IL MIO VIAGGIO

Un percorso personale di avvicinamento alla Massoneria. Le tappe che hanno preceduto l'iniziazione. Una notte magica a Torino: un passaggio fondamentale del mio passato profano. Cicerone ha detto che “chiunque non fosse a conoscenza del proprio passato non ha un futuro davanti a sé”.

inserito il 15 05 2012, nella categoria Apprendista, Arte, Esoterismo, Simbolismo, Tavole dei Fratelli

Tavola del fr:. L:. A:.

Scegliere di intraprendere un nuovo percorso non è mai facile, anche se coloro che l’hanno indicato sono amici o parenti cui puoi dare fiducia.
Il timore si affievolisce però quando scoprì che durante il tuo viaggio ci saranno dei fratelli che ti aiuteranno.

La nuova scelta porta a fissare obiettivi, fare progetti, pianificare la tua nuova vita. E’ giusto e importante quindi guardare avanti ma altrettanto importante è ricordare chi o che cosa ti ha fatto decidere di fare questa scelta.

Cicerone ha detto che “chiunque non fosse a conoscenza del proprio passato non ha un futuro davanti a sé”. Questa frase, ricordo degli studi liceali, mi è sempre rimasta impressa ed è stato lo spunto di questa mia prima tavola, una tavola semplice che non entra in profondità nei temi esoterici o di simbologia, ma si limita a descrivere una sensazione che mi ha coinvolto in quella notte magica.
Tutto comincia con una telefonata nella primavera-estate 2009 quando Nicola mi chiede un incontro, Nicola lo vedo sempre molto volentieri e quindi accetto anche un po’ incuriosito. Mi dice che frequenta persone che se conoscessi sicuramente apprezzerei e che tra questi c’è qualcuno che mi conosce e mi stima.

A questo incontro ne sono seguiti altri e tra questi c’è stato il mio viaggio a Torino. Della permanenza nel capoluogo piemontese ne ho parlato con Nicola e casualmente anche con Giuseppe. Visto il mio interesse per quello che avevo provato, Giuseppe si è scoperto con me e, con Nicola, mi ha introdotto nel discorso della Massoneria.
LA NOTTE MAGICA
A fine febbraio 2010 sono avvisato in tutta fretta che dovrò andare a Torino per un seminario di aggiornamento riguardante il mio lavoro. Le serate sono libere e in una di queste ci viene proposto di scegliere tra due itinerari: la Torino magica ed esoterica o la Torino sotterranea. Scelgo immediatamente e senza ripensamenti il primo itinerario e per fortuna anche gli altri colleghi e amici si trovano d’accordo.
Alle 21 il pullman puntuale ci aspetta davanti all’hotel. La prima parte del viaggio dura appena 15 minuti poi veniamo “scaricati” in una piazza e divisi in due gruppi
Da qui comincia il mio viaggio
La serata, pur essendo agli inizi di marzo, non è assolutamente fredda e camminare per Torino e piacevole e già questo è un buon segno.
La guida, una ragazza molto preparata, ci dice che siamo in piazza Solferino e che l’importanza di questa piazza sta tutto nella fontana che abbiamo davanti o per meglio dire nei messaggi che questa fontana manda a un occhio attento e preparato; e così sarà anche per gli altri monumenti che vedremo. D’altronde siamo o non siamo nella Torino magica?!

Situata sul 45° parallelo, ovvero esattamente sulla metà del nostro emisfero, il capoluogo piemontese ha sempre mantenuto la sua fama di città magica, collocata al vertice di un “triangolo di Magia Bianca”, insieme con Lione e Praga, ma anche di un “triangolo di Magia Nera “, con Londra e San Francisco.

Torino sorge nel punto d’incontro di due fiumi, uno con caratteristiche “femminili”,la Dora, ed uno di caratteristiche “maschili”, il Po, e quindi si trova al di sopra di un importante nodo energetico, centro sacro di energie telluriche.

Anche Lione è una striscia di territorio compresa nel corso di due fiumi,la Saonae il Rodano, che attraversano la città da Nord a Sud, come l’ago di una gigantesca bussola. Come Torino, forse è proprio questa una delle “chiavi” della sua magia: la confluenza di due corsi d’acqua dalle caratteristiche energetiche opposte, l’una femminile,la Saona, e l’altro maschile, il Rodano.

Terzo punto del triangolo bianco: Praga. La sua storia affonda le radici nel lontano ‘500, ai tempi di Rodolfo II  il “re pazzo”. Pazzo per l’occulto, l’esoterico, l’astrologia, la magia, l’alchimia… Con la sua corte affollata di menti illuminate ed eccentriche, nel XVI secolo la nuova capitale del Sacro Romano Impero divenne anche la capitale del mistero. Un mistero a lungo indagato e mai del tutto svelato, da respirare ancora in un intrigante percorso tra storia e leggenda, Anche Praga è attraversata da due fiumi: la Moldavae l’Elba.

