NUOVI SOGNI PER UN NUOVO RISORGIMENTO

Abbiamo tutti una sola patria: il Mondo. Il messaggio della Massoneria è implicito nel suo metodo di tolleranza, che permette a uomini diversi di convivere e dialogare, partecipando alla costruzione di una società migliore. Anche il nostro Paese deve rigenerarsi: abbiamo tanto parlato di quanto ha fatto l'Italia negli ultimi 150 anni. Guardiamo a cosa c'è da fare nei prossimi 150. Ma partiamo da subito. Dalla scuola pubblica, per esempio, dove nasce il nostro futuro.

inserito il 22 12 2011, nella categoria Laicità, Risorgimento, Società, Tavole dei Fratelli

Tavola pubblicata per gentile concessione del fr:. S:. B:., Presidente della Circoscrizione Toscana del Grande Oriente d’Italia

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Quando vengo in questa terrà mi viene in mente l’odissea di Garibaldi braccato dagli austriaci nel 1849, in fuga verso le Valli di Comacchio, con la tragedia umana dell’Eroe che perde l’amata Anita dalle parti di Ravenna. Si è parlato tanto di Garibaldi e dei Mille durante questo 150enario dell’Unità. Se ne è parlato mitizzandolo come uomo indistruttibile. A me, qui, piace sottolinearne l’aspetto umano, intimo, di innamorato di fronte all’inesorabile destino che lo colpisce. Tutti noi possiamo essere vittime del fato, colpiti negli affetti di fronte alla scomparsa di una persona cara. E lo dico a pochi giorni da un viaggio che non avrei voluto fare poco lontano da qui, al funerale di Antonio Calderisi, un fratello importante che ha dato tanto all’Istituzione e mi ha insegnato come ci si comporta tra i fratelli, facendo il proprio dovere sempre a vantaggio di tutti.

A me piace in questo anno di celebrazioni dell’Unità parlare anche dei tanti italiani anonimi che hanno contribuito ad unificare la nazione. Come furono gli italiani chiamati a combattere nelle trincee della Prima Guerra Mondiale, che delle Guerre risorgimentali fu anche l’ultima, segnando la riunificazione di Trento e Trieste sotto il Tricolore.

Non esiste città o paese o campagna italiana, da Lampedusa ad Aosta, da Santa Maria di Leuca a Pontebba, dove non ci sia una lapide che ricorda i caduti di quel conflitto. La Massoneria è ancora animata da quell’ideale unitario ed oggi rinnova il suo messaggio di fratellanza universale. Mai più guerre in nome del nazionalismo, mai più guerre in nome di una presunta supremazia degli uni sugli altri. Ricordiamoci che di patria ce n’è una sola: il Mondo. E se ce lo mettiamo in testa piano piano tante tensioni verranno smorzate. Come? Portando ovunque quel messaggio attualissimo di libertà, fratellanza e uguaglianza che passa oggi più che mai attraverso il dialogo tra i popoli, quelli dell’Europa continentale, sempre più alle prese con gli effetti della globalizzazione, e quelli del Mediterraneo, che vedono nell’Italia – ricordiamoci di cosa è successo a Lampedusa fino a poche settimane fa –  la porta d’accesso ad un benessere tutto da conquistare per loro e da ri-conquistare per noi.

E stasera il pensiero va a quei ragazzi senegalesi uccisi a Firenze. Il giorno di Santa Lucia, quando  gli uomini possono godere della luce del sole per minor tempo, a Firenze si è trasformato nel giorno del buio pesto. Un uomo abituato a frequentare luoghi immaginari pseudo-esoterici, pieni di dottrine razziste e xenofobe, ha deciso di uscire alla luce del giorno, in quello meno luminoso, e mettere in pratica le sue folli teorie. Ha sparato e ucciso. Poi, si è ucciso. Ma non ha sparato a caso. Ha individuato le sue vittime e poi mirato colpendole a morte. Erano tutti ragazzi di colore. Bravi ragazzi, costretti a fare una vita che sicuramente non volevano e che non meritavano, ma che facevano senza dar fastidio a nessuno per raccogliere qualche euro in fondo alla giornata. Si è detto, e si dirà, che è stato il gesto di un folle. È vero. Ma perché Gianluca Casseri, nel mezzo del “cammin di sua vita”, ha deciso di uccidere? La risposta non c’è, ma anche nel nostro Bel Paese pare cominci a farsi strada la cultura del diverso, dell’altro da noi per razza, lingua, religione.

