IL CIELO DEI MAYA

L’antica civiltà dei Maya e quella del Vecchio Continente, cinquecento anni prima del loro fatidico incontro-scontro al tempo dei Conquistadores spagnoli, avevano elaborato visioni cosmologiche incredibilmente affini nel modo di vedere la creazione, l’avvento dell’uomo, il bene ed il male e la dualità; forse per indicarci un’unica origine o, più semplicemente, una forma logica comune di formazione del pensiero umano che porterebbe a conclusioni similari.

inserito il 14 05 2011, nella categoria Astrologia, Astronomia, Maya, Simbolismo, Storia, Tavole dei Fratelli, Tempo

Tavola del Fr:. L:. F:.

Questo antico popolo mesoamericano era presente dal 300 d.C. negli stati messicani di Yucatán, Tabasco e Chiapas, e nelle nazioni centroamericane di Belize, Guatemala ed Honduras.

La storia dei Maya viene divisa in

Periodo Preclassico,. fino al 317 d.C.

Periodo Classico,dal 317 d.C. al 987 d.C, periodo nel quale questo popolo ebbe il suo massimo splendore; quando arrivarono gli Spagnoli, questa civiltà era già stata assorbita da quella Atzeca.

Periodo Postclassico, dall’ 800 d.C. ove comincia il declino e l’inspiegabile abbandono delle città.
.

Durante il periodo Classico si ebbero tante Città-Stato governate da un capo ereditario, sotto di lui i nobili facevano da giudici, da esattori delle tasse e da custodi dell’ordine.

Le città Maya condividevano la religione, la cultura e la lingua, ma ciascuna era sovrana dei propri diritti e con caratteristiche specifiche che la distinguevano dalle altre.

Un vero sistema integrato come quello di una nazione unitaria, così mentre un centro si specializzava nella produzione di steli, l’altro si dedicava agli studi astronomici ed un altro ancora produceva migliaia di manufatti di pietra.

Ai vertici della società vi erano la nobiltà ed i sacerdoti (egualmente importanti perchè custodi del sapere) poi i soldati ed i mercanti.
I ministri del culto erano astronomi e matematici, potevano contare gli anni, i mesi e i giorni, conoscevano il tempo della semina; sapevano come controllare gli dei del male e come riuscire graditi alle divinità benefiche (pioggia, fertilità, ogni bene).

L’uomo comune era di solito un coltivatore di mais, che doveva raccoglierne a sufficienza per la sua famiglia e per pagare i tributi; ed era obbligato ai lavori per l’edificazione delle piramidi e dei templi per lo stato.
Per ultimi, nella scala sociale, vi erano infine gli schiavi, di norma prigionieri di guerra o condannati.

La religione interessava l’intero ciclo della vita, dal momento che un complicato sistema astrologico segnava il destino del neonato a seconda del giorno e dell’ora della sua venuta al mondo.
Vigevano riti particolari per la cerimonia dell’iniziazione, l’addestramento delle donne, la preparazione al matrimonio e ad ogni altra fase della vita, fino al complicato culto che accompagnava il morente.

I Maya avevano sviluppato un particolare tipo di scrittura e una matematica di buon livello e, tra tutte le civiltà precolombiane era quella che senz’altro aveva dato maggior peso all’astronomia: i Maya avevano redatto calendari, sia civili che rituali in cui la matematica e le combinazioni dei numeri avevano una grandissima importanza.

I Maya avevano tre calendari :

TZOLKIN: il calendario religioso che contava 260 giorni suddivisi in tredici mesi di venti giorni l’uno, ogni mese aveva un numero ed ogni giorno un simbolo di una divinità.
HAAB: il calendario civile costituito da 365 giorni, suddivisi in diciotto mesi di venti giorni l’uno a cui si andavano ad aggiungere tutti insieme cinque giorni considerati “infausti” chiamati Uaieb.
• Il CONTO LUNGO: che numerava giorni in sequenza continua partendo da una data mitica, il 13 Agosto 3114 a.C.

Il ciclo scandito dalla Ruota del Tempo era formato dalla turnazione concomitante della ruota del Tzolkin e dello Haab (calendario religioso e civile) e si ripresentava ogni 52 anni. I due calendari arrivavano a coincidere dopo 73 giri il primo, e dopo 52 il secondo, per iniziare un nuovo ciclo.

