.

La cerimonia prosegue e giunge il momento dell’orazione del Venerabile rivolta agli sposi. Eccone alcuni stralci significativi:

“...Non ignorate che il matrimonio è in pari tempo un atto religioso e sociale”.

Senza matrimonio non esiste più sistema sociale: perciò esso è sempre stato considerato la vera religione del genere umano

Ogni attentato contro il matrimonio è un oltraggio alla società

Più uomini ammogliati esistono in un Paese, meno delitti vi si commettono

“Il matrimonio rende l’uomo più virtuoso e più saggio: il padre di famiglia non vuole arrossire innanzi ai propri figli

Il matrimonio costituisce la donna membro attivo del corpo sociale”.

Lo sposo è il capo della comunità… marito prediligete la vostra consorte e rendetevi reciprocamente felici”.

Ed ecco un passo che, volendo, potrebbe aver significato anche per una amalgama sessuale meno “classica”:

Marito trattate vostra moglia come vorreste essere trattato voi stesso se foste donna, e voi, moglie, comportatevi con vostro marito come vorreste che facesse la vostra consorte, se foste uomo”.

L’orazione prosegue:

Poichè ordinariamente il marito ha più anni della moglie… egli deve esserle guida amorosa. Mentore benevolo e non assoluto dominatore

Avviene talvolta che l’ingegno della sposa sia superiore a quello dello sposo: allora questi ne accolga benevolmente le esortazioni”.

Si è detto: un uomo non è solamente un uomo, è una coppia incompleta… lo stesso può dirsi della donna”. Più avanti: “La donna rappresenta la metà dell’essere sociale”.

Il rituale avanza auspicando che la donna venga “illuminata” dai principi e dai valori massonici. E li possa trasmettere alle nuove generazioni:

I figli che nascerebbero da questa scuola di moralità familiare profitterebbero presto e bene di quegli uomini a metà, che per ricevere ed apprendere il Vero ed il Bene, debbono sforzarsi per dimenticare gli insegnamenti e gli esempi di una falsa o improvvida educazione”.

La massoneria contempla forse un matrimonio idilliaco, privo di increspature nella vita di coppia? Tutt’altro! La natura delle cose prevede infatti che vi possano essere crisi, ed ecco l’antidoto suggerito dal Venerabile:

Se sorgesse negli animi vostri qualche nube, il più saggio e meno irritato di voi sia pronto a dissiparla: una stretta di mano, un amplesso, debbono bastare per ristabilire l’armonia”.

Il matrimonio deve essere “indissolubile”? La Massoneria ha idee chiare in proposito, molto diverse da quelle cattoliche. E’ il Primo Sorvegliante ad illustrarle agli stessi sposi:

Il mondo è pieno di risultati funesti di unioni in cui il cuore non entra per nulla, e divengono insopportabili ai coniugi”.

“(L’indissolubilità del matrimonio) è contraria ai dettami della natura e della ragione; ai dettami della natura perché le convenienze sociali hanno spesso unito degli esseri che la natura aveva separati per antipatie che solo nel matrimonio vengono a svilupparsi; ai dettami della ragione perché l’indossubilità fa dell’Amore una legge e pretende di asservire il più libero e più incoercibile dei sentimenti”.

Il rimedio? “Il divorzio! E’ uno dei nostri costumi: (e qui il rituale tradisce l’epoca in cui fu concepito) attendiamo, lavoriamo perché entri nei nostri codici”. Missione conclusa nel lontano 1972.

Infine, subito dopo lo scambio degli anelli fra gli sposi, lo stesso Primo Sorvegliante riassume loro il significato del matrimonio secondo la Massoneria:

E’ l’associazione dell’Uomo e della Donna che si uniscono per simpatia e liberamente, per la propagazione della specie umana e per la soddisfazione delle loro più dolci inclinazioni… per aiutarsi a sopportare il fardello della vita… è un debito sacro che da noi si contrae verso la natura e la società… come l’unico stato in cui l’uomo onesto e sensibile possa trovare soddisfazione e felicità”.

E’ evidente che questo rituale, e la Tradizione che sottende, appaiono decisamente datati, riportando valori di una società ancora fortemente patriarcale (pur con indubbie affermazioni di emancipazione e parità della donna).

Difficile rintracciare al suo interno “fessure ideologiche” applicabili oggi ad un matrimonio omosessuale, se non la generica affermazione massonica di principi di amore, libertà e tolleranza.

Sul piano dei diritti, è appena il caso di ricordare che lo stesso Grande Oriente d’Italia, fin dall’anno 2000, ha difeso dall’oltranzismo cattolico la liceità del Gay Pride, la giornata dell’orgoglio e della rivendicazione dei diritti omosessuali, giornata che in quell’anno coincise con la manifestazione massonica dedicata a Giordano Bruno, simbolo della lotta contro “intolleranza e delitti di opinione”.

