FERRARA E LA MASSONERIA: UNA RICCA “STORIA ESOTERICA”. FATTI E PROTAGONISTI

L’attività e la presenza di gruppi iniziatici è attestata fin dal medioevo: i costruttori del Duomo sono stati probabilmente “massoni pitagorici”, e forse ha trovato sepoltura in città anche il fondatore dei Templari.

inserito il 25 09 2013, nella categoria Ferrara Massonica

Attualmente sono cinque le logge massoniche attive in città, oltre un centinaio i “fratelli” ferraresi. Recentemente sono sorti anche due gruppi femminili.

Nel 2015 ha celebrato il suo 70° anniversario la loggia più antica di Ferrara intitolata a Girolamo Savonarola; si sta invece avviando al suo 50° compleanno (nel 2023) la Loggia ferrarese che si ispira a Giordano Bruno, martire del libero pensiero, bruciato dall’Inquisizione quattro secoli fa.

A seguire figura la loggia fondata nel 2006 nel nome di Meuccio Ruini, insigne massone emiliano che è stato fra i padri nobili della nostra Costituzione.

Alla Loggia Ruini ha fatto seguito quella istituitasi più recentemente all’Oriente di Bondeno, con il nome di “Sol Invictus”, e con bolla di fondazione datata 31 Ottobre 2014.

Infine, proprio nell’anno della terribile pandemia, il fatidico 2021, nel mese di Maggio, è sorta la quinta loggia ferrarese, intitolata forse non a caso al medico taumaturgo “Paracelso”, al secolo Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim, che nei primi anni del Cinquecento frequentò l’Università estense, dove si laureò nello stesso periodo in cui l’ateneo ferrarese era frequentato anche da Nicolò Copernico.

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GBstoroa rogoQuattro secoli fa nella piazza di Campo dei Fiori a Roma, Giordano Bruno  veniva bruciato vivo dall’inquisizione.

Quasi cinquantanni anni fa una scintilla di quel rogo ha riacceso la fiamma del libero pensiero a Ferrara: risale infatti al 16 Settembre 1973 la nascita della Rispettabile Loggia numero 852 all’Oriente di Ferrara, intitolata proprio a “Giordano Bruno”, la seconda loggia, in ordine di anzianità fra le cinque officine massoniche iscritte al Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani, ancora oggi in attività in provincia di Ferrara.

Furono in otto, allora, i fratelli massoni ferraresi a sedersi per primi fra le colonne del suo tempio. Oggi sono quasi cinquanta (mentre complessivamente i massoni ferraresi sono oltre un centinaio, più un piccolo gruppo di “sorelle” che hanno recentemente dato vita ad una nuova Loggia femminile delle Stelle d’Oriente, sotto il nome distintivo di “Capitolo Osiride”, cui ha fatto seguito in tempi ancor più recenti (Settembre 2017) la nascita della Loggia “Aldebaran” appartenente alla Gran Loggia Massonica Femminile d’Italia, che ha raccolto a sua volta l’eredità di un analoga Loggia “Anita Garibaldi”, nata nel 1916, che ebbe però una vita relativamente breve.

La più antica loggia ferrarese, maschile, tuttora in attività, è invece intitolata a Girolamo Savonarola (che riprese il nome e riaccese la tradizione di un’altra prestigiosa loggia ferrarese, che si era “spenta” e dispersa durante l’ultima guerra). L’elevamento delle sue colonne risale al 30 Ottobre 1945, dopo la “demolizione” della Massoneria e dei suoi templi ad opera del Fascismo.

Appare singolare, e fors’anche più significativo dal punto di vista simbolico, il fatto che un rogo (quello che arse Giordano Bruno in Campo dei Fiori a Roma il 17 Febbraio 1600, e quello che arse nel 1498 Savonarola a Firenze) accomuni le due logge “storiche” della città estense

La terza loggia ferrarese è stata invece posta “a battesimo” il 30 Gennaio 2006 all’Oriente di Cento, nel nome di “Meuccio Ruini”, insigne massone emiliano che è stato fra i padri nobili della nostra Costituzione.