Non dimentichiamo poi che Torino fu centro di potere della dinastia sabauda, i cui legami con l’esoterìsmo sono stati più volte indivìduati e sottolineati. Forse non a caso la città divenne meta di personaggi del calibro di Paracelso, Cagliostro, Fulcanelli ed il misterioso Conte di Saint-Germain, nonché di Nostradamus, che per un certo periodo fu invitato appositamente a Torino, dalla Francia, dalla regina Margherita di Valois

Alla città di superficie si sviluppa poi quasi parallelamente una città sotterranea, universo parallelo di gallerie, cripte, cunicoli e ambienti ipogei, tra i quali le leggendarie Grotte Alchemiche, luogo segreto di potere situato all’incrocio di importanti linee geomantiche Tra queste, la “linea di San Michele”. Si tratta di una delle ley lines più potenti, che taglia l’italia e l’Europa attraversando i più importanti luoghi di culto dedicati all’Arcangelo guerriero (collega la Cornovaglia a Gerusalemme e coincide con la Via Langobardorum: parte da Saint Michael’s Mount in Cornovaglia, passa per Moint Saint Michel in Francia, congiunge la Sacra di San Michele in Val di Susa a San Michele di Coli nei pressi di Bobbio arrivando fino a Castel Sant’Angelo nel Gargano. Sembra un disegno incredibile: una linea retta di duemila chilometri che unisce i 5 principali luoghi di culto europeo dedicati all’arcangelo Michele e che si prolunga per altri duemila chilometri arrivando fino a Gerusalemme).

Dopo questa doverosa digressione, torniamo alla nostra scultura: si tratta di una fontana, la Fontana Angelicaper l’esattezza, progettata dallo scultore torinese Giovanni Riva e inaugurata il 28 ottobre 1929.
La fontana è costituita da un gruppo statuario di quattro elementi rappresentanti le quattro stagioni: all’esterno due figure femminili: primavera ed estate; al centro due giganti:
autunno e inverno.
Detto questo, detto tutto? Direi proprio di no.

Pare che dietro alla normale apparenza della scultura si nasconda qualcosa di più interessante.
Nella fontana, fusa nel bronzo delle sue statue, si celerebbero i segreti simboli della millenaria tradizione massonica.
A questo punto, i distratti sono fuori gioco e non solo loro, anche i superficiali lasciano il campo. Per fortuna, come dicevo prima la nostra guida, è preparatissima.

Prima di trattare l’argomento, è necessario dare alcune informazioni storiche sull’opera in esame. Questa fu richiesta al comune dal Ministro Pietro Bainotti, il quale alla sua morte devolse un lascito per la costruzione di una fontana in ricordo dei suoi genitori Tommaso Bainotti e Angelica Cugiani.
Il Ministro espresse il desiderio che il monumento fosse costruito in stile gotico medievale e collocato in Piazza San Giovanni, di fronte al Duomo.
In chiave esoterica, la posizione scelta non è un caso. Infatti, la fontana sarebbe stata orientata verso est dove sorge il sole e avrebbe goduto della vicinanza del Duomo, considerato un punto magico molto importante.
Per diverse vicissitudini il Comune decise di cambiare la sede della scultura, spostandola in quella attuale sfasando involontariamente le coordinate esoteriche menzionate anche se lo scultore intervenne ponendo in qualche modo rimedio.

 
Delineata la storia del monumento, passiamo ad approfondire il significato apparente della fontana, così come un profano lo intenderebbe.

In precedenza abbiamo rivelato chi rappresentano i quattro personaggi del gruppo statuario. La Primavera, che è la prima statua in basso a sinistra, ha in grembo un nido pieno di uccellini e lo guarda sorridendo. Con l’altra mano avvia un bimbo che sta lanciando in aria uno stormo di rondini. Alle loro spalle è presente un altro bambino che solleva un lembo del mantello sul quale la donna è seduta.
L’altra figura femminile, l’Estate, si trova dalla parte opposta, sul lato destro, poggiata su fascio di spighe. Accanto si trova un bambino intento a sorreggere una ghirlanda di frutti. La donna porta i capelli legati ed ha il capo coronato di spighe.

