ESSERE MASSONI IN ITALIA E’ PIU’ DIFFICILE CHE IN ALTRI PAESI: EPPURE CRESCIAMO…

in Italia non è mai stato facile essere massoni, soprattutto per la diffidenza e talvolta l’aperta ostilità della Chiesa Cattolica e di determinati ambienti politici. Eppure al contrario di quanto accade in altre nazioni più “laiche” come Usa, Inghilterra e Francia, nel nostro paese la massoneria continua a crescere e ad attrarre sempre più giovani. Merito della “Massoneria 2.0” del web e dei socialnetworks. Di questo parlerà il Gran Maestro Stefano Bisi lunedì sera al Rotary Club di Copparo.

inserito il 28 11 2015, nella categoria Oltre le colonne

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In Italia non è mai stato facile essere massoni, soprattutto per la diffidenza e talvolta l’aperta ostilità della Chiesa Cattolica e di determinati ambienti politici

Eppure al contrario di quanto accade di altre nazioni più “laiche” come Usa, Inghilterra e Francia, nel nostro paese la massoneria continua a crescere e ad attrarre sempre più giovani.

Merito della “Massoneria 2.0” del web e dei socialnetworks. Di questo parlerà il Gran Maestro Stefano Bisi lunedì sera al Rotary Club di Copparo.

Il “capo” della Massoneria italiana – Stefano Bisi, 58 anni, senese, giornalista – sarà lunedì prossimo (30 Novembre) a Ferrara e Copparo. Nel pomeriggio terrà un incontro più “riservato” con i “fratelli” ferraresi presso la sede della Loggia Giordano Bruno, nella zona universitaria.

In serata, alle 20.30, sarà ospite del Rotary Club Copparo che lo aveva invitato da tempo (ben prima della recente querelle a mezzo stampa con l’Arcivescovo di Ferrara) per tenere una conferenza sul tema “Massoneria 2.0” ovvero la massoneria del futuro e dell’era digitale.

Futuro e mondo digitale ai quali la massoneria italiana si è già agganciata da tempo, creando siti internet per comunicare sempre più intensamente con l’esterno, ed utilizzando apertamente tutti i principali socialnetwors (da Youtube a Twitter) per dialogare e illustrare i propri principi sempre più apertamente con la società, soprattutto con le giovani generazioni.

Tutto questo sta producendo in Italia un singolare fenomeno: mentre nelle roccaforti straniere della massoneria – Usa, Inghilterra e Francia – c’è stata una certa “erosione” di affiliati, nel nostro paese invece le fila della cosiddetta “Libera Muratoria” continuano negli ultimi anni ad “ingrossarsi” (6-700 nuove iniziazioni ad ogni stagione).

PERCHE’ ESSERE MASSONI E’ PIU’ DIFFICILE IN ITALIA CHE ALTROVE?

Il fatto sorprende soprattutto perché in Italia, al contrario degli altri paesi, è sempre stato più difficile proclamarsi massoni. Infatti, mentre negli Usa ed in Inghilterra la massoneria è considerata una sorta di benemerita “religione civile”, mentre in Francia le assemblee dei massoni possono essere celebrate anche nelle maggiori cattedrali come Notre Dame e Saint Michel (che appartengono laicamente allo Stato e non alla Chiesa), in Italia invece essere massoni ha sempre comportato rischi e problemi.

Ai tempi dello Stato Pontificio si rischiava la pena di morte o il carcere o la confisca dei beni. Ancora oggi si rischia l’ostracismo nelle carriere e nelle professioni, soprattutto all’interno dei pubblici uffici. Ed in ogni caso i fratelli massoni si sono sempre dovuti scontrare contro una “cattiva stampa” ed un forte pregiudizio sociale alimentato dalla politica e dalla Chiesa.

Solo la Massoneria italiana ha infatti dovuto misurarsi da sempre così “da vicino” con la diffidenza del Vaticano, e spesso anche con l’aperta ostilità di alcuni suoi esponenti, come nel caso del mons. Negri di Ferrara. Forse in tale tormentato rapporto pesa ancora “Breccia di Porta Pia” (1870).

Mentre per quanto riguarda ad esempio l’Inghilterra i vertici della Chiesa Anglicana, così come i membri della Casa regnante, non hanno mai avuto alcun problema nel far parte della Massoneria. Così come negli Usa ed in Francia molti presidenti sono fieramente appartenuti alla massoneria (Carter, Reagan e Mitterand, solo per citarne alcuni).

La vita del massone in Italia è certamente molto più scomoda di quella dei fratelli delle altre nazioni occidentali. Anche la morte del massone è molto più scomoda che altrove.

Mentre in Francia, come si diceva poco fa, i massoni possono tenere le loro cerimonie perfino nelle maggiori cattedrali del proprio Paese (in fondo le hanno costruite i loro stessi antenati, come è accaduto con gli antichi liberi muratori italiani anche per il Duomo di Ferrara), in Italia può accadere, anzi è accaduto proprio nella nostra città, la Ferrara di mons. Negri, che per un noto e stimatissimo massone passato all’Oriente Eterno, che pure si era sempre dichiarato “credente”, sia stata necessaria una serrata trattativa per ottenere la possibilità di celebrare le esequie nella propria parrocchia. Esequie poi concesse, ma in forma ridotta, “tagliando” parti essenziali della messa e del rito funebre. Restrizioni mai avvenute in Italia nemmeno per esponenti ed assassini della mafia.

Ed allora come uscirne? La Massoneria del Grande Oriente d’Italia, presieduta appunto da Stefano Bisi, che sarà ospite nei prossimi giorni per la prima volta di Ferrara, ha trovato l’”arma” più efficace: la comunicazione ed i nuovi media.

Si va dunque verso un essoterismo hi.tech? E’ di questo che il Gran Maestro parlerà lunedì sera al Rotary Club di Copparo, unendo la propria esperienza di massone giunto ai vertici dell’Istituzione alla propria competenza di giornalista maturata nella vita profana.

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(a:. mu:.)

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