C’è da considerare inoltre che la massoneria contempla ben altri e più profondi tipi di nozze, in cui le differenze di genere tendono a fondersi e sublimarsi: quando si riesce a fondere in se stessi «mascolino e femminino», ovvero, quando logica e percettività si uniscono, si produce il matrimonio alchemico.

Scrive Athos Altomonte, fondatore di Esonet: Dall’unione (alchemica) nasce un terzo elemento (psichico), a se stante, che veniva descritto di natura androgina. In termini moderni, diremmo una identità transpersonale, la cui sovranità mentale (v. Ars regia) non ha più ostacoli a “dialogare” con l’entità sovramondana chiamata anima.

Secondo il livello di coscienza raggiunto, si possono quindi classificare diversi tipi di nozze.

  • Le nozze fisiche, sancite dall’unione di due corpi.
  • Le nozze iniziatiche, sancite dall’unione di due coscienze aperte e illuminate.
  • Le nozze alchemiche, sancite dall’unione tra mascolino e femminino di uno stesso individuo
  • Le nozze spirituali, sancite dall’unione tra una mente illuminata e la coscienza sottile.

Ed è quindi nella “fusione”, più ancora che nell’”unione”, che il massone può celebrare il suo vero “hieros gamos” esistenziale. Il vero orgasmo dello spirito, che ci porterà vicini alla scintilla della creazione, al segreto primordiale della vita, al di sopra di ogni differenziazione sessuale.

Contrastare le cosiddette unioni civili diventa a questo punto un inutile ed obsoleto atto di sfiducia nella forza della natura che ha reso l’uomo e la donna così complementari ed attrattivi fra di loro, tanto da potersi permettere qualsiasi eccezione; sfiducia anche nelle possibilità di elevazione del genere umano, in grado di stabilire contenuti etici e morali a qualsiasi rapporto di genere, purchè vissuto con amore sincero.

Forse l’unica remora può riguardare l’imprinting sentimentale dei figli: nelle coppie tradizionali si sa che l’educazione sentimentale e la spinta erotica/affettiva dell’uomo verso la donna deriva dal rapporto del maschio con la madre, viceversa quella della donna con il padre. Resta da chiedersi se genitori dello stesso sesso saranno in grado di far sviluppare orientamenti sessuali ed affettivi similmente distinti e complementari, o se avremo con il tempo una società dai comportamenti fisici e sentimentali decisamente più ibridi. Difficile dare risposte, se non ricorrendo alle categorie dell’ottimismo o del pessimismo sull’evoluzione della specie.

In questo il Massone dovrebbe comunque avere sempre fiducia nella forza della natura e dell’amore. Saranno sempre e comunque queste a salvaguardare la prosecuzione e lo sviluppo del genere umano. Con una lapalissiana certezza: che l’uomo è sostanzialmente più buono che cattivo… altrimenti ci saremo già annientati ed estinti da tempo.

A:. Mu:.

18 Febbraio 2016

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1 Comment for this entry

  • Marina Piano

    Carissimo A:.Mu:.,
    so di ripetermi nell’affermare che apprezzo le tue tavole perché sono fonte di riflessione e ispirazione per me, quest’ultima tocca con delicatezza “dirompente” un argomento a me tanto caro che è quello della famiglia, sede naturale di elevazione e illuminazione per la società, dove tutto ha origine…tutto anche la sofferenza!
    Ancora oggi si parla di famiglia come se l’unità di riferimento fosse la famiglia “normocostituita”, termine tanto odioso quanto anacronistico, con cui però si misurano tutte le altre forme familiari. Penso che l’attuale dibattito sulle unioni civili parta da un paradigma interpretativo errato, che sostiene il valore della famiglia considerando la composizione e non già la funzione che la famiglia assolve, cioè di appartenenza e differenziazione, funzioni queste che garantiscono la protezione dei membri, la trasmissione della cultura di un popolo e lo sviluppo dell’ individuo. Quando nella famiglia queste funzioni sono realizzate la famiglia ha assolto al suo compito, a prescindere dalla composizione o dal genere dei suoi componenti. Nel corso della mia attività lavorativa di assistente sociale penitenziaria ho incontrato tante ” unioni benedette da Dio” con il “sacro vincolo del matrimonio”, “benedette” dalla comunità di appartenenza ma non dai bimbi che vivono l’inferno di certe realtà in modo silenzioso e impotente, dove il tradimento delle funzioni di protezione e promozione viene perpetrato mentre chi ha “benedetto” l’ unione distoglie lo sguardo.
    La famiglia, o meglio le famiglie, è casa, è il luogo più sicuro dove rifugiarsi quando fuori piove cattiveria, ma se la cattiveria è nella famiglia dove mi rifugio? Dove trovo la mia casa?
    I protagonisti del dibattito potrebbero per un attimo pensare alle tante unioni “non benedette da Dio con il sacro vincolo del matrimonio”, capaci di assolvere alle funzioni di appartenenza e differenziazione che fanno casa, dove non si bada al genere o al colore dei propri membri ma solo alla cura e all’amore per loro.

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