Soggetti che sembrano non avere nome, volti, storie, speranze; quasi ombre nelle nostre città. Si, ci sono, li vediamo ma sono invisibili. Dunque, possono ben essere ora capri espiatori per liberarci dalle nostre colpe o per addossargli colpe certo non loro. Non è razzismo. È molto peggio. È il frutto di una società che non riesce a dare più alcuna speranza nel futuro, agli uomini di mezza età e neppure ai giovani. Una società che ci fa vivere come in una palude stagnante. E che non ci fa sognare di volare lontano.
Dobbiamo uscire da quella palude. Dobbiamo risvegliarci da questo incubo. Lo dobbiamo per noi e per le generazioni che verranno. Da ieri, intanto, le giornate hanno cominciato, seppur lentamente, ad allungarsi. E il sole ad illuminarci un po’ di più.

Noi, noi massoni che cosa possiamo fare? Dobbiamo rafforzare quel ruolo di “ponte” tra genti diverse per razza, cultura, religione ma tutte unite dall’essere unico equipaggio di Madre Terra, grande nave in viaggio per l’Universo. Siamo tutti uniti da questo ineluttabile destino, ciascuno portatore della propria diversità. Ecco l’attualità del Risorgimento, di un nuovo Risorgimento che non distingua le bandiere con i rispettivi colori ma che le unisca tutti in una bandiera unica, colorata come l’arcobaleno, simbolo di pace e unità. Il messaggio della libera muratoria è implicito nel suo metodo di tolleranza, che permette a uomini diversi di convivere e dialogare, partecipando alla costruzione di un mondo migliore.

Molti dei combattenti della Grande Guerra eseguirono gli ordini senza la consapevolezza che stavano contribuendo, con il sangue purtroppo, alla costruzione del loro Paese. C’erano sistemi migliori, è vero, ma se la grande carneficina della Prima Guerra Mondiale può essere a noi, nipoti di quei ragazzi in grigioverde, di monito affinchè ciò non si ripeta, allora avremo assolto ad un ruolo importante, quelli di costruttori di pace, di ponti tra le genti e le nazioni. Questo ruolo oggi è congeniale ai massoni. Abbiamo fin qui parlato di quanto ha fatto l’Italia negli ultimi 150 anni. Guardiamo a cosa c’è da fare nei prossimi 150. Ma partiamo da subito.

I massoni sono guidati dall’ottimismo. Non può essere diversamente. E’ l’ottimismo della volontà che ci fa guardare con fiducia al futuro perché sappiamo che per ogni generazione c’è una primavera da vivere, un’occasione da cogliere. “Il futuro – diceva Eleonor Roosevelt – appartiene a chi crede alla bellezza dei propri sogni”. Noi ci crediamo. I massoni ci credono. Siamo uomini che percorrono il campo, che lo arano, che lanciano il seme e coltivano il campo. Nascerà una spiga, farà fatica a nascere, deve attraversare il buio, ma riusciremo a farla crescere questa spiga di grano. E’ fatta di tanti chicchi, l’uno stretto all’altro. Quei chicchi rappresentano i fratelli, uniti dal vincolo dell’amore. Un amore che va esteso a tutti gli uomini. Anche a loro dobbiamo portare la Luce, quella Luce che proviamo a cercare lavorando nei nostri templi.

Accanto alla Luce spirituale, a quella Verità che quando la troveremo scopriremo ogni volta che non sarà l’ultima, c’è una Luce di impegno quotidiano che impone ad ogni massone di essere un uomo Migliore. La Luce oggi è la consapevolezza che in questa grande nave in balia dell’Universo chiamata Terra siamo tutti uguali e possiamo aspirare ad un mondo migliore sono se metteremo in pratica l’Uguaglianza, la Fratellanza e la Libertà attraverso il metodo della Tolleranza.