I due gruppi maschili sono al centro della fontana, disposti in maniera asimmetrica ma con lo sguardo l’uno rivolto verso l’altro. L’Autunno è un giovane dalla muscolatura poderosa, appoggiato alla chiglia di una nave; nasconde con la mano sinistra dietro la schiena, una rosa un po’ avvizzita. Con la mano destra, invece, sorregge un’anfora che versa un getto d’acqua nella vasca sottostante.
L’inverno è raffigurato con la barba, con l’aspetto un po’ corrucciato, e fissa anch’egli con lo sguardo fisso il suo dirimpettaio. La sua mano impugna un otre a forma di ariete il quale poggia a sua volta su un’aquila che ha una sola ala spiegata mentre l’altra rimane aderente al corpo. Il gigante si appoggia a un grosso ceppo di quercia dai rami spogli e contorti. Dietro di esso compaiono tre putti intenti a giocare.

Questa è la descrizione oggettiva del monumento, quella cioè comprensibile a tutti. Passando invece a un’analisi più profonda e quindi esoterica del complesso scultoreo, il significato diventa molto interessante.

L’inverno, il gigante sulla destra, guardando il suo compagno di fronte, volge lo sguardo verso oriente, il punto sacro da cui si leva il sole. Proprio in questo particolare si viene a notare la modifica apportata dallo scultore – prima citata – in quanto nel progetto originale tutta la fontana doveva essere rivolta ad est, punto estremamente importante nella tradizione massonica.
I due personaggi maschili, Autunno e Inverno, rappresentano in realtà i giganti Boaz e Jakim, i due sostenitori delle colonne d’Ercole, avendo quindi il significato di guardiani della Soglia che immette nell’infinito.

Boaz è la “parola di passo”, cioè il primo grado dell’iniziazione che il neofita deve compiere nel lungo cammino su per i trentatré scalini delle logge massoniche.
Jakim raffigura la perfezione, la luce, la conoscenza, in antitesi quindi a Boaz che simboleggia le tenebre, l’ignoranza. D’altronde chi non possiede la conoscenza e quindi la luce, non può che essere un ignorante circondato dal buio della sua stessa non conoscenza. Proprio la conoscenza per l’appunto, è rappresentata dall’acqua che entrambi i giganti versano dagli otri da loro sorretti, e ad essa gli uomini assetati si abbeverano per progredire verso l’alto.

Anche gli otri hanno un significato ben preciso.
Nel significato alchemico l’ariete simboleggia il famoso vello d’oro, meta agognata degli argonauti ma anche degli alchimisti, perché rappresenta un momento della trasformazione della materia verso la perfezione assoluta. Uno dei puttini che gioca dietro l’inverno, un bambino con i capelli a raggiera, è il frutto di questa trasformazione: il Sole, biondo e rutilante, simbolo del compimento della Grande Opera.
Nel linguaggio alchemico – filosofico, cioè nella trasformazione interiore del ricercatore sui sentieri della perfezione, il messaggio è il medesimo a cui si faceva riferimento prima, cioè il passaggio dalla non-conoscenza – quindi attraverso le tenebre raffigurate da Boaz – per arrivare alla conoscenza, in questo caso rappresentata dal bimbo-sole che si avvicina più degli altri a Jakim, la Luce della conoscenza stessa.

Altri antichi simboli della tradizione massonica sono le ghirlande di melograno e la quercia che compaiono nelle due statue maschili.
L’Autunno e l’Inverno rappresentano insieme anche Osiride, forse la più antica divinità egizia, mentre le figure femminili della Primavera e dell’Estate simboleggiano Iside, sorella e sposa di Osiride, che alla sua morte raccolse e custodì i segreti magici. Nel rito massonico, i discepoli si definiscono “i figli della vedova” e cioè i figli di Iside, custode dei segreti cui l’umanità deve le conoscenze tecniche e magiche.

Approfondendo l’esame delle statue femminili, possiamo ancora dire che rappresentano i due aspetti della conoscenza, quella sacra, riservata a pochi iniziati, e quella “profana” accessibile a tutti ma i cui veri significati sono ben nascosti.

La Primaverache sorride è l’amore sacro, la verità nascosta, il mistero della rinascita della terra dopo l’apparente morte invernale. Il simbolo esoterico della rinascita è dato in questo caso dagli uccelli nel nido, che vuoi anche significare l’avvicinamento dell’iniziato alla conoscenza. Le rondini che il bimbo lancia via, infatti, sono la Parolache il Maestro diffonde perché vada lontano.
La Primavera, rappresenta anche la Virtù che si contrappone al Vizio cioè all’Estate.
Quest’ultima, infatti, è l’amore profano, la verità rivelata al volgo attraverso simboli e parabole.

Infine, per comprendere un altro grande aspetto esoterico della Fontana Angelica, dobbiamo necessariamente parlare della sua forma e quindi nella disposizione dei blocchi di granito, nodo fondamentale della dottrina massonica.

La base fondamentale di ogni costruzione, intendendo per costruzione una piramide, un tempio o la perfezione che risiede in noi stessi, è l’uso di materia grezza, di roccia informe. Da questa, con l’uso di vari attrezzi, si potrà costruire ogni cosa.