Con bolla di fondazione datata 31 Ottobre 2014 è poi nata la quarta loggia ferrarese che ha assunto il nome di “Sol Invictus” all’Oriente di Bondeno, un quadrante della provincia estense che finora non era mai stato raggiunto dalla massoneria.

Infine, nel mese di Maggio 2021, ha innalzato le proprie colonne la quinta loggia ferrarese, nel nome di “Paracelso“, contraddistinta dal numero progressivo 1552, numero che caratterizza in ordine cronologico le singole logge sorte in seno al Grande Oriente d’Italia (la Loggia Savonarola è contraddistinta dal numero 104, la Giordano Bruno dal numero 852, la Meuccio Ruini dal numero 1268, la Sol Invictus dal numero 1476).

Ci sono stati tempi in cui in provincia di Ferrara erano attive contemporaneamente molte più logge massoniche; questo almeno fino alle soglie della “grande diaspora” e degli assonnamenti a catena che si verificarono negli Anni Ottanta in seguito alla deflagrazione della vicenda P2 e al clima inquisitorio nei confronti dell’intera Massoneria che ne seguì.

Prima di allora è documentata a Ferrara l’attività di ben 6 Officine della Libera Muratoria: la Rispettabile Loggia Girolamo Savonarola, la stessa Giordano Bruno, la Rispettabile Loggia Estense, la Rispettabile Loggia Tommaso Crudeli, la Ugo Bassi e la Giuseppe Garibaldi.

In questi ultimi anni si sta comunque assistendo ad un notevole risveglio della Massoneria locale, tant’è che fino ad un paio di anni fa le “Case Massoniche”, cioè le sedi ed i templi della Libera Muratoria, si erano di fatto raddoppiate: infatti oltre alla sede storica collocata nella zona universitaria (completamente restaurata dopo il terremoto del Maggio 2012) era sorta anche una nuovissima e amplissima sede nella zona Ferrara Nord-Diamantina, sede che disponeva di un tempio fra i più capienti e suggestivi dell’intera regione, ma che un malaugurato incendio, nel 2020, ha poi reso inagibile.

Attualmente le logge ferraresi stanno predisponendosi a riunirsi nuovamente tutte insieme in un nuovo tempio comune che potrebbe essere inaugurato già nel secondo semestre del 2021.

Qual è il rapporto fra Ferrara e la Massoneria?

Probabilmente più intenso e significativo di quanto può pensare la maggior parte dei cittadini di questa città e di questa provincia.

GBstoria protiroCi sono evidenze del pensiero iniziatico ed esoterico a Ferrara fin dalle sue origini. Gli stessi costruttori del Duomo erano probabilmente iniziati ad una Scuola Pitagorica, e realizzarono il tempio sulla base della tetractis pitagorica, un’armonia geometrica legata al numero 10, lasciando la propria firma simbolica nelle gambe incrociate a forma di “X” (che nella numerazione romana significa appunto 10) di uno dei due telamoni del protiro. Non può essere un caso che a chiamare e finanziare i costruttori del Duomo sia stata una ricchissima famiglia ferrarese, gli Adelardi, che ebbe stretti legami con un altro famoso ordine iniziatico: i Templari.

Guglielmo II Adelardi partecipò alla seconda Crociata in Terra Santa.  E’ sepolto, con il figlio Guglielmo III, nella chiesa templare di Santa Maria di Betlemme in Mizzana, da lui stesso fatta costruire (in origine con la tipica pianta circolare di molte chiese dell’ordine del Tempio; oggi se ne conserva solo la parte absidale) con un annesso ospedale, tipica combinazione delle Commende templari.

