“LIBERTÀ, EGUAGLIANZA, FRATERNITÀ”: SPUNTI DI RIFLESSIONE

Il motto viene citato la prima volta in un ordine del giorno del 1791 in cui si auspica che i soldati della rivoluzione francese portassero il trinomio inciso in una placca sul cuore. Fu anche quella l’origine di una “deviazione” della libera muratoria francese dalla sua essenza iniziatica, per trasformarsi in un movimento con finalità più sociali e politiche.Il motto viene citato la prima volta in un ordine del giorno del 1791 in cui si auspica che i soldati della rivoluzione francese portassero il trinomio inciso in una placca sul cuore. Fu anche quella l’origine di una “deviazione” della libera muratoria francese dalla sua essenza iniziatica, per trasformarsi in un movimento con finalità più sociali e politiche.

inserito il 09 05 2011, nella categoria Filosofia, Storia, Tavole dei Fratelli

Tavola del fr:. G:. R:.

Come spiegare in quale maniera il trinomio Libertà, Uguaglianza, Fratellanza, sintesi di un complesso movimento populista, anti-aristocratico, progressista e democratico, sia diventato da un certo momento in poi, il motto di una istituzione iniziatica ed elitaria, gerarchica e fortemente tradizionalista quale è la Libera Muratoria?

In realtà, ritengo, la domanda da porsi non dovrebbe tanto riguardare la apparente contraddizione fra i principi massonici e quelli rivoluzionari. Piuttosto come mai la Libera Muratoria, istituzione sopravvissuta a secoli di persecuzioni e cambiamenti, abbia sposato una determinata ideologia, addirittura ispirandola e sostenendone la affermazione quale quella che portò alla Rivoluzione Francese? (stessa curiosità può insorgere pensando alle vicende ed ai protagonisti del Risorgimento Italiano).

Il motto comparve per la prima volta in un documento ufficiale il 24 febbraio 1848, nel primo proclama indirizzato al popolo da parte del governo provvisorio della Seconda Repubblica Francese che lo definiva quale sintesi compiuta delle dottrine democratiche. Vero è tuttavia che fm dal 29 maggio 1791 un ordine del giorno dei Club des Cordeliers aveva auspicato che i soldati della rivoluzione portassero sul cuore una placca con quelle tre parole incise. “Liberté Egalité Fratèmité” apparve sulle bandiere francesi soltanto dopo la Rivoluzione, al tempo della Seconda Repubblica.

Il diffusore del motto pare sia stato Luis Claude de Saint-Martin che lo “esportò” dalle Officine Mariniste del XVIII secolo, prima che la Repubblica nel 1792 lo adottasse. L’origine della divisa fu dunque nelle Officine Mariniste (non libero muratorie) delle quali de Saint-Martin fu affiliato influente. Nel momento in cui il movimento rivoluzionarlo fece proprio il trinomio, si originò quella che è detta la “deviazione” della libera muratoria francese, ovvero la rinuncia ai principi informatori dell’associazionismo iniziatico e tradizionale per trasformarsi in movimento democratico, popolare con interessi sociali, sociologici ma, soprattutto, politici di parte. Ma il concetto che la Massoneria abbia ispirato e sostenuto la cospirazione sfociata poi nella Rivoluzione Francese (e successivamente nel Risorgimento italiano) rientra nella tesi del “complotto”, ordita da ambienti clericali già dal ‘700. Ovvero la Chiesa prese a propagandare l’idea di una Libera Muratoria anti-clericale e reazionaria, con l’obiettivo di mostrare la natura “diabolica e perversa” del cambiamento sociale, politico e culturale che la Rivoluzione Francese avrebbe portato, a scapito del suo potere costituito.

La verità è che in Francia prima della RF lavoravano oltre 600 logge costituite tutte ovviamente da alti aristocratici (quindi anti-rivoluzionari) e che tantissimi ghigliottinati sotto la RF furono Massoni; così come erano Massoni molti generali che da ambo le parti combatterono la battaglia di Waterloo. Era Massone lo stesso autore della Marisigliese, Rouget de l’Isle che era un monarchico e rischiò la pena di morte per non voler tradire il giuramento al re. A riprova di questo, nel periodo fra 1792 ed il 1796 secondo molti studiosi, erano attive solo una ventina di logge che lavoravano comunque in gran segreto, visto che lo stesso Filippo d’Orleans (detto Philippe Egualité) fu ghigliottinato, non si sa se in quanto aristocratico o come Gran Maestro del Grande Oriente di Fancia. I lavori ripresero con vigore solo dopo il 1797.

Esiste dunque una corrente storica che ha voluto vedere nella Massoneria l’autentica e segreta istigatrice della Rivoluzione, ma non vi sono prove oggettive in merito. Il Giarrizzo sostiene che è indubbio che le logge massoniche, in rapido sviluppo alla fine del secolo, ebbero un importante ruolo nella formazione dell’opinione pubblica e del partito nazionale. La massoneria non ha però alcuna unità ideologica, e tanto meno una volontà rivoluzionaria: essa è a volte razionalista e vagamente deista ( ma non anticlericale) a volte mistica.

Col suo rituale religioso che ha le sue radici profonde nella civiltà cristiana, sacralizza i valori morali della filosofia illuminista, la tolleranza, la filantropia e la fraternità umana, spianando la strada più al rifonnismo delle “élites” che alla rivoluzione di massa. (Massoneria e illuminismo; Marsilio, Venezia 1994).

Non era quindi la Massoneria – Ordine Iniziatico e non politico – la protagonista, ma alcuni Massoni che, educati in loggia ai principi di libertà spirituale, ritenevano di poterli e doverli realizzare anche nel mondo profano.

In altre parole i liberi Muratori non sono mai stati legati da un determinato cemento ideologico-culturale, piuttosto con la loro attività speculativa universale ed eterna, possono (e devono) generare mòti ideologici che possono anche essere discordanti fra loro, essendo particolari e temporali a seconda del contesto storico, sociale, politico, culturale in cui si sviluppano.

La universalità della istituzione massonica è quindi garantita proprio dall’aver reso sempre difficile, la identificazione in una categoria definita, senza tuttavia scadere in una qualunquistica astrazione dalle vicende politiche che riguardano la società in cui essa opera e senza rinunciare a plasmare Uomini pensatori, capaci di generare ideologie e moti ideologici anche contrastanti fra loro, purchè tutti rivolti alla ricerca del Vero ed alla crescita individuale.

Così ho detto A:.G:.D:.A:.U:.

G:. R:.

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