La tradizione massonica ha la conoscenza di tutto questo e non a caso i simboli universalmente riconosciuti della massoneria sono la squadra, la riga e il compasso.
Tornando al monumento, quindi, osservandolo a pochi metri di distanza rimanendone al centro si potrà notare che, fra le due figure maschili, si apre un varco rettangolare squadrato alla perfezione.

Il varco è il cuore del mistero e rappresenta la soglia invalicabile per i profani, oltre la quale si accede in una dimensione sconosciuta, al di là delle colonne d’Ercole.
La Fontana Angelica, come abbiamo potuto appurare, non è un semplice monumento, non possiamo più quindi considerarla una semplice fontana costruita per impreziosire una piazza.
La Fontana Angelica è molto di più. Contiene insegnamenti di carattere aichemico, filosofico, morale e astrologico.

E’ un monito per chi sa interpretare il suo significato ricordando loro che dall’imperfezione della materia, dai legami della carne e della vita quotidiana, si può trascendere verso l’alto. Ricorda che la vita non è che un banco di prova dove attraverso di essa dovrai ripercorrere tutte le tappe, trasformando la pietra grezza in pietra squadrata, tendendo alla perfezione, migliorando lo spirito, affinando la volontà per il raggiungimento della Conoscenza.

Il viaggio nella Torino Magica non è finito; il mio viaggio però è iniziato qui.

Ho detto.

 
L:. A:.

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Bibliografia

  • www.angolohermes.com
  • www.pianetatorino.it/torino_magica. htm
  • www.duepassinelmistero.com/Torino%20magica. htm
  • Marisa Uberti: articoli relativi alla Torino Magica,
  • Enrica Perucchietti: enricaperucchietti. blogspot. comI2Ol I /07/tav-se-il-tracciato-passa-per-una-ley. html

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3 Comments for this entry

  • redazione

    Da Francesco Atum
    Ho letto dal vostro sito il mio viaggio, ma a mè hanno detto che i
    massoni vengono chiamati figli della vedova perchè i massoni sono i
    discendenti dei segreti iniziatici di Hiram Abif architetto capo della
    costruzione del Tempio di Salomone che era appunto cosi come cita la
    Bibbia figlio di una vedova di un fonditore di Bronzo della Tribù di
    Neftali e non i figli di Iside custodi cui l’umanità deve le
    conoscenze tecniche e magiche e la divinità egizia più antica è
    Atum l’essere primo l’unità del mito cosmogonico dell’enneade.

  • Neter Ptah

    Caro Sig. Francesco, le hanno riportato notizie inquinate dalla storia e dalle troppe sofisticazioni e strumentalizzazioni dei vari maestri che si sono succeduti, la stessa bibbia è stata corrotta volutamente nei vari concili.
    La Massoneria moderna, si poggia storicamente sulla fondazione delle prime Logge londinesi grazie alle gilda dei scalpellini e muratori che non volevano andasse perduta l’antica tradizione orale tramandata dai crociati che arricchirono il loro bagaglio culturale-esoterico attraverso le crociate in terra santa, sin dal 1033 D.C.
    Quello stesso bagaglio è figlio di un’altra più antica linea ereditaria pervenuta dagli Atlantidei e dagli Egizi, anche attraverso gli Ebrei, una delle etnie residenti nella valle del nilo e stretti collaboratori degli Architetti Iniziati dalla casta sacerdotale e dai Faraoni.
    Lo stesso Mosè, anch’egli iniziato ai segreti dell’antica Magia Egizia (figlia della cultura Atlantidea e sorella di quella Sumerica), riversò le sue conoscenze iniziatiche ai sacerdoti del suo popolo già pieni di frustrazione e orgoglio; la torah è piena di questi insegnamenti, taroccati ad arte facendoli apparire di proprietà esclusiva di quel popolo. La cabala ebraica è la cabala egizia rivisitata.
    Tornando a lei, Atum o Amun-Ra non è la più antica divinità, perchè associata ad una sola zona dell’antico egitto, queste enciclopedie italioide scritte in modo così austero sono ridicole. Dovrebbe partire da RA e dalla collina primordiale.
    Frater L.A., la sua descrizione di Boaz e Jakim è valida ma di stampo alchemico medioevale, quindi non completa e corrotta, le due colonne sono la rappresentazione primordiale del velo di Iside da strappare per accedere alla verità che è in noi, e ad una parte dell’universo, il 2° Guardiano dei tarocchi “la Papessa” è molto più esauriente e antico.
    La saluto.

  • Marina Piano

    Vorrei sapere se è vero che esiste la massoneria femminile, studio da anni i miti, gli archetipi e l’archeosimbologia ma non mi intendo di Obbedienze e vorrei saperne di più, grazie
    Marina Piano

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