L’origine della ruota era probabilmente dovuta all’osservazione delle Pleiadi, il cui passaggio sullo zenit avviene precisamente in quel lasso di tempo ed era praticamente impossibile per la vita media di un uomo dell’epoca assistere a due cicli completi.

A questi tre calendari veniva affiancato un quarto basato sul periodo sinodico di Venere, ovvero il periodo che Venere impiega per tornare in uno stesso punto nella sua orbita (1).

La registrazione accurata dei fenomeni celesti riguardanti il cammino dei pianeti e della luna, la complessa elaborazione dei dati di osservazione per far concordare la periodicità di questi fenomeni con il calendari e le epoche passate della storia Maya, avevano lo scopo di stabilire una giustificazione astrale al potere della classe dominante.

Ma come si configurava la cosmologia Maya, e quali erano le sua basi?

La ricostruzione delle conoscenze astronomiche di questo popolo non è facile, a causa del complesso intreccio fra scienza, mito, leggende e precisi riferimenti temporali.
Studi recenti hanno rivelato alcuni aspetti particolari dell’astronomia e delle idee cosmologiche espresse da questa cultura.

Anche i Maya, come noi, avevano diviso il cielo in costellazioni, benché finora ne siano state identificate solamente le principali (per altro quelle fondamentali nelle loro leggende)

Le Pleiadi (Importanti in tutta l’America ) che chiamavano tzab cioè i “sonagli del serpente”.
L’Orsa Minore, che si muoveva attorno al polo celeste, veniva chiamata yah balcui xaman, vale a dire “quelle che ruotano attorno al nord”.
La Stella Polare chiamata anche chimal ek, cioè “l’astro del nord” o “la stella scudo”.
Lo Scorpione, che era chiamata zinaan ek, cioè appunto “la stella scorpione”.
Orione, le stelle della cintura erano rappresentate da una tartaruga.
Gemelli, probabilmente rappresentati da due pecari che si accoppiano.

Sulla pietra tombale del principe Pacal, il signore di Palenque, è rappresentata la discesa di questa grande personalità nel regno degli inferi. Dal suo ventre si erge, in questa immagine “l’albero della vita “, che raffigurerebbe la Via Lattea.

La Via Lattea, per i Maya, parte dall’orizzonte sud, cioè dal regno degli inferi e si estende fino alle regioni del nord, ove vive l’Uccello Sacro identificato con l’Orsa Maggiore.

A metà dell’albero cosmico si trova l’intersezione tra il serpente dall’aspetto ondulato che rappresenta l’eclittica e la stessa Via Lattea (3); in questo punto d’incontro, che sulla volta celeste si trova nei pressi di Orione, vi è il luogo sacro dell’Universo , il punto in cui si verificò la creazione e dove si recò il dio del mais in quella mitica notte della genesi.

La Cosmologia dei Maya divide il mondo in tre livelli:
• Superiore, abitato dagli dei celesti
• Terrestre, sede degli umani
• Inferiore ove sta il regno dei morti

Nel cosmo Maya il modello è alquanto complicato poiché gli astri, gli dei, gli eventi mitici e certi luoghi particolari della Terra sono legati tra loro da un intreccio di complesse leggende che risalgono a tempi antichissimi.

Nei Popol Vuh, la bibbia dei Maya della tribù dei Quichè, è raccontata la lunga e complessa storia della generazione del mondo e delle prime epoche dell’Universo.

Secondo i Maya, all’inizio esistevano solo il cielo, le acque e l’oscurità, sulle quali regnava il dio “Serpente Piumato “ dalla duplice personalità, maschile e femminile, e il dio “Cuore del Cielo”.

Dall’incontro tra le due divinità furono creati la Terra, le foreste e gli animali, ma non l’uomo.

Le due divinità, assieme ad altri dei da essi generati, cercarono di creare una umanità che potesse fornire loro il nutrimento con il lavoro agricolo e a mezzo di preghiere e di sacrifici.

I vari tentativi non ebbero esiti positivi, finché due personaggi, gli Eroi Gemelli, sconfissero gli dei degli inferi, determinando finalmente una situazione favorevole alla creazione dell’uomo.