Sempre a Ferrara potrebbero inoltre aver trovato sepoltura e riposo addirittura le spoglie del fondatore dei cavalieri templari, come scrive un autorevole  intellettuale del Seicento, Marc’Antonio Guarini (nel suo Compendio Historico, 1621), avvallando la tesi che l’iniziatore della leggenda templare GBstoria templarefosse un italiano, Ugo de’ Pagani, e non il francese Hugues de Pains, come vuole la storiografia ufficiale. Fra l’altro Guarini non è il solo ad avallare questa tesi. Vi sono infatti molti altri documenti del tempo e anche molti studi più recenti allineati su questa ipotesi storica. Come è noto dall’ordine templare la Massoneria ha ereditato molti aspetti della propria tradizione esoterica, rituale e spirituale. Una tradizione che avrebbe dunque radici profonde nella stessa Ferrara, forse l’ultima dimora del capostipite degli stessi templari, dopo le cruente battaglie in Terrasanta per la conquista crociata di Gerusalemme.

In tempi più recenti, comunque anteriori all’istituzione dell’attuale Massoneria  (i cui statuti vennero codificati in Inghilterra nel 1717), tracce di simbologia esoterica si trovano anche nell’opera dei grandi pittori ferraresi, dal Cossa al Dosso Dossi, ed anche nei quadri dell’artista centese Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino (in particolare in un suo dipinto denominato Et in Arcadia Ego) del XVI Secolo.

GB Guercino

GB paracelsoNon va infine dimenticato che nella sua antica università Ferrara ha ospitato molti grandi “iniziati” come ad esempio Paracelsus o Paracelso (1493-1541), celebre alchimista, astrologo e medico tedesco, che proprio nella città estense si laureò in medicina.

GBstoria cuoreFrequentò l’Università di Ferrara anche un altro grande iniziato del XVIII secolo, il poeta e traduttore dell’Iliade Vincenzo Monti, nativo nella vicina Alfonsine.

A Ferrara Monti, che fu anche l’aedo ufficiale di Napoleone, ha lasciato letteralmente il cuore… nel senso che il suo cuore imbalsamato è effettivamente tuttora custodito in una teca nella Biblioteca Ariostea di Ferrara.

Molti ferraresi di oggi si stupirebbero, inoltre, passeggiando per le vie della città, di constatare quante strade sono intitolate a personaggi della Massoneria: via Mazzini, via Garibaldi, via Mac Allister… ma anche via Bersaglieri del Po (la compagnia creata dal massone ferrarese Ercole Tancredi Trotti Mosti nel 1847), e tante altre.

Icona e martire del Risorgimento e della Massoneria anche un grande centese, Ugo Bassi, frate barnabita e cappellano delle truppe garibaldine; catturato a Comacchio (probabilmente scambiato per lo stesso Garibaldi, per una certa somiglianza dovuta soprattutto all’identica foggia della barba) e fucilato a Bologna dagli austriaci nel 1849.

C’è chi dice che Ugo Bassi, avvisato per tempo dell’arrivo dei gendarmi, abbia voluto trattenersi egualmente proprio per avvantaggiare la fuga di Garibaldi; un estremo sacrificio per l’amicizia e la fratellanza che lo legava all’eroe, che a Comacchio trovò comunque anche altri preziosi aiuti da massoni del luogo per sottrarsi alla caccia delle truppe papaline e austriache.

Decisivo fu in particolare il soccorso massonico da parte del colonnello comacchiese Nino Bonnet, figura fondamentale nell’organizzazione della cosiddetta “trafila garibaldina”. Nino era fratello di Gaetano Bonnet difensore della Repubblica Romana a Villa Corsini al fianco di Angelo Masini.

Altro sangue Massone fu sparso in occasione del martirio di Succi, Malagutti e Parmeggiani, (un oste, un giovanissimo medico, un commerciante) fucilati dagli austriaci il 16 Marzo 1853 nella spianata della Fortezza di Ferrara, oggi non più esistente. Un cippo sulle Mura Estensi ricorda comunque ancora oggi il luogo in cui avvenne l’esecuzione.

