70° DELLA REPUBBLICA: LA MASSONERIA PARTE DA REGGIO EMILIA

Inizia nella Città del Tricolore la serie di manifestazioni pubbliche del Grande Oriente d’Italia con cui la Massoneria Italiana racconterà i propri contributi ed i propri legami con la società nazionale ed i principi della Costituzione. Fra gli interventi anche quello della nipote del massone Meuccio Ruini che fu uno dei principali estensori della Carta fondamentale del nuovo Stato repubblicano.

inserito il 17 02 2016, nella categoria Oltre le colonne

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La Massomeria celebra Soltizi, raramente date e ricorrenze storiche. Uniche eccezioni: l’anniversario della Breccia di Porta Pia e del compimento dell’Unità Nazionale (20 Settejmbre) e la Festa della Repubblica (2 Giugno).

 

Quest’anno per la Repubblica Italiana sarà il 70° compleanno, ed il Grande Oriente d’Italia ha deciso di dedicare a questa fondamentale ricorrenza del nostro Stato, e della nostra società, un vero e proprio percorso a tappe, ovvero una serie di occasioni pubbliche di confronto e di approfondimento, che inizierà questo stesso Sabato (20 Febbraio) a Reggio Emilia (ore 10.00 presso la Sala del Capitano del Popolo, in piazza del Monte 2).

 

Non poteva esserci punto di partenza più indicato per questo Giro d’Italia “costituzionale” della Massoneria, se non la Città del Tricolore, Reggio Emilia, dove il 7 Gennaio 1797 su proposta del jureconsulto lughese Giuseppe Compagnoni la bandiera verde-bianca e rossa fu definitivamente proclamata simbolo della Repubblica Cispadana, primo embrione statuale della futura nazione italiana.

Il tema della conferenza reggiana di Sabato sarà appunto “Il Tricolore e la Repubblica: Simbolo dell’Unità e Principio Fondamentale (art. 12) di Valori per i Nuovi Italiani”. Ad introdurre i lavori sarà il presidente del Collegio dei Maestri Venerabili dell’Emilia Romagna, Giangiacomo Pezzano, mentre le relazioni ufficiali saranno tenute dallo storico Giovanni Greco (“I valori della storia d’Italia della ragione “) e dal giurista Angelo Scavone (“Repubblica e Sovranità nella Costituzione “) entrambi docenti dell’Università di Bologna. Le conclusioni saranno invece tratte da Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, la più rappresentativa famiglia massonica italiana (24mila iscritti, oltre 800 logge attive sull’intero territorio nazionale).

 

Al nuovo ordinamento repubblicano ed alla Costituzione la Massoneria italiana ha offerto un notevole contributo di idee, uomini e di patrimonio simbolico, e queste conferenze tenteranno di portarne alla luce gli aspetti salienti, per lo più sconosciuti al grande pubblico, e certo raramente insegnati nelle scuole.

E’ innegabile ad esempio l’ascendente massonico nella simbologia della nuova Repubblica Italiana:

Massone (l’artista Paolo Paschetto) fu ad esempio il disegnatore dello famoso “Stellone”, divenuto il logo dello Stato;

Dalla massoneria francese prima e da quella italiana poi viene anche l’ispirazione della trilogia cromatica della stessa bandiera italiana, che fu battezzata dal sangue dei fratelli ancor prima (nel 1794) che Reggio Emilia la elevasse a vessillo nazionale.

Ancora si conserva infatti a Bologna la coccarda che portavano al petto i giovani e sfortunati patrioti Luigi Zamboni e Giovanni Battista De Rolandis, entrambi massoni. Scoperti ed arrestati (assieme ad altri congiurati che ebbero poi pene minori) finirono l’uno suicida in carcere, l’altro seviziato e giustiziato dal boia papalino (dopo essere stato castrato, il povero De Rolandis subì in realtà una doppia impiccagione: una prima volta il cappio mal sistemato gli ruppe la mascella ma non lo uccise, a quel punto anziché concedere la grazia il Legato Pontificio impose al boia di salire sulle spalle del povero condannato per completare l’opera del capestro).

