UN TESSUTO LINGUISTICO SU BASI NUMEROLOGICHE

Nell’arte del costruire sono rilevanti e ricorrenti rapporti numerici riscontrabili nelle strutture architettoniche, nelle sculture, nelle raffigurazioni pittoriche, nei mosaici, nelle vetrate e nelle figure decorative. E’ evidente che i diversi artefici di queste opere hanno condiviso un codice, un linguaggio, non solo tecnico-numerico, ma anche simbolico-speculativo di tipo esoterico. Una chiave di lettura che può essere ricercata non soltanto in ottica Cristiana, ma anche Pitagorica, Alchemica, Kaballistica.

inserito il 11 05 2011, nella categoria Alchimia, Cabala, Esoterismo, Filosofia, Numerologia, Tavole dei Fratelli

 

 

 

Tavola del fr:. G:. B:.

 

Nell’arte del costruire sono rilevanti e ricorrenti rapporti numerici riscontrabili nelle strutture architettoniche, nelle sculture, nelle raffigurazioni pittoriche, nei mosaici, nelle vetrate e nelle figure decorative così da fornire l’impressione dell’esistenza di un tessuto linguistico su basi numerologiche, ciò che presuppone la presenza di processi formali che denotano una integrazione fra architetto, scultore e pittore.

 
Questa osservazione rende attendibile la presenza tra relazioni operative fra molteplici artisti e cioè di un
lavoro collegiale legato a scelte e a significati numerologici.

Da quanto su esposto si può ritenere che in molti casi la numerologia possa avere trasceso il semplice fine
operativo per assurgere ad un fine speculativo ed in particolare esoterico.
Tale chiave di lettura può essere ricercata non soltanto in ottica cristiana, ma anche pitagorica,
alchemica, kaballistica, tenendo conto che queste correnti di pensiero furono ben presenti nell’umanesimo.

In particolare i liberi mutatori dell’alto medioevo subirono la significativa influenza del pensiero
pitagorico e dei pitagorici successivi
(Teano di Smirne, ,Euclide, Giamblico, Plotino, Vitruvio).

 

Il Reghini afferma che”I Liberi muratori tardo-medioevali identificavano l’arte architettonica con la scienza della geometria ed attribuivano alla conoscenza dei numeri tale importanza da giustificare la loro pretesa di
essere i soli ad avere la conoscenza dei “numeri sacri”.
Lo stesso autore afferma che “la geometria nella sua parte metrica, ossia nelle misure, richiede
la
conoscenza della aritmetica e che per gli antichi Maestri il termine geometria indica va genericamente
tutta la matematica”.

In questa ottica l’identificazione dell’arte reale con la geometria tradizionale, in massoneria, si riferisce non
solo alla geometria in senso moderno ma anche alla aritmetica.
Il Reghini partendo da questa conclusione aderisce alla ipotesi platonica e cioè’ che ”geometria è un metodo per dirigere l’ anima verso l’eterno, una scuola operativa per una mente scientifica capace di volgere l’attività dell’anima verso
cose
sovraumane”.
Da questa osservazione si deduce che la numerologia non viene intesa come una arte magica ma come un mezzo per comprendere.

Questa chiave di lettura è, a mio modesto parere, quella più aderente alla realtà.
Infatti ciò che conta è  cercare la conoscenza attraverso l’intelletto esercitando il dubbio verso ogni
concezione teorizzante senza condiziona menti fideistici o dogmatici.

Infatti attribuendo ad alcuni Numeri valenze magiche si alimentano le conseguenti superstizioni fra numeri
benigni e numeri malvagi ancora oggi retaggio di culture popolari.
Determinati numeri per le loro caratteristiche in un sistema aritmetico possono, meglio di altri, rappresentare alla mente umana l’ idea del divino, dell’armonia dell’Universo, dell’elevazione spirituale dell’uomo,ed in questo possono assurgere grossolanamente e r4rzialmente al ruolo di simboli.

In questa ottica possono essere definiti sacri senza attribuire ad essi capacità creative o sacrali in se

Per converso in alcune tradizioni ed in particolare nella kaballà  ebraica la numerologia e’ accostata alle lettere dell’alfabeto con un rilievo magico, associato alla creazione.

Infatti i kaballisti specialmente nel libro Sepher Yetzirah o Della Formazione, concepirono il mondo
fabbricato su base letterale e numerica attribuendo ai numeri poteri e se stanti..

Questi due modi diversi di interpretare la numerologia mi hanno  spinto a scrivere questa tavola ove ho cercato di analizzare il significato dei primi tre numeri aritmetici paragonato con le prime tre lettere dell’alfabeto ebraico.