GBstoria SucciMalPar

Vari massoni ferraresi figurarono anche fra gli altri “congiurati” arrestati e condannati a pesanti pene di lavori forzati, in quella stessa occasione, dagli austriaci: De Lucca, Pareschi, Camillo Mazza, Vincenzo Barlaam, Gaetano Ungarelli (giovanissimo studente di legge che morì poi combattendo con Garibaldi in Sicilia) ed ancora Franchi Bononi, De Giuli, Battara…

Un massone ferrarese, Arnaldo Ferraguti, è stato il primo illustratore del libro Cuore, di Edmondo De Amicis, scelto dall’autore, massone anch’egli, proprio per “fraterna amicizia”.

GBstoria soleraUn altro connubio artistico, ispirato da simpatie ideali, fu quello che legò il librettista e massone ferrarese Temistocle Solera al grande compositore Giuseppe Verdi, quest’ultimo notoriamente molto vicino alle idee massonicheSolera scrisse per Verdi il libretto di opere dense di simbolismo iniziatico-risorgimentale come il Nabucco, i Lombardi alla Prima Crociata, Giovanna d’Arco…

Temistocle era figlio di Antonio Solera, giudice e avvocato, che assieme a Felice Foresti, anch’egli magistrato, al conte Antonio Oroboni ed altri patrioti ferraresi e polesani, fu una figura di spicco della carboneria risorgimentale italiana. Scoperti e catturati, scontarono molti anni di carcere duro allo Spielberg, in compagnia di Silvio Pellico e Maroncelli.

Molte anche le straordinarie donazioni, di ispirazione massonica, alla comunità.

Nel nome del Massone Pico Cavalieri, eroe della prima guerra mondiale, morto nel Gennaio del 1917 precipitando con il suo dirigibile durante un volo di collaudo, la sua stessa famiglia donò alla città il grande palazzo di Corso Giovecca, a lungo destinato, come “Casa della Patria – Pico Cavalieri”, ad ospitare le sedi di varie Associazioni Combattentistiche e d’Arma.

Attualmente Palazzo Cavalieri è divenuto anche la prestigiosa sede dei Donatori di Sangue dell’Avis  ferrarese.

Dalla stessa famiglia Cavalieri (che vide diversi suoi esponenti fra le logge massoniche) fu donato alla città anche il monumentale complesso di San Cristoforo dei Bastardini, o “Ca’ di Dio”, in via Bersaglieri del Po, attuale sede dell’Istituto d’Arte Dosso Dossi.

GBstoria GattiCasUna straordinaria donazione di 10.000 dollari (un’autentica fortuna per quei tempi) fu determinante nel 1935 per completare il restauro del Teatro Comunale di Ferrara, nel nome del massone ferrarese Giulio Gatti Casazza, divenuto prestigioso direttore della Scala e del Metropolitan Theatre di New York. Una luminosa carriera che era partita proprio dalla direzione del teatro ferrarese.

Anche dopo il recente terremoto del Maggio 2012, la Massoneria italiana ha voluto sostenere generosamente il Teatro Comunale di Ferrara, donando per i restauri l’ingente somma di 50mila euro, frutto di una sottoscrizione fra tutte le logge italiane.

GBstoria borgattiHa avuto un tangibile ricordo, in provincia, anche un altro grande musicista appartenuto alla Massoneria: il tenore Giuseppe Borgatti, nato a Cento nel 1871, morto a Reno di Leggiuno nel 1950, al quale è tuttora intitolato il prestigioso Teatro Comunale di Cento.

La città del Guercino annovera fra le figure fondamentali della sua storia un altro grande massone, Giuseppe Borselli, patriota risorgimentale, gonfaloniere e sindaco di Cento nel momento del delicato passaggio della cittadina dallo Stato Pontificio al nuovo Regno d’Italia.

GBstoria Borselli

A Giuseppe Borselli si deve la fondazione della Cassa di Risparmio di Cento di cui fu a lungo presidente, distinguendosi anche nelle opere per l’infanzia e per l’istruzione, facendo dell’asilo Giordani di cui fu presidente (ed anche generoso finanziatore) un’istituzione all’avanguardia, per quei tempi, a livello nazionale ed europeo, per i servizi di cui era dotata.