La creazione dell’uomo attuale, (nella mitica notte che precede il 13 agosto 3114 a.C), avviene per intervento degli dei che lo hanno plasmato con la farina del grano; così finalmente si conclude la fase della creazione. Questa volta il mondo non verrà più periodicamente distrutto come nelle ere passate; la nuova umanità soddisfa il volere delle potenze cosmiche (4).

La Astrologia dei Maya è formata da 13 simboli

• COZ il falco (intelletto della mente solare) 8 febbraio – 8 marzo
• BALAM il giaguaro (coraggioso) 9 marzo – 5 aprile
• PEK il cane (guardiano) 6 aprile – 3 maggio
• KAN il serpente (saggezza terrestre ) 4 maggio – 31 maggio
• TZUB la lepre 1 giugno – 28 giugno
• AAK la tartaruga 29 giugno – 26 luglio
• TZOOTZ il pipistrello vampiro 27 luglio – 23 agosto
• DZEC lo scorpione 24 agosto – 20 settembre
• KEH il cervo 21 settembre – 18 ottobre
• MOAN la civetta (veggente) 19 ottobre – 15 novembre
• KUTZ il tacchino 16 novembre – 13 dicembre
• XIBKAY il pesce-lucertola 14 dicembre – 10 gennaio
• BATZ KIMIL la scimmia eterna (intelletto cerebrale) 11 gennaio – 7 febbraio

Riassumendo possiamo dire che l’astrologia messicana possiede due sistemi astrologici :
• 20 SEGNI DEL CALENDARIO SACRO (ciclici su tredici mesi),
• 13 SEGNI DELLO ZODIACO MAYA.
Dalla unione dei due sistemi (20 numerali del primo e le 13 costellazioni del secondo) si basa il sistema predittivo degli oroscopi .

Solo in seguito, nel periodo postclassico, venne introdotto il culto di Kukulcàn (il dio Sepente – Piumato), chiamato dagli Atzechi Quetzalcoatl.
Questo culto glorificò e incrementò l’attività guerriera e il conseguente sacrificio umano, portando l’idolatria a livelli di ritualità sempre più complicati e cruenti.

Concludendo vorrei evidenziare che confrontando le due civiltà – quella del nostro” Vecchio continente“ e quella del loro “Nuovo continente “ – entrambe sviluppate autonomamente e senza alcun contatto – con riferimenti temporali ed evolutivi non allineati (trascorreranno 5 secoli prima dell’arrivo degli Spagnoli ) – inoltre rapportandosi evolutivamente al nostro Anno Mille, ed evidenziando che in parallelo in quello stesso periodo i Maya non conoscevano la metallurgia ed avevano armi ed utensili in ossidiana – NON emergono dal confronto macroscopiche differenze sul modo di vedere la creazione, l’avvento dell’uomo, il bene ed il male e la dualità ; forse per indicarci una unica origine o, più semplicemente, una forma logica comune di formazione del pensiero umano che porterebbe a conclusioni similari

Poi, come sempre, la storia è sempre stata scritta dal più forte col sangue dei deboli ….

Ho Detto:.

Febbraio 2009 E:. V:.

Fr:. L:. F:.

R:.L:. Giordano Bruno
N° 852 Or:. Ferrara

NOTE

1 ) – Venere impiega 224 giorni a compiere la sua orbita, ma il suo periodo sinodico è di 584 giorni, questo perché dopo 224 giorni Venere sarà effettivamente nello stesso punto della sua orbita, ma non la terra: lei impiega 365 giorni per tornare al punto di partenza, quindi affinché si ripristino le condizioni di partenza occorrono appunto 584 giorni.