C’è poi chi ascrive ad un altro famoso e controverso massone la prima introduzione in Italia dei tre fatidici colori della bandiera cispadana: 10 anni prima sarebbe stato infatti il Conte di Cagliostro ad utilizzare nastri bianchi, rossi e verdi per contraddistinguere i diversi gradi degli iniziati nelle logge del nuovo Rito Massonico da lui fondato.

Ma non è in questo pur importante retaggio storico che si esaurisce il contributo massonico alla nascita della Repubblica ed ai suoi successivi 70 anni di vita, fino ad oggi.

 

Già nella fase della Costituente furono molti i massoni che offrirono il proprio contributi alla stesura della Carta fondamentale del nuovo Stato. Fra tutti il reggiano Meuccio Ruini, presidente della “Commissione dei 75” che elaborò il testo definitivo dei vari articoli della Costituzione da sottoporre al voto dell’Assemblea Nazionale. A Ruini sono dedicate ancora oggi varie logge emiliane, una nella sua stessa città, Reggio Emilia, un’altra, dal 2006 a Ferrara.

 

Al Convegno di Reggio Emilia (che sarà aperto liberamente al pubblico) è annunciata la presenza di Marieli Ruini, nipote dello stesso Meuccio Ruini, sociologa e antropologa dell’Università La Sapienza di Roma. Oltre a ricordare aneddoti meno noti della vita del nonno, da osservatrice attenta della società italiana potrà probabilmente tracciare un profilo del “senso dello Stato” degli italiani dall’avvento del referendum del 2 Giugno 1946 ad oggi.

 

Il Convegno del 20 Febbraio a Reggio Emilia e le successive manifestazioni pubbliche che si succederanno fino al prossimo 2 Giugno, serviranno, si spera, anche a smentire totalmente l’immagine complottista ed antistatale che i nemici della massoneria hanno tentato di creare, non riuscendoci mai fino in fondo (smentiti più volte anche dalla magistratura), in questi ultimi 70 anni.

 

In tutti questi anni hanno tentato di far passare la massoneria come un’associazione segreta ed ombrosa, citando continuamente la vicenda della P2, che in realtà fu un “abuso” fraudolento di credenziali e modalità della Massoneria, che la condannò e ripudiò totalmente (“Un fenomeno che sta alla Massoneria – ha detto un precedente Gran Maestro – come le BR stanno alla storia della Sinistra in Italia”).

 

Un’immagine oscura che mal si concilia con le sempre più numerose iniziative pubbliche organizzate dal Grande Oriente e dalle sue logge in tutt’Italia, e con l’intensa comunicazione tramite il web ed i socialnetworks con cui la massoneria da alcuni anni si confronta quotidianamente con il pubblico più vasto ed eterogeneo.

 

Già durante il dibattito in seno alla Costituente, quando si trattò di affrontare il tema delle società segrete, un parlamentare vicino alla massoneria chiese che fosse specificato dalla norma che la Massoneria non poteva essere considerata “società segreta”. Gli altri Costituenti risposero che era talmente ovvio che non era affatto necessario scriverlo. E’ tutto nei verbali del tempo. Benedetta ingenuità dei massoni. Sappiamo poi quanti sospetti, inchieste (finite tutte nel nulla o con assoluzioni) e pregiudizi questa omissione è costata alla Massoneria italiana.

 

Sarebbe bastato, in tutti questi anni, cercare di conoscere meglio la Massoneria ed i suoi rituali (tutt’altro che segreti… dal momento che vi sarebbero oltre 100mila testi in commercio e addirittura milioni di voci internet sulla massoneria stessa) per accorgersi di un fatto fondamentale: ogni Massone nel momento della sua Iniziazione e ad ogni successivo passaggio di grado, o quando assume una qualsiasi carica all’interno delle singole logge, giura ripetutamente di “rispettare la Costituzione e le leggi che ad essa si conformano”. Non rispettare questo giuramento ritenuto sacro sarebbe, per un massone, come rinnegare i principi fondamentali ai quali ha dedicato tutta la sua vita iniziatica: Libertà, Uguglianza, Fratellanza, Tolleranza. Principi che sono le colonne dello Stato Laico e della Democrazia, valori che son ben altri a cercare di piegare a visioni integraliste della società che la Massoneria non ha mai avuto ed ha anzi sempre osteggiato.

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