Borselli divenne anche senatore del Regno. Fu un grande cultore e studioso di esoterismo, alchimia e spiritismo. Intrattenne, al riguardo, una doviziosa corrispondente con un altro politico centese, Francesco Borgatti, suo fraterno amico, che fu anche Ministro di Grazia e Giustizia.

Alla sua morte volle che i suoi beni, per altro davvero ingenti, fossero devoluti alla costruzione di un  grande ospedale, a Bondeno, che porta ancora oggi il suo nome.

GBstoria ascoliUn altro grande atto di generosità fu compiuto dall’insigne massone ferrarese, Max Ascoli, esponente del liberalismo ebraico locale, che aveva abbandonato Ferrara qualche anno prima della promulgazione delle Leggi Razziali, e che vi fece ritorno negli Anni Cinquanta dopo aver fatto una cospicua fortuna negli Stati Uniti, divenendo uno dei più fidati e preziosi collaboratori del banchiere Rockfeller. Max Ascoli e la sua famiglia finanziarono la costruzione di un intero padiglione dell’Arcispedale San Anna, dedicato alla cura di malattie della vista. Il massone Max Ascoli volle inoltre che il reparto fosse dotato dei più moderni apparati tecnologici del tempo, facendone una struttura d’avanguardia europea.

Per l’acquisto di tali apparati diede cospicui fondi e carta bianca ad alcuni suoi amici e “fratelli” del tempo, fra cui un notissimo oculista ferrarese. E così, superando ogni problema della burocrazia pubblica, il reparto fu completato e inaugurato in pochissimi mesi.

Anche la sede di una delle più prestigiose istituzioni culturali cattoliche, Casa Cini, può considerarsi indirettamente una donazione massonica.

Figlio di un farmacista ferrarese, il conte Vittorio Cini, pioniere dell’industria elettrica italiana, fu per molto tempo incline a donare la storica residenza di via Santo Stefano proprio alla Massoneria ferrarese, perché potesse utilizzarla come proprio tempio e sede di loggia.

Intensi contatti preliminari erano già stati tenuti fra esponenti della Loggia Savonarola di Ferrara, vicini al conte (contatti tenuti in particolare dall’ing. Gandini, che svolgeva allora mansioni di grande responsabilità all’interno della SADE, la società elettrica del conte Cini). Ma alla tragica morte del figlio Giorgio, avvenuta in un incidente aereo nel 1949, ed in seguito al dolore ed alla profonda crisi spirituale che ne seguì, lo stesso Conte Cini finì per destinare il prestigioso palazzo ai Gesuiti. E naturalmente la Massoneria ferrarese, nonostante le promesse ricevute,  rispettò la volontà ed il mutamento del Conte.

Un altro momento in cui la Massoneria ferrarese si distinse per generosa solidarietà, fu in occasione della tragica alluvione del Polesine nel 1951. La stampa locale riportò infatti la notizia di una ingente somma (300mila lire di allora) raccolta e donata dalla Loggia Savonarola. E viene citato anche il coraggio di un noto chirurgo ferrarese, massone, che dovendo operare d’urgenza un paziente in gravissime condizioni, volle a tutti costi portare a termine l’intervento, nonostante l’acqua del Po avesse già invaso la clinica di Santa Maria Maddalena in cui lavorava. Fu messo in salvo all’ultimo minuto, assieme al paziente ormai fuori pericolo.

Alluvione in Polesine del 1951

Naturalmente sono molte altre le azioni benefiche, intense e silenziose, che la Massoneria ferrarese ha compiuto in tutti questi anni, con le risorse del cosiddetto “Tronco della Vedova” (ovvero la raccolta di oboli che viene compiuta ritualmente nelle Logge), per soccorrere singoli casi umani e particolari situazioni di disagio e indigenza.