2 ) – Nei pochi reperti scritti sono state decifrate tutte le fasi astronomiche di Venere, chiamato dai Maya Noh Ek (stella grande) e che rappresentava il dio Kukulkan. Il numero 584, il periodo sinodico di Venere, appare in tutti questi reperti. Facciamo due conti e scopriamo che 5×584 = 8×365 = 2920, altro numero “magico” ai Maya. Cinque anni sinodici di Venere corrispondono a 8 anni Haab. Il numero 2920 è anche divisibile per 20. Per i Maya il ciclo di Venere doveva iniziare sempre lo stesso giorno sacro: 1 ahau. Ricordiamo che dal punto di vista astronomico le quattro stazioni di Venere hanno la durata: 246 (stella della sera) 14 (congiunzione inferiore o breve incontro) 246 (stella del mattino) 78 (congiunzione superiore o lungo incontro). Per i Maya la durata era: 250-8-236-90. La ricostruzione delle conoscenze astronomiche di questo popolo non è facile a causa del complesso intreccio tra scienza e mito, fra leggende e precisi riferimenti calendariali in tutta la storia culturale dei Maya proprio per questo si dice che l’astronomia veniva quasi sempre intesa come astrologia.)

3 ) – Nel suo movimento sulla sfera celeste nel corso della notte, la Via Lattea assume varie posizioni rispetto all’orizzonte e, a seconda di questi cambia nome.
In generale, è indicata come “l’albero del mondo o della vita”, ma quando si dispone tra sud e nord-est, viene chiamata “il coccodrillo” e diventa il “mostro cosmico” quando si distende trasversalmente attraverso il cielo.
Nella notte sacra che precedette la creazione dell’uomo, il mito parla della Via Lattea con nomi ancora diversi, come “l’albero prezioso del mais”.

4 ) – Un’altra interpretazione dei fatti successi durante la notte sacra, quando il dio del mais, il primo padre, viene condotto nel centro del cosmo per creare l’uomo.
Dobbiamo ricordare che questa divinità, molto importante per i Maya, era
appena risorta dallo Xibalbà, cioè dal luogo dei morti, essendo stata aiutata dai due eroi gemelli ad uscire dal guscio di una tartaruga.
La storia si colloca temporalmente in un’epoca molto precedente alla fioritura della civiltà di questo popolo, ma evidentemente essa considera situazioni astronomiche che si
dovevano osservare durante il Periodo Pre Classico o durante il Classico, quando la leggenda si affermò in tutta la regione di influenza maya.
Dalle iscizioni datate sulle stele troviamo una continuità impressionante di questa concezione mitica; una continuità di oltre un migliaio d’anni che riguarda tutta l’area maya, dalle zone periferiche fino a quelle che ebbero il maggior sviluppo

Ma ecco cosa successe durante la notte santa e qual è l’interpretazione astronomica dei fatti.
La sera del 13 di agosto, l’uccello sacro Vacub Caquix (l’Orsa Maggiore) volò verso il suo posto
in cima all’albero sacro ove verrà poi colpito da lxbalanque ( uno dei gemelli ) ; la Via Lattea è disposta in cielo nel modo in cui assume il nome di coccodrillo.
A mezzanotte, il coccodrillo si distende sulla volta celeste e diventa pertanto il mostro cosmico; alle prime ore dei mattino si trasforma infine nella canoa del dio del mais,
che porta la divinità nel luogo sacro del cielo, il quale sta per sorgere proprio in quelle ore all’orizzonte est.
Il luogo sacro viene identificato con la plaga celeste in cui si incontrano l’eclittica e la Via Lattea. Quando il dio del mais, appena risorto dal guscio della tartaruga , giunge finalmente sul posto della creazione, va a riposare nel luogo sacro, rappresentato simbolicamente dalla cinta di Orione ; un po’ più sotto brillano le pietre del divino focolare (le stelle Alnitak, Saiph e Rigel).

Segue la creazione dell’uomo attuale …….

I Maya erano molto attenti al moto degli astri, costruirono infatti le loro città seguendo particolari allineamenti. Molte città erano orientate verso la levata o il tramonto del Sole ai solstizi, inoltre l’orientazione teneva conto della latitudine del luogo, cosicché non tutte le città hanno la stessa disposizione assoluta, ma relativa alla propria posizione geografica.
Inoltre i Maya utilizzavano gli assi delle loro città e quelli dei palazzi più importanti per determinare con l’anticipo di uno o due dei loro mesi il passaggio del Sole allo zenit. Tale momento era di particolare importanza poichè coincideva con l’inizio della stagione delle piogge, la più importante dell’annata agricola. Numerosi sono i templi che presentano punti di osservazione fondamentali per la vita dei Maya.


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