IL NUMERO 1 

Esprime l’unità, il principio che non è’ un inizio perchè dall’1 come unità derivano con le conseguenti
valutazioni aritmetiche il 2  e gli altri numeri.
E’ considerato il principio creatore, non l‘entità  divina creatrice assimilabile a Jod, Braham, Tai Ki, En Soph ain.
Geometrica-mente è  espresso da un punto, senza dimensione e senza forma.
Metafisica-mente può  identificare il principio della manifestazione divina inteso come effetto creativo.

LA PRIMA LETTERA: ALEF

Nella kaballa la prima lettera significa inizio. A questa lettera viene attribuito il significato simbolico
di inizio da cui derivano e tre fondamenti della creazione e cioè
fuoco, acqua e spirito che si dividono poi in
maschio e femmina.
Alef è la legge che determina e dl vide le tre lettere madri secondo il libro della formazione.E’ considerata quindi il principio ,lo spirito creatore (letteralmente per lo
s:y: è lo spirito dello spirito, del santo benedetto, quasi il demiurgo di platonica memoria).

 

Il numero 2

Rappresenta gli opposti contrari presenti in tutte le tradizioni religiose ,esoteriche e filosofiche come ad
esempio il maschile ed il femminile,il macro ed il micro cosmo, il bene ed il male, la luce e le tenebre,  
attivo e passivo, più e meno, pari e dispari,bianco e nero, dualità’ divina kaballistica.
Per i pitagorici il n. 2 non era concepito come numero ma come principio dei numeri pari anche perchè ottenuto dalla addizzione di 1  più 1, e lo rappresentavano geometricamente come
2 punti uniti da una linea

.
La seconda lettera: bet

Questa lettera si pronuncia in ebraico,in due modi differenti ed è  considerata lettera doppia, perciò legata a due diversi significati compresi in essa e in particolare morbido e duro, vita o morte, pace e guerra,
sapienza e stoltezza, ricchezza e povertà’, fertilità e sterilità, grazia e bruttezza, dominio e schiavitù..
Kabalisticamente questa lettera e’ legata a saturno, al sabbath della settimana, alla vita e alla morte.

 
Il numero 3  

Può indicare la trinità divina nelle varie tradizioni ad es. nella cristiana, nella egizia, nella indiana. Può essere associata alla tripartizione animica ermetica (anima celeste,anima spirituale e spirito corporeo), oppure alla triade etica di Bernardo da Chiravalle (potenza, saggezza e purezza) oppure può ricordare la triade corpo, anima e spirito.
Viene associata anche alla manifestazione divina, a dio manifesto,simbolo della proiezione del trascendente in ogni
direzione come nel nostro delta sacro, cioè  un triangolo con l’occhio (o il punto) al centro.
Il n. 3 per i pitagorici è  simbolo della manifestazione dell’1 il vertice, con il molteplice, il 2, alla base.
Essi lo consideravano numero maschile,’ dispari e destro, ritenendolo sacro e atto alla rappresentazione
lineare come espressione della somma di tre i, ma anche perfetto per le raffigurazione di superfici piane nei tre vertici del triangolo equilatero, attribuendogli quindi proprietà di numero triangolare per eccellenza.
Nel contempo rappresenta il risultato dell’accoppiamento della monade
con la diade (1+2) simbolo della manifestazione o epifania.

 
La terza lettera: ghiMEL 

Ghimel rappresenta il controllo della rappresentazione divina e del creato ove dovrebbe esservi l’armonia dei contrari, la discesa nella sostanza primordiale da cui sarebbe derivata ogni forma materiale.
Sarebbe quindi la manifestazione.
I kaballisti attribuiscono a questa lettera la nascita di Giove, ma anche la pace e la guerra e l’inizio del tutto ( infatti questa lettera e’ associata al primo giorno della settimana dell’anno ebraico). A questa lettera può essere associato il volere del creatore che si afferma sul mondo.

Conclusioni

Da quanto su esposto emergono notevoli similitudini di significato simbolico fra le prime tre lettere
dell’alfabeto ebraico ed i primi tre numeri aritmetici che lasciano aperte tante interpretazioni a seconda della chiave di lettura.
Al
nostro intelletto il compito di indagare rifuggendo d
alla astrazione sterile e teorica,esercitando sempre
come uomini liberi e d’azione la capacità di critica verso ogni concezione teorizzante

G:. B:.

 

 

 

 

 

APPENDICE – DOCUMENTI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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