Personaggi della Massoneria ferrarese hanno certamente inciso nella vita pubblica della città. Allora, come in parte oggi, frequentavano il tempio massonico personaggi di rilievo dell’economia (ai vertici di imprese, delle principali associazioni di categoria, e dei maggiori istituti di credito cittadini), delle istituzioni, dell’università, dei mestieri e delle professioni.

GBstoria BalboSi è molto vagheggiato anche sul ruolo “politico” della Massoneria. Per il fatto che personaggi del passato regime fascista come Balbo e Rossoni abbiano fatto parte della Massoneria, o per le vicende delle più recenti deviazioni come quella di Gelli e della P2 (Gelli fra l’altro frequentò moltissimo Ferrara, anche durante la sua avventurosa latitanza, perché proprio nella nostra città  viveva la sorella maggiore, alla quale era legatissimo), molti pensano alla Massoneria come ad un’entità oscura, reazionaria, elitariamente antidemocratica.

Niente di più lontano dalla realtà.

Basterebbe pensare che il primo Partito Socialista italiano ha tenuto la sua assise di fondazione nei locali di un’antica loggia massonica genovese.

Basterebbe pensare che la stessa Massoneria è stata ed è l’ispiratrice di tutte le lotte contro l’assolutismo (dalla rivoluzione francese a quella americana), ed al contrario è sempre stata osteggiata e perseguitata dai regimi totalitari, dal nazismo come dal comunismo, ed anche dal fascismo, durante il quale fu posta fuori legge e costretta a chiudere le proprie logge.

Basterebbe riflettere sul fatto che la stessa Massoneria ha ispirato le più democratiche costituzioni degli stati moderni, la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, la nascita della Società delle Nazioni (divenuta poi l’Onu che conosciamo oggi), e moltissime altre associazioni filantropiche ed umanitarie (ad esempio la Croce Rossa).

GBstoria allendeNonostante questo ci sono partiti, paradossalmente dell’ala progressista, che negano tuttora ai loro iscritti la possibilità di appartenere alla Massoneria, con ciò violando il principio espresso dall’art. 18 della Costituzione italiana che riconosce e tutela la “libertà di associazione”.

GBstoria DubcekProbabilmente non sanno che furono massoni anche personaggi appartenuti proprio a quell’ala politica, come uno dei sindaci più amati di Firenze, Lando Conti, ucciso dalle Brigate Rosse; oppure statisti come Allende e Dubcek (rispettivamente il presidente socialista del Cile morto opponendosi al golpe militare di Pinochet, ed il protagonista della cosìddetta “Primavera di Praga”, coraggioso tentativo di riformare il sistema comunista che imperava nell’Est, tentativo represso dai carri armati sovietici; Dubcek poco prima delle sua morte ebbe modo di visitare Ferrara, Comacchio, il Delta, innamorandosi di questo territorio e della sua gente).

Toto1E forse, tante persone che nutrono ancora oggi sospetti ed inquietudini nei confronti della Massoneria, alleggerirebbero il loro spirito e le loro paure, sapendo che nelle logge massoniche hanno circolato personaggi “pericolosi” come Walt Disney, Stan Laurel e Totò!

E che dire dell’appartenenza massonica di un altro grande attore italiano, ferrarese di nascita, come Arnoldo Foà, scomparso nel 2014, di cui nessuno ha mai messo in discussione la grandissima popolarità.

La Massoneria oggi non vuole certamente più nascondersi (ammesso che abbia mai valuto farlo: basta pensare alla straordinaria visibilità di uno dei più eclatanti simboli massonici, la Statua della Libertà, che troneggia la baia di New York, donata, con un chiaro sottinteso di fratellanza, dalla Francia all’America, opera dello scultore massone Bartholdy).

Il sogno della Massoneria ferrarese, e di quella italiana in generale, è quello di poter vivere finalmente in un paese “normale”. Dove sia appunto normale praticare tolleranza, fratellanza, ed eguaglianza, senza incorrere in sospetti e discriminazioni.

(a:. mu:.)

STATUA LIBERTA


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