La Luce oggi è il saper riscoprire i valori della solidarietà e del servizio affinchè nessuno rimanga indietro, affinchè la marcia dell’Umanità sia cadenzata sul passo del più debole che ha gli stessi diritti di esistere del più forte. La Luce oggi è la presa di coscienza che la maggioranza operosa e silenziosa deve prevalere sulla minoranza arrogante e becera. I massoni, se vogliono, possono contribuire a far sì che questo avvenga. Basta che si comportino da massoni anche e soprattutto al di fuori del tempio. Dobbiamo  dunque portarla fuori questa Luce e ci riusciremo.

Quindi i massoni sono uomini che puntano a valorizzare ciò che unisce e non ciò che divide. Sono uomini che hanno avuto, nella storia, idee coraggiose e, come diceva qualcuno molto importante, le idee ispirate dal coraggio sono come le pedine del gioco della dama, possono essere mangiate ma possono dar vita a un gioco vincente. Ecco cosa sono i massoni. Non sono soltanto uomini un po’ seriosi vestiti sempre di nero. Non siamo black bloc, anche se, appunto,  talvolta vestiamo di nero. Anzi, siamo black bloc, di quelli buoni però, perché abbattiamo i muri, i muri dell’intolleranza, dell’indifferenza, delle discriminazioni. Ma costruiamo ponti, ponti tra tutti gli uomini, di ogni colore, di ogni fede, di nessuna fede, perché tutti viviamo sotto lo stesso cielo. E i ponti dobbiamo costruirli soprattutto a scuola, nelle scuole dove i bambini devono stare l’uno accanto all’altro, tutti assieme nella scuola pubblica.. E’ stata sempre la bandiera della massoneria italiana. Continuiamo a sventolarla con tutte le nostre forze perché i bambini hanno il diritto di sentirsi parte di questa terra e di questo cielo senza la certificazione ufficiale di un prete o di un imam.

Combattiamola questa battaglia, ricordandoci sempre che la costruzione del tempio interiore va bene, ed è lo sforzo che i massoni fanno ogni giorno, ma non esiste tempio interiore che non abbia un passo nella via.  E’ facile, in momenti di crisi come questo, aver paura del “diverso”, che non vuol dire opposto, che non vuol dire contrario, ma vuol dire che guarda da un’altra parte. E’ facile aver paura del “diverso”, farsi prendere dalle insicurezze, ma si deve arginare il sentimento antisociale e riscoprire quel grande sentimento di solidarietà tra le genti che vivono sul medesimo grande lago che è il Mediterraneo. Perchè la nuova Italia non sarà quella che parte dalle Alpi ma quella che nasce a Lampedusa, in questo fazzoletto di terra che fa da ponte tra l’Africa e lo stivale. E la Penisola non sarà uno stivale che dà calci a chi si avvicina ma un porto sicuro per chi, come noi, ha diritto alla felicità.

Allora, cari fratelli, forza e coraggio.

Si parla spesso di P2, poi di P3 e di P4 e poi chissà… P4 per noi vuol dire Passione Patriottismo Presenza Partecipazione. Arriverà la P5. Sarà la perseveranza. Perseveranza nel perseguire l’armonia, la fratellanza tra le persone, la perseveranza nel voler tenere accesa una fiammella di libertà. Le cose da fare sono molte se non vogliamo che questa nostra patria sprofondi nel baratro della disperazione.

Giorni fa ho avuto la possibilità di parlare a lungo con il direttore della Stampa, Mario Calabresi. E’ venuto a Siena. Abbiamo parlato del suo libro “Cosa tiene accese le stelle”. Gli ho detto che anche a noi massoni piace guardare il cielo stellato, perché bisogna alzare la testa, bisogna tenerla alta. Il cielo è pieno di stelle che stanno lassù ad insegnarci qualcosa. Non sono lassù per niente, non rimangono accese senza motivo.

Quindi se qualche volta vediamo buio, se qualche volta ci sembra di vedere buio, alziamo gli occhi e guardiamo le stelle. Non sono lì per caso.

 

S:. B:.

Presidente della Circoscrizione Toscana del Grande Oriente d’Italia

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